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Sfida Scaffale Strabordante
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SSS8 Sfida dello Scaffale Strabordante 8: maggio 2018, secondo mese.

Oltre ad aithusa, in testa con 6 libri, hanno iniziato al galoppo: Cricri, Eli.Mi., Emanuela, Tiziana e Minnie33 che hanno letto quattro o cinque libri.
Forse qualcun'altra potrebbe essere fra queste, ma non ha aggiornato il foglio.
32 liste pubblicate, in 25 abbiamo letto almeno un libro e in 19 hanno letto due o più libri (tenendo la media di almeno due libri al mese).
Proseguite con questo passo brillante e chi non ha ancora iniziato... si sbrighi : )
Nota: i dati numerici sono stati presi alle 16:30 del 1° maggio.

"L'amico perduto" - H. Haasse
Si tratta di un romanzo considerato un classico moderno della letteratura olandese. Un’amicizia tra due ragazzini (un olandese e un indonesiano) cresciuti in Indonesia ai tempi dell’occupazione olandese. Il romanzo tenta di raccontare di come un’amicizia spontanea si trovi ad evolvere anche negativamente a causa delle differenze sociali e razziali tra i due, ma in realtà quello che riesce meglio all’autrice è la descrizione dei luoghi e dei paesaggi dell’amata Indonesia nella quale è cresciuta.
Questo è il terzo libro della lista. Ora abbandonerò la sfida per completare un libro che non c'entra, ma conto di riprenderla a brevissimo.

Adesso sto leggendo "il racconto del'ancella" e il commento di aithusa mi fa ben sperare.

All'inizio l'ho trovato un pochino lento poi verso metà libro inizia ad essere più avvincente, il finale per me è stato inaspettato. Nel complesso una lettura leggera e scorrevole. Consigliato!

"L'amico perduto" - H. Haasse
Si tratta di un romanzo considerato un classico moderno della letteratura olandese. Un’amicizia tra d..."
@Lise, ti vedo moooolto determinata ;)

Il mio primo Perutz. E mi sa il primo di una serie!
Un racconto nebbioso, freddo, con una luce lattiginosa, il riverbero della neve che brucia gli occhi e che confonde la mente. Un uomo e una donna che si ritrovano, sarà stato il destino? Il volere divino? Oppure una semplice casualità?
Tutto può essere, non è questo in fondo quello che è importante, ma l’atmosfera che si respira. Una tensione verso qualcosa, verso una spiegazione, che non crea angoscia nella lettura, ma un sereno coinvolgimento.
Il dottor Amberg ha davvero vissuto tutto quello che ricorda?
“ Il sogno concede ciò che la vita nella sua avarizia ci nega. . E allora perché svegliarsi se il sogno è così bello, se ti fa raggiungere gli obiettivi di una vita, si chiede il dottore, ritrovatosi all’improvviso in un letto di ospedale con ricordi completamente diversi da quelli che gli vengono descritti? Un puzzle, con pezzi mancanti ma la cui immagine si costruisce nella testa, senza bisogno che si completi nella realtà. E allora penso a quella stanza mediocre in cui il dottore si muove, alla luce del camino scoppiettante che crea un alone in cui in buio si ritira, all’odore di mela candita misto al cloroformio, al fruscio di una vestaglia di seta, alle orme sulla neve, al rilievo in una vetrina che ha la faccia di un Federico “qualunque”, a come “le luci parse del villaggio sembravano scintillare dietro una cortina densa e lattiginosa” , alla nebbia che tutto inghiotte insieme alla neve che ne disperde i contorni.
Una lettura spigolosa ma proprio questa è la sua bellezza.

Ho finito il mio primo libro per la sfida!
Non sono una grande amante dei racconti, faccio sempre fatica ad approcciarmi a questo genere. Tuttavia devo dire che questa raccolta mi è piaciuta molto, ho apprezzato tutti i racconti a parte uno, trovandoli divertenti, ben scritti e originali. Come recita il titolo, l'affresco dell'India che esce fuori da questi racconti è iperreale, senza visioni troppo romantiche di un paese fortemente contraddittorio.
Molto soddisfatta della mia lettura :)

"Un mese con Montalbano" di Andrea Camilleri
della serie un Montalbano al giorno leva lo psicologo di torno ;)
per me è un periodo un po' deprimente e cominciare la giornata con qualche pagina leggera e ironica mi solleva l'umore
unica controindicazione: ormai penso in vigatese e me ne catafotto di tutto...


