This is not a manifesto. Manifestos provide a glimpse of a world to come and also call into being the subject, who although now only a specter must materialize to become the agent of change. Manifestos work like the ancient prophets, who by the power of their vision create their own people. Today's social movements have reversed the order, making manifestos and prophets obsolete. Agents of change have already descended into the streets and occupied city squares, not only threatening and toppling rulers but also conjuring visions of a new world. More important, perhaps, the multitudes, through their logics and practices, their slogans and desires, have declared a new set of principles and truths. How can their declaration become the basis for constituting a new and sustainable society? How can those principles and truths guide us in reinventing how we relate to each other and our world? In their rebellion, the multitudes must discover the passage from declaration to constitution.
Michael Hardt is an American literary theorist and political philosopher perhaps best known for Empire, written with Antonio Negri and published in 2000. It has been praised as the "Communist Manifesto of the 21st Century." Hardt and his co-author suggest that what they view as forces of contemporary class oppression, globalization and the commodification of services (or production of affects), have the potential to spark social change of unprecedented dimensions. A sequel, Multitude: War and Democracy in the Age of Empire, published in August 2004, details the notion, first propounded in Empire, of the multitude as possible locus of a democratic movement of global proportions. The third and final part of the trilogy, Commonwealth, appeared in the Fall of 2009.
Declaration by Hardt and Negri unfortunately reads (feels) like a pep rally for the radical left; and like any contrived high school pep rally, way too much is made of the ephemeral collective effervescence of the masses (multitude) to warrant serious attention. But their optimism is not necessarily pernicious. If time proves correct their analysis of 2011 “encampments” as truly pregnant with the possibility for radical transformation, this reader will be happy to be wrong.
Her ne kadar Orta Doğu'nun ezilen çoklukları kendi ayaklanmalarını üretmiş olsalar da bunlar geleneksel ve (çokluğun dağınık ve örgütsüz yapısına kıyasla) iyi örgütlenmiş oligarşilere temsil yetkisi bırakarak bir kenara çekildiler.. Sinikleştiler; Mısırdaki ayaklanmaların sonucu aslında iyi bir özet gibiydi.. (Tabi ki Fas'da bir başka örnek ama nereye varacağı belirsiz..)
Orta Doğu'nın ontolojik bataklığında bu gibi şeyler okumak bilim kurgu tadı veriyor..
Quasi un corollario alla "seconda vita" intellettuale di Toni Negri ricominciata col poderoso (e fondamentale) Impero questo istant book filosofico (distribuito solo in formato elettronico quasi a volerne rimarcare l'urgenza e al tempo stesso l'alterità)ha il pregio dell'attualità, del momento giusto al posto giusto. Negri riparte dai movimenti (la primavera araba, occupy wall street...) e dal loro superamento delle categorie marxiste e individua nel "commoner", una sorta di soggetto/oggetto antagonista che prende il via dalle quattro categorie sociali( l’indebitato, il mediatizzato, il securizzato e il rappresentato) prodotto del disastro umano e politico del neoliberismo e della sua crisi. Solo dallo spurgarsi delle loro contraddizioni (ad es. l'accettazione del lavoro a basso costo come ricatto sociale, come vassallaggio e ancora di salvezza; il superamento del rituale scontro - sempre a perdere - sindacato/proprietà ecc...), il tirarsi fuori dalla melma del capitale come corpo sociale (per citare il Negri degli anni ruggenti) si può tornare ad un antagonismo performante, a una moltitudine che attui una condivisione del bene comune, a una forma di democrazia diretta che soffochi per sempre la necessità della rappresentanza (ovvero l'esatto contrario di quel federale da operetta di Beppe Grillo - mi scusi Negri se da Spinoza passo al guitto in fez, se abbasso così il suo discorrere - la fine della rappresentanza attraverso il filtro dell'uomo forte, del profeta trompe l'œil). Negri e Hardt si fermano all'analisi fenomenologica senza indicare il dove e il come (ma in fondo i filosofi son pagati per questo), la presa del Palazzo D'Inverno sarà a cura delle capacità creative del nuovo soggetto. Al margine di tutto ciò, io che tendo a una certa idiozia di risulta, mi domando come lavorino in tandem due filosofi, mi chiedo se il povero Hardt, schiacciato dalla fama di Negri, non sia costretto a indossar le vesti del Garfunkel della situazione, gli toccheranno le groupie peggiori, dovrà stare a fumare in cucina con la servitù mentre Negri intrattiene le dame postmarxiste della buona società parigina...
