Ammetto che, a volte, dopo che hai letto tanti libri su un medesimo genere, l'effetto del già-visto possa trovarsi sempre dietro l'angolo. Cosa che mi Ammetto che, a volte, dopo che hai letto tanti libri su un medesimo genere, l'effetto del già-visto possa trovarsi sempre dietro l'angolo. Cosa che mi è capitata con questa lettura: oltre 4oo pagine sul tema di una coppia in cui lui non può fare coming out, causa potenziale rovina della propria immagine pubblica.
L'ho trovato un argomento tutto sommato debole, almeno in questo caso; stiamo parlando di un predicatore di una delle tantissime chiese di matrice protestante che ci sono negli USA, chiese che vivono per loro stessa funzione della simpatia dei fedeli e delle loro donazioni, e che aprono e chiudono sino allo scandalo successivo che travolge il leader. Capisco le incertezze, ma che tiritera, soprattutto perché poi tutto l'entourage si rivela molto più disponibile rispetto alle aspettative. E comunque niente di originale, raccontato con dialoghi estenuanti e spesso inutili. Mi è mancata proprio la tensione, oltre che un qualsiasi tipo di vicinanza alla coppia, che ha la tendenza a trasformare ogni singolo evento in un drammone solo-noi-nell'universo e il mondo-complotta-contro-di-noi.
Nel mezzo ci sono interi capitoli "ospedalieri", con scene ripetitive e statiche (e infermiere-bambine che non sanno infilare bene neppure un tubicino), e tanto, tantissimo sesso, che non è neppure così eccitante, perché i protagonisti sono comunque mono-direzionali pure nel quotidiano (alla decima scena uguale, si vorrebbe un po' proseguire con la storia). Mi è piaciuta solo l'ultima parte, ma è stata dura arrivare in fondo....more
E' tutto come prima tranne per l’unica cosa che conta. Ma il mondo può andare avanti se vuole. Io no./b>
Io e gli YA tristi non andiamEDIZIONE ITALIANA
E' tutto come prima tranne per l’unica cosa che conta. Ma il mondo può andare avanti se vuole. Io no./b>
Io e gli YA tristi non andiamo sempre d'accordo, specie se ci sono di mezzo incidenti e lutti, però questo romanzo mi ha sorpreso per la delicatezza con cui racconta una storia sempre in bilico tra realtà e fantasia, ma comunque in grado di comunicare emozioni e sentimenti piuttosto credibili.
Ultimo anno di high school, anzi, proprio la festa di fine anno dei maturandi: tre amici hanno davanti a loro un destino carico di promesse. Kyle è un ex-campione di football infortunato, ma è stato comunque ammesso all'UCLA e ci andrà insieme alla sua fidanzata storica, Kimberly, con cui ha rotto almeno sette volte ma che ama moltissimo. E poi c'è Sam, il loro amico comune, sempre vicino nelle loro vite.
Ma basta un niente, basta una serata. Dapprima la scoperta che gli altri hanno una visione piuttosto diversa dei loro destini e delle loro amicizie, quindi una tragedia: bastano pochi attimi per mandare in frantumi ogni prospettiva sicura e serena. Inizia per Kyle un percorso lungo, tortuoso e doloroso, per ricominciare a vivere, mettendo in discussione tutto: dal proprio carattere ai propri sogni. Con un incontro misterioso e dirompente: Marley.
E se ci fosse data una seconda possibilità, saremmo in grado di sfruttarla o potremmo restare bloccati, senza scegliere una strada diversa?
Con uno stile dolce, spesso onirico, ma non zuccheroso, la storia affronta tematiche come l'elaborazione del lutto, le delusioni giovanili, gli amori che credevamo eterni e non lo sono, il coraggio di tornare a vivere e quello di imparare a stare in piedi da soli, non soltanto grazie a una semplice riabilitazione fisica, ma anche e soprattutto contando su noi stessi in maniera indipendente. Azzarderei a definirlo un romanzo di formazione, leggero e carino....more
Non c'è due senza tre, ma a volte il terzo tentativo è quello giusto. Se avevo trovato i primi due volumi della serie gradevoli, anche se non indimentiNon c'è due senza tre, ma a volte il terzo tentativo è quello giusto. Se avevo trovato i primi due volumi della serie gradevoli, anche se non indimenticabili, questo terzo volume mi è piaciuto nettamente di più. Merito della trama articolata e di due personaggi che non cadono preda di amore istantaneo, ma si studiano a vicenda prima di scegliersi e, attenzione, per una volta prima si testano a livello fisico, senza il solito strascico del "forse abbiamo accelerato troppo" o "forse ho ceduto subito".
Natalie è l'ultima del gruppo delle tre amiche che si sono ritrovate a lavorare (e a innamorarsi) dei tre soci della società di sicurezza privata KRG. Ora, sarebbe troppo facile, sostenere che, essendo rimasto libero, dall'altra parte, solo il terzo socio Tully, era scontata la storia d'amore tra i due. Facciamo finta che non sia così e godiamoci semplicemente la vicenda, che è peraltro vivace. In effetti, la definirei romantic-suspense come genere.
Natalie, che gestisce un salone di bellezza, riceve da qualche tempo email minatorie e altre consegne inquietanti. Potrebbe dipendere dalla sua opera di aiuto ad alcune donne maltrattate e dai mariti, ma, nel dubbio, è meglio ricorrere alla consulenza dei ragazzi della KRG e a Tully, che è ex-agente FBI ed esperto del settore. Se avete letto i precedenti volumi, lui è il tipo con spalle extra-large ed eterni stivali da cowboy. Quindi non è fuori luogo che Natalie si perda spesso nella contemplazione di lui che ispeziona la casa e verifica i sistemi di sorveglianza. Ma anche un esperto come Tully deve attivarsi, quando il nemico dispone di buone risorse ed è realmente pericoloso.
Una trama ricca di azione, una coppia con un certo passato, una tematica (quella dei maltrattamenti domestici e della manipolazione mentale) senza dubbio interessante e che mi è piaciuto vedere inserita nel contesto del romanzo....more
2stelline e mezzo A volte ti imbatti in vecchi libri che ti fanno pensare che, in quel momento, l'autrice avesse più che altro bisogno di pagare le bol2stelline e mezzo A volte ti imbatti in vecchi libri che ti fanno pensare che, in quel momento, l'autrice avesse più che altro bisogno di pagare le bollette, motivo peraltro del tutto giustificabile, però bastava davvero un piccolo sforzo per rendere il canovaccio, quanto meno, credibile. Purtroppo, l'intera vicenda risulta imbastita in modo superficiale e quasi di malavoglia.
Non ho particolari pregiudizi contro la creazione di regni immaginari, anche se, trattandosi di uno storico, non si capisce perché non limitarsi a prendere materiale dalla realtà senza scorrazzare a bordo fantasy. Ci sono tre principesse in fuga (sin da bambine) da un regno minuscolo dei Pirenei, insieme a un principe di un ulteriore regno immaginario, anche lui esiliato. A casa è rimasta una nonna non proprio simpatica che resiste per riprendere il potere, ma intanto il gruppo si è perso di vista e ritroviamo due ragazze in Scozia.
Poiché non hanno di che vivere (ma sinora come hanno fatto?), una di esse, Clarice, s'inventa venditrice ambulante di creme e pozioni, che hanno effetti miracolosi e istantanei sulla pelle consunta dei villici scozzesi. E già qui si resta basiti. Clarice, che dovrebbe vivere in incognito, si presenta a tutti come "io sono la principessa Clarice" o "la principessa del regno perduto", e nel romanzo lo ripeterà decine di volte. Il risultato è che sembra una ciarlatana che vende illusioni e per di più matta forte.
Il colpo di grazia giunge quando viene notata dal signorotto del luogo, il quale pensa bene di sfruttarla come esca per i nemici. E se ancora il lettore non ha la mascella completamente crollata, aggiungo che la cara Clarice, lungi dal sentirsi usata, dopo tempo tre secondi ne è profondamente innamorata, esempio fulgente di vittima inconsapevole di relazione tossica e non certo romantica. Mentre tutti, senza fare una piega, accettano in società la presenza di questa ex-stracciona che non è solo aristocratica, ma addirittura principessa (anche se il suo regno non c'è più).
