Non ho idea chi sia il target di questo libro confusionario, banale e superficiale. È un libro di comunicazione aziendale, non esattamente organizzatiNon ho idea chi sia il target di questo libro confusionario, banale e superficiale. È un libro di comunicazione aziendale, non esattamente organizzativa che, per me, ha un valore diverso, interna oltre che esterna. È un libro in cui si ha l’impressione che all’autore piaccia parlarsi addosso, pieno di autocitazioni e di citazioni altrui riportate passo passo per pagine senza neanche un tentativo di incorporarle realmente nel discorso. Non era il libro che cercavo, ma devo dire sinceramente che non so a chi possa piacere/essere utile.
Fatico a credere che sia un docente universitario ...more
3.5 In breve: un testo da leggere se si lavora sul web, e in particolare si scrive per il web, anche se non si è giornalisti (non lo sono). Ha almeno du3.5 In breve: un testo da leggere se si lavora sul web, e in particolare si scrive per il web, anche se non si è giornalisti (non lo sono). Ha almeno due punti di forza dal mio punto di vista: - il primo capitolo che spiega la Seo/la ricerca a che non è del mestiere - il capitolo 5 sulle fake news. In particolare questo capitolo ha salvato il libro da una caduta nel capitolo 2, il core del volume (Tutto ciò che il giornalista dovrebbe applicare della Seo) che mi ha irritato molto. Sono una editor e precedente traduttrice, in altre parole tendo a essere pignola e in questo capitolo ci sono diversi “errori” dal mio punto di vista, alcuni dovuti al redattore, altri agli autori. I primi sono irritanti ma pazienza (didascalia di foto in bianco e nero che parla di testo blu… ovviamente assente. Notare che dopo invece la mancanza di colore viene riconosciuta.) I secondi invece sono meno accettabili dal mio punto di vista, perché “metodologici”. Gli autori parlano di link esterni (è il titolo) per indicare quello che invece sono link in entrata (e sono chiamati così infatti anche da loro). Un link esterno è in genere un link che dal mio sito porta fuori e che gli autori, come tutti coloro che fanno certa SEO, assolutamente evitano di citare, come se linkare qualcun altro fosse peggio che essere positivi al Corona virus nel periodo marzo-aprile 2020… Per altro viene inserito, in forma sottile di detto non detto, la solita indicazione di fare link building. Ma tutta la pagina è assurda, un OT enorme che non tratta del solito elefante nella stanza. :) Tutti a dire questo testo è fighissimo linkami, ma mai l’altro lato della medaglia: possibile che non ammettiamo neanche l’esistenza di siti di nostro pari livello che magari (orrore) avrebbe senso linkare? I siti esterni non esistono di fatto… Il secondo errore metodologico è anche questo spesso presente in testi SEO ma orribile a pensarci. L’invito a usare l’ALT test per fare SEO. Perché orribile? Perché l’alt è per le persone non vedenti, non per rendere te un figo della SERP. Allora, se vuoi dare indicazioni di utilizzare l’alt, sforzati almeno di rendere consapevoli le persone del suo uso corretto e prova a dare un’indicazione che venga incontro a entrambe le esigenze.
