Goodreads Italia discussion
Off-Topic
>
Istat 2016: calano i lettori, aumentano i libri pubblicati
Affascinante come i maggiori difensori della qultura siano quelli che commentano senza aver letto tutto l'articolo...

Roberta wrote: "Risparmiatemi le letture che son di fretta: si conofonde ancora comprare con leggere?"
Giusto ieri Antonio Fusco ha detto che per incentivare alla lettura occorre abbassare il prezzo dei libri, come se l'unico modo per procurarsi un libro fosse comprare l'hardcover...
Giusto ieri Antonio Fusco ha detto che per incentivare alla lettura occorre abbassare il prezzo dei libri, come se l'unico modo per procurarsi un libro fosse comprare l'hardcover...

Ecco, questo secondo me dà un po’ il polso della situazione, se veramente la gente crede che i libri si possano recuperare solo in libreria, e che esistano solo quelli molto pubblicizzati.
Tintinnabula wrote: "In un commento all’articolo del Fatto, una persona diceva che per forza nel nostro paese non si legge, in vetrina nelle librerie ci sono solo Vespa, Renzi e compagnia bella.
Ecco, questo secondo m..."
Tutte le scuse trovano...
Ecco, questo secondo m..."
Tutte le scuse trovano...

Tintinnabula wrote: "In un commento all’articolo del Fatto, una persona diceva che per forza nel nostro paese non si legge, in vetrina nelle librerie ci sono solo Vespa, Renzi e compagnia bella.
Ecco, questo secondo m..."
E' colpa di Renzi!!!1111!
Il fatto quotidiano e i suoi lettori, proprio il top
Ecco, questo secondo m..."
E' colpa di Renzi!!!1111!
Il fatto quotidiano e i suoi lettori, proprio il top

Nell'indagine no, perché si parla esplicitamente di libri letti nel corso dei dodici mesi del 2016. Nei commenti, ovviamente sì.
Roberta wrote: "Risparmiatemi le letture che son di fretta: si conofonde ancora comprare con leggere?"
No, a 'sto giro hanno chiesto a un campione domandando proprio "leggere".
Comunque 'sta cosa del "per forza, in libreria sei visivamente aggredito dai libri spazzatura" è la peggior scusa mai sentita.
No, a 'sto giro hanno chiesto a un campione domandando proprio "leggere".
Comunque 'sta cosa del "per forza, in libreria sei visivamente aggredito dai libri spazzatura" è la peggior scusa mai sentita.

Io ho solo mia madre lettrice mentre mio padre ha un pò di libri che prendono polvere. Mia sorella fa parte invece di quelli che leggono massimo tre libri all'anno.

L’aggiornamento degli insegnanti è un grosso problema, secondo me, specie con la ricchezza della letteratura per ragazzi e bambini di oggi poi vedere *sempre* le solite liste di letture Calvino-Christie-L'Agnese va a morire è di una tristezza tragica. Molti purtroppo non sanno smuoversi dai classici,

