Amori disperati, impossibili, meravigliosi: una raccolta di fiabe incantate, un piccolo gioiello letterario. Uscite dalla penna di due brillanti scrittrici della Corte del Re Sole, e tradotte per noi dal papà di Pinocchio con il suo linguaggio garbato e pungente, queste fiabe sono capolavori senza tempo, che hanno accompagnato intere generazioni di bambini e di adulti. Nel voltare in italiano i Racconti delle Fate [Il titolo originale di questo libro era: I racconti delle fate voltati in italiano da C. Collodi. N.d.r.] m'ingegnai, per quanto era in me, di serbarmi fedele al testo francese. [...] A ogni modo, qua e là mi feci lecite alcune leggerissime varianti, sia di vocabolo, sia di andatura di periodo, sia di modi di dire. [...] Peccato confessato, mezzo perdonato: e così sia. C. Collodi
Madame d'Aulnoy (Marie-Catherine Le Jumel de Barneville, Baroness d'Aulnoy) (1650/1651–4 January 1705) was a French writer known for her fairy tales. When she termed her works contes de fées (fairy tales, or literally, "Tales of the Fairies."), she originated the term that is now generally used for the genre. Her 'fairy tales' were written in a style suitable for entertaining in adult salon gatherings, and not with a child audience in mind.
d'Aulnoy also wrote works of history (although not using modern attitudes to historical accuracy), pseudo-memoirs, and a few historical novels.
Born a member of the noble Le Jumel de Barneville family, she was known as the baronne d'Aulnoy by marriage.
C’era una volta... non tanto tempo fa, uno scrittore la cui penna diede vita al burattino più famoso del mondo: Pinocchio. C’è questa volta quello stesso scrittore, Carlo Collodi, che decide di regalare agli italiani le fiabe originali di due autori francesi quali Marie-Chaterine D’Aulnoy e Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, che hanno poi ispirato gran parte delle fiabe Disney che tutti noi conosciamo e ci hanno accompagnato sin dalla nostra infanzia. Leggere le fiabe nella loro versione arcaica, linguisticamente parlando, non è semplice, a volte si può incorrere in termini ormai fuori uso o quasi comici. Però, il piacere di leggere e cercare di identificare quei particolari che poi hanno dato il via a favole come Cenerentola, la Bella addormentata nel bosco e così via, rende il tutto davvero intrigante. Sono stata piacevolmente colpita non solo dal racconto di ogni fiaba che ricorda davvero il fascino tipico del “c’era una volta”, in cui la novità della trama si va unendo al piacere della scoperta, ma soprattutto dal trovarmi faccia a faccia con la storia originale de “La Bella e la Bestia”, a me molto cara. E’ un libro, questo, che vive ad ogni pagina; dove ogni fiaba porta con sé una morale com’è bene che si rispetti, ma che va assaporato a piccole dosi, passo passo senza forzature, in modo tale che le storie narrate facciano il loro corso e siano, così, apprezzate in pieno nella loro semplicità. Non scordatevi mai di leggere le fiabe, perché è da esse che nasce la fantasia che ci accompagna nella lettura dei libri di tutti i giorni.