Evito di infierire ancora e lascio i coraggiosi alla lettura, però i due non resteranno nel mio firmamento di coppie amate.
PS. Penso di proseguire la serie non per farmi del male, ma perché le recensioni sul secondo volume sono nettamente migliori, quindi voglio dare una possibilità....more
Amo molto il genere degli Historical Romance, ma ancor di più amo cambiare le epoche e le ambientazioni, specie quando scopro contesti inediti, arriccAmo molto il genere degli Historical Romance, ma ancor di più amo cambiare le epoche e le ambientazioni, specie quando scopro contesti inediti, arricchendo in qualche modo la mia cultura (sì, perché se gli storici poggiano su un'adeguata attività di ricerca, è inevitabile ritrovarsi assorbiti e apprendere curiosità e costumi che il semplice studio astratto e scolastico non era riuscito a trasmettere).
Ad esempio, grazie a questa lettura ho scoperto che nel V secolo a.C. la nostra Taranto era Taras, potente città della Magna Grecia, fondata, secondo la tradizione, da un gruppo di spartani, appartenenti alla classe guerriera, ma non di nascita legittima. A quel tempo, emigrare e fondare colonie era un po' come accade oggi, quando giovani ricchi di talento e audacia lasciano la propria terra, perché non si rassegnano a non poter realizzare le proprie aspirazioni.
Ovviamente, l'autrice ci sorprende anche scegliendo il punto di vista narrativo: il successo di Taras ci è infatti descritto con gli occhi dei nemici, o, meglio delle vittime. I guerrieri d'origine spartana entrano in scena, letteralmente, da cattivi, massacrando gli abitanti di un villaggio vicino e costringendone il re a consegnare come ostaggi i due figli, la dodicenne Ellis e il debole fratellino.
Ellis trascorre dunque cinque lunghi anni di prigionia, confinata in una stanza, con la sola possibilità di meditare vendetta e assorbire tutto quello che può dai suoi nemici: lingua, sapere e, perché no, confidenza. Per quanto Anthimos di Taras tenti di domare la sua indole ribelle, Ellis riesce a ricavarsi il suo piccolo spazio, persino nel cuore di uno dei figli del re, l'odiato Alexios, a sua volta figlio illegittimo. Inoltre, pur trovandosi in costante pericolo, si considera una futura regina: per questo metterà a dura prova il giovane, prima di lasciarsi convincere a non cercare solo sangue e rivalsa. Direi che siamo di fronte a un enemies-to-lovers con i fiocchi, tra gelosie, tradimenti e sospetti, in un'epoca in bilico tra popoli selvaggi e conquistatori e civiltà più mature che stavano già fiorendo....more
Per carità, mantiene le promesse. Una storia di sesso scandita in più parti.
Ma c'è sesso e sesso. Stavolta è dichiaratamente senz'anima, meccanico, pePer carità, mantiene le promesse. Una storia di sesso scandita in più parti.
Ma c'è sesso e sesso. Stavolta è dichiaratamente senz'anima, meccanico, per non dire robotico. Scene ripetitive, nessun contorno intorno, l'ansia dei protagonisti di darci dentro senza mai farsi sfuggire la benché minima emozione. Ma quanto siamo maturi e civili, alla prova dei fatti: 1) incontro con sconosciuto, fatto, via; 2) esibizione in pubblico per far contenti anche gli altri, fatto via; 3) amplessi ripetuti a mitragliatrice e il tizio (che non è adolescente) che resiste contro ogni aspettativa, fatto via; 4) ti presto al mio amico, fatto via; 5) torno anch'io, cosa a tre, fatto via. Poteva anche starci, se non avessi avuto ogni volta l'impressione di flaggare una casellina per ogni scena. E il voler infilarci i sentimenti a tutti i costi sul finale ha fatto cadere l'intero palco.
Confido di leggere presto uno storico o uno scifi di MB, perché, nonostante la grande stima che ne ho, questi erotici glaciali iniziamo ad annoiarmi....more
Primo libro di Christi Caldwell che leggo e l'ho trovato senza infamia né lode, per quanto parecchio nebuloso nello sviluppo della trama.
Diciamo che Primo libro di Christi Caldwell che leggo e l'ho trovato senza infamia né lode, per quanto parecchio nebuloso nello sviluppo della trama.
Diciamo che i due personaggi principali non rientrano nei soliti canoni: lei, Verity Lovelace, è figlia illegittima di un nobile e si arrabatta da oltre vent'anni come giornalista (sì, avete capito bene, ha iniziato più che giovanissima), mantenendo la sorellina e la vecchia governante che è rimasta con loro; lui è Malcom, un cercatore di metalli e piccoli tesori nelle fogne di Londra, uno che trascorre la giornata immerso tra liquami e topi (però, con un semplice bagno ritorna possente e bellissimo...). Però Malcom è anche il conte "perduto", ovvero l'erede di una famiglia aristocratica, rapito da ragazzino e, ritrovato, guarda la coincidenza, proprio grazie all'inchiesta giornalistica di Verity. Questo è il primo aspetto positivo. Il secondo è rappresentato dai comprimari, dalla sorellina alla gente delle fogne di Malcom, che riescono a creare più di una scenetta simpatica.
Dall'altro canto, ho avuto l'impressione di continui buchi narrativi, Potrei partire dall'inizio: non ci viene detto come sia riuscita Verity, che a momenti non ha neanche le scarpe per camminare, a rintracciare il conte; lui, invece, dopo decenni, viene subito riconosciuto, senza il minimo dubbio e senza processo, quando non c'è nessuno in vita dei familiari; al tempo non c'era l'esame del DNA, ma per riavere titolo e possedimenti forse serviva qualcosa più di un "ehilà, sono tornato". Da lì è un susseguirsi di soluzioni di trama molto forzate, messe lì soltanto per accomodare tutto e regalare un finale sereno.
Presi singolarmente, i due sono interessanti, come coppia sono un assortimento pasticciato e con un amore in sottofondo non così convincente....more
Era quello che Julian stava dicendo lassù: stava spiegando che le parole ci salvano da noi stessi, che quando chiamiamo le cose con il loro nome ci leEra quello che Julian stava dicendo lassù: stava spiegando che le parole ci salvano da noi stessi, che quando chiamiamo le cose con il loro nome ci leghiamo a esse, veniamo liberati dall’immane solitudine.
2 stelline e mezzo - Poche pagine luminose annegate in un infinito monologo in prima persona, perché la protagonista (snob, antipatica, depressa, egocentrica, saccente e... ancora antipatica) non la smette "di cianciare" (parole sue). Non lo negherò: ho saltato parti per evitare il rischio di crollare sopra il Kindle, recuperandole poi per il senso di rimorso. Ma veramente tante, tante, tante pagine inutili.
L’umorismo tagliente della London era sapientemente orchestrato come il monologo di un cabarettista ma, contrariamente alla maggior parte dei cabarettisti, lei non aveva paura di spezzarti il cuore in frammenti minuscoli....more
4 e mezzo - Non conoscevo Kate Pearce prima di questo volume, ma mi sono fidata del consiglio di una lettrice amica e, in effetti, mi è piaciuto molto4 e mezzo - Non conoscevo Kate Pearce prima di questo volume, ma mi sono fidata del consiglio di una lettrice amica e, in effetti, mi è piaciuto molto, più di quanto mi aspettassi.
Prima di tutto, qualche avvertenza: non c'è dubbio che si tratti di un erotico puro, con anche scene di ménage à trois e un tocco BDSM, seppur unito a un'atmosfera storica Regency. Quindi non proprio una lettura per tutti, visto che su 270 pagine almeno duecento sono di scene esplicite, anche molto forti nel loro impatto. Se però decidete di conoscere la storia di Valentin, entrerete in una storia non banale e non superficiale, con più di una sorpresa.