Senza voler toccare il problema scuola in Italia (la discussione non finirebbe più), vorrei però spezzare una lancia a favore dei tanti vituperati "classici/mattoni". Il compito (stavo per dire la "missione") della scuola comprende l'istruzione e la formazione culturale, e questa può essere realizzata solo facendo leggere determinati testi e determinati autori... certo, bisogna fare di tutto per renderli "appetibili", per evitare di ingenerare noia e disgusto, per farli piacere. Ma la lettura "on demand" non è attività che debba interessare la scuola.
Calvino è sicuramente "vecchio" (non parliamo di Dante, Leopardi o Manzoni, per carità), ma la lettura delle sue opere è fondamentale per la formazione culturale, molto più che leggere Harry Potter (detto con il massimo rispetto per la saga della Rowling, che a me è piaciuta).
Sinceramente, non credo che a 10 anni o a 14 o anche a 18, si sia sufficientemente "saputi" per capire che cosa va letto e che cosa no, e non ci sia bisogno delle indicazioni di qualcuno che ci è passato prima di noi. Leggere libri consigliati a scuola non deve esaurire la lettura: uno è libero di leggere altro, insieme a ciò che gli viene consigliato. Ma, come ho detto sopra, la scuola non deve occuparsi di letture che esulino dal percorso formativo che è il suo scopo principale.
In ogni caso, a leggere i dati ISTAT sembra che sia la famiglia a costruire la propensione alla lettura: si tende a leggere di più quando si ha a disposizione una ricca biblioteca, e quando i famigliari sono a loro volta forti lettori.
Pierre, io ho avuto e ho assistito anche a insegnanti che mortificavano le scelte di lettura volontarie, quando ero studente e quando in biblioteca facevo la volontaria, però. Dalla classica "ma che perdi tempo a leggere Tolkien a quindici anni, che è roba per bambini?" a discussioni infinite sul prendere un libro di narrativa contemporaneo invece di un classicone.
Io sono d'accordo che ci debbano essere delle letture "obbligatorie" diciamo, di classe, ma se porti una classe in biblioteca con l'indicazione "potete prendere quello che volete da leggere" e poi quando vedi i titoli scelti gli ridi praticamente in faccia perché non è quello che ti aspettavi sei una stronza e poco altro, scusa.
Poi ho saputo recentemente di una classe di quarta elementare che come compito delle vacanze ha avuto leggere da soli un libro a scelta dalla serie dei Nostri Antenati di Calvino. Se permetti, questo a me sembra ridicolo per l'età che i bambini hanno.
Io sono d'accordo che ci debbano essere delle letture "obbligatorie" diciamo, di classe, ma se porti una classe in biblioteca con l'indicazione "potete prendere quello che volete da leggere" e poi quando vedi i titoli scelti gli ridi praticamente in faccia perché non è quello che ti aspettavi sei una stronza e poco altro, scusa.
Poi ho saputo recentemente di una classe di quarta elementare che come compito delle vacanze ha avuto leggere da soli un libro a scelta dalla serie dei Nostri Antenati di Calvino. Se permetti, questo a me sembra ridicolo per l'età che i bambini hanno.
Banalmente, la bibliotecaria di ruolo aveva trovato il modo di fare un accordo con i ragazzi delle medie che venivano a scegliersi un libro perché si impegnassero dopo la prima lettura a uscire dalla loro zona di confort e ad accettare titoli suggeriti, e ha funzionato. La prof scuoteva la testa perché tanto i maschi secondo lei non si sarebbero smossi dai Piccoli Brividi e dai libri game. E invece hanno rispettato l'accordo. E c'è rimasta pure male.
La famiglia è fondamentale, ma vedi, in casa mia sono sempre stati tutti forti lettori e io ho imparato a leggere prima di entrare a scuola. Sempre amato i libri. Mio fratello non ci si avvicina proprio, ai libri, forse qualcosina ora ma è stata una reazione anche contro di me, perché io ero brava, io leggevo tanto e tutti si aspettavano che fosse come me. A scuola se diceva che un libro lo aveva già letto (magari glielo avevo letto io) la maestra non gli credeva e lo obbligava a leggere il libro lo stesso. Avrà fatto qualcosa anche questo?
La famiglia è fondamentale, ma vedi, in casa mia sono sempre stati tutti forti lettori e io ho imparato a leggere prima di entrare a scuola. Sempre amato i libri. Mio fratello non ci si avvicina proprio, ai libri, forse qualcosina ora ma è stata una reazione anche contro di me, perché io ero brava, io leggevo tanto e tutti si aspettavano che fosse come me. A scuola se diceva che un libro lo aveva già letto (magari glielo avevo letto io) la maestra non gli credeva e lo obbligava a leggere il libro lo stesso. Avrà fatto qualcosa anche questo?