L'ho finito già da qualche giorno ma ho lasciato passare del tempo per assimilarlo. Ho impiegato più di un mese per leggerlo: lettura molto lenta, personaggi che non spiccano, non sono banali, ma non hanno alcuna particolarità che li faccia ricordare nel bene o nel male. All'inizio mi ha ricordato il verismo di Verga, uomini e donne rassegnati al loro destino, umili i più poveri e sicuri di poter dominare per sempre gli altri. Ma la vicenda si svolge intorno al 1860 in una regione, il Molise, facente parte dell'impero borbonico; Garibaldi, i re francesi contro i Borboni, re per diritto divino; "il nuovo che avanza" diremmo oggi. Il brigantaggio feroce nel tentativo di difendere lo stato esistente, le notizie spicciole, rade che arrivano dal resto di quella che sarà l'Italia, tutto mentre i contadini si trasformano a volte in soldati, a volte in briganti. E' la storia di una piccola comunità, di poche persone che si trovano in mezzo a dei cambiamenti importanti, di fronte ai quali si sentono minuscoli e tentano di sopravvivere. A me non è piaciuto tanto, nè lo stile, nè il racconto in sè. Peccato, perché mi aspettavo di più.


D. Du Maurier, Rebecca la prima moglie
La storia, resa celebre da Hitchcock, è quella di una rivalità, di un'ossessione per una donna che ormai non c'è più, Rebecca.
Attorno a questo tema centrale, l'autrice costruisce un romanzo che mischia diversi generi: gotico, psicologico, sentimentale.
La vicenda è filtrata dagli occhi della seconda moglie (di cui non sapremo mai il nome) ed è permeata costantemente da un'atmosfera greve, quasi soffocante, in cui i momenti di levità sono rari.
La lettura è stata molto coinvolgente e, pur essendo chiaro fin da subito chi siano i buoni e chi i cattivi, non sono riuscita a parteggiare automaticamente per la fazione più ovvia, sia perché Rebecca e la signora Danvers sono personaggi interessanti, ma soprattutto perché l'ingenuità/goffaggine/insicurezza/mancanza di carattere della scialba protagonista sono oltremodo irritanti, tanto da essermi ritrovata spesso ad imprecarle contro.
D. Buzzati, La famosa invasione degli orsi in Sicilia
Adorabile favola che narra del tempo in cui gli orsi scesero dai monti siciliani ed impararono a convivere con l'uomo. In parte in rima e in parte in prosa, Buzzati racconta le avveture di re Leonzio e del suo popolo, tra battaglie, magie e uccisioni di mostri.
Una lettura che rifarei volentieri coi miei nipotini.

Quel punto di vista è sicuramente da sottolineare, ma non l'ho trovato ben fatto. Magari è solo che non è nelle mie corde, il che non mi stupirebbe! Sono comunque contenta di averlo letto, perché non sono in tanti a ricordare che le "rivoluzioni", i cambiamenti spesso sono accompagnati da situazioni incresciose, violente e sofferenti. L'unità d'Italia è costata tanto cara a tutti, ce ne siamo dimenticati (indipendentemente dalle nostre idee politiche).

certo è che così non smaltisco i dinosauri di casa ;)

Come in tutte le raccolte di racconti, anche in questa la qualità è discontinua: si va dall'eccellente (Fredric Brown, Isaac Asimov, Philip Dick, Daniel Keyes, Robert Sheckley, Richard Matheson, Ray Bradbury, H.G. Wells), al buono, sufficiente, fino al mediocre "Prott" di Margaret St Clair. Comunque nel complesso un'ottima lettura, imperdibile per gli amanti della sci-fi.
Voto complessivo ****

Complice il ponte del I maggio, il maltempo e lo stile dell'autore ho divorato le sue 906 pagine in meno di una settimana ma il lbro"non mi ha convinto"!
Premetto che i libri di questo autore mi piacciono tantissimo: li ho letti tutti, ho riletto più volte alcuni, "I pilastri della terra"sono il mio romanzo preferito....e forse, proprio, per questo, purtroppo, sia questo che "Mondo senza fine"mi sembrano"una minestra riscaldata"...scritti (benissimo e con un'attenzione particolare al contesto storico), a mio avviso, per sfruttare l'onda del successo del primo.

