Vlad III Dracula non si è mai nutrito del sangue delle sue vittime. Radu, nato nel 1442 nel villaggio devastato dai turchi di Murad, sì. Dietro alla leggenda del principe delle tenebre c'è una storia, questa storia di un bambino affetto da una strana anemia. Sopravvissuto all'incendio del villaggio grazie alla madre e alla sorella Anna, crescerà irridendo la morte che sembrava dovesse coglierlo nei primi giorni di vita. I tre, salvati nella foresta da un boiardo violento che li porterà nella sua casa per sottometterli, dovranno rialzarsi facendosi forza l'un con l'altra e infrangendo ogni regola. La loro è la storia di una scalata che rovescia il potere e lo affoga nel sangue. La sopravvivenza come codice morale, l'amore come unica gomena. E a legarli, sopra ogni cosa, il rito del sangue.
«Ma intorno a lei ci sono occhi, troppi, e parole sussurrate, pettegolezzi che serpeggiano di bocca in bocca, c'è il peso delle ossa piegate dalla fame, c'è il suo essere minuscola, appena scesa da cavallo se n'è accorta, potrebbero quasi calpestarla sperduta com'è, come un cucciolo di cerva scampato alle frecce. Ma c'è l'ombra della casa, la sua porta spalancata come braccia buie di madre sconosciuta. C' il desiderio di svanire, di sottrarsi agli sguardi. Anna entra. O almeno ci prova.»
Questa favola oscura ti ingoia dentro il suo bosco pieno di insidie, dove chiunque lotta con le unghie e con i denti per sopravvivere. Anche l’ultima persona al mondo ad avere diritto alla propria umanità non smette di farlo, i sopravvissuti possono farlo solo nel sangue. Lorenza Ghinelli ha dato un calcio al mio cuore prima di pugnalarlo.
Voi non c’eravate alla presentazione del libro, per la rassegna “libri di queste parti”, in quel di Rimini nella cineteca comunale. Vi siete persi la magia, quell’alchimia che nasce quando tre donne stupende, tre professioniste, tre amiche hanno raccontato di questo romanzo. Lorenza l’ha scritto, gli ha dato vita, Alice ha moderato l’incontro e Alessia ha interpretato alcuni brani: hanno creato qualcosa di speciale che mi è entrato sotto pelle. È stato un evento magnifico di cui mi porterò il ricordo molto a lungo. Ve lo siete persi, è vero, ma leggendo “la stirpe e il sangue” avrete comunque modo di rientrare in quel clima magico, fiabesco, cupo e oscuro. Non quello delle fiabe edulcorate alla disney, no. qui si torna alle radici, c’è qualcosa che rimanda ai Grimm e che non risparmia il macabro e il sangue. Vi entrerà dentro lo stesso questa storia, che sussurra al lettore di un certo Vlad di Valacchia, di quello che diventerà il Vampiro codificato da Stocker. Ma è un’eco, un’idea sussurrata all’orecchio del lettore, una carezza alla sua immaginazione, un’ipotesi che affascina e che scompare per lasciare il posto a Maria, Anna e al piccolo Radu, nato in una notte di tempesta e corteggiato dalla morte. Tre innocenti, tre anime esuli (come scrive l’autrice nella dedica stupenda “alle mie sorelle, di sangue e no, e agli esuli, tutti”) che scappano: dalla violenza della guerra, degli uomini, delle bestie feroci. Come nelle fiabe superano una soglia- il limitare del bosco- e affrontano i lupi. Maria con la forza della disperazione delle madri sfida il lupo e lo uccide per necessità. Un sacrificio nel senso più alto del termine, che dona salvezza a sé e ai figli. Ma dura poco, e un uomo più feroce e famelico del lupo, passa da lì e carica i tre corpi indifesi e se li porta a casa. Un'altra soglia da varcare, non più un bosco, ma una casa, l’antro dell’orco e dei suoi figli. E se lui è un orco, impegnato in una guerra che devasta la Valacchia, Maria diventa strega e ancora fa quello che una madre deve: protegge i suoi bambini, ad ogni costo. Ma accade qualcosa che fa sì che, di nuovo, Maria Anna e Radu scappino ancora. E ancora nel bosco, dove trovano una vecchia casa, con dentro una donna ancora più vecchia che per un po’ sarà salvezza e riparo. Sarà fondamentale per Radu, gli insegnerà a fidarsi del suo naso, a farsi guidare. E contro ogni aspettativa Radu cresce, lui che sembrava già destinato a finire a sotto terra e sarà anche grazie a lui che il male verrà sconfitto e, insieme alla sorelle e la madre, smetterà di essere esule, fuggitivo. Come? Scopritelo leggendo questa fiaba che attacca alla pancia, alle paure profonde, a quello che fa orrore e da cui non si può distogliere lo sguardo.
