Mohammed, the fact that many Muslims, like you, want to move to Europe, does this mean that the atheists and the Christians, who have never even read the Quran, have created a better society than Muslims who follow its teachings? Hesham, do you consider being gay and Muslim to be a contradiction? Marya, what do you think of Muslim girls who don't wear headscarves? Ahmed, what is the difference between neo-nazis and Isis extremists?"
This is the diary of a millennial who quit his well-paid corporate job to travel in the Middle East. You might imagine that this is a book full of answers; on discovering the coordinates of happiness, on finding your place in the world, on taking the right path. It does none of that. This book is first and foremost a book about questions. Not the kind of questions that give answers, but the ones that leave you doubting what you previously knew. Questions formed during a solitary journey into the depths of Morocco, from the Atlantic to the Sahara, passing through blue cities, emerald oases, pink deserts and golden kasbas, Ramadan and mint teas.
The only end point of this book is a further starting point: opening a window to the other side (the Moroccan culture and the Muslim religion) means first of all to reopen a window to ourselves: Europe, Mediterranean, Aristoteles, Christ, Saint Augustine, Avorroes, Alexander the Great. And also Italo Calvino, who once wrote: "Elsewhere is a negative mirror. The traveler recognises the little that is his, discovering the much he has not had and will never have.
Partiamo assieme a Flavio per un viaggio alla scoperta del Marocco, zaino in spalla e poco altro per esplorare la vita, la storia e la quotidianità di un paese affascinante, pieno di mistero e di storia.
Nel parleremo prossimamente sul BLOG ma nel frattempo vi anticipo che alla fine del libro vorrete prendervi su e partire alla volta di un paese sconosciuto, prima che il tempo e l'uomo non se lo portino via.
Vi invito alla trasparenza vi invito all’istante di verità Che vale una vita come la nostra vi chiedo Osservate l’infinito delle costellazioni osservate il lungo cammino della nostra specie intelligente immergetevi nel dedalo senza uscita dell’uomo ma meditate infine fermate la macchina infernale dell’accumulazione infrangete il tempo del progresso senza memoria ricordatevi della vostra infallibile ferita accettate questo piccolo lotto di smarrimento Così voliamo in soccorso del futuro Abdellatif Laâbi
Inizio questa recensione che tanto cara è al mio cuore, presentandovi le meravigliose parole di un poeta che conobbe il vero autentico senso di libertà. Infatti Laabi scrisse le sue melodie in prosa dal carcere in Marocco dove fu rinchiuso a causa delle sue idee politiche e della sua attività letteraria. Eppure le sbarre non lo hanno affatto fermato, non hanno limitato la sua voglia di raccontare la sua patria, nè l'essenza stessa dell'essere umano che, è carne sangue e spirito a prescindere dai gretti confini del nostro pregiudizievole sentire o delle decisioni di uno stato resosi dittatore. In realtà, seppur incarcerato Laabi era molto più libero di noi, chiusi nelle comode stanza del nostro preconcetto. Verso il diverso l'altro, verso l'immigrato, verso patrie esotiche eppure troppo lontana per non essere ammantate dal sospetto. E oggi il nostro acerrimo nemico appare proprio il fratello di un tempo, l'islam che ha sostituito il sorriso saggio con il ghigno satanico. Ma è davvero cosi? Conosco molto bene lo spirito arabo, visto che durante i miei studi mi ha plasmato, scegliendomi quassi come figlia adottiva, io che in fondo ero aliena da un certo sentimento religioso di stampo monoteista. Eppure le poesie arabe o i meravigliosi aforismi sufi nel mondo ma non del mondo hanno influenzato, volente o nolente la mia idea di oriente e sopratutto dell'islam. E so benissimo che oggi è il pregiudizio a dominare le nostre ottuse menti, è lo stereotipo che accompagna persino i nostri viaggi. Manca