Un libro diverso dallo stile a cui ci ha abituato lo scrittore: nè un romanzo giallo, nè storico, nè di costume ma semplicemente la ricostruzione della vita di Samuel Farag che, convertitosi al cristianesimo, si arricchisce intraprendendo la carriera ecclesiastica e poi perde tutto.
Non dico che mi abbia deluso ma mi aspettavo qualcosa di diverso...

Scusa, Cic, mi ero dimenticata di mettere la spunta per ricevere le notifiche della discussione e così mi accorgo solo ora della tua domanda.
Dunque, questa è l'edizione che ho letto Le meraviglie del possibile: Antologia della Fantascienza ed è la più recente. So che ci sono altre versioni della stessa raccolta, con meno racconti e addirittura con racconti diversi. Per esempio, nella mia edizione c'è "L'uovo di cristallo" di H,G, Wells, in altre edizioni invece c'è "Nel paese dei ciechi", sempre di H.G. Wells.
Credo che nel corso degli anni abbiano apportato dei piccoli cambiamenti, anche se l'ossatura è rimasta la stessa.

Questo libro è un vero e proprio capolavoro, gli argomenti trattati sono tanti (filosofia, politica e religione tra gli altri) ma non appesantisce mai perché è un libro sussurrato, perché i personaggi sono tutti perfettamente tratteggiati pur nelle loro imperfezioni, anche il cane (la cagna col nome maschile) ha un suo carattere, è un libro che rimane dentro, voltata l'ultima pagina ho detto "nooooo" non ero ancora pronta a lasciarli, effetto raro e segno che anche negli anni conserverò un ottimo ricordo di Tomas, Tereza e Karenin.

Ritorno alla mia vecchia passione per i gialli classici. E' il primo romanzo di Freeman che ho letto e non sarà l'ultimo. In questo caso una impronta scarlatta, perchè bagnata di sangue si trova all'interno di una cassaforte dalla quale sono stati sottratti dei diamanti. Il proprietario di questa impronta si dichiara innocente e il Dr. Thorndyke viene chiamato all'opera da un familiare in qualità di esperto forense. In pratica, il dottore diventa l'antesignano dei nostri CSI, RIS e quant'altro. Con ben 100 anni di anticipo Freeman individua nella scienza e nella esatta interpretazione dei fatti provati, la soluzione dei fatti di cronaca nera. Stile asciutto, dritto alla scena principale con pochissime deviazioni e scivoli su avvenimenti personali. Un autore che mi piace, decisamente!

Finito Gli omicidi della Rue Morgue di Edgar Allan Poe.
Un racconto particolare, forse un po' assurdo e dalla soluzione un po' azzardata ma se pensiamo che questo racconto di nemmeno 50 pagine ha dato il via a un genere letterario, quello del giallo deduttivo, che con il personaggio di Dupin, Poe ha ispirato scrittori come Arthur Conan Doyle per il suo Sherlock Holmes, o come Agatha Christie per Hercule Poirot allora le 4 stelle le merita tutte! Tanto di cappello

Un onesto thriller con la giusta dose di pathos, di azione, di psicopatici, di poliziotti e della loro task force e di vittima pseudo eroina. Il nostro poliziotto, Archie Sheridan, ricomincia il lavoro con una task force creata, anzi, ricreata con gli stessi componenti la task force formata per stanare la Beauty Killer. La killer Gretchen Lowell che, dopo averlo sequestrato e torturato oltre ogni immaginazione (torture descritte, occhio allo stomaco...), lo uccide e lo rianima costituendosi alla polizia. Il killer che stanno cercando uccide le ragazzine, la comunità di Portland ne è giustamente terrorizzata e Archie ritiene opportuno, su suggerimento indotto di Gretchen, di coinvolgere una giornalista, Susan che si rivela decisiva per il caso. Il libro scorre, veloce, intervallato solo da alcuni capitoli che descrivono i giorni della tortura di Archie. L'intreccio non è particolarmente originale, il ricorso alla serial killer in galera ricorda tanto il cannibale più famoso di tutti, ma la somiglianza si ferma qui. I personaggi sono soltanto abbozzati, escluso Archie che è "sezionato" soprattutto nel suo rapporto con la killer; immagino che nei libri seguenti si svilupperanno meglio. La signora Cain ha i giusti numeri, speriamo che cresca sempre più!

