El jefe de la tribu y protector de Isa, el muchacho blanco que encontraron abandonado en la selva africana, ha sido destituido. Ahora, Isa tiene que huir de los demás jóvenes del poblado, que pretenden darle caza. Si consigue escapar y superar la Gran prueba, podrá recuperar el respeto de la tribu y convertirse en guerrero. ¿Logrará que no le alcancen? Y, si es así, ¿podrá sobrevivir a las amenazas de la selva?
Este es un libro de aventuras juvenil, me ha gustado mucho.
Isa es un joven blanco que vive entre los swazi, un "orzowei" y se enfrenta a l a gran prueba para que la tribu le acepte como un gran guerrero.
Narrado de forma ágil, acompañaremos a Isa en sus aventuras, tendrá que luchar contra las injusticias y contra gente que no le quiere simplemente por el color de su piel y a lo largo del libro veremos como el "orzowei" aprende de todas estas experiencias.
No recordaba la serie de televisión porque era muy pequeña cuando la emitieron.No me he leído el prólogo hasta el final por si, efectivamente, contaba algo de la trama y, mucho menos la sinopsis, hace mucho tiempo que no las leo, me gusta dejarme sorprender. Y he de decir que este libro me ha sorprendido, la fuerza de Isa, nuestro protagonista, el no encajar en ningún sitio pero en todos a la vez, su honestidad, su compromiso, es un ejemplo a seguir. Un libro escrito hace muchos años pero totalmente de moda que trata temas tan actuales como el racismo y el rechazo a lo diferente. Una historia que, como dice Care Santos en el prólogo, debería ser de obligatoria lectura en los colegios. Muy muy recomendable!!
So chi era il mitico maestro Manzi della televisione negli anni '60. Al motto "Non è mai troppo tardi" ha traghettato moltissimi italiani dalla sponda dell'analfabetismo a quella dove il gesso, la penna è un simbolo di libertà. http://youtu.be/8OKC_BIcnBc Non sapevo che era anche autore del romanzo "Orzowei" da cui ha avuto origine la serie televisiva "Orzowei, il figlio della savana" trasmessa dalla Rai a fine anni '70. Il racconto è bello, coinvolgente. Scritto con un linguaggio fluido e chiaro. Affronta temi quali l'amicizia, il razzismo, l'amore, le lotte coloniali, il senso di appartenenza a uno stato/gruppo. Il finale mi stava lasciando perplesso. Possibile che cada in una banalità così spicciola. E' il classico finale dei film americani di tutti i tempi, lo scontro finale! Ci deve essere, la vendetta deve essere consumata, il bene e il male a confronto per stabilire chi regnerà (sempre a mezzo di uno scontro fisico violento, ben inteso). Ma con un rapido colpo di coda il finale prende una direzione forse inaspettata, anche se a questo punto avrei affondato per intero... il ramoscello di ulivo. Vabbè forse sarebbe caduto nel buonismo a tutti i costi. Romanzo per tutti, bambini e adulti. Perché l'amore non ha età! ...quando ci conosciamo, anche se la nostra pelle è di un altro colore, ci amiamo.
Un racconto intenso che, tra sfide e riti di iniziazione, ci porta a esplorare il concetto di civiltà; attraverso gli occhi di Isa vedremo i vari volti del razzismo e della diversità. Un quadro variopinto in cui inseguire un ragazzo che si fa uomo. Bellissimo.
Romanzo meraviglioso, che dovrebbe essere rivalutato e riproposto tra i classici dell'infanzia ponendolo in maggiore rilievo. Due sono le figure che dominano il romanzo: Isa, l'orzowei, il trovato, e Pao, capo dei Busheman, il piccolo popolo dei cespugli; allievo e maestro, padre e figlio. Si trovano nelle loro parole importanti insegnamenti sul crescere, sul riuscire a farsi accettare e a non giudicare dal colore della pelle... i soliti insegnamenti noti, ma che ancora oggi non riusciamo davvero a mettere in atto. Di quello che mi aspettavo da questo romanzo, tutto è stato mantenuto, e allo stesso tempo mi ha dato anche di più... P.s. Lo stile non infantile. Molto spesso l'ho paragonato alle Cronache di Narnia, e l'ho preferito di gran lunga. Trovo che lo superi in due punti in particolare: il linguaggio non è altrettanto palesemente infantile, e il messaggio educativo e di amore fraterno è più efficace e meno religiosamente schierato.