La mia non è una famiglia di lettori. Credo che mio padre non abbia mai toccato un libro in vita sua e mia madre leggerà si e no un libro all'anno. E non è che i miei siano degli 'ignoranti', sono ben istruiti e hanno sempre tenuto al fatto che io e mia sorella fossimo brave a scuola, ma non mi hanno trasmesso un briciolo di amore per la lettura. Infatti, anche se oggi sono una lettrice forte, da bambina/ragazzina non leggevo. Ancora oggi, se mio padre mi vede leggere, fosse anche il libro più leggero del mondo, mi chiede cosa sto studiando.
Se ho iniziato a leggere lo devo, in piccola parte, anche alla scuola, pur con tutti gli errori da voi già citati.
Credo sia giusto assegnare anche dei classici (non è che classico=noia, anzi io mi sono appassioanta alla lettura grazia ai classici) ma, per iniziare perchè non far leggere qualcosa che possa invogliare di più i ragazzi?
In alcun casi l'intervento degli insegnanti fa più male che bene, e in generale quanti insegnanti incapaci ho incontrato nella mia carriera scolastica? Troppi.
Però c'è da spezzare una lancia a favore di alcuni insegnanti perchè anche l'alunno deve fare la sua parte.
Un aneddoto: al liceo (ultimi anni di liceo scientifico, quindi teoricamente la creme de la creme) la prof di lettere ogni tanto ci assegnava un libro, non classico, e ci lasciava 2-3 mesi per leggerlo. Alcuni miei compagni arrivavano all'ultimo giorno, oviamente senza aver letto il libro, e andavano a leggersi la trama su wikipedia per paura delle domande che la prof ci avrebbe fatto. Lei, che non era scema, naturalmente li sgamava e la scusa era che non avevano avuto tempo: 300 pagine in tre mesi non mi sembra così proibitivo, ma, ehi, la scusa preferita di chi non legge è che non ha tempo. Poi magari fa zapping alla tv per ore però non ha tempo.
Tutta questa pappardella per dire che la gente non legge perchè crede che leggere sia noioso. Non vi sto a fare esempi di ragazzi che conosco che si sono fermati alle scuole medie e che si farebbero sparare in testa pur di non aprire un libro, perchè spesso, come ha detto Dominga, non legge nemmeno chi ci si aspetta che lo faccia.
Anzi, correggendo il tiro, si crede che leggere sia noioso e inutile. E se si è ancora a scuola, aggiungiamoci pure da sfigati.
Non so quanto questa sia una mentalità solo italiana o meno, anche se, frequantando la Svizzera Italiana, posso dire che lì mediamente si legge già di più rispetto all'Italia.

La stessa cosa ho sentito dire di Calvino... ;)
Concordo sul fatto che se un docente concede la libertà, poi non deve fare commenti offensivi o inaciditi sulle libere scelte degli allievi, però devi anche considerare la frustrazione che può coglierlo quando vede che il 90% delle scelte ricade su Geronimo Stilton (o su Harry Potter, a seconda dell'età).
L'impressione è che sia in atto una sorta di omologazione culturale che impone la lettura di pochissimi autori selezionati perché estremamente pubblicizzati. E qui mi riallaccio a ciò che dice Tintinnabula: se è vero che uno non deve rinunciare a leggere perché in libreria vede solo tonnellate di carta sprecata per pubblicare le fesserie di Vespa e compagnia, è anche vero che l'occupazione quasi militare che questi titoli hanno (nelle librerie, nelle classifica, nella pubblicità) riduce lo spazio a disposizione per le piccole case editrici o per gli autori non bestseller. Se avete letto, un altro punto importante che emerge dall'indagine ISTAT è la riduzione delle tirature:
"Nel 2016, mentre i piccoli editori hanno pubblicato in media 4 titoli e stampato poco più di 4mila copie all'anno ciascuno, i grandi marchi hanno prodotto 228 opere librarie, con una tiratura media di 500mila copie."
Vedere la Feltrinelli di via de' Cerretani a Firenze letteralmente invasa dalle copie del libro dell'ex premier (in una vetrina si vedeva solo quello, da qualunque angolazione uno si ponesse) non mi fa certo retrocedere dal leggere/comprare/accumulare libri, tuttavia mi induce a credere che magari altri libri si sono dovuti accontentare di un misero spazietto polveroso sull'ultimo scaffale...
Ma lì sta all'insegnante dare delle regole o delle limitazioni, eventualmente. La mia delle medie era sullo stile "se vi avvicinate ai libri game vi boccio", era un pochetto eccessiva però ha funzionato. C'era anche chi era interessato che tornava a prenderseli in un altro momento senza l'ansia della prof, per dire :D
Nella mia biblioteca con i ragazzi delle medie se provano ad avvicinarsi allo scaffale di Geronimo Stilton gli si fa candidamente notare che è lo scaffale dedicato ai 6-8, senza altri commenti... di solito si allontanano abbastanza rapidamente. Se proprio vogliono, uno si concede, ma appunto poi si impegnano a spostarsi su altro.
Più che altro questa cosa del "se non vedo un libro nel primo espositore non esiste" l'ho notata pure io in biblioteca, però non credo si risolva col mettere solo libri belli davanti o nel posto più in vista, ma a insegnare ai ragazzi e anche agli adulti a non avere paura degli scaffali. Che è legittimo non sapere orientarsi ma che si può rimediare rapidamente, per dire. Troppi libri effettivamente possono anche spaventare. A me piacerebbe istituire da volontaria un servizio di "accompagnamento" in biblioteca, per prendere confidenza con il servizio, insegnare a prendersi il tempo per cercare il libro "giusto" e a non sentirsi minacciati.
Una tiratura media di 4.000 copie comunque secondo me è un buon segno, nei piccoli dove stavo io se si ragionava sulle mille era già tanto.
Nella mia biblioteca con i ragazzi delle medie se provano ad avvicinarsi allo scaffale di Geronimo Stilton gli si fa candidamente notare che è lo scaffale dedicato ai 6-8, senza altri commenti... di solito si allontanano abbastanza rapidamente. Se proprio vogliono, uno si concede, ma appunto poi si impegnano a spostarsi su altro.
Più che altro questa cosa del "se non vedo un libro nel primo espositore non esiste" l'ho notata pure io in biblioteca, però non credo si risolva col mettere solo libri belli davanti o nel posto più in vista, ma a insegnare ai ragazzi e anche agli adulti a non avere paura degli scaffali. Che è legittimo non sapere orientarsi ma che si può rimediare rapidamente, per dire. Troppi libri effettivamente possono anche spaventare. A me piacerebbe istituire da volontaria un servizio di "accompagnamento" in biblioteca, per prendere confidenza con il servizio, insegnare a prendersi il tempo per cercare il libro "giusto" e a non sentirsi minacciati.
Una tiratura media di 4.000 copie comunque secondo me è un buon segno, nei piccoli dove stavo io se si ragionava sulle mille era già tanto.

