Graziella Cocilova's Reviews > Matrimonio siriano

Molto più che un reportage "Matrimonio siriano" è un libro scritto con il cuore e che al cuore parla.
Nel raccogliere le tante testimonianze dei profughi siriani rifugiati in Libano e Turchia, l'autrice dimostra infatti una profondissima empatia e un'attenzione particolare verso gli ultimi tra gli ultimi. Non intervista, ma lascia raccontare, abbraccia, prende per mano i mendicanti fermi ad un semaforo, gli orfani nei campi di accoglienza, si commuove con chi ha perso tutto, ma non la gentilezza e ci mostra come il dramma della guerra in Siria sia devastante appunto nei soggetti più fragili ovvero bambini, anziani, donne, disabili che hanno subito choc inimmaginabili per cui niente potrà mai più essere come prima.
Eppure conservano forza e determinazione, nessuno di loro si arrende al presente fatto di miseria e di una non facile convivenza con le popolazioni locali che, con scarse risorse, hanno dovuto far fronte alle ondate di disperati in fuga dal conflitto. E comune è la speranza di tornare in Siria, la nostalgia per la patria lontana, il sogno di vedere rifiorire i prati e ricostruire le case sventrate dalle bombe perché là, dicono i profughi, perfino l'aria profumava e risplendeva il sole come mai hanno più visto. Meravigliosi, a tal proposito, i versi del poeta N. Qabbani in apertura di ogni capitolo, penetranti gli sguardi e le voci dei tanti disperati incontrati dalla giornalista che il dvd allegato al libro rende quasi tangibili.
Una canzone intonata da una bimba di Aleppo dice così: Vi chiediamo di non dimenticavi di noi e di proteggerci con il vostro sguardo finché non saranno cresciuti un ramo verde, una spiga e un chicco di grano e non saranno diventati un intero raccolto.
Saremo in grado di farlo? Quando fermeremo il massacro?