Un grande e grosso "mah!" per questo libro. Solitamente non sono d'accordo con l'etichettare la letteratura per bambini, ma credo che questo romanzo soffra proprio di questo grande difetto: è rivolto solo ai bimbi e non può essere goduto fino in fondo al di fuori di quella fascia d'età. Infatti nonostante la storia possa essere interessante, lo stille è caratterizzato da frasi troppo scarne e da ritmi veloci: non si ha il tempo e il modo di immergersi nella trama e di simpatizzare con i personaggi. L'epilogo poi mi ha lasciato con un senso di frustrazione terribile. Il messaggio di questa storia può anche essere importante, ma perde gran parte della sua credibilità perché troppo esplicito e ripetuto ad nauseam in ogni capitolo.
Sono passati decenni da quando vidi lo sceneggiato TV sulla Rai, ed in seguito acquistai e lessi il romanzo. Non che mi ricordi molto, se non che pur essendo una buona lettura, era tremendamente stereotipata.
Isa es un joven blanco que de bebé fue abandonado en la selva africana y acogido por la tribu swazi. No tuvo un crecimiento fácil porque nunca fue aceptado como uno más, a pesar de sus numerosos intentos de integrarse de las mil formas posibles, ya que para Isa ese siempre ha sido su hogar y su familia. Un día por sorpresa le dan la oportunidad para realizar la gran prueba, ese momento soñado por fin se va a hacer realidad. Con su cuerpo pintado de blanco debe de adentrarse en la selva, y evitar a toda costa ser encontrado por los suyos, y saltar todos los peligros que esconde la jungla. El único requisito para dar por superada la prueba es regresar vivo a la tribu, así se ganará el respeto y ser un auténtico guerrero.
En ORZOWEI se da una trepidante aventura llena de sucesos que proporciona momentos de gran acción, tensión y a su vez situaciones conmovedoras que hace saltar las emociones. Pero lo más importante que se encuentra en la historia es la multitud de valores que aparecen; los cuales Isa va adquiriendo con cada hazaña que realiza, con cada persona que se encuentra en su camino y con cada muestra de afecto que le ofrecen. De esos valores cabe destacar la honestidad, el respeto y sobre todo la gratitud en todo lo que aprende y recibe por ser simplemente Isa: un chico que no encuentra su sitio en el mundo.
ORZOWEI es una novela que contiene un potente personaje; Isa, pero que presenta a otros que tienen mucha fuerza y ayudar a moldear a Isa en su camino de maduré, aceptación y creer en sí mismo. Cabe destacar a Pao, un bosquimano que lo acoge como si fuera su propio hijo y le enseña de todo; como tirar con el arco como los valores más importantes de la vida. Pero sobre todo le incita a buscar su propio destino.
Conclusión: ORZOWEI es toda una aventura que enseña y nos da una lección de la vida. Isa con su juventud, con su alegría y sus ganas de vivir no muestran el camino para ser feliz: aceptación, caridad, alegría, empatía, igualdad, amistad y fortaleza. Un libro que todos deben de leer para disfrutar y a la vez sentir como nos llenamos de buenos sentimientos.
Questo classico dell'avventura risale agli anni '50. Alberto Manzi, un pedagogista che divenne poi famoso per la trasmissione che si proponeva di contrastare l'analfabetismo in età adulta, lo ambienta in un Sudafrica impreciso e un po' fantasioso, che della storia coloniale recupera ottentotti, inglesi e boeri, mescolandoli ai boscimani, ai bantu e ad altri gruppi etnici originari della zona. Il protagonista indiscusso è Isa, l'orzowei: un ragazzo bianco in mezzo ai neri, un espediente ancora attuale per parlare di intercultura. Non appartiene a nessuno, lsa, da tutti viene allontanato e deriso; la sua avventura, più che imparare a cacciare e a difendersi dai pericoli, sarà farsi accettare dal prossimo indipendentemente dalla sua appartenenza etnica o dalle origini culturali (che in questo caso non coincidono, e di per sé è già uno spunto interessante) in virtù della capacità di provare e donare amore al prossimo. Sul filone di molta letteratura per ragazzi, specialmente del primo Novecento, è un romanzo edificante e pieno di battaglie e avvenimenti, con un'evidente morale e scopo educativo. Per quanto un po' datato rispetto alla recente società multiculturale, può essere comunque un punto di partenza per la comprensione del punto di vista dell'"altro" e magari qualche più approfondita ricerca sull'Africa del Sud e le sue popolazioni autoctone.