Lord Valentin è fascinoso, erede di un titolo e ricco grazie a una compagnia di navigazione che ha messo in piedi da solo. Ma non è solo per l'attività commerciale, e per il suo sporcarsi le mani con il lavoro, che viene chiacchierato dalla buona società londinese; a undici anni è stato preso prigioniero durante un viaggio e venduto a un bordello in Turchia, dove ha trascorso sette anni da incubo. Quando rientra fortunosamente in patria è un ragazzo che ha vissuto già troppo, con il ricordo di abusi da cui non riesce a liberarsi; se il suo compagno di prigionia, Peter, annega nell'oppio il peso di una sofferenza nascosta, Valentin ha sviluppato invece perversioni particolari e per lui prendere moglie non è che un passo obbligato, dettato dalle convenzioni sociali. Per sdebitarsi, vorrebbe prendere in sposa una delle figlie dell'uomo che lo ha liberato in Turchia. Ma mentre la famiglia candida una ragazza posata e dolce, Valentin è attirato dalla primogenita.
Sara ha ventisei anni e una Stagione fallita alle spalle, non è appariscente, ma dotata di grandi talenti, purtroppo non conformi a ciò che la società vorrebbe e che da sempre hanno spaventato i suoi. Soprattutto, Sara è curiosa, coraggiosa, pronta a scoprire tutto ciò che suo marito può insegnarle. Anche se questo vuol dire ritrovarsi emarginata e giudicata dagli altri, oggetto di malignità, nonché spesso incapace di decifrare lo stesso uomo che dorme con lei, che omette molte informazioni e nasconde un malessere interiore da cui non cerca di essere salvato. Se i nemici sono molti, Valentin rischia di essere il nemico più insuperabile, e sua moglie deve escogitare rimedi estremi per provocare una reazione.
Libro di grande intensità, sempre tenendo presenti le avvertenze sopra riportate. Molto bello anche il personaggio tormentato di Peter, che spero di incontrare ancora....more
Non succede sempre così alle ragazze belle e intelligenti, con un nobile lignaggio che risale fino a Guglielmo il Conquistatore? Andrà in sposa a un nNon succede sempre così alle ragazze belle e intelligenti, con un nobile lignaggio che risale fino a Guglielmo il Conquistatore? Andrà in sposa a un nobile di rango elevato. Ha una vasta scelta. Dopotutto, i cani non sposano i gatti.
Dopo averla tanto attesa, questa serie “alberghiera” della Long non mi sta facendo impazzire.
L’unico motivo di curiosità era capire come sarebbe proseguita, dopo aver esaurito, già con i primi due episodi, le storie d’amore delle protagoniste, ovvero Angelique e Delilah. Le due (se ricordate, moglie e amante dello stesso uomo, poi divenute socie) hanno aperto una pensione in una delle zone più malfamate di Londra, proponendosi di farne un luogo di incontro di classe, con tanto di regole per gli ospiti paganti. Un progetto ambizioso, visto che, appena fuori dalla porta del Gran Palace sul Tamigi ci si ritrova nei Docks. E nel frattempo, si sono pure sposate.
La soluzione per proseguire la serie è stata quella di dedicare i nuovi volumi ad altre coppie, formate tra i clienti. All’albergo arriva il Conte di Vaughn, con l’intera famiglia al seguito (moglie e tre figli), causa lavori di ristrutturazione presso la loro dimora londinese. Pare infatti che il Conte abbia ecceduto nello sparare a un serpente. Già qui comincia un certo senso di incredulità: ci si chiede come abbia potuto una pistola (non un mortaio) rendere inagibile un intero palazzo e su come facciano i nostri a resistere senza servitù, confinati al porto.
In ogni caso, la primogenita Lillias è ancora più eccentrica, una ragazza insofferente e in cerca di libertà, quasi soffocata all'interno della propria stanza, e che cerca di svagarsi con gesti eclatanti, tipo andarsene in giro in camicia da notte o provare un sigaro del padre. Purtroppo viene beccata da un altro ospite, americano, che pensa bene di fare lo spione. Che meraviglia. Se già Lillias partiva bassa a livello simpatia, Hugh è sceso subito a zero punti.
Ovviamente, ne nasce una storia, che però decolla molto, molto lentamente. Sino a un finale che, pur essendo già prevedibile, viene ancor più appesantito da cucchiate di melassa sparse in ogni pagina. Tra padri affettuosi, ospiti amiconi, nobili deliziati dal brivido di soggiornare così pericolosamente, l’ho trovata una storia debole, con personaggi che non lasciano il segno....more
3 stelline e mezzo Siate pazienti, state zitte, mostratevi belle e incontaminate come un orchidea e solo allora avrete la vostra ricompensa: una campan3 stelline e mezzo Siate pazienti, state zitte, mostratevi belle e incontaminate come un orchidea e solo allora avrete la vostra ricompensa: una campana di vetro sotto cui mettervi al sicuro..
A volte le cover sono la carta vincente, a volte, specie se sono bellissime, rischiano di lasciarti delusa per il contenuto, perché magari il romanzo è nella media, ma tu ti aspettavi, molto di più. In realtà, ANATOMY non mi ha scontentato, non è brutto, dai; dalla sua, ha la dote di essere senza dubbio molto scorrevole, si arriva a metà volume quasi senza accorgersi e infatti sino fino a metà mi stava piacendo parecchio.
Purtroppo, a un certo punto si perde: da un lato lo scollamento con la realtà storica si fa insistente, per cui si passa da un contesto calato nella Edimburgo del 1817, con qualche licenza su usi e costumi delle signorine di buona famiglia, a una trama strampalata con colpi di scena troppo improvvisati e al limite della credibilità. Un piccolo museo degli orrori che sa di già visto (senza contare che si insiste su teorie mediche e approccio scientifico, e poi quando è il momento di fornire qualche spiegazione credibile, l'autrice glissa: accade così e mettetevi il cuore in pace. Punto.).
Sono due, soprattutto, gli aspetti più deboli: da un lato, l'ultima parte del libro è volutamente rallentata, senza neanche nasconderlo, soltanto per potere spezzare la storia di brutto e giustificare un secondo volume. Dall'altro lato, se il sottotitolo è "una storia d'amore", io non l'ho proprio percepita. Hazel e Jack sono personaggi con poco brio, più simpatici all'autrice, che non eroi a cui affezionarsi durante la lettura.
Nel complesso, l'ho trovato più fantasy che storico, più gotico che romance. Magari ci sono ulteriori idee interessanti da sviluppare, e magari il secondo volume mi conquisterà; al momento, però, un po' dell'aspettativa che avevo è andata sgonfiandosi....more
Alistair Lowe era perfetto nel ruolo del cattivo. Non era crudele per istinto, e non era apertamente orgoglioso di esserlo, ma, a vol4 stelle e mezzo.
Alistair Lowe era perfetto nel ruolo del cattivo. Non era crudele per istinto, e non era apertamente orgoglioso di esserlo, ma, a volte, quel ruolo gli piaceva.
A dispetto dell'hype che lo accompagnava (per cui poi ho sempre paura di delusioni), questo primo volume di dilogia mi è piaciuto tanto ed è un vero page-turner, nel senso che giri le pagine con curiosità crescente e non riesci a fermarti sino al finale. Quando la sera torni a casa e ti sfreghi le mani prima di aprire l'e-reader, è il segno che sei in sintonia perfetta con la tua lettura.
Il genere Young Adult e la presenza di un torneo mortale richiama subito alla mente svariate saghe, ma, per quanto mi riguarda ho trovato la trama originale e intessuta di una deliziosa atmosfera gotica che riesce subito a calamitare l'attenzione.
