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GdL Narrativa Settembre 2012: Il signore delle mosche di William Golding - Commenti e discussione

Non so se lo rileggerò, lo conosco quasi a memoria. Ma anche io seguirò i commenti, non vedo l'ora di sentire il vostro parere



L'ho letto tempo fa e non lo rileggere; fondamentalmente non mi è piaciuto, mi ha negativamente colpito.

Buona lettura a tutti
Ho già letto il primo capitolo (non resisto alle tentazioni) e quindi mi trovo ancora con dei ragazzi euforici di iniziare una nuova vita. Già qui ci sono due metafore che ho sempre trovato interessanti: la conchiglia e il maialetto imprigionato tra gli arbusti, come nascita dell'etica della loro società

Continuo a leggerlo nella speranza mi prenda un po' di più..mi sembra che manchi qualcosa.

Io quando vidi la prima puntata di Lost pensai subito a questo libro, ma poi il telefilm ha preso una piega ben diversa!

Molti gli attribuiscono significati nascosti, metaforici e così vià, ma come storia mi aspettavo qualcosa di più esaltante.


eh si direi che poi si evolvono diversamente :)
Shardangood wrote: "Quando lo ho letto io, mi pare l'anno scorso, mi aveva annoiato abbastanza.
Molti gli attribuiscono significati nascosti, metaforici e così vià, ma come storia mi aspettavo qualcosa di più esaltante."
Idem
Molti gli attribuiscono significati nascosti, metaforici e così vià, ma come storia mi aspettavo qualcosa di più esaltante."
Idem


L'ho trovato scorrevole, in alcuni punti punti mi ha appassionato ma in alcuni punti l'ho trovato noioso.
Questi bambini che per un disastro aereo si ritrovano a dover gestire da soli mi ha fatto storcere il naso, e più sono andata avanti e più ho fatto fatica a vederli come dei bambini. Si sono comportati esattamente come gli adulti.
E mi ha disturbato per tutto il libro..per questo ho dato poco. non è stato piacevole leggerlo e forse è proprio ciò che l'autore ha voluto trasmetterci: adulti o bambini che siano messi in una situazione in cui la sopravvivenza sia l'obiettivo primario di ciascuno, la ragione, la nostra anima civile lascia il posto al primitivo che c'è dentro di noi.

Avete presente la puntata di South Park in cui i ragazzi divorano Il giovane Holden perché gli adulti avevano raccontato loro di quanto fosse scabroso, e di quanto fosse stato censurato? Con il Signore delle Mosche ho la stessa sensazione. Capisco che, quando uscì, potesse essere scandaloso, violento e/o metaforico, ma ritengo che con la violenza a cui siamo abituati ad assistere oggi noi ci siamo anche un po' anestetizzati.

In generale io personalmente non riesco ad abituarmi alla violenza a cui si assiste, anche quella cinematografica mi impressiona molto. Però credo che (view spoiler)
Sono d'accordo con Manu e a proposito delle dinamiche che sorgono all'interno dei gruppi in cui, anche a causa delle difficoltà esterne, si perde il senso di sé come individuo, anni fa ho ripensato a questo libro quando ho visto il film "The experiment", che si basa su uno studio psicologico realmente condotto nei primi anni '70.
Eleonora wrote: "Roberta wrote: "Avete presente la puntata di South Park in cui i ragazzi divorano Il giovane Holden perché gli adulti avevano raccontato loro di quanto fosse scabroso, e di quanto fosse stato censu..."
Io invece credo sia molto facile avere bambini cattivi: non hanno ancora sviluppato tutti quei filtri e tabù che possono frenare un adulto, niente di più facile che il gioco finisca in tragedia, probabilmente senza che loro si rendano nemmeno conto che stanno facendo qualcosa di male.
Io invece credo sia molto facile avere bambini cattivi: non hanno ancora sviluppato tutti quei filtri e tabù che possono frenare un adulto, niente di più facile che il gioco finisca in tragedia, probabilmente senza che loro si rendano nemmeno conto che stanno facendo qualcosa di male.




