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Venti racconti allegri e uno triste

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Stanco di storie tristi, reali o immaginarie, Mauro Corona ha deciso che è arrivato il momento dell'allegria: basta disgrazie o morti ammazzati, esiste un tempo per la gioia. E quale modo migliore per rallegrarsi se non recuperando storie antiche perdute tra i boschi? "Barzellette letterarie" come quella di Rostapita, Clausura e Santamaria, riuniti per ammazzare il maiale ma troppo ubriachi per riuscirci davvero, o racconti che l'autore ha raccolto a Erto e dintorni, nei paesi e nelle osterie, come quello di don Chino, prete anziano, incapace di arrampicarsi fino alla casa più arroccata del borgo e di Polte che, per ripagarlo della mancata benedizione, quasi lo uccide lanciandogli addosso una forma di formaggio. Così, scolpiti dalle sapienti mani di Corona, momenti di vita di montagna, episodi tragicomici ed esilaranti diventano novelle, piccole grandi leggende da tramandare alle generazioni future.
Chi legge percepisce subito quanto l'autore si sia divertito nello scrivere - "come mi sono sempre divertito a fare libri, a raccontarmi storie per rimanere a galla" dice -, eppure lui stesso ammette di essersi accorto, procedendo nella stesura, di non essere stato fedele fino in fondo all'intento iniziale: a ben guardare, infatti, le storie raccolte in questo volume non sono tanto allegre. Traggono tutte origine da fallimenti, solitudini, tristezze, "ricordano gente semplice, vissuta senza luci di ribalta, passata al buio del mondo in silenzio". Ma proprio qui è racchiuso, forse, il senso profondo di queste pagine: con la sua scrittura scabra ma ricca di sfumature, con ironia, disincanto e un realismo unito a una intima partecipazione, Mauro Corona apre la sua coraggiosa "via" per la leggerezza, e ci invita a ritrovare la capacità di sorridere anche quando non sembra essercene motivo.
"Forse perché la vera allegria è prendere l'esistenza al contrario. Ridere a crepapelle là dove si dovrebbe piangere".

156 pages, Hardcover

First published November 13, 2012

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About the author

Mauro Corona

58 books115 followers
Mauro Corona è nato nel 1950. Da ragazzo ha lavorato come boiscaiolo e cavatore. Fin da bambino ha cominciato a intagliare il legno. Lo scultore Augusto Murer ha intuito il suo talento e lo ha accolto nel suo studio di Falcade, dove Mauro Corona ha approfondito la tecnica e l'arte che gli ha permesso di diventare uno scultore ligneo conosciuto in tutta Europa.

Alpinista e arrampicatore, ha aperto numerosi itinerari sulle Dolomiti d'Oltre Piave e partecipato a diverse spedizioni internazionali.

Nel 1997 pubblica il suo primo libro "Il volo della martora". La scrittura diventa così un'altra delle sue grandi passioni, grazie alla quale è oggi annoverato tra gli scrittori più apprezzati in Italia.

