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La regina degli scacchi
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Le piaceva che fosse così. Le piaceva il potere dei pezzi, esercitato lungo file e diagonali.
A metà del gioco, quando i pezzi erano sparsi dappertutto, le forze che attraversavano la scacchiera le davano un certo brivido.
Premetto che non ho visto la serie televisiva e che non avevo neppure letto la trama.
In realtà ho un rapporto conflittuale con questo gioco, perchè ci gioca una delle mie figlie, e spesso mi sono ritrovata ad assistere a qualche sua partita, sia dal vivo che virtuale, totalmente digiuna di regole e allo stesso tempo spaventata sia dalla sua concentrazione sia dall'universo nascosto dietro semplici caselle bianche e nere.
In effetti, credo che il romanzo in sé possa esaltare un lettore anche scacchista, per quanto Tevis sia riuscito in maniera egregia a tessere una storia coinvolgente, nonostante almeno un terzo del libro siano riproposizioni di partite e celebri sfide realmente giocate, ripercorse tecnicamente in ogni singola mossa.
A me è piaciuto moltissimo, uno di quei libri in cui ero impaziente di proseguire per scoprire il destino di Beth.
Al di là della storia, ho apprezzato alcune tematiche sottese.
Prima di tutto non c'è vittoria senza sacrificio e non c'è bravura senza un impegno costante; Beth Harmon è certamente geniale, brillante e lucida, però dopo un po' anche lei si accorge che il talento iniziale non basta; le sue intuizioni cedono di fronte ad avversari che conoscono comunque ogni contromossa e hanno analizzato per ore varianti che lei deve contrastare all'improvviso durante il suo turno; insomma, anche sei una ragazza prodigio per crescere devi comunque "studiare".
Quindi ottima questa cosa di descriverci una protagonista che non trova le strade spianate, che si prende portelloni in faccia, eppure non desiste, va avanti.
E splendido questo suo rinascere, dopo essere precipitata, questo suo arrancare, questo suo patire la solitudine, la mancanza di affetti, l'insicurezza di chi non ha qualcuno accanto che consiglia e incoraggia.
Penso che se Beth piace così tanto, è proprio grazie alla sua fragilità molto umana, al suo essere eroina su un piedistallo poco stabile.
Lei sbaglia, ma i suoi errori sono dovuti a inesperienza e isolamento, quando qualcuno le offre un'occasione o una gentilezza, lei è in grado di sfruttare cento volte l'opportunità e di ricambiare la dritta facendo risplendere la sua grandezza.
Bellissima la parte conclusiva a Mosca, toccanti le ultime righe.
A metà del gioco, quando i pezzi erano sparsi dappertutto, le forze che attraversavano la scacchiera le davano un certo brivido.
Premetto che non ho visto la serie televisiva e che non avevo neppure letto la trama.
In realtà ho un rapporto conflittuale con questo gioco, perchè ci gioca una delle mie figlie, e spesso mi sono ritrovata ad assistere a qualche sua partita, sia dal vivo che virtuale, totalmente digiuna di regole e allo stesso tempo spaventata sia dalla sua concentrazione sia dall'universo nascosto dietro semplici caselle bianche e nere.
In effetti, credo che il romanzo in sé possa esaltare un lettore anche scacchista, per quanto Tevis sia riuscito in maniera egregia a tessere una storia coinvolgente, nonostante almeno un terzo del libro siano riproposizioni di partite e celebri sfide realmente giocate, ripercorse tecnicamente in ogni singola mossa.
A me è piaciuto moltissimo, uno di quei libri in cui ero impaziente di proseguire per scoprire il destino di Beth.
Al di là della storia, ho apprezzato alcune tematiche sottese.
Prima di tutto non c'è vittoria senza sacrificio e non c'è bravura senza un impegno costante; Beth Harmon è certamente geniale, brillante e lucida, però dopo un po' anche lei si accorge che il talento iniziale non basta; le sue intuizioni cedono di fronte ad avversari che conoscono comunque ogni contromossa e hanno analizzato per ore varianti che lei deve contrastare all'improvviso durante il suo turno; insomma, anche sei una ragazza prodigio per crescere devi comunque "studiare".
Quindi ottima questa cosa di descriverci una protagonista che non trova le strade spianate, che si prende portelloni in faccia, eppure non desiste, va avanti.
E splendido questo suo rinascere, dopo essere precipitata, questo suo arrancare, questo suo patire la solitudine, la mancanza di affetti, l'insicurezza di chi non ha qualcuno accanto che consiglia e incoraggia.
Penso che se Beth piace così tanto, è proprio grazie alla sua fragilità molto umana, al suo essere eroina su un piedistallo poco stabile.
Lei sbaglia, ma i suoi errori sono dovuti a inesperienza e isolamento, quando qualcuno le offre un'occasione o una gentilezza, lei è in grado di sfruttare cento volte l'opportunità e di ricambiare la dritta facendo risplendere la sua grandezza.
Bellissima la parte conclusiva a Mosca, toccanti le ultime righe.
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La regina degli scacchi.
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Reading Progress
January 30, 2021
–
Started Reading
January 30, 2021
– Shelved
January 31, 2021
– Shelved as:
narrativa
January 31, 2021
– Shelved as:
personaggi-giovani
January 31, 2021
– Shelved as:
women
January 31, 2021
–
Finished Reading