Il mondo è completamente cambiato da quando è arrivato il freddo. Ma quella che scende dal cielo non è neve. I fiocchi bianchi hanno trasformato gran parte delle persone in Prosciugati: morti viventi avvizziti fino all’osso in perenne caccia di vivi da divorare. Il piccolo Joshua insieme ad altri disperati cerca di sopravvivere in questa realtà da incubo.
L'autrice Eleonora Della Gatta, scrittrice, editor, traduttrice e storica collaboratrice di Scheletri.com rivoluziona la figura dello zombie. "Se fosse stata neve" è un horror innovativo, diverso, a suo modo ambientalista.
Prima era arrivato il gelo, le temperature si erano abbassate drasticamente ovunque. Poi i fiocchi bianchi avevano, dapprima lentamente poi sempre più velocemente, preso a scendere. Pensavano tutti si trattasse di neve, date le rigide temperature. Ma non lo era. I candidi fiocchi rotolavano addosso alle cose e le facevano morire: alberi rinsecchiti, rami spogli, fiori appassiti, prati bruciati, animali decimati che cadevano come birilli. I candidi fiocchi rotolavano addosso alle persone e le facevano morire: bruciavano a contatto con la nuda pelle. Tre giorni d’incubazione, poi gli organi morivano, come inariditi, portandosi appresso l’uomo che li conteneva. Dopo altri tre giorni di silenzio, le persone tornavano... non vive, forse morte, li chiamarono Prosciugati.
In un Mondo ormai stanco del genere umano, questo è lo scenario apocalittico che si è immaginata Eleonora. La vita per i pochi superstiti è ai limiti della sopravvivenza, una scintilla di speranza nello scoprire una piccola cittadina con con il fior fiore di medici, scienziati, militari e chi più ne ha più ne metta. Ma è davvero così? Cosa accade realmente in quel villaggio?
Un racconto apocalittico con un sotto testo ambientalista. Se fosse stata neve Un misterioso evento climatico si è abbattuto sulla terra. Una strana “neve” ha trasformato l’umanità in “prosciugati”, creature spietate e letali. Il piccolo Joshua insieme ad un gruppo di sopravvissuti tenta di sopravvivere in un mondo ormai allo stremo.
Se fosse stata neve è una storia horror dall’atmosfera particolare, frutto di un mix di elementi survival e weird. La vicenda è ambientata in un contesto apocalittico dove i protagonisti, un gruppo di sopravvissuti, si trova ad affrontare la minaccia dei prosciugati ovvero uomini trasformati in zombie dalla “neve”. Costretti ad andar via dal loro rifugio sicuro dovranno affrontare una minaccia ancora più grande degli infetti: l’essere umano.
Come nella migliore tradizione di questo genere di storie, il tema “zombie” è solo un pretesto per parlare di altro. A tal proposito è presente un sottotesto ambientalista che può essere sintetizzato nelle seguenti domande: sarà possibile per l’uomo vivere sulla terra in seguito agli effetti della crisi climatica? Cosa faremo quando i cambiamenti climatici renderanno la terra un luogo inospitale alla vita?
Il racconto sembra suggerire l’esistenza flebile di una speranza per i più giovani, in fondo solo vittime e testimoni di un mondo morente anche se finita l’ultima pagina l'amarezza è tanta. 5 stelle.
COMMENTO PERSONALE: Ho scoperto questa piccola chicca girovagando sul mio kindle. Devo ammettere che l’ho divorato davvero in pochissimo tempo anche se il tempo manca per scrivere e parlarne un po'. Ma veniamo al dunque. Come mai questo voto? Lo stile dell’autrice è davvero scorrevole anche se devo ammettere qualche volta mi sono un po' persa e mi sarebbe piaciuto fossero state approfondite delle tematiche. Siamo in una realtà alternativa dove al posto dell’umanità prendono il sopravvento i prosciugati, uomini e donne che un tempo erano tali ma dopo essere stati contagiati si sono trasformati in veri e propri animali. Sono davvero poche le persone che sono riuscite a sopravvivere tra cui Joshua, un bambino che ha visto la trasformazione e la morte dei suoi genitori in faccia. A solo 8 anni è difficile concepire ed elaborare il tutto. Ma quello che mi ha colpita maggiormente sono i retropensieri di questo bambino che lasciano a bocca aperta e ti fanno riflettere. Un altro personaggio che ho apprezzato è sua sorella che anche lei è riuscita a sopravvivere. Un giorno grazie ad un evento si ritroveranno in un accampamento militare in cui… La fine di questa novella è spiazzante, fa drizzare i peli sulle braccia ma al contempo non ci si sarebbe potuta essere una fine differente. Ma ti lascia come se da un punto ad un altro potesse venire un infarto oserei dire. Lo consiglio davvero caldamente.
È un racconto apocalittico che unisce abilmente l’horror alla riflessione ambientale, proponendo un mondo devastato da un misterioso evento climatico. La “neve”, che non è neve, trasforma gli esseri umani in “prosciugati”, creature spietate che ricordano gli zombie, ma la cui natura è legata più a un cambiamento fisico estremo e inquietante, piuttosto che a un’infezione tradizionale. Questo dettaglio conferisce un tocco di originalità al classico tema degli zombie, inserendo elementi survival che arricchiscono la trama.
Il protagonista, il piccolo Joshua, insieme a un gruppo di sopravvissuti, lotta per trovare un rifugio sicuro in un mondo che sembra ormai condannato. Nonostante la minaccia costante dei prosciugati, il vero pericolo emerge nell’interazione tra esseri umani, che spesso si rivelano più crudeli e spietati delle creature stesse. Il racconto segue così la tradizione del genere, dove i mostri rappresentano un espediente per esplorare le profondità della natura umana e le sue contraddizioni.
Il sottotesto ambientalista è evidente e potente. La “neve” diventa una metafora dei cambiamenti climatici che trasformano la Terra in un luogo sempre più inospitale. Il racconto ci invita a riflettere su come l’umanità potrà sopravvivere agli effetti devastanti della crisi climatica e ci pone domande difficili: cosa faremo quando sarà troppo tardi? C’è ancora speranza per le generazioni future?
L’atmosfera è cupa e disperata, ma lascia intravedere uno spiraglio di possibilità per i giovani, vittime innocenti di un mondo morente. Tuttavia, la sensazione che resta al lettore è un’amara consapevolezza del declino inarrestabile. “Se fosse stata neve” è un racconto che affascina e inquieta, capace di colpire profondamente per la sua capacità di fondere paura e riflessione sociale. Un’opera da cinque stelle, che riesce a essere più di una semplice storia di sopravvivenza: è una critica sottile e attuale al nostro rapporto con l’ambiente.
Interessante distopico con tematica ambientalista, intriso di un pessimismo che non lascia scampo, nemmeno al protagonista. La natura in questa storia è un meccanismo senziente e la "neve" rappresenta i suoi globuli bianchi. La reinterpretazione della figura del morto vivente è molto originale, lontana dalla figura moderna del virus. Unica pecca: senza rivelare molto, dubito che Josh fosse l'ultimo, per ragioni di logica. Un distopico filosofico, inquietante e riflessivo.
Tema sempre piacevole . Lo sviluppo della storia con alti e bassi .. anche la caratterizzazione personaggi non mi ha convinto del tutto. Piacevole cmq la lettura nel suo insieme