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Streghe all'estero di Terry Pratchett
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Così, in effetti, è: le tre streghe (che rappresentano i tre volti della Dea Triplice: la Vergine, la Vecchia e la Madre) inforcano le loro scope e affrontano il lungo viaggio verso Genua, nonostante l’avversione di Nonna per tutto ciò che è forestiero, gli impedimenti causati dai vizi di Tata, e l’incapacità di Magrat nell’usare la bacchetta (che si ostina a trasformare tutto in zucche). Saranno ospiti dei Nani in montagna (il che permetterà a Pratchett di lanciarsi in aperti richiami a Tolkien), attraverseranno una foresta delle fiabe, giocheranno d’azzardo su una chiatta che li trasporterà via fiume a Genua, e infine raggiungeranno la loro meta, dove la perfida Lilith ha deciso di trasformare la realtà in fiaba imponendo a ciascuno un ruolo da interpretare pena la morte. Compito delle protagoniste sarà quello di impedire che la povera orfana Carbonella si rechi al ballo di Martedì Grasso e sposi il Duca, asceso al trono dopo la casuale morte del precedente Barone, peraltro vero padre della ragazza.
Un altro grazioso romanzo del ciclo delle Streghe, dopo un inizio incerto con l'autoconclusivo L'arte della magia. Se Sorellanza stregonesca era imperniato sul teatro, i contenuti di Streghe all'estero si rifanno prevalentemente alle fiabe, trattate (come ogni cosa nei romanzi di Pratchett) in modo parodico.
Senza dubbio il divertimento più grande è dato dal viaggio delle tre protagoniste, che rappresentano tre visioni del mondo e tre diversi modi di concepire la magia perennemente in conflitto e in grado di generare un numero incalcolabile di gag durante le varie tappe del viaggio. Tra voodoo, zombie, nani, temibili gatti e galli, favole a rovescio, libertini di nome Casavechia, le immancabili comparsate di Morte, Pratchett (siamo ormai al dodicesimo romanzo del ciclo Mondo Disco), nonostante continui talvolta a inserire sottotrame che deviano dalla storyline principale (senza sempre riuscire a concludersi soddisfacentemente), sembra aver trovato un suo equilibrio: la trama è infatti semplice e organica, senza sbavature, e scorre tranquillamente fino al suo perfetto finale.
Non è il Pratchett più divertente né quello più pregnante, ma si lascia leggere con piacere - come sempre - e diverte con un umorismo mai volgare (anche se Tata Ogg sembra quasi strapparle di penna all'autore)."
Recensione di Sakura. Potete leggere l'articolo originale con le informazioni sul libro al link http://www.lastambergadeilettori.com/...