È una storia durissima e dolcissima allo stesso tempo, corredata dalle illustrazioni potenti di Darkam. L’autrice ha detto che, più di tutto, voleva trasmettere la tenerezza e sono certa che ci sia riuscita. Sembra impossibile, lo so, perché leggerete di abusi, soprusi, dolore, violenza e sangue. Eppure ci sono scene che si conficcano nella carne, certi sguardi si ha la sensazione di scambiarli con Anna e Gela e le altre, pronte ad aiutarsi (non dico di più) e la tenerezza arriva tutta: più che nel detto, nel non detto, nelle azioni, nei gesti. Una tenerezza tutta femminile. Il maschile che c’è qui è barbaro, becero e violento. Non conosce pietà, e se c’è è quella di Radu, del bambino che mangia il cuore di un uccellino e lo sotterra con devozione e rispetto. Radu, il bambino che non doveva essere, potrebbe simboleggiare un maschile che protegge e conosce. Dico potrebbe, perché come nelle fiabe, ognuno può trovare una personale interpretazione, in base alle corde che vibrano e vengono toccate durante la lettura.
Mi è piaciuto davvero tantissimo, e potrei scrivere ancora pagine e pagine sulla scelta delle parole, sull’ambito semantico, sulla crudezza e sulla dolcezza che convivono in perfetto equilibrio. Ecco, Equilibrato è l’aggettivo (uno dei tanti) che userei. Potente. Evocativo. Difficile, ma veramente bellissimo. Ne vale la pena. Sia per chi ama la bella scrittura, matura, scelta, curata; sia per chi ama le illustrazioni, sia per chi ama le fiabe. Quelle vere, quelle che l’ombra non la nascondono dietro le porte, sotto i tappeti o con un “bibidibobidi bu”, ma quelle che ti dicono che l’uomo nero esiste e che non ci sarà nessuna fata madrina a levarti le castagne dal fuoco.
L’ambientazione storica c’è, è importante, ma passa in secondo piano. A conquistare e a vincere sono le donne. Sono Maria, Anna e Radu, in quella che l’autrice ha definito “una trinità rovesciata”.
Cosa dire di più? Che, come ha suggerito Alice (Bigli, la fantastica donna che ha creato il festival “mare di Libri) , perché non leggerlo a qualcuno, ad alta voce - proprio come le fiabe-e di perdersi nel guardare le illustrazioni?
Quindi non mi resta che dirvi: buone letture e alla prossima! 5 stelle, of course.
Confesso di aver amato le idee ma molto meno la scrittura di Lorenza Ghinelli nelle sue opere precedenti. Qui devo ricredermi. La scrittura è tentacolare e volutamente gotica, ma mai pastosa come avevo riscontrato in precedenza. L'effetto è quello di una fiaba oscura e intrigante, in cui il sangue è il vincolo che lega il lettore alla storia e ai suoi splendidi personaggi. Il femminile della storia è forte come le fondamenta della terra. Può vacillare quando il terremoto della brama dell'uomo cerca di scuoterla, ma non si lascia vincere, magari tace e finge la resa, spezzata dalle crepe. Dietro la sua arrendevolezza, c'è invece il seme del potere e della vendetta che germoglia immerso nel fiele rosso della vita. E il piccolo Radu, creatura esangue nata morta e viva nella sete, è il rubino custodito dalle donne stesse, la gemma carminio che proteggono fino a che non sarà lui a rivendicare la propria forza. E il nome di un celebre Conte di Valacchia si fregerà delle gesta del piccolo Radu, ma nelle notti scure sarà lui a correre e mordere, azzannare giugulari e saziarsi del sangue dei malevoli. Da leggere
Ho recuperato, dopo averlo puntato per parecchio tempo, questo romanzo trovandolo usato (finalmente!). Non mi ispirava particolarmente, nonostante avessi letto alcuni pareri positivi (da parte di lettor3 di cui mi fido), altrimenti lo avrei comprato molto molto tempo prima. Ammetto che mi ha piacevolmente sorpresa, seppur con qualche piccola lamentela.
