Il volume raccoglie, in edizione critica, il testo integrale della tesi di laurea in Filosofia dello psicologo e psicoanalista italiano Cesare L. Musatti (1897-1989), discussa il 3 novembre 1921 presso l’Università di Padova e rimasta finora inedita. Sulla traccia dei Fondamenti della geometria di Bertrand Russell, Musatti difende l’attualità della problematica kantiana dello spazio come condizione di possibilità dell’esperienza spaziale e delinea i fondamenti di una teoria generale del sapere geometrico attraverso un dialogo appassionato con la tradizione matematico-filosofica di Saccheri, Gauss, Lobačevskij, Riemann, Helmholtz, Lotze, Poincaré e Hilbert.
MUSATTI, Cesare (Eugenio Luigi). – Nacque a Mira, presso Dolo (Venezia), il 21 settembre 1897, da Elia e da Emma Leanza. Il padre, avvocato, fu uno dei fondatori della Camera del lavoro di Venezia, direttore dell’organo regionale del Partito socialista, consigliere comunale e primo deputato socialista cittadino. Anche la madre, originaria del Cilento, collaborava a un giornale del partito. Crebbe a Venezia nella casa di famiglia, a contatto con il vivace mondo frequentato dai genitori. I primi studi si svolsero sotto la guida della madre e solo nel 1907 iniziò a frequentare il liceo Foscarini, dove scoprì di amare gli studi matematici e filosofici. Risalgono a questo periodo le prime amicizie, come quelle con Gigi Pancrazi e Nino Valeri, con cui restò in contatto per tutta la vita. Nel 1915 si diplomò con buoni voti, soprattutto in filosofia e in matematica, e su quest’ultima cadde la scelta accademica, nella facoltà di scienze dell’Università di Padova. Non tardò però a provare una certa insoddisfazione per il carattere eccessivamente specialistico del corso. L’evento decisivo fu la frequenza alle lezioni del suo primo vero maestro, Antonio Aliotta, che trasmise al giovane Musatti uno stile teoretico generale che sarebbe rimasto sostanzialmente intatto in tutta la sua vita, caratterizzato anzitutto da una forte inclinazione epistemologica. A interrompere gli studi arrivarono però nel 1916 il servizio militare e la partecipazione alla prima guerra mondiale, al termine della quale Musatti tornò all’Università, assai segnato dall’esperienza del fronte, ma ancora indeciso tra matematica e filosofia. A consigliarlo per la seconda fu Aliotta, che però, dopo avergli assegnato la tesi su «Geometrie non-euclidee e problema della conoscenza», si trasferì a Napoli. Il doloroso abbandono fu mitigato dall’incontro con Vittorio Benussi, giunto a Padova poco dopo l’armistizio come incaricato straordinario di psicologia sperimentale. Fu lui a portare Musatti alla laurea il 3 novembre 1921, anche se la tesi non aveva molto a che fare con la psicologia. Il lavoro, impregnato della lezione aliottiana, impegnò Musatti per quasi due anni e constava di oltre 400 pagine, arricchite da una ricca bibliografia in varie lingue. Benussi invece gli insegnò le tecniche della psicologia scientifica, lo coinvolse direttamente nelle attività di laboratorio, lo condusse anche ad apprendere un rigore con cui rendere conto scientificamente della realtà dei fenomeni osservati. Inoltre, lo introdusse a un nuovo approccio, ricevuto da parte di un’altra scuola psicologica che stava sviluppando una psicologia centrata sui caratteri globali della percezione (percettologia). Si trattava della Gestalttheorie, avviata a Berlino da Max Wertheimer e dai suoi assistenti Wolfgang Köhler e Kurt Koffka, a partire da esperimenti sui fenomeni stroboscopici. La questione fu oggetto delle lezioni accademiche di Benussi del 1922-23, raccolte in dispensa dallo stesso Musatti, ormai divenuto suo assistente, e dalla collega Silvia De Marchi. ... MUSATTI, Cesare in "Dizionario Biografico" - treccani.it