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Profile Image for Sissa.
151 reviews
Read
October 1, 2025
Chiarimento: Stanco di storie tristi, lette e peggio ancora scritte, mi ero promesso di fare alcuni racconti allegri, per l’esattezza venti. E con la cautela di non perdere il vizio anche uno triste. Il numero venti serviva alla fonetica del titolo per armonia e scioltezza vocale, non altro.
Potevano essere trenta, quaranta, cinquanta, sarebbe suonato bene lo stesso.
Ma poi avrei dovuto scriverli ed erano troppi.
——————————-
Mentre li scrivevo mi sono divertito come mi sono sempre divertito a fare i libri, a raccontarmi storie per rimanere a galla. La scrittura è un salvagente. Si scrive solo per se stessi.
——————————-
Chi sbraita si sfoga e gli basta così. Chi tace medita, prepara il colpo. Aspetta l’occasione.
——————————-
Vi sono persone speciali che hanno accompagnato la nostra infanzia e dopo sono morte. E ora che siamo vecchi anche noi tornano a sfiorarci come colpi di vento. Sollevano foglie, scoprono radici di dolcezze dimenticate. Figure lontane, sepolte nella polvere del tempo. Anime che non si possono toccare se non con la mano del ricordo.
Profile Image for Eleonora Salviato.
445 reviews5 followers
September 14, 2018
Bah, che dire, non tutti i venti racconti erano allegri anzi, di allegri ce ne saranno stati 3, che mi hanno fatto proprio sorridere, gli altri mi hanno lasciato indifferente, alcuni proprio non gli ho capiti e altri non mi sono proprio piaciuti, erano quasi di cattivo gusto. Ho adorato quelli con protagonista Icio, davvero troppo simpatico, quello del "letame".
Il racconto triste quello dell'asina, è stato commovente davvero...
Profile Image for Matteo Fulgheri.
Author 2 books22 followers
October 31, 2020
Finalmente ho ritrovato un Corona decente, con storie tristi e divertenti, di certo mille volte più interessanti dei suoi pistolotti pseudo-filosofico-naturalistici.
Profile Image for Chiara.
Author 49 books31 followers
October 8, 2014
Una perla da questa raccolta su cui - giudicatemi pure una sempliciotta - ho riso di gusto:

L'amico boscaiolo e cacciatore andò dal prete che lo aveva sposato e, molto piano, gli disse che doveva "disposarlo", liberarlo cioè dal vincolo matrimoniale.
"Non si può", rispose il parroco.
"Come no? Allo stesso modo che lo ha fatto, lo può disfare. Si disfa anche un gomitolo di filo dopo averlo fatto."
"Impossibile, il matrimonio si scioglie solo con la morte."
"Allora devo ammazzarla?"
"No, no, si calmi, non faccia sciocchezze. Se proprio è tanto stufo la allontani."
"Ho provato a spingerla via, è finita rotolando in fondo alle scale, ma è tornata su."


Sono venti racconti non particolarmente allegri e uno non particolarmente triste. Sono storie prese dal quotidiano, e rimaste a fermentare nella mente per un po', prima di trovare la strada verso una pagina.

C'è simpatia, c'è nostalgia, c'è auto-ironia e compassione.

Ci sono passi poetici:
Era la fine di un settembre infelice. Lenzuola di nebbia venivano su dalla valle lentamente andando a sbrindellarsi sugli spigoli affilati delle rocce. [...] La malinconia dell'ambiente si poteva vendemmiare. Stava impigliata nei radi boschi di carpino nero ma ogni tanto si liberava e andava su, fino alla baita [...]

Ci sono battute lapidarie:
"Dalle stelle alle stalle", si dice. Per finire nel pantano il passo è breve, tornare tra gli astri è difficile.

C'è una descrizione del dolore che pure se uno non lo avesse mai provato, credo riuscirebbe comunque a coglierne la sensazione:
Le tristezze narrate devono durare poco ché quelle vissute durano troppo e lasciano segni eterni. Ogni dolore avvilisce e tritura l'anima per il resto dei giorni. E quando arriva è una lava rovente che avanza nei canali del cuore. Poi solidifica, diventa presenza costante. Per questo si invecchia.

E insomma, niente. Non è il libro più bello del mondo, né sicuramente Mauro Corona lo scrittore del secolo, ma mi ha lasciato dentro una cosa o due.
Profile Image for Matteo Pellegrini.
625 reviews33 followers
February 3, 2014

