Indice contenuti: La lettera scarlatta Racconti neri e fantastici: Rintocchi funebri Il mantello di Lady Eleanore Il Maggio di Merry Mount David Swan: una fantasia Il Maggiore Molineaux, mio parente Il gentile fanciullo
Nathaniel Hawthorne was a 19th century American novelist and short story writer. He is seen as a key figure in the development of American literature for his tales of the nation's colonial history.
Shortly after graduating from Bowdoin College, Hathorne changed his name to Hawthorne. Hawthorne anonymously published his first work, a novel titled Fanshawe, in 1828. In 1837, he published Twice-Told Tales and became engaged to painter and illustrator Sophia Peabody the next year. He worked at a Custom House and joined a Transcendentalist Utopian community, before marrying Peabody in 1842. The couple moved to The Old Manse in Concord, Massachusetts, later moving to Salem, the Berkshires, then to The Wayside in Concord. The Scarlet Letter was published in 1850, followed by a succession of other novels. A political appointment took Hawthorne and family to Europe before returning to The Wayside in 1860. Hawthorne died on May 19, 1864, leaving behind his wife and their three children.
Much of Hawthorne's writing centers around New England and many feature moral allegories with a Puritan inspiration. His work is considered part of the Romantic movement and includes novels, short stories, and a biography of his friend, the United States President Franklin Pierce.
**Aggiunto anche il commento a La lettera Scarlatta, in fondo**
Commento a: Racconti neri e fantastici
Avevo questo libro in casa da tempo immemore, e sono molto contenta di essermi finalmente deciso a metterlo in lettura, perché Hawthorne è stata davvero una piacevolissima scoperta, e a questo punto sono curiosissima di proseguire con La Lettera Scarlatta.
Lo stile di Hawthorne è molto curato e ricco, alcuni passaggi veniva voglia di leggerli ad alta voce. Le descrizioni del mondo esterno sono cariche di dettagli, ma a lasciare il segno sono soprattutto quelle del mondo interiore dei protagonisti, che sono curatissime, accurate, vive. Ed entrambe - descrizioni intime ed esterne - sono attraversate continuamente da ironia e malinconia, che si intrecciano e alternano senza soluzione di continuità. E sembra del resto proprio questo il filo conduttore di questi racconti: l'incontro, lo scontro o il mancato contatto tra il mondo esterno e quello intimo dei vari personaggi di cui facciamo la conoscenza, in un susseguirsi di situazioni che suscitano al tempo stesso amarezza e sorrisi (il più delle volte, comunque, amari). A fare da sfondo c'è la neonata società americana, ancora coloniale e piena di contrasti e contraddizioni che Hawthorne non esita a sottolineare. Di "fantastico" nei racconti c'è poco, appena un accenno in alcuni di essi; li si può però di certo definire "neri". Sarei curiosa a questo punto di recuperare anche gli altri racconti che componevano la raccolta così come concepita originariamente da Hawthorne.
Rintocchi funebri *** Il mantello di Lady Eleanore *** Il Maggio di Merry Mount *** David Swan: una fantasia ***** Il Maggiore Molineaux, mio parente **** Il gentile fanciullo ****
Commento a "La Lettera Scarlatta" I primi capitoli mi erano piaciuti moltissimo, da 5 stelle: lo stile di Hawthorne è veramente raffinato e le sue capacità di introspezione psicologica sono notevoli. Nei primi capitoli, poi, c'era un giusto equilibrio tra, da un lato, l'approfondimento dei sentimenti dei personaggi e l'indagine della loro storia e del loro passato; dall'altro, l'introduzione di nuovi personaggi e di nuove svolte nella trama. Superata la prima metà, però, lo spazio occupato dall'introspezione si fa preponderante, e l'insistenza così marcata sui temi del peccato, della colpa, della redenzione (i cui frutti si potranno godere solo e rigorosamente nell'aldilà, non certo in questa vita)... beh, rendono il tutto sempre più pesante, capitolo dopo capitolo. Comunque interessante, perché i personaggi di Ester e Dimmesdale sono senza dubbio interessanti, ma si è oramai creata una tale distanza tra la società e la mentalità puritana descritta da Hawthorne e quella odierna che è difficile apprezzare e godere fino in fondo questo romanzo, a mio avviso, perché è veramente difficile empatizzare con personaggi che basano la loro esistenza su principi oggi sempre meno diffusi. Per fortuna, infatti, siamo arrivati al punto in cui, perlomeno nelle società occidentali, una buona maggioranza della popolazione non considera neanche più un peccato o una vergogna quello designato dalla Lettera Scarlatta, per cui molti dei ragionamenti che leggiamo nel romanzo risultano lontanissimi e quasi astratti; ma certo non si può non pensare, leggendoli, al fatto che esistano ancora società capaci di ostracizzare (per non dir peggio) le adultere e le ragazze-madri, e come anche in Italia ci sia ancora una discreta fetta di popolazione che le considera peccatrici, ma anche che ritiene ancora impossibile la vera felicità in vita, perché essa è possibile solo quando le loro anime saranno accanto al Signore (quante volte ho sentito mia nonna fare discorsi del genere??). Quando ci penso mi sento percorsa da brividi di orrore, il che non mi ha certo aiutata ad entrare appieno nella vicenda. E un po' è un peccato, perché davvero trovo ammirevole la scrittura e lo stile di Hawthorne... ma cotanto puritanesimo è semplicemente troppo lontano da me per poterlo reggere per più di un tot di pagine. Meno male che almeno, tra le righe, si legge un certo disappunto dell'autore nei confronti della mentalità puritana e dei suoi principi - se li avesse condivisi non sarei riuscita a terminare il libro, probabilmente.
I racconti mi sono piaciuti decisamente di più, forse semplicemente perché più brevi o forse perché in essi il distacco dell'autore dalla mentalità puritana si percepisce più forte. Proverò a leggere altro dell'autore, sperando di non trovarmi davanti altri Dimmesdale.
[Facendo una media tra le stelline assegnate ai singoli racconti e le tre assegnate a La lettera scarlatta (che vanno interamente allo stile e alla capacità introspettiva di Hawthorne) vengono fuori le 4 del totale]