Se lavorate (e non siete mai riusciti a spiegare a vostra madre cosa diavolo fate) nella new economy, questo libro fa per voi. E fa per voi anche se lavorate nella cosiddetta old tanto vedrete che tra una e lâ€altra non ci sono poi tante differenze
Avevo letto con interesse e divertimento i fumetti di Grassilli dedicati al mondo di internet e delle nuove tecnologie fin da quando erano stati pubblicati sul portale Clarence, e me li ero salvati pure tutti su un CD-rom che poi ho perso… Pensavo che non li avrei mai più potuti leggere, e invece, con sorpresa, ho fortuitamente e fortunatamente trovato questo libro su una bancarella di libri usati e immediatamente comprato per tre euro.
Non so se qualcuno si ricorda di Clarence; nei gloriosi e piuttosto bizzarri tempi degli albori di Internet in Italia era un “portale”, ovvero un sito internet creato per indirizzare ad altri contenuti o per pubblicare contenuti autoprodotti. E i suoi erano sempre molto vari e interessanti, spaziando nei campi della cultura e dei media, con un atteggiamento che non rifuggiva umorismo e anche polemiche tra provocatorio e scandalistico. Il portale era stato infatti fondato da Gianluca Neri, un personaggio che nei gloriosi tempi delle BBS (quei sistemi telematici autogestiti che avevano preceduto di qualche anno la diffusione endemica di Internet, quando Windows era ancora solo un’interfaccia grafica per il Dos e quindi le possibilità espressive e comunicative erano minimali), aveva provato a creare un periodico appunto da distribuire attraverso le BBS, SottoVoce, come file testuale compresso. Ci avevo collaborato anch’io, ma era durato pochissimo e in modo decisamente stentato, visto che un attimo dopo arrivò Internet con il suo armamentario di pagine web, fornitori di accesso e portali. Gianluca Neri, appena si rese conto di dove tirava il vento, puntò immediatamente sul cavallo vincente, e infatti tempo dopo il portale Clarence venne venduto a carissimo prezzo a degli investitori scandinavi; fu la fine del portale stesso che in breve andò in malora, e l’inizio del successo per lui e i suoi collaboratori (gli fu anche dedicata una copertina dal supplemento illustrato del Corriere della Sera, con il titolo che diceva qualcosa tipo “guardateci, siamo miliardari” - ovviamente si parlava di lire). Neri, ancora con sagacia, colse le successive trasformazioni del web con l’esplosione della blogghistica; fondò un blog multifirma che ebbe ancora un grande successo - Macchianera - poi, con l’avvento dei social, pure questo andato in malora; visse stentatamente fino a circa il 2020, poi più niente, ma non credo che sia stato per colpa del covid. Credo che comunque Neri, attivo oggi nel campo dei media, se la passi bene; del suo aveva una personalità tra l’umoristico e il provocatorio che gli fece collezionare anche varie diffide e denunce - una, epocale, da parte di George Clooney per aver divulgato delle foto riservate della sua villa lacustre in Italia, un’altra in cui c’entrava anche Johnny Dorelli, non ricordo più a che titolo.
Neri aveva collaborato anche con Cuore, il settimanale di satira e umorismo fondato da Michele Serra, proprio alla fine della sua storia. E fu da quello che portò verso Clarence vari collaboratori, tra cui il fumettista Roberto Grassilli. E così veniamo a To be or net to be.
Si trattava di un fumetto che satireggiava in maniera pesantissima, appunto, il mondo delle aziende tecnologiche e mediatiche, che, se preesistenti nel campo dei vecchi media - giornali, televisione -, si erano buttate a corpo morto sulla nuova possibilità di business, investendo cifre aberranti e inanellando disastri a ripetizione; o altrimenti fondate dal nulla e spesso proprio col fine di vendere il nulla. Non aveva ancora corso, almeno in Italia, la retorica delle startup, il giovanissimo nerd seduto nel suo garage in cui produceva idee geniali che avrebbero cambiato il mondo; le imprese, al contrario, si proponevano come monolitiche, con stuoli di dipendenti, sedi lussuosissime, pronte ad assumere promettenti giovani, coccolarli e poi ovviamente licenziarli non appena cambiava il vento. In sostanza il mondo imprenditoriale vecchio e quello nuovo si scontrarono brutalmente all’alba del nuovo millennio, e la conseguenza fu un naufragio epocale, quando all’improvviso si constatò amaramente che tutti gli investimenti non avrebbero portato a nulla (un caso da manuale fu appunto l’acquisto del portale Clarence da parte di investitori che poi rivendettero e dopo vari passaggi di mano venne lasciato affondare; ma pensiamo anche a tutti i fornitori di connessione, ai motori di ricerca, ai poli mediatici che scesero in campo pensando di restarci per sempre ma durarono lo spazio di un mattino. E quanti soldi bruciati…)
Quello che colpisce a leggere questi fumetti, 25 anni dopo, è quanto sia cambiato il mondo. Qui i computer sono ancora enormi, coi monitor a tubo; le connessioni lentissime e costose, e basta un collega che manda via mail le foto delle vacanze per far collassare la rete; si comunica appunto via mail o via chat con ICQ; i telefonini diventano sempre più minuscoli, gli smartphone non sono nemmeno nel mondo dei sogni, e per mandare messaggi istantanei ci sono solo gli SMS; i vivavoce sono a filo; la connessione dati telefonica non esiste, smart working manco a parlarne. Eppure tutto questo sembra il non plus ultra della tecnologia, il meglio che il mondo possa offrire sotto questo profilo, tanto da permettere a chi sapeva cavalcare la tigre di offrire bluff a carissimo prezzo.
Lo stile di Grassilli, molto spigoloso, è personale e interessante. Molte vignette, che peraltro ricordavo benissimo, mi hanno fatto ancora ridere un sacco. E’ un peccato che questo fumetto sia morto con Clarence, sarebbe stato bello che avesse continuato anche nei decenni successivi raccontando le trasformazioni del mondo della new technology, ma lui, a quanto pare, ha preferito dedicarsi ad altro, prevalentemente all’illustrazione di libri per bambini e a fare figli con Lia Celi (altra illustre penna di Cuore, donna tanto brava e intelligente quanto bella, che dico, bellissima…)