-"La colonna di fuoco"ne ha 906 e non 912 come dichiarato ad inizio gara
-"Uno di noi sta mentendo" ne ha, invece, 298

-"La colonna di fuoco"ne ha 906 e non 912 come dichiarato ad inizio gara
-"Uno di noi sta mentendo" ne ha, invece, 298"
corrette, tutto è a posto : )


"Vite agli angoli" di Esty Hayim
Il romanzo racconta la difficile maturazione dei bambini israeliani della seconda generazione, i figli di quelli che furono bambini nella Shoah. La protagonista, sola e alcolista, recupera attraverso la scrittura il proprio passato di bambina trasparente in una famiglia ungherese di sopravvissuti che arrivati in Israele alla ricerca di una nuova vita, ma incapaci di lasciarsi alle spalle gli orrori subiti, restano stranieri nella nuova patria, non riuscendo a separarsi dalla lingua, dai sapori e dai ricordi che li legano al paese di origine.


Come quasi tutti i thriller, inizio lento, arrivi a metà e poi .... veloce fino alla fine 😁. Una lettura quindi molto scorrevole, nonostante appesantita a tratti da qualche tecnicismo, ma anche emozionante e ricca di suspense. Non irrilevante la scelta di scrivere il libro in prima persona, ti senti catapultato dentro la scena e delle volte non è una bella cosa, visto il realismo con cui vengono descritte alcune scene 😂😂.
In questo primo libro di un’infinita serie, Temperance appare molto meno saccente rispetto a come viene raffigurata nella serie televisiva, si fa quindi amare di più.
Continuerò sicuramente la serie...anche se continuo a preferire la mia Patricia Cornwell, se non altro quella dei primi libri 😬.

Secondo capitolo della trilogia della pianura:
molto simile al primo, nel senso che i luoghi sono quelli e anche alcuni personaggi; la scrittura di Haruf è inconfondibile; e ritroviamo le stesse vite come tante altre, ma anche per questo straordinarie...
Nonostante le sofferenze (che anche stavolta sono presenti) il senso di crescita, di rinascita e di voler andare avanti è predominante!
Sono curiosa di leggere il terzo libro (alcuni mi hanno detto il più bello)

Secondo capitolo della trilogia della pianura:
molto simile al primo, nel senso che i luoghi sono quelli e anc..."
Kris1980, "Crepuscolo" mi è piaciuto molto ma non quanto "Canto della pianura"... sarà che quel senso di rinascita che dici lo avevo avvertito molto di più nel volume precedente, e questo secondo capitolo in molti passaggi mi ha lasciato una grande malinconia... Specialmente per quanto accade ai fratelli McPheron, che mi erano proprio entrati nel cuore...

Secondo capitolo della trilogia della pianura:
molto simile al primo, nel senso che i luoghi ..."
è vero, infatti non so come mai... anche se ci sono molti episodi forti , ho sempre letto tutto come una sorta di riscatto, nel senso che sapevo che poi ci sarebbero state delle cose belle. Invece nel primo (altrettanto bellissimo) ho avvertito in tutte le pagine quel senso di malinconia che dici tu :/

Insomma penso si sia già capito che ho apprezzato moltissimo questa rilettura, che fa parte di una vera e propria riscoperta degli ultimi volumi della saga, quelli che ho letto di meno perché pubblicati quando avevo già superato la fase dell'infanzia e della preadolescenza dove rileggevo i miei titoli preferiti decine di volte... Abitudine che sto riprendendo ;)