Partiamo con una sfogliata veloce alle pagine. Troviamo una storia di brevi capitoli che si alternano a illustrazioni molto particolari. Ahimè, non mi hanno fatto impazzire, ma questo è a puro gusto personale! Sono fedeli a ciò che si va a leggere senza cadere in spoiler. Molto "semplici" (dal mio occhio totalmente senza alcuna nozione artistica), ma che comunque appaiono curate.
Il romanzo in sé è piuttosto breve. Capitoli non lunghissimi, che spaziano negli anni, dando dettagli qua e là sulla vita di questa famiglia e, molto in generale, sulla vicenda più famosa che fa solo da sfondo (Vlad l'Impalatore). Pensavo fossero in qualche modo intrecciate, ma sono stata piacevolmente sorpresa che non lo fossero, se non per la vicenda storica: la guerra, le conquiste, la fama, la violenza, che raggiungono ogni villaggio anche solo tramite le voci.
Veniamo alla storia. Alla nascita di questo bambino già il padre avrebbe voluto abbandonarlo nella foresta poiché appariva estremamente cagionevole e quindi una bocca inutile da sfamare, che sarebbe morta subito anche con le dovute cure; ma la sorella e la madre si oppongono fortemente, dandogli questa possibilità di vita, che non sarà l'unica. Infatti immediatamente la guerra arriva anche nel loro villaggio e, per salvarsi, Maria (la madre), Anna (la sorella) e Radu (appunto il neonato) scappano nella foresta. Soli, al freddo, di notte, in un luogo pieno di pericoli e creature affamate. Ci renderemo conto di cosa si è disposti a fare per mantenere in vita i propri figli, o comunque la propria famiglia. Non solo riguardo alle creature nascoste nella boscaglia, ma anche quando delle bestie li catturano per portarli dietro a delle mura.
Maria trasmette ai figli la sua "ferocia" verso gli estranei che vogliono far loro del male. Unita alla pazienza verso il momento giusto per agire, alle conoscenze che ha appreso durante la sua vita, e ad una scaltrezza che la rendono una donna all'apparenza fragile ma dentro forte e determinata come pochi.
Questo solo un accenno alla trama, poiché le loro dis-avventure continueranno negli anni e porteranno tutti a crescere, fin troppo in fretta, per mantenersi in vita l'un l'altro e riprendersi ciò che è stato loro strappato. Con gli interessi. Incontri e scelte più o meno realistici, ma che rendono il romanzo scorrevole e molto piacevole da leggere.
Ovviamente, lo specifico, non adatto a tutti. Ci sono scene che non cadono mai nello splatter più volgare, ma sono comunque esplicite e crude, che potrebbero dare molto fastidio ad alcune persone.
Una lettura che mi ha sorpreso in positivo, seppur un romanzo più lungo e dettagliato, magari più romanzato in alcuni punti, mi avrebbe potuto far innamorare del tutto. Ma sono pensieri miei. Scorrevole e comunque breve, si legge in poco, catturando il lettore che deve arrivare alla fine per scoprire come si concluderà questa storia familiare.
Riguardo il prezzo. Beh, capisco che è altino, ma il materiale è ottimo: pagine davvero spesse che fanno spiccare le illustrazioni come meritano. Già questo dettaglio va valutato nel complesso. Si, io sono molto contenta di averlo trovato usato, altrimenti non so se mai mi sarei lanciata, ma comprendo le scelte editoriali che hanno portato a questo prezzo (che comunque si trova per libri di qualità inferiore, senza illustrazioni, con meno storia).
