pianobi: Lettere da Vecchi e Nuovi Continenti discussion

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Zadie Smith
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Zadie Smith
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Ho letto solo Denti bianchi: indubbiamente è un buon romanzo, ma non mi sembra il capolavoro che molti vogliono far credere. L’esperienza di lettura è stata un po’ come andare al circo: le capovolte si susseguono una dietro l’altra e sono tutte eseguite alla perfezione, ma alla fine ti lasciano un senso di già visto, e rivisto, e stravisto.
Scrive bene, per carità, e pure la trama è abbastanza interessante (in diversi momenti prevedibile però), ma il postmodernismo nel 2000 aveva già abbastanza rotto e le palle, e Zadie Smith sembra far di tutto per discostarsene senza riuscirci davvero. Boh, alla fine la sensazione che più mi ha lasciato è di occasione sprecata o qualcosa del genere.
Scrive bene, per carità, e pure la trama è abbastanza interessante (in diversi momenti prevedibile però), ma il postmodernismo nel 2000 aveva già abbastanza rotto e le palle, e Zadie Smith sembra far di tutto per discostarsene senza riuscirci davvero. Boh, alla fine la sensazione che più mi ha lasciato è di occasione sprecata o qualcosa del genere.


Meglio indubbiamente "Denti Bianchi", fresco e divertente, anche se non mi parve rilevante come la sua fama sembrava suggerire, motivata, a mio parere, soprattutto dalla giovanissima età dell'autrice.
Insomma: io sono un assoluto ammiratore della narrativa inglese contemporanea, ma non mi pare che la Smith sia fra i suoi esponenti migliori.
Ho letto prima Denti Bianchi e poi Della Bellezza. Ricordi bene Paolo, il primo mi è piaciuto molto, tuttavia leggendo il secondo ho avuto una marcata sensazione di déjà vu che mi ha fatto rivalutare in negativo anche il primo.
C'è una marcata ripetitività di temi e di approccio, vengono rappresentate sempre le stesse situazioni e ho la sensazione che Zadie non abbia molto da aggiungere. D'altro canto la scrittura è molto levigata, efficacissima, in inglese si legge proprio bene. A tratti molto divertente.
C'è una marcata ripetitività di temi e di approccio, vengono rappresentate sempre le stesse situazioni e ho la sensazione che Zadie non abbia molto da aggiungere. D'altro canto la scrittura è molto levigata, efficacissima, in inglese si legge proprio bene. A tratti molto divertente.
Mi sa che l'avevo spiegato meglio sul mio commento a On Beauty:
https://www.goodreads.com/review/show...
https://www.goodreads.com/review/show...

Ho piantato tutto lì, ripromettendomi di riprovare in un momento successivo.
Il momento non è più giunto, poi. Il libro è ancora sullo scaffale (e non mi guarda, visto che è murato dietro una fila di tascabili della serie "iMiti" XD )

In Italia quello che lei racconta è ancora grande attualità.
Mmm siete tiepidini, vedo. Per il momento mi piace.
OT E mi piace molto tornare a leggere su Kindle! Evviva mi è arrivato il nuovo Kindle (quello vecchio s'era rotto :-D).
OT E mi piace molto tornare a leggere su Kindle! Evviva mi è arrivato il nuovo Kindle (quello vecchio s'era rotto :-D).
Aggiornamento sul 60% di lettura di Denti bianchi, libro ormai "maturo" per un commento.
Beh wow, lo trovo strepitoso. Divertente e very smart, senza cali o parti più noiosette. Zadie Smith mi sembra abbia qualcosa di un John Irving bagnato nel Tamigi, ha verve e un talento stupendo nel dipingere i personaggi. Il suo sguardo su una società inglese che fa i conti con il clash di culture conviventi mi sembra lucido, attento e onesto. Forse in diciassette anni le cose sono pure cambiate, qua non si fa più in tempo a dire qualcosa di sensato che tutto è già cambiato repentinamente, tuttavia la fotografia del melting pot londinese d'inizio millennio mi sembra perfetta.
Beh wow, lo trovo strepitoso. Divertente e very smart, senza cali o parti più noiosette. Zadie Smith mi sembra abbia qualcosa di un John Irving bagnato nel Tamigi, ha verve e un talento stupendo nel dipingere i personaggi. Il suo sguardo su una società inglese che fa i conti con il clash di culture conviventi mi sembra lucido, attento e onesto. Forse in diciassette anni le cose sono pure cambiate, qua non si fa più in tempo a dire qualcosa di sensato che tutto è già cambiato repentinamente, tuttavia la fotografia del melting pot londinese d'inizio millennio mi sembra perfetta.