Ci troviamo in un mondo pervaso dalle correnti magiche, dove però l'alta magia inizia a scarseggiare ed è privilegio di pochi, privilegio difeso con i denti e, in senso letterale, sino all'ultimo uomo. Nella cittadina di Ilvernath le sette famiglie più potenti sono state colpite da una maledizione, che le costringe a misurarsi, generazione dopo generazione, in un torneo che attribuisce potere immenso al vincitore e morte a chi arriva dal secondo posto in poi; una gara di sopravvivenza dove occorre conquistare basi sicure, raccogliere punti, formare alleanze e poi tradirsi a vicenda. Ma stavolta il torneo inizia sotto una luce diversa: non solo la sua esistenza è stata svelata grazie a un bestseller che ha svelato al mondo segreti e scandali dei famigerati sette clan, ma gli stessi partecipanti sono spinti/costretti a giocare sulla base di motivazioni diverse.
Tra adulti che hanno accumulato per anni il peso della propria malvagità e adolescenti che ne pagano le conseguenze in modo doloroso, tutto può ripetersi o può cambiare o andare a rotoli. Pur sapendo che sarei rimasta sospesa sul finale, in attesa del secondo, devo dire che mi è piaciuta anche la chiusura. E Alistair ha il suo perchè!...more
3 stelline e mezzo Ricordo ancora con molta chiarezza quel momento e lo rievoco spesso, sempre sorridendo. Perché già a tredici anni, benché ancora tro3 stelline e mezzo Ricordo ancora con molta chiarezza quel momento e lo rievoco spesso, sempre sorridendo. Perché già a tredici anni, benché ancora troppo innocente per ammetterlo, mi confortava l’idea che sarei cresciuta e avrei fatto sì che conoscessero lo stesso dolore che ci avevano inflitto. Con gli interessi.
«Tirfaie, così li chiamiamo: coloro che hanno una vita breve.»
Avevo il ricordo di un vecchio volume di mio papà, che poi ho smarrito nei traslochi con«Tirfaie, così li chiamiamo: coloro che hanno una vita breve.»
Avevo il ricordo di un vecchio volume di mio papà, che poi ho smarrito nei traslochi con mio grande rimorso. Tutto questo per spiegare perché mi sono ritrovata a leggere i primi tre romanzi della saga soltanto ora. In effetti, ancora mi chiedo come ho fatto a non conoscerla prima... Iniziare NIGHTRUNNER per me è stato spalancare una porta su un universo complesso e affascinante. Ci sono cascata dentro di brutto, centellinandomi le 1620 pagine del cartaceo, sera dopo sera, e usando un cuscino come leggio (pesa, ragazzi, pesa).
FORTUNA NELL'OMBRA si apre nell'imminenza di una guerra. I due regni di Skala e Plenimar sono nemici storici, ma mentre il primo popolo si caratterizza per essere dedito al commercio e allo sviluppo di una magia "bianca", oltre che essere governato da una dinastia di regine, quella di Plenimar è gente crudele e sanguinaria, misogina e seguace di sacrifici e negromanzia. Alec di Kerry è un giovane arciere orfano che vive molto più a nord, lontano, e ritiene di non essere coinvolto nel conflitto. Finché non viene imprigionato e salvato da uno strano individuo, un giovane bellissimo quanto misterioso, Seregil di Rhíminee, ora menestrello eccentrico, ora spia e ladro, ora ricognitore e rappresentante, in esilio, di un popolo non umano e secolare, che in passato si è mescolato agli uomini mentre nel presente preferisce restarsene in un isolamento neutrale quanto fragile.
I due iniziano ben presto a collaborare nel nome di Skala, con il sostegno del mago Nysander e del guerriero Micum. Ma il loro è un rapporto complicato fin dall'inizio, perché la vita dei mortali Tirfaie (gli umani) è veloce e fuggevole, mentre la ruota della Storia procede con tempi molto più lenti, e ciascuno dei due nasconde più di un segreto, come scopriremo in IL BUIO IN AGGUATO e LUNA DI CONGIURA.
Il tomo contiene i primi tre libri della serie, molte pagine, ma anche troppo poche. Questo è uno di quei libri dove le descrizioni sono così vivide che ti pare di essere lì con loro, tra foreste, ghiaccio, vita cittadina, mercati e campi di battaglia. Alla fine, e nonostante l'aggiunta dei racconti, ho chiuso con la netta sensazione di una sorta di perdita. Sino alla prossima avventura, Alec e Seregil mi mancheranno. La Flewelling è femminista e supporta i diritti QLGBT. Tutto questo si vede nella sua opera, dove le donne sono regine e guerriere indomite, e dove i suoi personaggi principali hanno una sessualità fluida, non ristretta tra canoni rigidi. Inutile dire che adoro il suo stile, attento a costumi, aspetti religiosi, bellici e sociali, e spero di proseguire la serie al più presto (dita incrociate per la sua pubblicazione).
Immagina di viaggiare in terre dove le leggende camminano per strada sotto la luce del giorno....more
Era come un coniglio, timido e indifeso, senza artigli né denti. La sua unica possibilità era scappare.
La Nona Casa è stato un libro su cui ho sospiraEra come un coniglio, timido e indifeso, senza artigli né denti. La sua unica possibilità era scappare.
La Nona Casa è stato un libro su cui ho sospirato non poco, perché non sono riuscita da subito a rassegnarmi al finale e, soprattutto, alla consapevolezza che avrei dovuto attendere mesi, forse anni, per conoscere il seguito. E poi è arrivato il secondo volume, pochi giorni dopo l'inizio del 2023, ma già, di sicuro, uno dei più bei libri del 2023. Ne sono stata totalmente ossessionata e ne sono rimasta totalmente innamorata. Anziché trepidare per il finale, avevo quasi paura a proseguire, Tanto che me lo sono centellinato, sera dopo sera, persino ritornando indietro di qualche pagina per godermi tutte le scene.
Consiglio senza dubbio di rinfrescare gli eventi precedenti. Se nel primo volume Yale era una scatola di incubi e meraviglie da spalancare, qui, sia noi lettori che i personaggi del libro, siamo tutti più maturi, circospetti, più abituati a diffidare e a riconoscere i segni. Qualunque sia la cosa che ha Darlington o che è Darlington.
Ma Alex ha fatto una promessa e vuole mantenerla, anche se questo significa portare avanti il proprio ruolo nella Lethe, tenere in riga le confraternite, rintracciare gli indizi su un ipotetico portale per raggiungere gli inferi, il luogo da cui, per verità quasi inconfutabile, niente ritorna, neppure forse gli dei.
E mi fermo per non rivelare altro. Dirò solo che Hell Bent è un formidabile viaggio, dentro Yale, dentro Alex stessa, ma anche dentro la storia, la letteratura, l'arte e tutto lo stratificato mondo di credenze che ruota intorno all'idea d'inferno e al possibile anello di congiunzione tra le dimensioni. Non è un caso se la Bardugo assegna ad Alex il ruolo di Dante e a Pamela quello di Oculus. Le due ragazze hanno subito un'evoluzione non da poco; sono una squadra, hanno un obiettivo. I loro limiti sono soltanto il bisogno di alleati e il tempo che sta per scadere.
Non c'è nulla che non mi sia piaciuto: il progetto, l'indagine, le continue scoperte, gli inserimenti che sembrano casuali ma che non lo sono, le aggiunte, i ritorni e, ultimo ma non ultimo, lo scopo finale: Darlington e tutto ciò che è vi è collegato.
Era questo che contava nel mondo. Niente buoni e cattivi, solo le persone per cui avresti sfidato le onde, e quelle che avresti lasciato annegare....more
Conoscevo già Joanna Chambers, mentre non avevo mai letto nulla di Sally Malcom, per cui questa lettura è stata una vera sorpresa. Molto positiva.
Già Conoscevo già Joanna Chambers, mentre non avevo mai letto nulla di Sally Malcom, per cui questa lettura è stata una vera sorpresa. Molto positiva.