In ogni caso, tirate fuori voi le vostre conclusioni. Non ho idea se si possa trovare in qualche biblioteca (magari in quelle più grandi), così se siete curiosi lo recuperate in questo modo e, nel caso, lo comprerete poi per averlo in libreria.ù Io di sicuro non lo sconsiglio!
Valacchia, 1442: Maria ha da poco partorito un bambino, gracilissimo e che rifiuta il normale latte materno. Il marito vorrebbe sbarazzarsene, ma quando l’esercito nemico raggiunge la loro casa e lo uccide a Maria e alla piccola Anna non resta altro che fuggire con il neonato, che è stato chiamato Radu. Madre e figlia lotteranno con le unghie e con i denti per riuscire a sopravvivere e a far crescere Radu in un mondo che non è mai stato così spietato. Ho scelto questo libro piuttosto disperata, perché cercavo qualcosa di breve che si adattasse a uno degli obiettivi. Avevo letto recensioni entusiaste, ma io purtroppo non ne sono stata così affascinata. La storia è estremamente cupa e sanguinaria e lo stile della Ghinelli, almeno in questo breve romanzo, è freddo e tagliente come le armi che imperversano in questa storia. Quando lo stile mi respinge, purtroppo, c’è ben poco che i personaggi, l’ambientazione e la trama stessa possano fare, l’autore (l’autrice in questo caso) mi ha già persa per strada. Ho detto romanzo, ma forse sarebbe più corretto dire che si tratta di un racconto lungo. Non c’è né tempo né modo di affezionarsi alla storia e neanche alle protagoniste perché, pur non avendo scelta e trovandosi a dover uccidere bestie (soprattutto bipedi) per sopravvivere, non comunicano alcun buon sentimento. Anche all’interno delle loro piccola famiglia sembra prevalere il mero istinto di sopravvivenza sull’amore e sulla tenerezza, per i quali, nel mondo brutale e insensato in cui devono vivere, non c’è posto. Un’altra cosa che mi ha infastidita riguarda i nomi dei personaggi: ho trovato una grossa incongruenza che ci siano quasi solo nomi italiani in una storia ambientata nell’est Europa del XV secolo, soprattutto Mattia e Pietro non si possono sentire. Ma probabilmente è un problema mio che spacco il capello in quattro, perché questa storia è stata apprezzata da quasi tutti. Parecchio inquietanti anche le illustrazioni, sempre secondo me. In conclusione, un racconto cupo in cui il sangue è protagonista, sotto diversi aspetti.
🩸Valacchia, 1442. Radu è un bambino affetto da una rara forma di anemia che non può essere curata con il cibo ma soltanto con il sangue.
🔥Il villaggio di Radu viene invaso, devastato ed incendiato dai turchi ma il bambino, insieme alla madre Maria e alla sorella Anna, riesce a scappare, rifugiandosi nella foresta.
🐻Maria, Anna e Radu vengono salvati dall'attacco di un orso da un uomo spietato e potente.
🏚️ L'uomo accetta di ospitare Maria e i suoi bambini nell'abitazione in cui lui vive con i figli adolescenti, in cambio di un'assoluta sottomissione della donna al suo volere.
🩸Pur di sopravvivere Radu, aiutato da sua madre, forte e caparbia, sarà costretto ad infrangere ogni regola morale, assecondando il suo istinto animalesco...
" ɴᴏɴ è ɪʟ ᴘɪù ғᴏʀᴛᴇ ᴀ ᴠɪɴᴄᴇʀᴇ, ᴍᴀ ɪʟ ᴘɪù ғᴜʀʙᴏ."
📖Un romanzo potente, truce, dalla prosa tagliente, cruda e feroce, arricchito dalle meravigliose illustrazioni di altrettanta imponenza di Darkam.
📖I personaggi sono magistralmente caratterizzati, le figure femminili di Maria e Anna sono rappresentate in maniera forte e indomita come anche l'attaccamento alla vita, ai figli e la lotta ai soprusi e alle ingiustizie.
🖤Un gioiellino oscuro, gotico magistralmente scritto da leggere assolutamente!