Stanco di storie tristi, reali o immaginarie, Mauro Corona ha deciso che è arrivato il momento dell'allegria: basta disgrazie o morti ammazzati, esiste un tempo per la gioia. E quale modo migliore per rallegrarsi se non recuperando storie antiche perdute tra i boschi? "Barzellette letterarie" come quella di Rostapita, Clausura e Santamaria, riuniti per ammazzare il maiale ma troppo ubriachi per riuscirci davvero, o racconti che l'autore ha raccolto a Erto e dintorni, nei paesi e nelle osterie, come quello di don Chino, prete anziano, incapace di arrampicarsi fino alla casa più arroccata del borgo e di Polte che, per ripagarlo della mancata benedizione, quasi lo uccide lanciandogli addosso una forma di formaggio. Così, scolpiti dalle sapienti mani di Corona, momenti di vita di montagna, episodi tragicomici ed esilaranti diventano novelle, piccole grandi leggende da tramandare alle generazioni future. Chi legge percepisce subito quanto l'autore si sia divertito nello scrivere - "come mi sono sempre divertito a fare libri, a raccontarmi storie per rimanere a galla" dice -, eppure lui stesso ammette di essersi accorto, procedendo nella stesura, di non essere stato fedele fino in fondo all'intento iniziale: a ben guardare, infatti, le storie raccolte in questo volume non sono tanto allegre. Traggono tutte origine da fallimenti, solitudini, tristezze, "ricordano gente semplice, vissuta senza luci di ribalta, passata al buio del mondo in silenzio". Ma proprio qui è racchiuso, forse, il senso profondo di queste pagine: con la sua scrittura scabra ma ricca di sfumature, con ironia, disincanto e un realismo unito a una intima partecipazione, Mauro Corona apre la sua coraggiosa "via" per la leggerezza, e ci invita a ritrovare la capacità di sorridere anche quando non sembra essercene motivo. "Forse perché la vera allegria è prendere l'esistenza al contrario. Ridere a crepapelle là dove si dovrebbe piangere."

Profile Image for Martina Sartor.
1,231 reviews41 followers
January 21, 2018
Corona torna alle storie brevi, divertenti, ma anche malinconiche della sua gente, quei racconti che l'hanno reso famoso. Quella gente che abbiamo imparato a conoscere come fossero i nostri vicini di casa. Passano gli anni, molti di loro ormai non ci sono più, diventa più triste Corona per gli amici perduti. E un po' anche noi.
Profile Image for Federico Varacalli.
1 review
February 2, 2014
Sarà che parla di montagna , con nomi da montagna, sarà che da Corona mi aspettavo di più ma non mi é piaciuto molto. Ho l'impressione che Corona abbia tante cose da raccontare ma le racconta come una ricetta di pane e prosciutto . Gioca a fare il Boccaccio . Ma non dovrebbe essere un naturalista ?
Profile Image for 61pat.
753 reviews12 followers
April 16, 2013
E' stato un ulteriore tentativo per farmi piacere Corona: non riuscito! Non mi piace la sua scrittura, trovo che le storie non sono ben strutturate e l'italiano lascia a desiderare.
Profile Image for Bri Lu.
485 reviews6 followers
July 6, 2021
"𝘍𝘰𝘳𝘴𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘢 𝘢𝘭𝘭𝘦𝘨𝘳𝘪𝘢 𝘦̀ 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘭’𝘦𝘴𝘪𝘴𝘵𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘢𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘳𝘪𝘰. 𝘙𝘪𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘢 𝘤𝘳𝘦𝘱𝘢𝘱𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘭𝘢̀ 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘴𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘳𝘦𝘣𝘣𝘦 𝘱𝘪𝘢𝘯𝘨𝘦𝘳𝘦. 𝘔𝘢 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘢𝘯𝘰 𝘧𝘰𝘭𝘭𝘪𝘢."
Profile Image for Irene.
Author 1 book6 followers
April 13, 2018
Una serie di racconti dove la vita di uomini tagliati con l'accetta, di uno stampo che ormai non esiste più, si dipana tra le pendici taglienti della montagna.
Episodi di vita che potrebbero far sorridere, ma più che altro richiamano la nostalgia dell'autore per un mondo che sta svanendo lentamente.
Vero che l'ultimo racconto è una storia triste, ma forse la migliore dentro questo piccolo libro. La più toccante.

Buon libro per sbirciare l'idea di un mondo che noi "moderni ragazzi di città" probabilmente non avremo mai occasione di conoscere.
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