Sempre perché sono una pignola orribile: perché ancora accettiamo come normalità l’uso di CMS assolutamente non all’altezza, come WordPress, e normalizziamo gli errori (anche SEO) che questi causano? [Anche io uso WordPress, ho una vetrina modello biglietto da visita. Non lo considero, immagino sbagliando, un sito “professionale”. :O] Faccio fatica a capire perché non proviamo neanche a spingere verso prodotti migliori, per esempio Plone, che sono CMS/ db seri. Ogni oggetto creato in Plone ha un suo id per cui se lo sposti, cambi url ma non perdi il link interno. È inoltre possibile sostituire file/immagini senza doverli eliminare e ricreare… Inoltre se cancelli un contenuto vieni avvisato che quel contenuto è linkato internamento e da dove. …Qui andiamo a dire mi raccomando fatti un giro di tanto in tanto dei tuoi articoli per vedere se i link reggono ancora… :(
Perché 3.5? Perché ho tenuto questo libro sul comodino per tanto tempo. Il Coronavirus ha impattato molto sulla comunicazione interna e non credo che abbiamo avuto tempo di respirare per tutto il 2020 e parte del 2021. Un libro tutto centrato sulla comunicazione esterna è diventato un po’ un lusso. :) Detto questo, è passato oltre un mese da quando mi sono lanciata nell’avventura a quando finalmente ho girato ultima pagina. (E nel frattempo ho letto diversi libri…) Questo mi dice che per quanto mi sia piaciuto non è stato un testo che mi ha convito fino in fondo. Da qui le 3.5 del rating....more
Un libro che 5 anni dopo la sua pubblicazione ha solo valore storico (giustamente, non è una critica al testo): è “meramente” il racconto di quello chUn libro che 5 anni dopo la sua pubblicazione ha solo valore storico (giustamente, non è una critica al testo): è “meramente” il racconto di quello che fino al 2016 hanno fatto alcune amministrazioni pubbliche sui social. Nel 2017 avrebbe avuto valore per capire eventualmente come muoversi, già nel 2018 probabilmente aveva perso senso leggerlo. Nel 2022 è abbastanza inutile, se non come viaggio storico. My fault. ...more
3.5 Un ottimo libro For Dummies, credo che dia una buona overview della materia, anche se non riesce ad evitare del tutto i pittfalls, le criticità del3.5 Un ottimo libro For Dummies, credo che dia una buona overview della materia, anche se non riesce ad evitare del tutto i pittfalls, le criticità della materia citata sopra al resto. Capita molto di rado in questo libro ma capita: il non vedere oltre la Seo agli utenti, dimenticandosi delle regole di usabilità (in senso ampio) o semplicemente degli utenti. Per chiarire no, un link verso l’esterno non deve essere aperto automaticamente in un’altra finestra (errore di usabilità) per il principio malato che devi tenere gli utenti dentro al tuo sito… Se non siete Facebook (e comunque è brutto uguale), mi sembra un errore madornale. Entrereste in un negozio che non ha uscite? Detto questo, consigliato....more
Un libro per il pubblico, non per il professionista. Carino, semplice, informativo. Dimostra senza ombra di dubbio (inconsapevolmente) che usare l’intUn libro per il pubblico, non per il professionista. Carino, semplice, informativo. Dimostra senza ombra di dubbio (inconsapevolmente) che usare l’intensità del colore x differenziare rende spesso illeggibile il dato (da pag 78). :) ...more
Anche se il target è il cittadino che voglia essere consapevole, credo che chiunque si occupi di comunicazione dovrebbe tenere questo libro sulla scriAnche se il target è il cittadino che voglia essere consapevole, credo che chiunque si occupi di comunicazione dovrebbe tenere questo libro sulla scrivania. [Su 100 pagine la metà sono “earmarked”. ...more
A pagina 169 si legge: Una funzione inutilmente complessa genererà un sito inutilmente complesso, ambiguo o e dunque difficile da comprendere. Orbene tA pagina 169 si legge: Una funzione inutilmente complessa genererà un sito inutilmente complesso, ambiguo o e dunque difficile da comprendere. Orbene tutta la frase può essere applicata a questo libro. Dopo una partenza assolutamente interessante, a metà si infrange contro quella che sembra una forma di arroganza e snobismo. Il libro continua a dire cose assolutamente corrette e anche innovative ma decide di dirlo nel modo peggiore possibile: facendo finta di essere Scienza (notate la maiuscola) e matematizzando con formule insulse e inventate una teoria che sarebbe stata assolutamente chiara e valida se scritta in un italiano semplice. Perdonate ma a me sembra un testo che si da parecchie arie…
Un buon libro di partenza per chi è interessato al tema delle infografiche. Tocca tutta una serie di punti di base che bisogna sapere prima di lanciarUn buon libro di partenza per chi è interessato al tema delle infografiche. Tocca tutta una serie di punti di base che bisogna sapere prima di lanciarsi :D.