povera me, si scherza, eh
Venendo al libro invece, io l'ho trovato ridondante, troppo pieno di cose e personaggi senza nulla lasciato alla scoperta da parte del lettore; la trama è scorrevole ma, non so, tutto troppo semplice e incastrato, un po' la differenza che passa tra un buon film europeo e una serie americana.
Karenina wrote: "è il clash di culture che mi lascia perplessa, certo il melting pot e la verve fanno very smart, per non parlare di touché...;-)
povera me, si scherza, eh
Venendo al libro invece, io l'ho trovato r..."
Ma coome tutto semplice e incastrato!? Secondo me invece coglie aspetti originali della vita di questa bizzarra amicizia multirazziale tra la famiglia di Archie (ehm. Arcibaldo) e quella di Samad.
E d'accordo, d'ora in avanti starò attento a non abusar d'anglicherie, prometto!
povera me, si scherza, eh
Venendo al libro invece, io l'ho trovato r..."
Ma coome tutto semplice e incastrato!? Secondo me invece coglie aspetti originali della vita di questa bizzarra amicizia multirazziale tra la famiglia di Archie (ehm. Arcibaldo) e quella di Samad.
E d'accordo, d'ora in avanti starò attento a non abusar d'anglicherie, prometto!
Paolo, c'è una scena divertente, la protagonista afro va da una parrucchiera afro per fare una cosa molto afro: lisciarsi i capelli. Insomma, la ragazza entra nella bottega e la parrucchiera le fa:
"You wan' some ting, pickney?"
Che mi sono tradotto tipo "che ti serve, piccina?"
Come diavolo l'hanno tradotto nell'edizione italiana?!?
E ingenerale, come rendono il gergo?
Mi sono sempre chiesto come i traduttori rendano gli accenti e in almeno un'occasione, mi sono accorto che non li rendono affatto. In Cime Tempestose, il domestico Josef parla un dialetto astrusissimo che, in una traduzione, diventa italiano perfetto.
"You wan' some ting, pickney?"
Che mi sono tradotto tipo "che ti serve, piccina?"
Come diavolo l'hanno tradotto nell'edizione italiana?!?
E ingenerale, come rendono il gergo?
Mi sono sempre chiesto come i traduttori rendano gli accenti e in almeno un'occasione, mi sono accorto che non li rendono affatto. In Cime Tempestose, il domestico Josef parla un dialetto astrusissimo che, in una traduzione, diventa italiano perfetto.
È sempre molto difficile: rendere un dialetto astrusissimo italiano perfetto è sicuramente una scelta sbagliata, ma una scelta va comunque compiuta e in generale è una bella gatta da pelare.
Purtroppo, riguardo a Zadie Smith, non ho il libro sottomano quindi non posso dirti come è stato reso.
Tra l'altro, per converso, questo rende i romanzi italiani tra i più difficili da tradurre, quantomeno tra le lingue europee, perché almeno negli ultimi 60-70 anni i rimandi al dialetto, soprattutto nell'orale, hanno preso ad abbondare (già prima con Verga, in realtà, ma l'esplosione è stata con Gadda, Pasolini e via via tutti gli altri). Non vorrei mai essere nei panni di un traduttore straniero che deve rendere Camilleri.
Purtroppo, riguardo a Zadie Smith, non ho il libro sottomano quindi non posso dirti come è stato reso.
Tra l'altro, per converso, questo rende i romanzi italiani tra i più difficili da tradurre, quantomeno tra le lingue europee, perché almeno negli ultimi 60-70 anni i rimandi al dialetto, soprattutto nell'orale, hanno preso ad abbondare (già prima con Verga, in realtà, ma l'esplosione è stata con Gadda, Pasolini e via via tutti gli altri). Non vorrei mai essere nei panni di un traduttore straniero che deve rendere Camilleri.
ferrigno wrote: "Paolo, c'è una scena divertente, la protagonista afro va da una parrucchiera afro per fare una cosa molto afro: lisciarsi i capelli. Insomma, la ragazza entra nella bottega e la parrucchiera le fa:..."
Traducono con un semplice: "Vuoi qualcosa, piccola?"
Secondo me con questo libro la Mondadori ha fatto il lavoro di "adattamento" più consono; fortunatamente non hanno affollato il libro di parole astruse e neologismi come spesso accade nei più funambolici tentativi di rendere un gergo straniero, tuttavia in generale ti arriva la sensazione che i personaggi stiano adoperando un linguaggio "da strada".
p.s io mi son sempre chiesto come fanno a tradurre La Divina Commedia ad esempio :o
Traducono con un semplice: "Vuoi qualcosa, piccola?"
Secondo me con questo libro la Mondadori ha fatto il lavoro di "adattamento" più consono; fortunatamente non hanno affollato il libro di parole astruse e neologismi come spesso accade nei più funambolici tentativi di rendere un gergo straniero, tuttavia in generale ti arriva la sensazione che i personaggi stiano adoperando un linguaggio "da strada".
p.s io mi son sempre chiesto come fanno a tradurre La Divina Commedia ad esempio :o
Paolo del ventoso Est wrote: "ferrigno wrote: "p.s io mi son sempre chiesto come fanno a tradurre La Divina Commedia ad esempio"
Uuuuh, ti addentri in un dibattito accesissimo, almeno in inglese. Si sono scannati in tanti, tra traduttori accademici e critici, sull'argomento.
Uuuuh, ti addentri in un dibattito accesissimo, almeno in inglese. Si sono scannati in tanti, tra traduttori accademici e critici, sull'argomento.
Lo immagino, Cato. E' un po' come la vecchia storia del tradurre poesie, in fondo. Annosa questione.