Più un racconto illustrato, che romanzo, raccontato in modo che ricorda una favola gotica. Storia mlto cruda e senza imbellettamenti. L'uso che fa l'atrice delle parle inoltre ne fa sentire tutta l'importanza anche se lo rende, malgrado la mole leggera, una lettura che richiede attenzione. Molto belli anche i temi che tratta, ma non vi faccio spoiler. L'ho amato molto. Sicuramente una di quelle storie da rileggere e ritrovare nel tempo.
More an illustrated story than a novel, told in a way that recalls a gothic fable. Very raw story and without embellishments. The use that the author makes of words also makes them feel all their importance even if it makes it, despite its light size, a reading that requires attention. The themes she deals with are also very beautiful, but I won't spoil you. I loved it very much. Surely one of those stories to reread and rediscover over time.
"Non c'è fiato di vento né luce di luna. Solo, filtra dalle assi della capanna di Milos il baluginio di una candela."
Un libro graficamente meraviglioso, soprattutto l'edizione con copertina rigida che risulta anche soffice al tatto, pieno di illustrazioni molto belle e con un'impaginazione ed un font ariosi e veramente piacevoli. La trama (su cui non mi soffermo per non fare spoiler) non è originalissima, però intrattiene molto ed invoglia a continuare la letture e, poiché il libro è davvero breve, si arriva subito alla fine. Il mio voto effettivo sarebbe di 3 stelle e mezzo, ma qui non potendo usufruire del mezzo voto lo abbasso a tre perché ammetto che, senza l'esperienza dell'edizione cartonata ed illustrata che è molto bella, la trama sola non mi porterebbe mai a valutare questo libro con quattro stelline, però lo consiglio molto a chi cerca una lettura breve ma intensa con un po' di horror (non troppo) magari da fare in un pomeriggio di pioggia con una bella tazza di cioccolato caldo di fianco.
Lorenza Ghinelli, con la sua scrittura intensa e graffiante, racconta una fiaba per adulti, un romanzo gotico dagli interessati risvolti storici. Parla al nostro lato più profondo evocando scenari cupi e crudeli. Anche se gli eventi sono collocati lontano nel tempo e nello spazio, la natura umana non sembra aver preso le distanze dalla barbarie! Le donne sono la forza portante del libro: madre e sorella, certo, ma le donne tutte, quelle che riescono a riconoscersi con uno sguardo e a non annegare nel pantano della rivalità. Unendo le forze qualsiasi nemico può essere sconfitto. Molto belle sono anche le illustrazioni di Darkam che esaltano i momenti più importanti e che aprono e chiudono ogni capitolo. Una fiaba oscura che ci fa toccare concretamente paure e resilienze.
Un libro illustrato esteticamente meraviglioso e curato nei minimi dettagli. Il font grande e la scrittura fluida dell'autrice consentono di divorare il libro in un paio d'ore (nonostante le tematiche forti). Un libro che parla di fuga, violenza e abusi, una storia nera e cruda. È una versione originale del mito di Vlad con un punto di vista femminile. Maria, la madre di Anna e Radu, è una donna forte e determinata a fare tutto ciò che deve per proteggere i suoi figli (ho amato questo personaggio). È un libro assolutamente adatto a questo periodo dell'anno e se si è in cerca di qualcosa di diverso. Anche se questo libro non mi ha presa al 100% mi ha comunque intrattenuta e quindi mi sento di consigliarlo!