21. yüzyıl kapitalizminin yarattığı insan tiplerini iyi tespit etmiş ve sınıflandırmış yazarlar. Yine kent ve meydan işgallerinin dünyadaki eylemlerde neden öne çıktığı sorgulanmış. Ancak yazarlar isyan eden kitlelerin mevcut durumunu mutlaklaştırmış ve buradan daha genel sonuclara varmaya çalışmışlar. Meydan ve bina işgalleri, sokak sokak yürüyen direnişler elbette kıymetli ancak direnmenin tek biçimi değil. Kitlelerin kendiliğinden ve örgütsüz hareketleri elbette önemli, ama bu hareketler devrimci halk mücadelelerinin yalnızca bir yönü. Kitlelerin geri yanları (örgütlü mücadeleye yönelik isteksizlik, iktidarı ele geçirme perspektifinden yoksun olmak, vs.) yazarlar tarafından onları önceki direniş deneyimlerinden daha üstün kılan şeylermiş gibi ele alınmış. Bu onların anarşizme kayan dünya görüşüyle tutarlı ama, dünya gerçekliğinden uzak.
İlan edilen duyuru boşuna değil. her ne kadar Kuzey afrika'dan başlayarak dağılan rejimlerin yerine yine muhafazakar partiler gelse de mücadele faydasız demek değildir. özgürlük ve eşitliğin vazgeçilmez ilkelerinin tam olarak gerçekleştirilmesi uzun zaman alabilecek olsa da olumlanmıştır(p.60).
Ortadoğu ve Kuzey Afrika'daki toplumlar borçlandırılanlar, medyalaştırılanlar, güvenlikleştirilenler ve temsil edilenler olarak tasnif edilmiştir.
Bu dördü sistemin kendilerine sunduğu süreç içinde , aynı zamanda bu sisteme karşı gelerek, çadırlarını kurup toplanıyorlar ama bu malumun ilanından başka birşey değil...
Declaration is H&N at their best. It's like the events of 2011 solidified all of the ideas they've been developing in their Empire/Multitude/Commonwealth project. Declaration is the clearest most succinct view of their ideas--if only it could have been published before the others :)
"I manifesti fanno le veci degli antichi profeti che con il potere della loro visione creano un popolo. Gli attuali movimenti sociali (tra cui il M5S) hanno invertito questo ordine rendendo obsoleti manifesti e profeti". In realtà non è proprio così (almeno per i 5s...). "Uno degli elementi più radicali (...) di questo ciclo di movimenti è stato il rifiuto della rappresentanza e la costruzione in sua vece di schemi di partecipazione democratica". Le 4 nuove categorie "antropologiche" (che non saprei come definire altrimenti e che lasciano perplessi) sono: l'indebitato il mediatizzato il securizzato il rappresentato. Figure soggettive frutto della crisi neoliberista (non del neoliberismo tout court), le chiamano gli autori. Interessanti le pp. 16-17 sull'indebitato, o meglio sul debito: "La figura dell'indebitato non può essere riscattata ma unicamente distrutta". Avete da perdere solo le vostre catene. Possibile non si riesca a capire che il modo (forse non l'unico) per spezzare queste catene è ridurre il consumo?!?!? Bene anche le pp. sul mediatizzato (la nostra categoria par excellence): "Il problema non è più consentire alle persone di esprimersi ma fornire piccoli intervalli di solitudine e silenzio in cui possano infine trovare qualcosa da dire. Le forze repressive non impediscono alle persone di esprimersi, ma piuttosto (ma piuttosto?!?) le costringono a farlo. Che sollievo non avere niente da dire, avere il diritto di non dire niente...". (Deleuze). L'obiettivo per Deleuze non è il silenzio, ma avere qualcosa che vale la pena di dire.