Già la scelta dell'ambiente mi ha incuriosito: la storia si svolge in una casa di produzione, la Piccione Riverso, il cui prodotto di maggior successo è "Sanguisughe", uno sceneggiato con protagonista un vampiro-eroe alle prese con nemici e azione. Ovviamente, stagione dopo stagione, i fan sono cresciuti e hanno shippato il vampiro e un certo personaggio, costituendo anche una comunità dedita alle fan fiction, con tanto di convegni e forum. La cosa non piace tanto all'autore Lewis, affascinante ma anche difficile, tutto concentrato sul suo mestiere e poco incline a rapportarsi con gli altri o ad adattarsi. Mentre invece il suo nuovo assistente Aaron, ultimo di una sterminata serie di collaboratori falcidiati dalla personalità ruvida del capo, è coinvolto in modo quasi viscerale con la serie, non solo per lavoro, ma anche grazie al mondo che gira intorno, a cui resta ben collegato grazie a un carattere socievole, gentile e disponibile. Insomma, ci vuole fatica, impegno e qualche evento scatenante, prima che Lewis apra gli occhi e si dia una svegliata....
Parto da ciò che mi è piaciuto meno. Dal punto di vista narrativo, c'è un buco temporale di ben tre anni, che è voluto, ma che non sono riuscita a trovare così credibile: anche valutandolo da ogni angolazione possibile, non posso pensare che si siano succedute diverse stagioni del programma, con tutto ciò che può aver provocato e con interazioni quotidiane e pressati, e il periodo venga semplicemente omesso, come se Aaron e Lewis partissero a conoscersi e a vedersi veramente da zero. Però è una scelta e quindi sono passata a godermi il libro.
E qui viene tutto il resto, che invece mi ha divertito. Ho riso tanto con questi due. Presi da soli o insieme, a digiuno o al bar, al naturale o mascherati, in buona e cattiva sorte, ecc. sono semplicemente adorabili entrambi. E sì, sono ritornata un po' indietro nel tempo, quando mi arrabbiavo o tifavo leggendo le FF dei romanzi che amavo. Dialoghi brillanti ma non superficiali, simpatia a mille, il giusto tocco romantico che ci voleva. Carino, carino....more
Questo è uno romanzi più famosi della Henley, lo avevo spesso sentito menzionare, per cui sono stata contenta di recuperarlo con gli3 stelline e mezzo
Questo è uno romanzi più famosi della Henley, lo avevo spesso sentito menzionare, per cui sono stata contenta di recuperarlo con gli Introvabili. Si tratta di un romanzone corposo, quasi quattrocento pagine, e corale, perché, pur costruito intorno a una coppia principale, si preoccupa di raccontare le vicende di un intero clan scozzese, dal laird ai parenti.
Paris Cockburn, venticinquenne nerboruto e arrogante, guida i suoi uomini in attività più o meno losche, compresi rapimenti a scopo di riscatto e brigantaggio, pur di salvare le finanze di famiglia, e deve al contempo pensare a proteggere e sistemare i fratelli minori, che sono tanti: le sorelle Shannon, Damascus e Alexandria e i fratelli Troy e Alexander (sì, i genitori avevano una grande passione per i nomi di città).
Ci sono scontri contro gli odiati Gordon, ci sono mogli pazze nascoste nella torre, tradimenti, ricatti e viaggi nella Londra seicentesca, chiassosa, spendacciona e molto pericolosa di re Giacomo Stuart. Soprattutto, ci sono rapimenti, corteggiamenti e un bel po' di matrimoni, proposti, rifiutati o riparatori. Questa è senza dubbio la componente che salva il libro: succedono talmente tante cose e ci sono così tante storie, che trovano poi uno sviluppo in nozze e figli, da arrivare in fondo senza noia, benché un po' frastornati. Più che Paris e Tabby (cresciuta in un orfanatrofio a Londra, ma sempre mantenuta in segreto dal vecchio laird Angus), mi sono piaciuti i filoni di Shannon e dei gemelli, e in genere il clima affiato e simpatico del castello di Cockburnspath.
Mi è piaciuta meno la componente (tipica dei romanzi anni '80) romanticizzata della violenza nei confronti delle protagoniste femminili. Se è credibile, per il periodo storico, che i rapporti non consensuali fossero abbastanza frequenti, la Henley si preoccupa di continuo di esaltare quanto Paris e gli altri nobili fossero impetuosi e audaci in positivo; alla fine, tuttavia, ne risulta una sconcertante serie di prepotenze, dove le ragazze, di fatto, cedono per una posizione di completa vulnerabilità (il primo assalto sessuale alla povera Tabby, con tanto di urla e lacrime, e l'eroe di turno che la rimprovera per essere troppo rigida, resta per me inaccettabile in un romance). Si legge, come detto; non indimenticabile....more
Premetto che non ho letto il primo volume di serie (che, a quanto pare, aveva come protagonista re Rolfe di Ruthenia, padre del principe Roderic, e avPremetto che non ho letto il primo volume di serie (che, a quanto pare, aveva come protagonista re Rolfe di Ruthenia, padre del principe Roderic, e aveva avuto al tempo grande successo), ma dalle continue menzioni me ne sono fatta un'idea abbastanza precisa. Tuttavia, questo seguito del 1985 si è rivelato in ogni caso pesantuccio e con una trama con più di un buco logico-narrativo.
Si parte da Parigi dove, in un accampamento di zingari, è in corso una serata danzante con ospiti il principe di uno staterello balcanico (bellissimo e "maschio") e la sua guardia d'onore. All'improvviso, una giovane viene sbattuta giù da una carrozza e si avvicina di soppiatto, sapendo di dover fingere un'amnesia per poter sedurre e incastrare il principe.
Ma perché si è giunti a tanto? Definire le quaranta pagine successive contorte è poco. La vita della ragazza, tale Mara Delacroix, ci viene raccontata, letteralmente, sin dagli inizi in Louisiana, senza risparmiarci gli innumerevoli avvenimenti per cui è stata spedita dall'America a Parigi, alla vigilia dei moti rivoluzionari del luglio 1847. Mara è già abbastanza viziatella e sprovveduta, ma a Parigi un oscuro individuo ha appositamente teso un trappolone per l'allegra nonna ludopatica di lei, al fine di ricattarla. Ora, già il fatto di pretendere che la fanciulla si trasformi in Mata Hari, quando si vede a colpo d'occhio che non è né scaltra né seduttrice, la dice lunga sulle possibilità di successo del complotto.
Ma, d'altra parte, non è ben chiaro cos'abbia in mente lo stesso principino, il quale, senza indugio, riserva alla straniera smemorata una fiducia eccessiva, senza interrogarsi sui rischi. D'altronde, il lettore continua a chiedersi come fosse credibile che Mara e il principe non si fossero mai conosciuti prima, visto che frequentavano il medesimo ambiente altolocato. Insomma, per me è tutto un "ma come, ma perché" e ho digerito a fatica tutte le successive avventure sgangherate.
Senza contare che, complici circa trentacinque anni in mezzo, i dialoghi risultano talora retorici e stucchevoli. Con tanto di "mia dolce tentatrice, luce dei miei giorni", da parte di lui, e "Roderic, amore di principe" in risposta da lei. Si chiude il libro con la voglia di togliersi la spolverata di zucchero di dosso :)...more
Dopo la sua grande passione per gli animali e i viaggi, non poteva mancare un'incursione di Mathilda Blake per l'altro suo grande amore, che è il ballDopo la sua grande passione per gli animali e i viaggi, non poteva mancare un'incursione di Mathilda Blake per l'altro suo grande amore, che è il ballo. Con questo romanzo, e per me è stata la prima volta, ci ritroviamo catapultati nel rutilante ambiente dei concorsi di ballo di fine ottocento, e per di più a Blackpool, una delle sedi più famose per le competizioni internazionali (tanto che è attiva ancor oggi). Alla vigilia di una gara importante, una coppia originale si sta allenando ed è data tra i favoriti: Thomas Bell, affascinante, carismatico, ricco e ben introdotto in società, e la sua fresca sposa Allegra, altrettanto bella e abile come ballerina, ma proveniente da una situazione familiare più dissestata. I Bell sono la coppia perfetta, sono protagonisti delle riviste dell'epoca e adorati dal pubblico. Perciò il ritrovamento del corpo di Thomas, caduto in un precipizio, è una sorta di martellata che infrange un sogno perfetto, almeno per Aurora. Oltretutto il detective assegnato al caso nutre sospetti proprio su di lei ed è determinato a interpretare ogni suo gesto come un indizio di colpevolezza. Così Aurora deve difendersi a ogni costo, sia da Desmond che da tutti i nemici e le invidie che nel frattempo la circondano.
