Michele Mari discussion
Incipit
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Da "Tutto il dolore del mondo", in "Euridice aveva un cane"
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by
Schnier
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May 16, 2020 02:15PM

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Un giorno d'ordinaria follia, su sfondo metropolitano, probabilmente milanese... Il narratore parla in prima persona, sta redigendo - lo capiamo in conclusione - la cronaca degl'incredibili avvenimenti in cui è stato trascinato nel corso d'una giornata del tutto fuori del comune, per lui. Lo si desume dalla caratterizzazione stessa del personaggio, che a tratti mi ha ricordato una figura céliniana o (potranno dirlo i più consci, io qui son difettoso, ahimè) gaddiana, ricolma cioè d'idiosincrasie e fisime, ma rigorosissima nel ragionare e nel procedere. Ebbene, questo particolare tipo d'intransigente lunatico - il protagonista - s'imbatte per caso in un evento minimo, trascurabile e tuttavia totalizzante: tutto il dolore del mondo, appunto. Si è concentrato, tale intollerabile dolore, nel corpo d'un pesciolino agonizzante, al quale il protagonista vuol prestare soccorso, costi quel che costi, in conseguenza d'un impulso di misericordia testardo e indefesso, come solo può verificarsi in certe personalità eccentriche. In un crescendo di furore, dispetto e nerissimo sarcasmo, la lotta d'un animo candido contro la cattiveria e l'indifferenza del mondo. Un racconto molto malinconico e - oso dire - filosofico, denso di compassione e inquietudine. L'ho apprezzato tantissimo, benché sia parecchio angosciante, o così mi è parso. Chi non si è mai arrovellato sul senso dell'esistenza, a partire da piccolezze? Per me, è la regola...