Io da settembre sto facendo la volontaria nella biblioteca della mia città, facciamo tantissime attività con i più piccoli e sopratutto con le scuole. A volte però ci si scontra moltissimo con gli insegnanti che non vogliono "sobbarcarsi" lavoro in più. Per esempio noi andiamo con una bibliomobile direttamente nelle scuole elementari (sopratutto in quelle delle frazioni dove i bambini hanno più difficoltà a raggiungere la sede della biblioteca) a fare i prestiti e letture, alcuni insegnanti non aderiscono al progetto perché non hanno voglia di sobbarcarsi la responsabilità di controllare che i bambini riportino i libri (materialmente devono solo scrivere il nome del bambino di fianco alla lista di libri che hanno preso e fare una crocetta ben UNA volta al mese, poi facciamo tutto noi).
Così anche per le medie alcune insegnanti rispondo ai nostri inviti in biblioteca e vengono con i ragazzi a farsi suggerire titoli, altre ci snobbano decretandola una perdita di ore e dicendo di essere indietro col programma. Se non si abituano i ragazzi ad entrare in biblioteca da piccoli, è difficile che un giorno si sveglieranno dal nulla per venire a prendere qualcosa.
Purtroppo anche quando riusciamo a fidelizzare i ragazzi in generale tendiamo a perderli quasi sempre una volta che raggiungono le scuole superiori, in parte perché nel nostro comune e presente solamente una scuola professionale e non riusciamo a renderci accattivanti per quel target di ragazzi.