Mi è piaciuta molto la classica svolta enemies-to-lovers del romanzo: proprio il nemico che all'origine pareva più implacabile si trasforma anche nel protettore più affidabile, non solo per tenerla in salvo, ma addirittura per aiutarla a perseguire quel sogno che sembrava ormai irraggiungibile. E ho trovato deliziose le dinamiche di incomprensioni e "incidenti" tra i due: certo, Allegra è esuberante di carattere, ma ha un problema notevole con i suoi poveri corsetti, che finiscono bagnati, strappati, spostati o spariscono del tutto... Mi sono ritrovata a ridacchiare nei momenti di convivenza forzata e ho simpatizzato con il povero Desmond che deve armarsi di pazienza, anche perché il destino ha incrociato per bene i fili dei due.
Una lettura che scorre via a passo di danza, con un mondo di valzer, fox-trot, tango e quickstep, descritto in modo accurato e sempre molto interessante: confesso che mi sono fatta una cultura, in modo piacevole, su tanti dettagli per me ignoti. E di frequente ho messo come sottofondo qualcuno dei brani menzionati, per volteggiare insieme ad Allegra con la mente....more
Invece del bouquet, stringeva il bastone. Sulle mani, calli invece di diamanti. Negli occhi, più sfida che seduzione, e sulla lingua più insolenza cheInvece del bouquet, stringeva il bastone. Sulle mani, calli invece di diamanti. Negli occhi, più sfida che seduzione, e sulla lingua più insolenza che miele.
Sono consapevole che, ogni volta che affronto questa serie, mi perdo a evidenziare quanto è bello ogni volume, ma, davvero, ogni nuovo capitolo è più bello del precedente. Questo quinto, peraltro, mi ha rapita: ambientazione, protagonisti, comprimari, tristezza e risate. Sapete quando leggete qualcosa e non trovate nulla che manchi?
Restiamo sempre in pieno periodo vittoriano, ma abbiamo lascato Londra per l'umida e nebbiosa Scozia, in particolare la costa davanti alle Isole Ebridi, spazzata da venti gelidi e burrasche. Qui, anni prima, si sono consumate le tragedie dei Mackenzie, con un capo-clan crudele e sanguinario, figli legittimi e naturali (in effetti, ne stiamo scoprendo molti) sparpagliati nel mondo e contorno di lutti e violenza. Lord Thorn (che vuol dire "spina", guarda caso) è il fratello minore dell'attuale Laird (proprio il il Demonio delle Highlands che abbiamo conosciuto nel terzo volume) e vuole emanciparsi dal clan d'origine, vivendo di allevamento e solitudine in un'antica fortezza degli avi. Ma gli serve comunque terra per il pascolo, quindi pensa bene di rivendicare la tenuta lasciata dai Ross, famiglia di vicini (nemici) che si è trasferita in America.
Senonché, con una tempestività fastidiosa, dal selvaggio West fa ritorno proprio colei che si proclama come l'ultima erede dei Ross, tale Sem, abile a cavallo e pistolera, carattere tenace e intraprendente. Sem odia Gavin, Gavin odia sostanzialmente tutti, perché ha sofferto parecchio ed è un orso che si è rifugiato nel suo maniero per non soffrire ancora. E i due, a confronto, sono polvere da sparo e scintille, tra battute e ripicche, e sentimenti inaspettati che rischiano di offuscare la loro lucidità. Ma anche Sem non è stata così sincera e non si è gettata alle spalle il suo passato.
Bello, bello. Ho adorato i due in conflitto (e pure le scene di passione sono sensuali e godibili), nonché la piccola famiglia "allargata" che abita Inverthorne, nonché i fratelli Mackenzie che stanno lontani e si vogliono bene, nonché questa landa di terra e nebbia, che continua ad avere il suo fascino. E la lungimirante Byrne getta le basi per ben due capitoli successivi della serie....more
Polly esprimeva ancora apertamente le proprie opinioni, ragioni e intenzioni. Non era mai ambigua, misteriosa o subdola. Una vera donna quacchera, semPolly esprimeva ancora apertamente le proprie opinioni, ragioni e intenzioni. Non era mai ambigua, misteriosa o subdola. Una vera donna quacchera, semplice e buona. Per un certo periodo Agnes le aveva impartito lezioni su come essere più incisiva. Polly l’aveva ascoltata educatamente e aveva continuato a essere se stessa. Era strano avere una migliore amica così ben accolta da tutti, per una come Agnes che molto spesso risultava inavvertitamente offensiva. Era sempre stato così e ormai ci aveva fatto l’abitudine – ma non voleva dire che non continuasse a notarlo.
3,5 - Fellowship Point è un romanzo di narrativa, scritto e vissuto attraverso uno sguardo femminile, che ha la particolarità (e il pregio) di concentrarsi, per una volta, su protagoniste più che mature, addirittura ottantenni. Agnes e Polly sono sempre state amiche, ma differenti sia per carattere che per esistenza. Agnes è sempre stata più schiva, forse rude, sicuramente schietta. Ha scritto vari romanzi di successo (in modalità ufficiale quelli per bambini, in modalità segreta quelli per adulti), e si gode il suo tranquillo vivere quotidiano, un po' isolata dal mondo e un po' alla finestra. Di certo, non è la classica nonnina della porta accanto. Polly, al contrario, ha sempre improntato l'esistenza al servizio degli altri, compresi il marito e i figli. Non che abbia raccolto molto da quello che ha seminato, perché tutti la usano in realtà solo come "stampella" affettiva e per cose pratiche, con ben poca gratitudine e considerazione.
E se la vecchiaia poteva avviarsi verso un dolce declino, i fatti della vita - malattie e lutti, incomprensioni e litigi - riporta le due alla ribalta. Il loro stesso angolo di quasi-paradiso dell'infanzia viene minacciato da speculatori avidi e (che sorpresa) dai soliti parenti serpenti.
Questa lettura mi ha suscitato emozioni contrastanti: da un lato, ho apprezzato la forza di Agnes e la risolutezza semplice di Polly, forse meno vistosa nelle sue azioni, ma altrettanto tenace. Sono due anime belle che hanno vissuto e continuato a vivere con intensità. Confesso che ho mal sopportato il marito di Polly, un esempio di uomo-sanguisuga che è riuscito a combinare qualcosa grazie alla donna che lo reggeva dietro. Così come ho detestato Maud, la terza protagonista giovane. Un esempio di editor spocchiosa e stucchevole, che entra a gamba tesa sulle opere su cui deve lavorare. A un certo punto, o il romanzo lo scrive lo scrittore, o lo scrive l'editor e se lo fa firmare...
Dall'altro lato, ho un po' patito lo stile che, passatemi il termine, mi ha ricordato una narrazione "anziana". Sarà perché ho una madre ottantenne, che quando deve raccontarmi un'unica cosa, si perde prima in altri dieci filoni diversi, aggiornandomi nel frattempo su tutti i parenti e conoscenti che le vengono in mente. Qui il procedere è simile, non lineare ma continuamente disperso, con una valanga di informazioni minori che a volte travolgono. Considerate che è un librone-fiume di oltre 500 pagine......more
3.75/4 Ogni volta che apro un romanzo della Drake sono curiosa di scoprire in che periodo storico saremo trasportati: questa volta ci ritroviamo alla 3.75/4 Ogni volta che apro un romanzo della Drake sono curiosa di scoprire in che periodo storico saremo trasportati: questa volta ci ritroviamo alla corte di Francia, esattamente in quella Versailles dove la giovane regina Maria Antonietta vive nel lusso e nel vizio, circondata da un codazzo di nobili e dame parassiti. La regina ha però la necessità di prendersi un momento tutto per sé (in fondo, non è la prima né l'ultima regnante a patire un'enorme pressione sulle proprie spalle e a sapere che ogni singolo gesto o parola sarà riportato, analizzato e criticato), lontano da un'atmosfera così tossica, per cui si fa aiutare da una delle poche persone amiche, un capitano delle guardie, a procurarsi una sosia per farsi sostituire. Ed è così che il capitano Laurent le parla di Violaine, una cameriera di una taverna che lui ha da poco conosciuto. Peccato che, da un lato, Violaine incolpi proprio Laurent di averle ucciso il fratello e che, dall'altro, sostituire una regina e una come Maria Antonietta sia una sfida complessa e parecchio rischiosa...