Lorenza Ghinelli ci trasporta in una fiaba dalle tinte gotiche, dark, horror, seguendo le orme di una delle figure più temute, osannate e affascinanti della letteratura di genere: Dracula. Per farlo, crea intorno alle tre figure di questa leggenda il rito del sangue, quello che Maria insegna a Radu e che gli dà l’opportunità di rinvigorire l’istinto di sopravvivenza, la brama di riscatto e la forza di non farsi mai sopraffare. La stirpe di Radu si protegge, è legata da un vincolo indissolubile. Ed è ancora il sangue che parla e decide della vita e della morte di ogni personaggio che incontrano… questo bambino, nato in una notte di tempesta quando l’antico albero sacro del villaggio brucia, è amato dalla morte. Le donne di questa nerissima fiaba sono le vere protagoniste di un’epoca terribile fatta di uomini violenti e crudeli, guerre, povertà e fame.. Donne indomite come Maria, che proteggerà i suoi figli a qualunque costo, come Anna, figlia obbediente e consapevole che cresce il fratellino come fosse sua madre, come la vecchia cieca, che riesce a vedere con gli altri sensi e capisce. Favola perturbante che mi ha rapito il cuore, ho tremato con Maria, sofferto con Anna, rabbrividito con Radu, seguito con orrore e passione una delle storie più cupe ed emozionanti mai lette. Lorenza Ghinelli è riuscita a portarmi nel 15° secolo al cospetto di streghe, magie, riti, odio, amore e sangue, quello che dà la vita e la morte, quello che lega la stirpe e due figure ancestrali come Radu e Dracula. Splendide e misteriose le illustrazioni di Darkam che rendono questo volume un gioiellino prezioso. "In fondo Radu lo sa, ha seguito l’odore, le piste d’odore che gli ha insegnato la vecchia. L’odore non mente, mai".
7/10 Una storia, pregna di atmosfera gotica e horror, molto breve e semplice. Anche se la storia segue una struttura episodica, mi ha intrattenuto molto. La prevedibilità del racconto (assieme alle sue tematiche quali l'importanza della famiglia) si controbilancia con scene molto violente e soddisfacenti per i personaggi coinvolti. Il libro si presenta a tratti come una fiaba arricchita di bei disegni che rappresentano una scena dell'episodio (o capitolo). Un ottimo racconto da leggere tutto d'un fiato.
Pensieri: - una narrazione troppo episodica, che si concentra solo sui momenti di climax (qui coincidente con la violenza) in un arco di molti anni; - la parola "sangue" compare 71 volte nel libro, titolo e paratesti compresi; - bello il sottotesto femminista, bella la rabbia come sentimento dominante.
Bella l'idea, la realizzazione, lo stile. Peraltro non avevo letto la quarta di copertina che spiega il senso dell'operazione, ossia chi sarà poi quel bambino emaciato e destinato, pare, a morire. E invece... Un manifesto della scrittura di Ghinelli: cruda e senza sconti.
Ho amato questo libro, anche la scrittura non mi dispiace. Mi ha aperto un nuovo mondo verso questo genere di libri, molto crudi diretti avvolte anche disturbanti per alcuni. Una storia stupenda
Una storia crudele di una bellezza fulgida. L’orrore che si fa opera d’arte. Una storia di sangue, una leggenda raccontata con schiettezza, tra vendetta e riscatto.
Un libro illustrato e molto curato nei dettagli. La scrittura molto scorrevole e il font grande permettono al lettore di leggere il libro in poche ore. Una storia che ha tematiche importanti come la fuga dalla propria casa ma soprattutto violenza e abusi. Il libro è una versione del mito di Vlad dal punto di vista femminile. La protagonista, Maria, è sicuramente una donna forte e determinata che farebbe di tutto pur di proteggere i suoi figli. Anche se questo racconto non mi ha convinta al 100 %, mi sento di consigliarvelo lo stesso.
Un libro illustrato dalle tinte gotiche che ho trovato davvero notevole. Lorenza crea in "La stirpe di sangue" la sua personalissima versione del mito di dracula, che in questo caso sarà interpretato da Radu, un bambino anemico che ha costantemente bisogno di sangue per sopravvivere. anche tutto il quadro storico (ambientazioni, usi e costumi) della prima metà del 1400 è veramente curata, frutto di un attenta documentazione. ovviamente il motore di questa storia sono le due protagoniste femminili Anna e Maria (sorella e madre di Radu) che in un mondo che gli rema contro dovranno cercare di sopravvivere con i pochi mezzi che hanno a disposizione, provvedendo anche alla vita del fratellino. questa è certamente una fiaba dark non adatta ai deboli di cuore, con molte scene di efferata violenza fisica e psicologica, un racconto che però è estremamente scorrevole, anche grazie alla suddivisione di molti capitoli brevi, in grado di mantenere il patos delle scene, rendendo il tutto molto scorrevole. anche le illustrazioni presenti ad ogni inizio capitolo sono decisamente ispirate, insomma un ottimo libro illustrato per chi cerca una "fiaba dark gotica" con dei personaggi femminili molto forti che si fa leggere in una giornata .