Di tre figli che ha avuto solo io sono diventanta lettrice.
Facciamo più o meno lo stesso mestiere e il tempo che possiamo dedicare agli extra è più o meno il medesimo, ma io leggo e loro fanno altro e va bene così, non mi ritengo ne migliore ne peggiore di loro, forse solo un po' più sognatrice.
Non so se siano state le maestre a inculcarmi un po' di passione per i libri o se sia nata da semplice curiosità per quello che faceva mia madre, ma è andata così.
Mio marito è un lettore, non accanito come me, ma anche lui ha una buona media.
Ora sto provando a inculcare un po' di amore per la lettura ai miei nipoti, e quando mi chiedono un libro in prestito vado al settimo cielo, ma succede raramente.
La scuola è cambiata, ora le maestre si permettono di prendere in giro bambini per i loro difetti di pronuncia o per il loro peso. Non credo che qulasiasi parola pronunciata da una persona come questa possa essere d'esempio per i bambini, quindi anche eventuali consigli di lettura andranno presto nel dimenticatoio. il rispetto va guadagnato, anche, o forse dorrei dire sopprattutto, quello dei bambini.
A volte credo che si sia dimenticato che cos'è il rispetto che, per me, ci deve essere a prescindere, sempre.
(non voglio fare di tutta l'erba un fascio, riporto solo la mia esperienza)
Con questo non voglio dire che i miei nipoti siano ignoranti, hanno solo sviluppato passioni diverse. il più grande che ormai ha 17 anni ha la passione delle moto e quello di 13 è il miglior consulente informatico che io conosca.
Non ritengo inoltre che i libri in vetrina siano un deterrente. Io ad esempio, sbircio sempre al di la della vetrina e poi entro così, anche solo per guardare se c'è qualcosa che mi interessa.
Il vero lettore, come siamo tutti qui, non si fa influenzare dalle vetrine, è più facile essere influenzati da un GdL!!
Poi gli altri professionisti culturali per alcuni sono quasi nemici... Se tu riesci a coinvolgere gli studenti sembra non solo che non sia una cosa buona, no no, sembra che tu lo faccia per sminuirli.
Quando è un gioco non alla pari, lo so bene, perché tu li vedi magari tre ore nella vita, hai dalla tua parte la non-familiarità eccetera... però voglio dire, tu vuoi aiutare gli insegnanti, è brutto quando ti vedono come il nemico.
Avete un'area di tavoli che si possono usare per lo studio, Martina? È un buon modo per farli entrare ;)
Quando è un gioco non alla pari, lo so bene, perché tu li vedi magari tre ore nella vita, hai dalla tua parte la non-familiarità eccetera... però voglio dire, tu vuoi aiutare gli insegnanti, è brutto quando ti vedono come il nemico.
Avete un'area di tavoli che si possono usare per lo studio, Martina? È un buon modo per farli entrare ;)
In famiglia non ho avuto chissà quale esempio, mia madre leggeva poco e mio padre nulla, e quando ho scoperto che si poteva leggere per piacere ero praticamente alle medie, dopo un passato fatto di un unico Rodari a fumetti...
La prof ci instradava su certe letture che io ignoravo (e tuttora ignoro quali fossero). Poi in paese hanno aperto la biblioteca (nel, boh, 89 o 90) e lì ho scoperto l'esistenza di Walter Scott.
Da allora ho iniziato a leggere quello che volevo io quando lo volevo io e ho continuato a ignorare bellamente le consegne degli insegnanti di lettere e a fare le schede riassuntive inventando, dopo aver dato una breve scorsa (tranne una volta, perché il libro era Il diavolo in corpo).
Tutto questo per dire che sì, la scuola deve fare di più, la famiglia deve fare di più, ma alla fine della fiera quello che conta è la volontà.
La prof ci instradava su certe letture che io ignoravo (e tuttora ignoro quali fossero). Poi in paese hanno aperto la biblioteca (nel, boh, 89 o 90) e lì ho scoperto l'esistenza di Walter Scott.
Da allora ho iniziato a leggere quello che volevo io quando lo volevo io e ho continuato a ignorare bellamente le consegne degli insegnanti di lettere e a fare le schede riassuntive inventando, dopo aver dato una breve scorsa (tranne una volta, perché il libro era Il diavolo in corpo).
Tutto questo per dire che sì, la scuola deve fare di più, la famiglia deve fare di più, ma alla fine della fiera quello che conta è la volontà.

Per dire, a volte è il caso puro e semplice a mettere il futuro lettore davanti a un libro qualsiasi. Merito del libro, probabilmente, se non scappa a gambe levate per non farsi mai più rivedere. O forse no, c'è chi nasce con l'attrazione verso la parola scritta, come ad altri piace il suono del trombone o il rumore del pallone o il clic della macchina fotografica. Una volta ho letto la biografia di uno scrittore mi pare di lingua tedesca, era di famiglia modesta, suo padre era imbianchino e in casa c'era un solo libro: "L'arte di ben imbiancare". Su quell'unico libro il bambino imparò da solo a leggere e lo lesse dall'inizio alla fine più volte fino a impararlo a memoria. Poi un giorno qualcuno gli insegnò la strada della biblioteca...
Se vuoi leggere, niente ti impedirà di farlo, salvo la cecità fulminante.
Se non vuoi leggere, non lo vorrai di più solo perché sei stato costretto a farlo.
Personalmente, credo che ai bambini (ma anche agli adulti) vadano lasciati a disposizione gli strumenti per leggere: che ci siano libri in casa, che ogni tanto li si faccia entrare in una libreria, che gli si spieghi cos'è una biblioteca e come funziona. Penso che i bambini (ma anche gli adulti) vadano lasciati in pace quando leggono, e che possano leggere se lo desiderano le peggio schifezze. E che a scuola si debbano fare delle letture obbligatorie, non per "abituare" gli studenti a leggere, ma perché certi libri determinati fanno parte del bagaglio culturale minimo di un cittadino italiano.
Poi ognun per sé e il dio della lettura per tutti.
Come ho già detto più volte, se non si legge non casca mica il mondo, al massimo ci sono delle persone che perdono il lavoro, ma sono tante le persone che perdono il lavoro per una ragione o per l'altra, i dipendenti delle case editrici non meritano ai miei occhi una particolare tutela rispetto ad altre disgraziate categorie. Oltretutto ormai la diffusione dei social ha scongiurato il rischio dell'analfabetismo di ritorno.