Mirta Drake scrive bene e, come al solito, è estremamente accurata nel gestire l'ambientazione, attenta a ogni dettaglio, anche a quelli meno esaltanti che, ad esempio, i film su Versailles (o la stessa serie di Lady Oscar con cui siamo cresciuti!) ci avevano risparmiato. Perché la reggia non era soltanto una serie di saloni fastosi, cortili immensi e giardini all'italiana tutti fiori e labirinti: gli ambienti erano sudici e con condizioni igieniche precarie, persino i nobili non si lavavano così spesso e le vistose parrucche incipriate pullulavano di pidocchi.
Nel romanzo le ombre dietro la ricchezza, così come la rete di informatori e le fazioni nemiche in cui si dividevano i cortigiani sono ben rese: Laurent e Violaine si devono destreggiare tra continui pericoli e rischi di tradimento che non sono solo virtuali. Anche al di là dei fatti narrati, si avverte la tensione del periodo pre-rivoluzione e confesso che la trama continuava a farmi venire in mente proprio alcune puntate di Lady Oscar, incentrate sull'uso delle sosia della regina (espediente, peraltro, che sembrerebbe essere storicamente accertato).
Per mio gusto personale, relativamente all'aspetto romantico altri romanzi della Drake mi sono piaciuti di più (la serie dei Winters sopra tutti): qui, per quanto interessante, la coppia principale non è riuscita ad appassionarmi. Diciamo che stavolta ho apprezzato assai più il contorno e la Storia (ma, come ho detto all'inizio, l'abilità descrittiva è un tratto caratteristico dell'autrice), che non la storia in sé è per sé....more
Era gradevole avventurarsi nella campagna ricca di odori. I suoi passi facevano frusciare il tappeto di foglie morte, e Valentin ritrovò le piacevoli Era gradevole avventurarsi nella campagna ricca di odori. I suoi passi facevano frusciare il tappeto di foglie morte, e Valentin ritrovò le piacevoli sensazioni della sua infanzia, trascorsa ad attraversare i boschi. L'autunno era di gran lunga la sua stagione preferita, poiché unendo bellezza e fragilità si accordava così bene agli anfratti della sua anima tormentata.
Questo giallo storico, primo di una serie, arrivava accompagnato da un forte successo d'oltralpe, per cui, siccome l'anno scorso con i romanzi francesi non ho avuto particolare fortuna, stavo all'erta. Invece devo ammettere che mi ha piacevolmente intrattenuta per varie sere, lasciandomi la voglia e la curiosità di proseguire con le avventure dell'ispettore Verne.
Ma andiamo con ordine sugli aspetti positivi. L'ambientazione storica è curata e calibrata al dettaglio. Ho sempre detto che se in un romanzo storico si riconosce l'epoca solo perché l'autore te lo dice espressamente all'inizio, qualcosa non va. Ma Fouassier è molto bravo, ricostruisce una Parigi perfetta (appena dopo la rivoluzione del luglio 1830, con la caduta di Carlo X e l'ascesa di Luigi Filippo come monarca costituzionale), sia come topografia che come clima. E arricchisce la parte di fantasia con personaggi storici, quali letterati, medici o giornalisti, realmente esistiti.
Lo stile ha, a mio parere, il ritmo giusto. So che alcuni lo hanno trovato prolisso e fin troppo dettagliato, ma è questione di ambientarsi nei primi capitoli. Nei gialli storici è il minimo, direi: una volta inseriti sulla scia di Valentine, si procede spediti nell'indagine.
E, infine, i personaggi. Valentin non è per nulla scontato. Certo, ha conoscenze scientifiche (ovviamente, corrispondenti all'epoca), ha intuito, è scostante e riservato, ma ha delle motivazioni forti per essere ciò che è. Non è un eroe e non ha poteri particolari contro la sua nemesi, il Vicario, ma è molto umano, timido, tanto astuto nel decifrare gli eventi quanto impacciato e contorto nella sua parte umana. Interessanti anche i suoi insperati aiutanti (non aggiungo di più, per non rovinare le sorprese). Un volume introduttivo interessante e ben congegnato e una nuova creatura investigativa da tenere d'occhio....more
3,75/4 - Tornano i Griffin, un duca e i suoi tre fratelli, schiacciati tra le responsabilità che incombono sulle loro spalle a causa del titolo e del 3,75/4 - Tornano i Griffin, un duca e i suoi tre fratelli, schiacciati tra le responsabilità che incombono sulle loro spalle a causa del titolo e del casato (compensati da non notevoli privilegi, peraltro) e il loro carattere scanzonato che li porterebbe invece a cercare più libertà. Dopo che l'unica sorella, Nell, si è sposata, è Zachary, il più piccolo, a mordere il freno: dopo svariati progetti mollati a metà, vorrebbe intraprendere la carriera militare.
Di conseguenza, il duca Sebastian corre ai ripari e lo invia con una scusa a fare da accompagnatore dell'anziana zia a Bath. Ovviamente, però, il duca e la zia hanno un piano preciso, che prevede una sosta presso una famiglia con ben sette figlie da maritare (e un padre inventore rassegnato ma affettuoso).
Per Zachary ci sarà molto da fare, senza contare che nessuno ha previsto diversivi ulteriori, come proposte "strane" per fare il modello per dipinti, coinvolgimenti in un giro di invenzioni ed incroci genetici, shopping cittadino, battute di pesca, incomprensioni sentimentali e lacune nell'addestramento di cani onnivori.
Carino, in più di una scena divertente. Ho patito solo la lunghezza, perché a mio avviso il finale è un po' allungato. E se non amate i dialoghi corali e sovraffollati, potreste ritrovarvi con un po' di mal di testa :)
Ma non vedo l'ora di vedere Seb e Charlemagne, i duri e impavidi della famiglia Griffin, alle prese con le loro questioni di cuore. Peraltro, ho detto che anche le mucche giocano un ruolo importante?...more
Ma ogni storia ha due facce. L’eroe e il cattivo. La luce e l’oscurità. La benedizione e la maledizione. E ciò che il mugnaio non aveva capito, è che Ma ogni storia ha due facce. L’eroe e il cattivo. La luce e l’oscurità. La benedizione e la maledizione. E ciò che il mugnaio non aveva capito, è che il dio delle storie è anche dio della menzogna.
Vedendo che l'autrice era Marissa Meyer mi ero già aspettata un qualche #retelling, ma giuro che la fiaba di Tremotino dei Grimm non era proprio in cima alla lista delle più probabili.
In ogni caso, se dall'infanzia ricordate il buon Tremotino come un nanetto dispettoso e avido, potete rasserenarvi: la Meyer prende il plot centrale e lo mischia ad altre storie tratte dal folklore nordico, a cominciare dall'Erlkönig, il Re degli elfi oscuri ma anche il Re degli Ontani, che diviene qui il condottiero della Caccia Selvaggia, quel corteo di non morti, mostri e anime perdute che cavalca il cielo nelle notti di luna piena, per portare morte e rapire vagabondi e bambini disobbedienti.