Credo che la cosa più sconvolgente sia la facilità con cui i ragazzi si lasciano trascinare dalla violenza, come se fosse solo un gioco, senza nessun adulto che possa interferire. I 'cacciatori' non sembrano per nulla preoccupati del futuro sull'isola, per loro conta solo il presente.
Ok, non l'ho riletto questa volta ma giuro che in passato l'avrò fatto una decina di volte, sia in italiano sia in inglese. Siamo tutti qua a citare presunte metafore che non abbiamo capito, quindi perdonatemi il dubbio: siamo sicuri ci siano? Siamo sicuri che possano funzionare con un pubblico del 2013? E se col tempo fosse semplicemente diventato il racconto di un gruppo di ragazzini lasciati se stessi? Possibile che sia così esoterico? Per me è un po' sopravvalutato.

La mia delusione è data soprattutto dalla scrittura che ho trovato mediocre. Per curiosità ho provato a leggerlo anche in inglese, ma pure in questo caso non mi è sembrato un granché. Tra le altre cose ricordo di essere stata infastidita sin dall'inizio dal ripetuto uso del verbo trotterellare, manco fossero stati bambini di un anno...

Mi trovo d'accordo con quello scritto poco fa da lanalang riguardo alla scrittura mediocre. È vero che l'autore vuole cercare di riprodurre un certo tipo di linguaggio che possa andare bene per dei bambini sotto i 12 anni, ma se suddetti bambini sono i protagonisti del libro, e il libro non è propriamente un libro di favole indirizzato a quella fascia di età, beh, allora secondo me non si è raggiunto lo scopo.
Trovo particolarmente fastidioso come si passi da un pensiero all'altro nell'arco di mezza frase (un momento discutono sulla caccia, il momento dopo si azzuffano per prendere la conchiglia, il momento dopo senza un nesso logico, si torna a parlare del fuoco e del fumo).
Non so, per ora non mi ha colpita in maniera positiva... vedremo appena lo finirò se avrò cambiato idea!
Un collegamento personale: questo libro mi fa sempre pensare all'omicidio di James Bulger: avevo 15 quando successe, è una storia che mi ha colpito molto.

La tematica di per sé è interessante, ma è appunto sorprendente la rapidità con cui i bambini perdono il controllo. Certo, l'uomo cerca sempre di dominare l'altro e in condizioni estreme prevale lo spirito di sopravvivenza che fa dimenticare ogni buon proposito...ma penso anche che siccome erano dei bambini, in virtù di questo la loro trasformazione sia stata più repentina. Gli adulti sono in genere più legati alle regole e forse ci avrebbero messo un po' più di tempo prima di perdere completamente il controllo.
Di tutti i personaggi quello che mi è piaciuto di più è Piggy che sembra già il tipo riflessivo che guida il comandante verso la giusta decisione.
Ecco, forse, di tutto il libro quello che potrei salvare sono anche le ultime pagine finali, quando finalmente vengono ritrovati e tutti i bambini diventano consci di quello che hanno fatto, ritornando così ad essere dei bambini, costretti però a fare i conti con le loro azioni nefaste.
Non so comunque se vorrò leggere altri libri di Golding: la violenza non mi ha scioccato più di tanto, anche perché come detto sopra siamo ormai purtroppo abituati a scene di questo tipo, ma il suo modo di scrivere non è riuscito a conquistarmi.

Io invece, da lettrice del 2013 non lo trovo sconvolgente. O meglio, credo che di fondo il concetto di Golding, sulla corruzione umana a qualunque età, poteva rendere questo libro un capolavoro, ma io personalmente sento che manca qualcosa.
È come se alla brutalità si sia arrivati di punto in bianco... anche se nel libro la descrizione di questa "decadenza" viene affrontata abbondantemente, a lettura completa io trovo comunque delle grosse lacune.
Per chi non ha finito scrivo in spoiler:
(view spoiler)
Ad ogni modo, non mi è piaciuto, ma non solo per queste piccole domande irrisolte, ma anche e soprattutto perché non mi ha appassionata, non sono riuscita a leggere con trasporto.

personalmente, se non si fosse capito, lo metto sicuramente tra i libri che mi hanno deviato un po' (leggi "i libri che amo di più") ^__^