Perché la popolazione carceraria (soprattutto latinos e afroamericani) è ai massimi livelli negli Usa (aumento del 500%)? Non ho capito, pazienza.
A proposito di "rappresentati" (altra categoria di pertinenza), "dobbiamo renderci conto che la rappresentanza non è, di fatto, un veicolo di democrazia, quanto un ostacolo alla sua realizzazione". Why? Per questo, questo , questo e quest'altro motivo: "Il potere della finanza e della ricchezza toglie innanzitutto alle persone la possibilità di associarsi e costruire organizzazioni in grado di sostenere i costi sempre più elevati delle campagne elettorali (?!?). Inoltre "la sovradeterminazione (che è?!?) operata dai me(r)dia è un ostacolo decisivo contro la possibilità di partecipazione democratica". "Le strutture di partecipazione sono oggi invisibili (molte volte criminali o controllate da lobby - che è quasi la stessa cosa-) e il rappresentato agisce in una società svuotata d'ogni intelligenza e manipolato dall'assordante imbecillità del circuito me(r)diatico, subendo l'opacità dell'informazione come un'assenza di virtù e registrando esclusivamente la cinica trasparenza del potere della ricchezza reso più volgare dalla mancanza di responsabilità"; per la serie SOLOUNAPICCOLASPOLVERATADIPESSIMISMO.
E finalmente si viene a parlare del M5S (senza nominarlo ovviamente) alle pp.31-32; a p.37, invece, anche se riletto da Deleuze (di nuovo lui): "debole e schiavo non è chi è meno forte, ma chi, qualunque sia la sua forza, è separato da ciò che è in suo potere".
"I progetti politici focalizzati nel fornire informazioni (ad es. il M5S), per quanto importanti, conducono facilmente al disappunto e alla disillusione", e si fa l'esempio degli ammereghani, che se anche leggessero tutti Chomsky non cambierebbe nulla e bla-bla.
NB lo slogan (argentino) CHE SE NE VADANO TUTTI, diventato un mantra grillino, data 2001: que se vayan todos. Olè. NB2 il potere non è una COSA ma una RELAZIONE. NB3 principio di differenza di Rawls: le diseguaglianze nella distribuzione delle merci dovrebbero essere consentite solo se a beneficiarne fossero gli svantaggiati della società.
Parole d'ordine: comandare obbedendo, camminare domandando.
"Il denaro che crea denaro è un'antica definizione dell'usura e l'odierna pratica speculativa finanziaria andrebbe ugualmente condannata", come fanno le banche islamiche.
"Il pubblico, un'autorità che trascende il sociale, agisce sempre in termini burocratici, di frequente irrazionali; è miope e opprimente.
La categoria del COMUNE andrebbe spiegata un po' meglio.
"Le assemblee hanno tutte in comune l'intenzione di rompere la delicata tendenza a centralizzare il potere in un gruppetto di leader, fornendo invece un meccanismo con il quale tutti possano essere inclusi nelle deliberazioni e nel processo decisionale".
An important electronic pamphlet that was circulated around the time of the Occupy movements in the early 2010s. They seem to be correct concerning the contradiction between having a supposed democratic republic and pandering to massive multi-national corporations and banks.
However, they seem to want to replace this with some kind of global democracy -- it seems like almost a direct democracy. This solution, I think, is a terrible idea and could never work. See Robert Michels and his "iron law" of oligarchy: "who says organization, says oligarchy."
