Jump to ratings and reviews
Rate this book

Thérèse ja Isabelle ; Nainen ja pikku kettu

Rate this book
Teresa e Isabella costituiva originariamente l'inizio di un romanzo della Leduc che, al tempo della stesura, circa dieci anni or sono, non trovò un editore; costituendo un episodio perfettamente conchiuso, nel 1966 queste pagine furono pubblicate, e ottennero un successo clamoroso. Il racconto dell'amore, romantico e impudico, di due collegiali. La loro è una passione focosa come le passioni cantate da Saffo, ma anche casta, vissuta prima che la scoperta dei piaceri sapienti e delle perversioni calcolate corrompa la loro ingenua "eravamo i primi e gli ultimi amanti come siamo sempre i primi e gli ultimi mortali quando scopriamo la morte..." Per Teresa sembra che l'abbandono sensuale compensi il vuoto della tenerezza materna persa per sempre, mentre Isabella trova il loro rapporto esaltante come una sfida al mondo e un'occasione di autoaffermazione.

La donna col renard, che è del 1965, è imperniato sopra un tema particolarmente caro all'autrice de La Bastarda: la solitudine. Vivendo la solitudine fino ai confini della follia e della morte, un'anziana e povera signorina riversa tutta la sua capacità di affetto sopra una misera pelliccia di volpe trovata nella spazzatura. Relegata ai margini della società, al ruolo di spettatrice delle attività altrui, ella vaga lungo il tragitto fra la sua mansarda e i corridoi del métro, dove va a guardare la gente che passa il dialogo con una cosa morta, col renard, le permette di mantenersi fedele a se stessa, alle proprie memorie, ai propri desideri. Romanzo "inquietante e tremulo, attraversato da illuminazioni e trovate stilistiche," secondo la definizione di R.-M. Albérès, La donna col renard è senz'altro da annoverare fra le prove piú ardue e ambiziose offerte negli ultimi anni dalla letteratura francese.

164 pages, Paperback

Published January 1, 1968

2 people are currently reading
23 people want to read

About the author

Violette Leduc

23 books243 followers
Violette Leduc was born in Arras, Pas de Calais, France, the illegitimate daughter of a servant girl, Berthe. In Valenciennes, the young Violette spent most of her childhood suffering from an ugly self-image and from her mother's hostility and overprotectiveness.

Her formal education, begun in 1913, was interrupted by World War I. After the war, she went to a boarding school, the Collège de Douai, where she experienced lesbian affairs with a classmate and a music instructor who was fired over the incident.

In 1926, Leduc moved to Paris and enrolled in the Lycée Racine. That same year, she failed her baccalaureate exam and began working as a telephone operator and secretary at Plon publishers.

In 1932 she met Maurice Sachs and Simone de Beauvoir, who encouraged her to write. Her first novel L'Asphyxie (In the Prison of Her Skin) was published by Albert Camus for Éditions Gallimard and earned her praise from Jean-Paul Sartre, Jean Cocteau and Jean Genet.

Leduc's best-known book, the memoir La Bâtarde, was published in 1964. It nearly won the Prix Goncourt and quickly became a bestseller. She went on to write eight more books, including La Folie en tête (Mad in Pursuit), the second part of her literary autobiography.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
2 (9%)
4 stars
6 (28%)
3 stars
8 (38%)
2 stars
4 (19%)
1 star
1 (4%)
Displaying 1 - 2 of 2 reviews
Profile Image for soulAdmitted.
286 reviews69 followers
Read
February 2, 2019
(Trovato a Pozzo Portese, in una catasta di libri secchi).
Nel 1969, mentre intorno accadevano cose, Leduc ritornava, censurata, nelle librerie italiane e Feltrinelli associava, in quarta di copertina, l’amore tra due donne e l’eventuale passione a questo annessa, all’impudicizia (sic), a ingenua dedizione (corrompibile) (sic), alla compensazione del vuoto-di-madre.
Tutto questo mentre venivano tradotti, impudicamente e ingenuamente, due nomi propri di persona per la prima di copertina. E mentre Ginetta Varisco in una sola mossa perdeva qui il suo cognome - in quanto vedova di Vittorini - e provava a italianizzare un intraducibile racconto (La donna col renard).

Qui Violette va indovinata. E si continua a sperare che la sua bella, a tratti bellissima, irrespirabile scrittura, riappaia, integra, tra le righe. Alla pagina o alla stagione successiva. O, meglio ancora, nell'unica lingua del suo pensiero.

“È febbraio, i frutti si guastano sulla paglia, la luce è quella di un solaio […]. Questa luce improvvisa che profetizza la luce…Qualcuno punta il riflettore della gioia in camera sua.
[…] La gioia si scopre dopo, dichiara”.

Oppure in Thérèse e Isabelle, versione integrale - Baldini e Castoldi, 2002:

"Ci sfaldavamo in aghi di pietra".
Profile Image for Leeni.
997 reviews15 followers
May 21, 2025
Ensimmäisessä novellissa lähinnä harrastetaan seksiä ja toinen on tosi sekava. Luulen suunnilleen ymmärtäneeni mitä siinä tapahtui, mutta en yksinkertaisesti pidä siitä lukijana jos tapahtumat jäävät todella epäselviksi. Ensimmäinen osa on se pääasiallinen syy sille miksi halusin tämän lukea, jännää lukea noin homoeroottista tekstiä 60-luvulta. Olihan siinä omat höpsöt kiertoilmaisunsa, mutta sisältö on eksplisiittesen queer ja no, aika eksplisiittistä. Ihan mielenkiintoinen, mutta tosiaan vähän vaikeaa luettavaa. Laitoin tämän varaukseen yhtä aikaa omaelämäkerrallisen Äpärän kanssa, ja se olikin järkevämpi kokemus. Tämä on eräänlainen poistettu kohtaus, joten suosittelisin ehdottomasti lukemaan sen ensin. Tyylinsä puolesta suosittelisin tätä kahden “novellin” kokoelmaa lähinnä kovimmille klassikkolukijoille (joihin en lukeudu itse).
Displaying 1 - 2 of 2 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.