Tra l'altro quest'estate avevo scaricato da MLOL Swing Time, per darci un'occhiata, ma il tempo di lettura è scaduto prima che potessi finirlo. Così ho deciso di riprenderlo, perché secondo me ne vale la pena, l'ho trovato più maturo, almeno leggendo le prime 100 pagine.
In fondo, Denti Bianchi era un esordio.
Anche a me era piaciuto, mi sono un po' rovinato l'impressione con On Beauty, che mi è sembrato ripercorrere fiaccamente le stesse idee. Swing Time non lo conosco.

un invito a nozze per me :) "Denti bianchi" era in attesa da un po'. Scalerà un bel po' di posizioni.

Però ho da poco rivalutato l'autrice con la lettura dei suoi saggi raccolti nel volume "Cambiare idea", che affronta tanti argomenti, dai viaggi, alla storia della famiglia, alla critica letteraria. L'ho trovata simpatica e ho condiviso molte sue idee, quindi penso che proverò a leggere qualche altro romanzo.
Sto leggendo Cambiare idea, ma non condivido nulla di quanto ha detto Pollapollina nel post qui sopra. Saggi e articoli piuttosto banali e superficiali, che peraltro più di una volta sfociano nello stereotipo (proprio lei, che ha meritoriamente combattuto contro altri stereotipi nella sua narrativa). L'unico testo che ho trovato interessante sin qui (sono circa a 3/4 del libro) è il reportage dalla Liberia, il resto mi sta annoiando senza farmi riflettere granché.
Non so, forse non dovrei, ma questo pressappochismo teorico mi fa ricredere anche sulla sua narrativa, che certo non avevo adorato ma avevo comunque considerato più che discreta.
Non so, forse non dovrei, ma questo pressappochismo teorico mi fa ricredere anche sulla sua narrativa, che certo non avevo adorato ma avevo comunque considerato più che discreta.
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