Bruna wrote: "Oltretutto ormai la diffusione dei social ha scongiurato il rischio dell'analfabetismo di ritorno."
Ehm... Non lo so, sai?
XD
Ehm... Non lo so, sai?
XD

In rapporto alla vita, sono d'accordo, ma no in rapporto alla scuola, che è stata messa da molti sul banco degli imputati.
Si è persone migliori o si vive meglio se si sa risolvere un'equazione di II grado, se si conoscono i principi della dinamica newtoniana, se si sa che cosa diceva Kant nella Critica della Ragion Pura, se si conoscono le opere di Leonardo, Van Gogh, Boccioni, se si sa sostenere una conversazione in inglese o in francese, se si conoscono le leggi della genetica mendeliana?
Secondo me, niente di tutto questo, e quindi nemmeno la semplice conoscenza dei "classici" e dei mattoni ci rende migliori o ci permette di vivere meglio.
Però la scuola, come detto sopra, ha il compito di darci un'istruzione e questa si realizza attraverso le informazioni (o nozioni) sopracitate, includendo fra esse la conoscenza dei classici. La scuola ha il compito di invitarci alla lettura di libri importanti: certo lo deve fare nel modo giusto, non mortificando ma offrendo nuove possibilità. Se poi, dopo, uno deciderà di non leggere mai più un classico, non è un problema o una sconfitta per la scuola. Il fatto che dopo la scuola si provi un rifiuto specifico per i mattoni, non deve indurre la scuola a far leggere Harry Potter o le saghe di Martin, o i Piccoli Brividi, "perché piacciono tanto ai ragazzi!".
> La scuola è cambiata, ora le maestre si permettono di prendere in giro bambini per i loro difetti di pronuncia o per il loro peso.
Estremamente deplorevole... al pari di quei genitori che tengono i figli a casa quando a scuola si affrontano temi come l'educazione sessuale o l'evoluzionismo, o minacciano di morte i docenti perché hanno bocciato i loro pargoli (un caso accaduto in una scuola che conosco, adesso sotto esame da parte della magistratura).
> ormai la diffusione dei social ha scongiurato il rischio dell'analfabetismo di ritorno.
Stai scherzando, vero?





Per "analfabetismo di ritorno" io intendo la perdita parziale o totale di conoscenze e competenze acquisite nel processo di alfabetizzazione appreso a scuola. Non saper usare il congiuntivo, non riconoscere o non saper usare la consecutio temporum, sbagliare l'ortografia, non riuscire a scrivere parole non banali senza commettere errori etc. sono segnali evidenti di analfabetismo di ritorno, e sono tutti presenti sul web (anche qui, talvolta).
Faccio un semplice esempio: ormai è sempre più raro che qualcuno sul web riesca a non mettere l'accento su "10mila anni fà" e c'è chi lo mette persino sulla terza persona singolare del presente indicativo del verbo stare, tipo "stà parlando". Per contro il "dà" terza persona singolare del presente indicativo continua ad essere orfano di accento... Ecco, se questo non è analfabetismo di ritorno, non so che cosa possa esserlo.
E' chiaro che questi individui non regrediranno mai al livello di non saper leggere le singole parole o al punto da non riconoscere le lettere, ma l'analfabetismo non significa soltanto non saper distinguere fra accento grave e acuto o ignorare che la pronuncia più corretta di "diatriba" è "diàtriba".
> per rispondere - sia pure scorrettamente- occorre aver letto e più o meno capito ciò che hanno scritto gli altri utenti.
Che questo sia del tutto una pia illusione te lo conferma il 25% dei commenti a qualsiasi articolo di quotidiano... e sono stato generoso. Ad esempio, nei commenti all'articolo del FQ, che parla esplicitamente di libri letti, diversi commentatori fanno riferimento ai libri acquistati... se questo significa aver capito "più o meno" ciò che si legge...
Tempo fa, allo scadere della conta elettorale di non mi ricordo quale elezione, una tizia ebbe un breve momento di notorietà sul web, avendo scritto un post semicomplottista in cui si chiedeva come mai la somma della percentuale dell'affluenza al voto e delle percentuali dei tre partiti maggiori superasse il 100%. Questo è un caso di analfabetismo funzionale, è vero, ma ti dà la misura del fatto che leggere non significa capire.