Questo romanzo è basato su dialoghi tra Pretextat Tach, ottantatreenne Premio Nobel per la letteratura, e alcuni giornalisti, venuti ad intervistarlo in quanto gli è stato diagnosticato un rarissimo tumore e gli restano solo pochi mesi di vita. Il protagonista è obeso, disgustoso, villano, insopportabile, misantropo, misogino, e chi più ne ha più ne metta. E le interviste che concede a questi poveri giornalisti sono lo specchio di quello che è lui, e fa di tutti per metterli in difficoltà. Solo l’ultimo giornalista, una donna, sarà in grado di invertire i ruoli.
Se devo essere sincera il libro non mi è piaciuto, l’ho trovato irritante proprio come il protagonista.
Finito anche A cavallo della scopa di Bianca Pitzorno.
Ho trovato questo libro per ragazzi molto carino! C’è da dire che questa scrittrice mi piace molto, quando si rivolge ai ragazzi, però. Lo doveva leggere mia figlia per la scuola e ne ho approfittato anch’io, e ci siamo divertite entrambe!

Il club degli incorreggibili ottimisti è un libro meraviglioso. Gli anni '60, Parigi e Michel un ragazzino che impara a vivere tra problemi scolastici e famigliari, i libri che legge anche camminando, il calcio balilla, la guerra in Algeria e il Balto, un locale in cui scopre dietro una porta Il club degli incorreggibili ottimisti che da il titolo all'opera. Qui Michel incontra un gruppo di esuli, profughi dell'est Europa, che si riuniscono per stare in pace, giocare a scacchi e a volte discutere. Gli argomenti sono svariati dalla politica alla religione, dall'amore all'odio, l'opera, il balletto e tanta letteratura.
Le storie di questi uomini si intrecciano e scopriamo perché sono fuggiti dal loro paese, in quali circostanze e cosa hanno poi trovato in Francia. La prosa è semplice e trascinante, alle 2 di notte non volevo staccarmi, volevo rimanere e sapere cosa succedeva ai miei amici. Una parte di storia europea che conoscevo poco e che Guenassia ha saputo tratteggiare con maestria così come ha disegnato perfettamente i suoi personaggi.
Consigliatissimo!

Mi ricordo di te di Yrsa Sigurdardòttir
Nonostante non sia un'amante degli horror, questo mi è piaciuto perchè è riuscito a tenermi sul filo del rasoio, facendomi rabbrividire. Complici queste serate ricche di temporali, ho spesso interrotto la lettura per guardami in torno... mi sembrava di sentire i rumori descritti nel libro o la risata del ragazzino!

Il club degli incorreggibili ottimisti è un libro meraviglioso. Gli anni '60, Parigi e Michel un ragazzino che impara a vi..."
concordo! bel libro

"I giorni di scuola di Gesù" di J. M. Coetzee
E' il seguito de "L'infanzia di Gesù". Speravo di capire qualcosa di più invece buio pesto. Anzi qui i problemi si complicano e il mistero si infittisce. Non sai se è molto profondo o ti prende per i fondelli. Mah... forse il bello sta proprio lì
ps
che emozione vedermi in testa alla classifica! ma vi assicuro che poi rallento... mi aspettano i tomoni ;)

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Come aggiornare
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Ho finito "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood.
Era da tantissimo tempo che volevo leggere questo romanzo e sono contenta di aver finalmente trovato il "coraggio" perchè mi è davvero piaciuto.
Scritto nel 1985 è un romanzo distopico ambientato alla fine del XX secolo quando negli Stati Uniti viene instaurato un regine totalitario teocratico, la "Repubblica di Galaad", nel vecchio Maine, un governo caratterizzato dalla sottomissione della donna ritenuta utile soltanto ai fini della procreazione, le donne sono viste come oggetto, non hanno un nome proprio ma un nome che indica il Comandante a cui appartengono, si tratta delle "ancelle", costrette a vestirsi di rosso in abiti monacali e con un particolare copricapo bianco con alette per impedire loro di vedere il mondo circostante e allo stesso tempo di essere viste in viso. Ed è attraverso la voce della protagonista, l'ancella Difred (ovvero del Comandante Fred, di Fred appunto!), una donna poco più che trentenne che conosciamo le caratteristiche di questo nuovo regime e le dinamiche della casa dove ella vive.
Ho apprezzato molto lo stile della Atwood con tutte le sue minuziose descrizioni, è un romanzo estremamente attuale, dove le diversità non vengono accettate, ma anzi viste come una negatività, come quasi un nemico che bisogna eliminare, dove le donne sono alla mercé della "superiorità" maschile.
aithusa, aprile 2018
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