So chi era il mitico maestro Manzi della televisione negli anni '60. Al motto "Non è mai troppo tardi" ha traghettato moltissimi italiani dalla sponda dell'analfabetismo a quella dove il gesso, la penna è un simbolo di libertà. http://youtu.be/8OKC_BIcnBc Non sapevo che era anche autore del romanzo "Orzowei" da cui ha avuto origine la serie televisiva "Orzowei, il figlio della savana" trasmessa dalla Rai a fine anni '70. Il racconto è bello, coinvolgente. Scritto con un linguaggio fluido e chiaro. Affronta temi quali l'amicizia, il razzismo, l'amore, le lotte coloniali, il senso di appartenenza a uno stato/gruppo. Il finale mi stava lasciando perplesso. Possibile che cada in una banalità così spicciola. E' il classico finale dei film americani di tutti i tempi, lo scontro finale! Ci deve essere, la vendetta deve essere consumata, il bene e il male a confronto per stabilire chi regnerà (sempre a mezzo di uno scontro fisico violento, ben inteso). Ma con un rapido colpo di coda il finale prende una direzione forse inaspettata, anche se a questo punto avrei affondato per intero... il ramoscello di ulivo. Vabbè forse sarebbe caduto nel buonismo a tutti i costi. Romanzo per tutti, bambini e adulti. Perché l'amore non ha età! ...quando ci conosciamo, anche se la nostra pelle è di un altro colore, ci amiamo.
"La editorial Noguer, al igual que hizo Espasa hace pocos meses, ha comenzado a reeditar algunos de sus títulos clásicos (Jim Botón y Lucas el maquinista, Desperaux, etc.) de su amplio catálogo. Una de estas novelas es Orzowei, escrita por el italiano Alberto Manzi en la década de los 50, que llegó a convertirse en una famosa serie de televisión allá por los años 70. Orzowei nos cuenta el difícil tránsito de la adolescencia a la madurez, sobre todo cuando eres diferente. Isa, el protagonista de esta historia, es un muchacho blanco abandonado en la selva africana (compartiendo un origen muy similar al de Tarzán o al de Mowgli, el personaje principal de El Libro de la selva). Un guerrero de la tribu swazi lo encuentra y, junto a su mujer, lo cría como a un hijo propio. Al llegar a la adolescencia, debe enfrentarse a la prueba por la que pasan todos los jóvenes de la tribu: sobrevivir en la selva mientras los demás van de caza tras él. Pero el color de su piel hace que no caiga bien a todos los swazi y algunos, como Mesei, el hijo del jefe, quieren verlo muerto. ---> Sigue leyendo la reseña en www.eltemplodelasmilpuertas.com"
"Si. Questa è la paura. E chi ha paura, muore. Perché la paura fa fare cose sciocche e senza senso che ti fanno perdere. Siediti. Ti farò vincere la paura." "Far capire al tuo popolo che siamo tutti uguali, affinché non ci sia disprezzo, né odio. Perché, pur cambiando il colore della pelle, ed il taglio degli occhi, e la statura, abbiamo però un cuore che è uguale per tutti. Noi non siamo inferiori o migliori degli altri, bianchi o neri. Come gli altri non sono inferiori o migliori di noi. C'è chi ha saputo camminare di più, chi di meno. Chi combatte col fucile, chi ancora con l'arco; chi vive in capanne di pietra, chi in cespugli. Ma per il Grande Padre siamo tutti uguali" "Ecco: l'uomo bianco fa molte cose, ha saputo fare e farà ancora molte e molte cose. Ma non ha più cuore. Non sa più amare."
Mi aspettavo qualcosa di più e qualcosa di meglio, ma non affermò che sia stato una cattiva lettura. Fossi stata nell'autore (uomo che stimo molto per la sua didattica innovativa) non avrei navigato così tanto negli stereotipi. Il messaggio che vi è dietro, però, è molto bello e le parole di Pao - il personaggio migliore e meglio caratterizzato del libro - racchiudono, ovvero "Chi conosce sa amare e farsi amare". Molto belle son state le scene di caccia e di vita nella foresta, soprattutto all'inizio perché poi son diventate piuttosto pesanti nonché ridondanti. Probabilmente questo è un limite mio perché non mi sono mai andati molto a genio i libri di avventura (i libri stile Jack London per intenderci) quindi va preso molto con le pinze quest'ultima mia osservazione.
Orzowei è un bianco, un “trovato”, cresciuto tra i bantu di una tribù sudafricana. Attraverso numerose avventure, che lo porteranno a contatto con le tribù dei boscimani e con i suoi consanguinei bianchi, imparerà a conoscersi e a trovare il proprio posto nel mondo. Libro semplice e profondo, che sa essere avvincente.
"Orzowei" ha sido una sorpresa muy agradable. Pensaba que era una simple historia de aventuras sin más, quizás incluso llena de estereotipos, pero se trata de un libro que habla del racismo de una manera directa, un racismo que va en todas direcciones. Creo que es un libro muy recomendable para aprender sobre tolerancia y amistad.
La novela me ha hecho disfrutar un montón. Me ha sorprendido la fuerza de Isa y los consejos y lecciones que le da su padre Pao. Es un libro escrito hace muchos años pero totalmente de moda, que trata temas como el racismo y el rechazo a lo diferente.