Si, è solo questione di gusti. Se una cosa ti annoia, ti annoia e basta a prescindere dalle scene che uno può trovare significative o meno. Dipende dal tuo approccio ai libri. Io li leggo per puro intrattenimento. I bambini, violenti o meno, (ho letto cose più violente, ma si tratta di finzione e non mi fa nessun effetto) non mi hanno suscitato nessun interesse. Sarà che mi aspettavo altro, sarà che non è il tipo di narrazione che prediligo; sarà che nessuno dei personaggi mi piaceva, fatto sta che il libro mi ha annoiato. Io non vado alla ricerca di significati nascosti (che ci siano o meno), o di insegnamenti o illuminazioni varie, ma solo di intrattenimento. Il signore delle mosche non mi ha intrattenuto :) de gustibus...

E' vero comunque, è una questione di gusti. La descrizione delle azioni predominava e a me piacciono di più le considerazioni psicologiche, diciamo. Quando gli autori cominciano a descrivere cosa fa l'uno e cosa fa l'altro, non li seguo più...
Come "approfondimento" vi consiglio di guardare anche la puntata dei Simpson ispirata a questo libro :-)
http://en.wikipedia.org/wiki/Das_Bus
Sicuramente si trova in streaming su Internet
http://en.wikipedia.org/wiki/Das_Bus
Sicuramente si trova in streaming su Internet

Per quanto mi riguarda ho cercato di fare un'analisi un pochino diversa del libro. Quello che a me non ha appassionato non è stata infatti la storia, che anzi secondo me può essere considerata diciamo così, innovativa, ma il "modo" in cui questa storia è stata raccontata. Per me, nonostante Golding ci abbia provato, non è riuscito a dare un filo logico a ciò che succede e perché succede.
Perché dei ragazzini che dovrebbero avere paura del buio e dell'ignoto (e ce l'hanno, perché di notte urlano, fanno brutti sogni e immaginano mostri) passano dalla paura alla violenza? Perché dovrebbero finire tutti nella violenza, senza esclusione?
Perché alla prima uccisione (il primo maiale) non hanno provato mai un attimo di disgusto? Per me questa discesa nel male è stata troppo repentina e troppo totale.
Ci sta che tutti prima o poi fossero finiti nel buio e nella follia. Ma perché nessuno viene descritto come orripilato?
Io critico il passaggio dal bene al male come un passaggio poco convincente. Mi è sembrato come se l'autore avesse voluto in un certo senso sbrigarsi ad arrivare all'orrore fine a se stesso. Che anche nel caso di bambini è secondo me comunque troppo repentino...

Grazie Moloch, mi guarderò assolutamente quell'episodio! :D

per quanto riguarda la discesa nel male io penso che invece è proprio così che succederebbe a dei ragazzini...sono inconsapevoli, sanno che quello che fanno è sbagliato (perchè è ovvio che lo sanno, hanno 12-13 anni in fondo), ma non possono fare altrimenti perchè non c'è nessuno più che glielo dice. non mi riesco a spiegare forse, ma un bambino, se lasciato a se stesso ha molta più probabilità di diventare violento irrazionalmente rispetto a un adulto (che è più "strutturato" in un certo senso)...poi io credo sia questione di indole ed è per questo che esistono persone come Ralph che non ammettono la violenza e persone come Piggy che invece la subiscono e basta ;)

mah...sarà che avevo letto da poco Il Sapore della Gloria di Mishima, ma questo di Golding in quanto a orrore mi è sembrato niente. E, ripeto, la cosa che più mi ha infastidito è stata, invece, la scrittura mediocre e le scarse capacità narrative dell'autore. Da un premio nobel non me lo aspettavo.

Coraggio non ti abbattere. Ammetto che non sia un libro così coinvolgente e avventuroso, ma se c'è un'occasione buona per finirlo è proprio grazie ad un Gdl.

Ti capisco! Ho avuto attimi di sconforto misti a noia anche io! Però tutto sommato non è così malvagio col senno di poi!


Si, ricordo ancora le letture assegnate a scuola, con successiva relazione. Ma per fortuna almeno erano in italiano.
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Buona lettura!