However, I know Hardt and Negri have a vast oeuvre spanning many decades, so I will withhold a more definitive and convicted judgment until I engage with that.
2010 yılı sonlarına doğru başlayan toplumsal hareketler, öncekilerden belli nitelikleri dolayısıyla ayrılıyor. Bu hareketler, sağduyunun yönetici güçlerin kararlarına ve dayatmalarına yaradığının farkında ve bunu reddediyor.
This entire review has been hidden because of spoilers.
DUYURU -Lidersiz, hiyerarşik olmayan (yatay tarzda) örgütlenme ve belli amaçlar için (ortak olan) birlikte hareket, yani OTONOM HAREKET hedeflenilmelidir.
-Günün insanı, 1) BORÇLU (banka), 2) EKRANLI (bilişim-iletişim mahkumluğu), 3) KORKULU (polis/asker) ve 4) TEMSİLLİ (seçim kandırmacaları) hale getirilmiştir.
-Artık TEMSİL REDDEDİLMELİ ve DOĞRUDAN DEMOKRATİK KATILIM ve YÖNETİM İSTENMELİDİR.
-Küçük İNZİVA ve SÜKUNET ALANLARI yaratmalıyız (Deleuze'den).
-Mevcut sistemin dışında kalmakla ürkütülen birey, "gönüllü köleliğin" kurbanı (ve kendi altındakine uygulayanı), "güvenliğin" de kontrol edileni ve edeni olmaktadır.
-Kapitalizmde PARA asli toplumsal bağlantıdır ve birey sosyal gücünü ve toplumla olan bağını CEBİNDE TAŞIR; proleterleşen emekçi, sadece parasal gücünü değil, beraberinde İNSANİ ve politik kapasitesini de yitirir (K.Marx).
-Üretim ve emek evrenselleşip ortaklaşmakta ve TÜM HAYAT ayakta kalıp yaşayabilmek için İŞE KOŞULMAKTADIR. Finansın merkezileşmesiyle, ortak kamu alanlarının sömürülmesi ve ulus-devletlerin birey için tehdit/şantaj unsuru haline gelişi hızlanmaktadır.
-BİLGİ, hem sistemin kontrolü hem de emeğin direnişi anlamında, her zamankinden daha fazla KALP işlevindedir.
-Tekilliklerin eşitliğine özen göstererek, ötekinin bilgi ve zekasından yararlanacak şekilde eğitim düzenlenmelidir.
-KAMUSAL tüm alanlar (devletle ilgili, hiyerarşik, temsili), ORTAK ALANLARA (sivil-aşağıdan yukarıya işleyen, hiyerarşik olmayan, doğrudan katılımlı) dönüştürülmelidir.
-BİR ORTAKÇI OLMALIYIZ. ORTAKÇI ORTAKTIR ve ORTAK YAPAR.
-PARA YARATAN PARA AYIPLANMALIDIR.
-ÖZEL'den kaçarken DEVLET'e yakalanmamalıyız.
-SON 20 YILDIR YÜRÜTMENİN GÜCÜ ARTARKEN, YAŞAMANIN GÜCÜ AZALMAKTADIR; KARARNAMELER ÇAĞINI YAŞAMAKTAYIZ.
I'm going to write a longer review later. the main problem with this book is that, while it does put forward some genuinely good ideas, they all seem to rest upon a type of flimsy left-liberal basis. at least from my reading. Nonetheless, the majority of reforms put forward in this book would most definitely be a step up from what we currently have.
An optimistic account of recent collective democratic movements internationally, Hardt &Negri argue that "our political task is paradoxical: we must prepare for the event even though its date of arrival remains unknown." A helpful book for thinking through what's at stake in liberal democratic crises, even if the proposed solutions feel too vague at times.
zzzzzzz, neoliberalism is bad, capitalism is a scourge, people need to rise up and form tiny democratic hordes whose functioning is vague yet sure to be much more freeing, etc.