La stirpe e il sangue è un romanzo che mi ha catturata completamente, tanto per la trama intricata quanto per le atmosfere cariche di mistero e il modo in cui Lorenza Ghinelli riesce a mescolare il gotico con il soprannaturale. La scrittura è affilata e ricca di dettagli che, sebbene inquietanti, riescono a immergere il lettore in una realtà che sfiora il fantastico, ma che si radica in un contesto verosimile e avvincente. È un libro che non ti lascia mai indifferente, grazie alla sua narrazione avvolgente e alla tensione che cresce costantemente.
Quello che più mi ha colpita, oltre alla trama affascinante, è l'introduzione di elementi mitologici che si intrecciano con la storia. La protagonista si trova immersa in una serie di segreti familiari che si svelano pian piano, ma ciò che davvero mi ha affascinata è il richiamo a leggende e simboli che, pur non essendo espressamente legati a una cultura particolare, mi hanno fatto pensare a molte delle tradizioni della mia cultura rumena. La mitologia rumena, con i suoi richiami al soprannaturale e alle figure misteriose, sembra essere evocata in modo sottile ma potente in alcuni passaggi del romanzo. È un dettaglio che mi ha affascinato, soprattutto perché, pur non essendo direttamente esplicito, mi ha fatto sentire una connessione con ciò che conosco e che mi appartiene. La Ghinelli riesce a ricreare quell'atmosfera di mistero che ricorda un po' le leggende ancestrali, quelle storie che appartengono a tutti, ma che in alcuni luoghi – come il mio – sono vissute come un legame con il passato.
La trama, che ruota attorno alla scoperta dei segreti di una famiglia con un passato oscuro, è ben costruita e ricca di colpi di scena. La protagonista si imbarca in un viaggio di scoperta, dove ogni passo la porta più vicina a una verità scomoda e nascosta. La Ghinelli sa come tenere alta la suspense, come mescolare il mistero con la realtà, creando una narrazione che ti spinge a voler sapere sempre di più. La storia non è solo una ricerca di risposte, ma anche un’indagine sul peso del passato, su come le verità sepolte possano riemergere e cambiare tutto.
Un altro aspetto che mi ha colpita è la scrittura stessa. La Ghinelli ha una capacità straordinaria di creare immagini vivide e potenti, che rendono le scene particolarmente intense. Le atmosfere gotiche, la penombra che avvolge i personaggi, i momenti inquietanti che emergono dalle pagine, contribuiscono a rendere il romanzo non solo un thriller, ma anche una sorta di viaggio nell’ignoto, nel misterioso, nel macabro. Mi ha piacevolmente sorpresa la sua abilità nel bilanciare il macabro con l’emotività, facendo emergere una tensione costante che permea ogni capitolo.
Infine, la conclusione del romanzo è stata davvero appagante per me. Quando finalmente si svela la verità, quando il mistero si dipana in tutta la sua complessità, è stato come un'illuminazione. Mi ha soddisfatta moltissimo come Ghinelli ha saputo gestire il climax e risolvere la trama in modo che ogni pezzo del puzzle andasse al suo posto. L’epilogo è stato di quelle rivelazioni che ti fanno riflettere, che ti lasciano con una sensazione di conclusione appagante, ma allo stesso tempo con una domanda che rimane nell'aria.
Radu, sopravvissuto allo sterminio del proprio popolo insieme alla madre e alla sorella Anna, viene accolto nella casa dello sterminatore stesso. Qua, tra fratellastri cattivi e scantinati in cui è costretto a vivere insieme alla sorella, imparerà a sopravvivere cibandosi .. di sangue. Fino al momento della giusta vendetta.
Versione fiabesca della nascita del mito di Dracula, questo piccolo romanzo illustrato è un piccolo gioiellino dell'autrice (una delle mie autrice preferite). Non è certamente al pari dei suoi precedenti lavori, ma merita comunque di essere letto e, soprattutto, tenuto nella propria libreria.