Pierre wrote: "@ Marina: pur essendo un lettore molto forte, non riesco a capire bene i cinguettii, ma non è che Ruggeri stava facendo dell'ironia, vero? ;)"
Ruggeri forse sì, Linkiesta ha schierato il muro di scudi.
È ovvio che leggere non rende persone migliori. È vero però anche il contrario, che non leggere non rende migliori.
Ruggeri forse sì, Linkiesta ha schierato il muro di scudi.
È ovvio che leggere non rende persone migliori. È vero però anche il contrario, che non leggere non rende migliori.

Ciò detto, tutto dipende da COSA si legge, aspetto sempre curiosamente trascurato dalle statistiche.
Io noto la differenza tra i commentatori degli articoli di giornale moooooooolto lapidari, settari e arroganti che chi sta commentando qui. Dive quanto meno ci sono le "prove"di quanto leggiamo. Non credo che nessuno di noi si senta meglio o più fico di una persona che non legge...

Io quando commento gli articoli di giornale sono molto più arrogante, il contesto lo richiede : )
Shardangood, perché ti devi adeguare al livello degli altri... È un sintomo di intelligenza, sapersi adattare all'ambiente circostante.
Rowizyx, noi non ci sentiamo più fichi di chi non legge, ma purtroppo è pieno di gente che non ha mai visto un libro e si sente migliore di noi, sfigati nerd profexxoroni!!1!
Rowizyx, noi non ci sentiamo più fichi di chi non legge, ma purtroppo è pieno di gente che non ha mai visto un libro e si sente migliore di noi, sfigati nerd profexxoroni!!1!

Non seguo Ruggeri (su Twitter o altrove) perciò non posso rispondere con certezza, ma a me non aveva dato l'impressione di fare dell'ironia. Tuttavia non seguendolo le probabilità che io mi sbagli sono alte. Ad ogni modo, molti blogger che seguo stanno commentando questa statistica dell'Istat affermando, sostanzialmente, quello che dice Ruggeri, e nei casi di cui parlo non lo fanno ironicamente. Purtroppo c'è tanta gente che pensa che leggere ci renda persone migliori. Io non sono d'accordo, per dire.



Sono perfettamente d'accordo con tutto quello che dici.

