La Stamberga dei Lettori discussion

This topic is about
Pastorale Americana
Discussioni letterarie
>
Ventinovesimo GdL: Pastorale Americana di Philip Roth
date
newest »




Detto questo... Solo poche pagine, ma mi piace molto. Mi piacciono sicuramente lo stile e il contesto storico e culturale da cui emerge la storia. Mi hanno detto in tanti che questo libro è lento nel senso che i dettagli non si sprecano al punto da sfociare nel prolisso e sovrabbondante. Forse sì, ma a me piace anche così.
Voi? Sono molto molto curiosa di sentirvi!
Anch'io ho cominciato (e in realtà già finito) la prima tappa :)
Il libro è lento sì, non so ancora bene cosa pensarne.
Il libro è lento sì, non so ancora bene cosa pensarne.

Inizialmente era anche il mio, di pensiero...
Alessandra wrote: "Voi? Sono molto molto curiosa di sentirvi!..."
Non so cosa rispondere, nel senso che avendolo letto poco fa ho ancora il ricordo fresco, ma non vorrei sbagliare e spoilerare.

Siamo così sicuri che si tratti rispettivamente di un difetto (lento) e di un pregio (scorrevole)?

Poi che sia un pregio o un difetto, credo sia tutta un'altra questione.
No, nemmeno io intendevo quello.
Ci sono porcherie inenarrabili che si fanno leggere subito (certo: magari le frasi sono di una sintassi elementare) e capolavori pesantissimi da affrontare.
Ci sono però anche bei libri che si fanno leggere subito e mattoni indigeribili anche per la loro lentezza.
Ci sono porcherie inenarrabili che si fanno leggere subito (certo: magari le frasi sono di una sintassi elementare) e capolavori pesantissimi da affrontare.
Ci sono però anche bei libri che si fanno leggere subito e mattoni indigeribili anche per la loro lentezza.




A me è piaciuto, pur con molte riserve e molti "distinguo". Comunque, ci risentiamo quando avrete finito anche voi. ;-)



Credevo che avrei avuto più tempo, ma Torino mi ha sfiancata. Distrutta. Devastata. Sono riuscita a leggere un po' solo sul treno di andata.
Sono d'accordo con Arwen quando dice che è impossibile esprimere un parere "a tappe" su questo libro, perché, semplicemente, non succede. Credo che solo alla fine mi azzarderò a cercare di capire quanto mi è piaciuto.
Sono d'accordo con Arwen quando dice che è impossibile esprimere un parere "a tappe" su questo libro, perché, semplicemente, non succede. Credo che solo alla fine mi azzarderò a cercare di capire quanto mi è piaciuto.


Finito anch'io, e non posso dire di averlo apprezzato molto.
Decisamente bulimico, ricordo di aver provato la stessa sensazione dopo aver letto "Rumore bianco" di Delillo: bello, sì, ma be'?
La vicenda familiare dello Svedese è tanto approfondita quanto lasciata cadere. Probabilmente si tratta di un problema mio, ma (view spoiler)
Decisamente bulimico, ricordo di aver provato la stessa sensazione dopo aver letto "Rumore bianco" di Delillo: bello, sì, ma be'?
La vicenda familiare dello Svedese è tanto approfondita quanto lasciata cadere. Probabilmente si tratta di un problema mio, ma (view spoiler)


Come quando si rompe un vaso prezioso ti soffermi su quanto era bello e su come si possa essere rotto nonostante lo custodissi con cura più che sui cocci che rimangono...quindi quello che viene poi per lo Svedese è privo di senso e di importanza, ed anche il filo della narrazione si frammenta.
Sotto questo profilo più compiuti mi sono sembrati gli altri capolavori della "trilogia": La macchia umana e soprattutto Ho sposato un comunista.

Inoltre incombe, come sempre nei romanzi di Roth, la non risolta questione della religione ebraica. Il loro Dio è molto esigente e qualcuno la deve pur pagare, sempre. Lo Svedese indubbiamente paga. Ma perché? Solo perché ha sposato una shiksa?
E' vero, è vero, anche in Indignazione ricordo questa questione. E in effetti ora che hai messo in moto la macchina ricordo almeno altre due costanti: l'appartenenza per nascita ma non per vocazione alla cultura ebraica e il conflitto con un padre-padrone che incarna appieno questa cultura.

Anche io ho avuto la tua impressione, anche se mi sembra che il messaggio di Roth sia più ampio e investa il "sogno americano" che a un certo punto è stato distrutto proprio da quella generazione che avrebbe dovuto riceverne tutti i frutti, o almeno questa è la visione dello Svedese. Secondo me comunque la visione di Roth è più vicina a quella di Jerry: il sogno americano non è mai esistito e solo il desiderio di rimuovere tutto ciò che ne svela la falsità ha consentito ad alcuni di vivere in una grande illusione.

In Roth la condizione ebraica è sempre presente, anche quando in Ho sposato un comunista la co-protagonista è ebrea ma forse neanche sa di esserlo e sicuramente non lo vuole e ne La Macchia Umana Coleman Silk finge di essere ebreo per mascherare le sue vere origini.
Tanto onnipresente da diventare paradossalmente secondario in più libri o meglio "reagente" con altre situazioni e non certo (o non sempre) in primo piano.
Avendo appena letto Middlesex, analoghe dinamiche di attrazione - repulsione con la società americana si riscontrano anche nella comunità greco - ortodossa di cui si narrano i destini.

Mi manca qualche decina di pagine, potrebbe ancora succedere di tutto, finire in un qualsiasi modo, per cui il mio giudizio è ancora parziale, ma, dovesse anche concludersi con una delusione, credo che mi rimarrà un'opinione molto alta di questo romanzo. Trovo molto stimolante la narrazione che Roth fa della società americana a tra gli anni '40 e gli anni '70. Sono coinvolta dalle sue osservazioni e dagli espedienti narrativi con cui vengono esposte. E Seymour. Seymour è un personaggio gravemente imperfetto, ma credo che valga profondamente la pena di essere conosciuto.
Un difetto di questo libro è sicuramente l'approfondimento bulimico su cui Roth non risparmia mai. Dettagli, dialoghi di pagine e pagine, flussi di pensiero ancora più lunghi, dettagli e ridondanze: non se ne coglie sempre l'utilità e possono rendere la lettura poco gradevole in alcuni passaggi, come pare che sia già stato detto da tutti voi sopra. Sono d'accordo, non sempre mi sono sentita dello spirito "giusto" per apprezzare alcune pagine e le ho superate con un principio di insofferenza. Non rinnego niente, però, non credo che, globalmente, avrei voluto qualcosa di diverso da questo romanzo, pure con le sue pagine meno piacevoli. Non tutti i romanzi devono essere scorrevoli e piacevoli, almeno per me.
Sono quasi certa che lo rileggerò. Un giorno.
Ecco le tappe:
Venerdì 1 - Giovedì 7: Parte I
Venerdì 8 - Giovedì 14: Parte II, Capitoli III - VI
Venerdì 15 - Giovedì 21: Parte II, Capitolo VII; Parte III, Capitolo VII
Venerdì 22 - Giovedì 28: Parte III, Capitoli VIII, IX
Il numero di pagine delle tappe è un po' sfalsato, perché il libro è composto da 9 capitoli parecchio lunghi.
Comunque eccoci: è il mio primo Roth dopo Indignazione, che mi è piaciuto tanto da farmi temere di scoprire che gli altri libri non sono all'altezza.