la bellezza del seguire si una mappa ma anche di perdersi nella vastità di un territorio che ha una sua bellezza peculiare forse ma alla fine riconducibile a un comune sentire che si rivela in valori semplici immediati ma costanti per l'essere umano: solidarietà, amicizia, comprensione, compassione e amore. Amore che filtra attraverso una coscienza murata e che svela e rivela il mistero più grande, la verità più importante per noi: siamo tutti sotto lo stesso cielo. E cosi Marocco senza veli non è solo un ottimo libro in cui filosofia avventura e formazione si incontrano a braccetto con l'obiettivo di compire la danza dei sette veli verso un Islam incompreso e considerato ottuso, ma è anche il racconto dell'essenza stessa del viaggiare. Nello scoprire posti nuovi, nel comprendere la meravigliosa somiglianza tra tutte le creature umane in fondo è facile riscoprire se stessi. E cosi tra città dal candore virginale, tra odori di mirra e datteri, tra venti che portano a noi echi antichi di tradizioni quasi dimenticate, il libro ci riporta all'essenza stessa dell'umanità perduta tra fake news e populismi insulsi: a tutti i miei amici musulmani che ho incontrato qui in Marocco vorrei dire che non apparteniamo a due culture diverse e opposte è solo un intera sfumata macro-cultura fluida come le acque del mediterraneo. E se leggendo questo messaggio penetrerà con forza dentro la nostra mente, cuore e anima, saremo salvi dalla perniciosa idea che viviamo in un tempo di scontri, di un tempo di guerra culturale, in un tempo di invasioni crudeli. Stamm tutt quant sott o stess cielsient a me
Un bel libro di viaggio che racconta il Marocco attraverso incontri e conversazioni, con un punto di vista molto personale. Una lettura piacevole e stimolante e un promettente inizio per l'autore. Ascolta la recensione completa di questo libro sul podcast Il Milione
Bellissimo. Non me lo aspettavo onestamente. L'ho preso per il mio amore per il Marocco e credevo si concentrasse più sulla persona, sull'omosessualità o sull'essere un millenial. Ma quello che ho trovato è stata una storia ricca di dettagli, riflessioni sul passato, presente e futuro, di contatto con la cultura del posto. A volte mi sembrava di essere li con l'autore a passeggiare tra i mercatini e i bazar, a perdermi tra i vicoli colorati e i mille profumi del Marocco. È completo di mappe e una buona dose di ironia, e queste due aggiunzioni lo hanno reso perfetto per me.
Quando viaggio mi piace sempre leggere un romanzo o una “guida romanzata” e per il mio viaggio in Marocco ho scelto “Marocco senza Veli”. Il titolo ha richiamato la mia attenzione principalmente perché, quando dicevo alle persone che avrei fatto il viaggio da sola, in molti oltre a dirmi che sarebbe stato pericoloso, mi suggerivano di “nascondermi” “adattare il mio abbigliamento” al luogo. Io, da testarda un pò ribelle e sempre alla ricerca di sfide con se stessa quale sono, mi sono promessa che mi sarei vestita come avevo voglia di fare ogni giorno. Quel “senza veli” ha assunto quindi per me una connotazione molto personale, pur sapendo che Flavio, l’autore, intendesse tutt’altro. Il risultato? Ho scelto di fare il viaggio in Marocco da sola ma in realtà “sola” non lo sono stata mai perché Flavio con questo suo specialissimo libro mi ha accompagnato per tutto il tempo. Mi è sembrato a tratti di viaggiare con un amico che, oltre a raccontarmi le peculiarità dei posti, suggerirmi i posti da vedere e l’attitudine delle persone, mi ha fatto commuovere ma anche ridere un sacco. Ho avuto oltretutto modo di “conoscerlo” virtualmente chiacchierandoci su Instagram e mi ha dato un sacco di spunti e consigli interessanti.
Lo consiglio? Assolutamente Si, anche se non hai ancora in mente di andare in Marocco o se vuoi “visitarlo” comodamente da casa. Ti assicuro che, il profumo del pane appena sfornato e il casino di Jemaa el-Fnaa lo sentirai anche da lì. Grazie Flavio! Non vedo l’ora di andare in Egitto “insieme”.