Perde una stellina perché metà del libro sono interviste, interessanti ma non mi aspetto che prendano letteralmente metà dello spazio, e per le scelte traduttive (credo della Pearson Italia, non del traduttore). Il libro originale ha previsto la traduzione in inglese dei testi delle infografiche (in origine in altre lingue visto che Cairo ha lavorato sia in Spagna sia in Brasile) ma la versione italiana lascia tutte le infografiche con i testi in inglese (di fatto facendo perdere parte della bellezza e dell'utilità del testo)....more
I had the pleasure to attend one of his talks lately, and soon after I run to buy Designing Intranets: Creating Sites that Work. Unfortunately that boI had the pleasure to attend one of his talks lately, and soon after I run to buy Designing Intranets: Creating Sites that Work. Unfortunately that book is not available in Europe :) so I checked WEITSK instead. It's a short book, almost a paper, but chock-full of bits and data/info that had me nodding and yeah-ing constantly.
Is it revolutionary? Not if you have worked in the field for years. Is it something you need to read? Yes, I believe so. ...more
Non un testo che si legge, a meno che non si sia particolarmente interessati alla vita delle autrici :)
Ma un testo che si guarda, si ammira, si studiaNon un testo che si legge, a meno che non si sia particolarmente interessati alla vita delle autrici :)
Ma un testo che si guarda, si ammira, si studia per prendere spunti su come sia sempre possibile visualizzare i propri dati.
Non credo sia un libro per tutti. Se cercate un how to, non è per voi. Lo trovo molto interessante, ma per me che mi sto appena avvicinando alla comunicazione visuale è per esempio poco utile (non sono al livello sufficiente x poterne trarre spunto), ma è bello e dà speranza :) ...more
Come tutti i suoi libri è sul pezzo, breve e utile. Insieme a Intranet 2.0 un libro da leggere e poi tenere a portata di mano sulla scrivania. Come tutti i suoi libri è sul pezzo, breve e utile. Insieme a Intranet 2.0 un libro da leggere e poi tenere a portata di mano sulla scrivania. ...more
Gran saggio di sociologia oltre che design. Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per chi si occupa di comunicazione (oltre che per i designer, in Gran saggio di sociologia oltre che design. Dovrebbe essere una lettura obbligatoria per chi si occupa di comunicazione (oltre che per i designer, in qualsiasi definizione possibile del termine). ...more
Ho chiesto a un gruppo di docenti di un corso sulla comunicazione visiva di consigliarmi un paio di testi con cui approfondire le lezioni. Unico libroHo chiesto a un gruppo di docenti di un corso sulla comunicazione visiva di consigliarmi un paio di testi con cui approfondire le lezioni. Unico libro venuto in mente sul momento è stato questo questo testo di Monari.
Il sospetto, a lettura finita, è che mi sia stato consigliato sulla base del titolo ma che, forse, nessuno di loro lo abbia mai veramente letto. Non ho alcun dubbio che Bruno Monari sia un grande designer. Io non appartengo al campo e non lo conosco, ma la mia ignoranza non riflette naturalmente la validità dell'artista né del suo testo.
Il problema con Design e comunicazione visiva è che probabilmente è destinato a chi studia design da tempo. Assolutamente da evitare se di mestiere si fa altro: non ci sono basi, è tutto dato per scontato. Rettifico: non c'è testo.
Il volume è diviso in due parti, la prima, Lettere da Harvard, è composta da una ottantina di pagine che porterebbero anche un santo al suicidio, per quanto sono noiose (a meno che non sia un fan di Monari e/o interessa come si insegnava il design negli anni 60). La seconda sono circa 200+ pagine con in totale meno di 10 di testo, il resto sono foto e disegni in bianco e nero che, per altro, su paperback sono un dramma. (Mi chiedo se la versione orginale fosse in carta patinata e a colori...) Ripeto, probabilmente uno studente o un fan leggono molto anche in queste, ma per chi non è del mestiere o non ha alcuna base, questo non è il libro giusto.
[Per rendere l'idea di quanto testo vi sia all'interno: ho comprato una moleskine da usare per prendere appunti su quello che leggevo. È rimasta quasi intonsa, se non per poche pagine.]
Credo che, probabilmente, per chi studia il design Design e comunicazione visiva possa avere anche certo valore, se non altro storico. Per tutti gli altri, se non hanno il design come hobby, è una lettura quasi inutile....more