Nazzarena wrote: "Shardangood, perché ti devi adeguare al livello degli altri... È un sintomo di intelligenza, sapersi adattare all'ambiente circostante.
Rowizyx, noi non ci sentiamo più fichi di chi non legge, ma..."
No, però sai che io quest'anno sono entrata in contatto con uno che sosteneva di aver letto un milione di libri (!). Sono stata brava, per altro, è ancora vivo e convinto di essere credibile nel raccontare belinate simili.
Ecco, io se devo dire mi sento migliore di questa gente, perché non ho bisogno di millantare numeri e risultati da lettore impossibili per sentirsi meglio degli altri.
Penso che sia molto meglio passare il tempo perso a sembrare fighi a fare cose fighe, che siano leggere, praticare uno sport, viaggiare, coltivare un milione di passioni possibili. Compreso il vituperato ricamo o il fare la maglia usati tuttora per suggerire alle donne di stare zitte, che vorrei vedere pure lì chi li usa come dispregiativi con un ago o coi ferri in mano che bel casino combinerebbero. Soprattutto penso sia meglio fare una cosa perché la si ama fare, che millantarne una che evidentemente non si riesce o non si sa fare.
O che in generale sia molto meglio chi onestamente dice "leggo quando posso qualche libro l'anno perché non riesco a dedicarci tanto tempo" di quelli che stanno ad insultare chi non legge esprimendosi in una lingua che, diciamo, non suggerisce leggano molto meno di quanto sostengono.
Io sono una delle poche persone, credo, felici sul serio di aver letto molto meno rispetto agli ultimi due anni. Perché si è ridotto drasticamente il mio tempo libero, ossia, ho intrapreso un nuovo percorso di lavoro e ho meno tempo da dedicare alla lettura "di piacere", che è tornata a essere una passione e un passatempo, e non un riempitivo. E va bene così.
Rowizyx, noi non ci sentiamo più fichi di chi non legge, ma..."
No, però sai che io quest'anno sono entrata in contatto con uno che sosteneva di aver letto un milione di libri (!). Sono stata brava, per altro, è ancora vivo e convinto di essere credibile nel raccontare belinate simili.
Ecco, io se devo dire mi sento migliore di questa gente, perché non ho bisogno di millantare numeri e risultati da lettore impossibili per sentirsi meglio degli altri.
Penso che sia molto meglio passare il tempo perso a sembrare fighi a fare cose fighe, che siano leggere, praticare uno sport, viaggiare, coltivare un milione di passioni possibili. Compreso il vituperato ricamo o il fare la maglia usati tuttora per suggerire alle donne di stare zitte, che vorrei vedere pure lì chi li usa come dispregiativi con un ago o coi ferri in mano che bel casino combinerebbero. Soprattutto penso sia meglio fare una cosa perché la si ama fare, che millantarne una che evidentemente non si riesce o non si sa fare.
O che in generale sia molto meglio chi onestamente dice "leggo quando posso qualche libro l'anno perché non riesco a dedicarci tanto tempo" di quelli che stanno ad insultare chi non legge esprimendosi in una lingua che, diciamo, non suggerisce leggano molto meno di quanto sostengono.
Io sono una delle poche persone, credo, felici sul serio di aver letto molto meno rispetto agli ultimi due anni. Perché si è ridotto drasticamente il mio tempo libero, ossia, ho intrapreso un nuovo percorso di lavoro e ho meno tempo da dedicare alla lettura "di piacere", che è tornata a essere una passione e un passatempo, e non un riempitivo. E va bene così.

Dipende anche dal contesto politico-sociale. In Italia per esempio leggere potrebbe costituire un pericoloso malus per fare carriera...
> Non credo che nessuno di noi si senta meglio o più fico di una persona che non legge...
Io cerco di non farlo, però non mi dispiacerebbe che per par condicio anche chi non legge/odia leggere smettesse di considerare il suo tempo meglio (o "sempre più meglio") impiegato del mio perché lo passa a seguire i talk-show, le partite di calcio e i talent show culinari.
> Io quando commento gli articoli di giornale sono molto più arrogante, il contesto lo richiede
Io non commento mai, perché so che potrei impelagarmi in una discussione sterile che mi porterebbe via tempo prezioso per leggere/studiare/vivere... E guarda, quando leggo i commenti ad articoli dedicati a scoperte scientifiche, soffro tantissimo.
Qualche altro commento in merito:
http://www.pangea.news/solita-polemic...
http://www.mangialibri.com/editoriali...
[Curioso esempio di analfabetismo funzionale: l'autore sostiene che siccome dal 2000 al 2010 il numero di lettura è cresciuto, allora oggi dopo 6 anni in cui sta diminuendo non possiamo affermare che sta diminuendo.]

Perchè c'è qualcuno che si vanta di non leggere? Io francamente non ne ho mai conosciuto. I "non lettori" che conosco sembra quasi invidino la mia capacità di trarre piacere dalle letture, non ho mai conosciuto qualcuno che disprezzasse la lettura solo perchè non leggessero. Poi si può impiegare il tempo anche in altre attività, io le partite ad esempio le guardo, non la considero un'attività migliore o peggiore di leggere, solo diversa. I talent culinari o non culinari invece li odio, e su quello sì, sono un po' snob, in quanto il divertimento è tratto più dalle reazioni dei protagonisti alle urla dei giudici, che dai prodotti cucinati o dalle canzoni cantate ecc. Ma questo è un altro discorso.

http://www.sololibri.net/Contro-la-le...
http://www.ilquotidiano.it/articoli/2...
https://www.istat.it/it/archivio/207939
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017...
http://www.ilsole24ore.com/art/notizi...
Leggendo i commenti dei lettori su FQ in effetti si ha una conferma indiretta...