Protagonista è Serilda, figlia di un modesto mugnaio, segnata fin dalla nascita con strane ruote dorate negli occhi, che vengono visti dagli abitanti come un presagio di sventura. Eppure Serilda cresce curiosa e coraggiosa e quando, a diciotto anni, si trova di fronte alla scelta di salvare le creature del bosco oppure di restare in casa a dormire, non esita: arriva addirittura a mentire al Re oscuro, suscitando la sua ira. Sfruttando infatti le bugie di Serilda, il Re le ordinerà di mutare la paglia in oro e di filare rocchetti preziosi per lui, in quantità sempre più grandi. Ovviamente il Re è malvagio fino al midollo e non esita a ricattare e a punire, anche perché lui stesso è impegnato in un piano di vendetta che sta portando avanti da secoli, per quanto tutti se ne siano ormai dimenticati, visto che i fatti sfumano in leggenda, con il trascorrere del tempo.
Ma Tremotino, che c'entra in tutto ciò? Eh, bocca cucita... Qui sta proprio la variazione originale del romanzo, che mischia fiabe e mitologia, in una narrazione comunque sempre vivace e godibile. Nel complesso, mi è piaciuto, ho apprezzato l'atmosfera gotica e cupa, i richiami a creature dei bestiari medievali, la descrizione dei mondi sospesi sul confine del Velo, le tradizioni e le superstizioni create dagli umani per difendersi in qualche modo. Diciamo che gli ultimi capitoli sono più rallentati e vanno meno al sodo, ma perché risulta chiara la volontà di creare il ponte per il seguito, dato che questa è una duologia. Però sono estremamente curiosa di scoprire cosa escogiterà Serilda, la tessitrice di storie, per cavarsela ancora una volta.
Talvolta le superstizioni sono tutto ciò che ci è stato offerto dagli dei per dare un senso al nostro mondo. Le superstizioni… e le storie....more
Neanche il Lord delle caramelle intendeva portarla all'altare
3,75 - Dopo un'eroina come Daphne (nel quarto volume della serie) era difficile trovare Neanche il Lord delle caramelle intendeva portarla all'altare
3,75 - Dopo un'eroina come Daphne (nel quarto volume della serie) era difficile trovare una protagonista altrettanto incisiva, però devo ammettere che Lady Theodora Worth c'è riuscita, con la sua storia singolare di erede femmina diretta che deve lottare per mantenere il titolo scozzese contro il solito cugino di secondo grado che pensa di accaparrarsi tutto soltanto perché maschio.
Theodora ha scelto di vivere ritirata dal mondo, senza partecipare agli eventi cari alle sue coetanee, senza feste né vestiti, senza un vero galateo, senza neppure imparare a danzare, pur di proteggere la pace e la reputazione del nonno duca nei suoi ultimi anni di vita. Ma quando il nonno muore, non si trova più neppure il certificato originale di costituzione del titolo nobiliare, e Theodora non ha altro che se stessa da presentare alla commissione giudicante. O magari potrebbe aggiungerci un marito recuperato all'ultimo...
Allora, la prima parte del romanzo mi è piaciuta parecchio: sarà l'ambientazione agreste e al contempo polverosa e disordinata della tenuta di Ladykyrk, sarà la presenze di due lady anziane e mattacchione, e un Will tormentato in amore (e pure Lord delle caramelle!) che deve affannarsi a gestire tutto.
Purtroppo, la vivacità iniziale scema di molto all'arrivo a Londra: i Cavensham in gruppone appaiono troppo perfetti e zuccherosi, non succede quasi più niente e la storia s'ingessa e sembra non procedere più. E poi mi cade un pochino sull'aspetto romantico: sinceramente, ho trovato un pastrocchio le reticenze reciproche dei due a non volersi sposare tra loro, basate sul nulla, quando poi l'alternativa è accettare un matrimonio combinato con altri candidati del Ton e un'unione non certo meno fittizia. Sarebbero state 4 stelline piene, intaccate da un finale trascinato e (per mio gusto) un po' melenso....more
«Non mentitemi. Cosa dite a voi stessa nel cuore della notte, quando nessuno vi ascolta? Chiudete gli occhi e attendete con impazienza il domani, o te«Non mentitemi. Cosa dite a voi stessa nel cuore della notte, quando nessuno vi ascolta? Chiudete gli occhi e attendete con impazienza il domani, o temete per ogni nuovo giorno e li contate a uno a uno? Contate. Ecco cosa significa non appartenere a niente: significa contare. Sarebbe insopportabile, se non sapeste che finirà. Quanti giorni, signorina Fairfield, prima di poter far cadere questa illusione? Quanto giorni prima che smettiate di fingere?»
4,5 - Giunta al secondo libro, mi spingo a dire che la Milan è un po' il livello evoluto del genere HR. Dove altre autrici si limitano alla storia d'amore, più o meno combattuta, a un po' di contorno e a tanti dialoghi romantici o scene spicy, lei eleva tutto a un grado superiore, scrivendo in realtà una fiction storica con annessa storia d'amore. In questo romanzo ci sono moltissimi temi, se ci si pensa: 1) la condizione delle donne in balia di un tutore; 2) il bullismo sociale e il disprezzo per il diverso; 3) la lotta per il diritto di voto universale (sebbene ancora maschile); 4) il razzismo e la repressione indiana ad opera del colonialismo inglese; 6) l'ignoranza della medicina, con esperimenti sui pazienti e la soluzione facile del manicomio; 7) la malattia mentale, l'agorafobia, la mancanza di adeguata comprensione del prossimo; 8) le difficoltà incontrate a livello scientifico dai teorici del darwinismo; 9) l'ottusità generale di un'epoca e le molte sofferenze che patirono intere generazioni di donne/malati/non-inglesi/figli-illegittimi. Ho apprezzato molto che tutti, bene o male, siano stati inseriti nella vicenda generale, perché così si riesce ad avere l'esatta percezione del contesto storico-sociale-politico in cui si muovono i protagonisti, comprendendo meglio comportamenti, decisioni e magari errori.
Ma veniamo al romanzo in sé. 465 sono i giorni che separano dalla libertà due sorelle: Jane diventerà maggiorenne, disporrà del suo (notevole) patrimonio e potrà proteggere la minore, Emily, affetta da fenomeni convulsivi, a causa dei quali viene tenuta segregata e sottoposta a invasive "cure mediche" dallo zio che ne ha la tutela. Così entrambe devono apparire giudiziose e obbedienti e Jane deve pure evitare qualsiasi proposta di matrimonio, che la allontanerebbe alla sorella e la porrebbe sotto il potere di un nuovo (marito) padrone. Cosa fare per respingere i corteggiatori di fatto? Jane si è resa eccessiva, spregiudicata, fintamente sciocca e volgare, pur sapendo di essere lo zimbello della società locale. Finché non incontra Oliver. Lui è il figlio illegittimo di un duca, come lei disprezzato alle spalle dalla società, ma è deciso a fare carriera politica, lottando per estendere il diritto di voto, pronto ad accettare compromessi e forse pure accordi scorretti pur di ottenere il consenso degli altri nobili. E a sua volta Emily, decisa a non farsi rovinare dalla propria malattia, incontra Anjan, studente di legge indiano, anch'egli deciso a divenire avvocato, nonostante il razzismo che lo circonda.
Tutti, in realtà, in modi diversi, sono personaggi che non accettando di farsi emarginare e sfidano le convenzioni, come gli operai e le donne, nello stesso momento, lottano per i cambiamenti sociali. Questa serie mi sta piacendo moltissimo: ben scritta, ben contestualizzata, con un messaggio che trascende il passato....more
3,5 Non ho mai nascosto di ritenere la serie Wescott una ciambellina riuscita a metà (destino a cui vanno spesso incontro, peraltro, le saghe troppo lu3,5 Non ho mai nascosto di ritenere la serie Wescott una ciambellina riuscita a metà (destino a cui vanno spesso incontro, peraltro, le saghe troppo lunghe o troppo affollate di personaggi). Così, in ogni volume di questa famiglia, l'autrice si sente in dovere di aggiornarci su chi è morto, su chi si è sposato e a quanti figli è arrivato, a partire dall'evento iniziale (accaduto ormai un decennio prima). Accade un po' come quando, alle riunioni annuali, arriva la zia sorda e tutti fanno a gara per ripeterle il resoconto. I lettori sono trattati in modo simile dalla Balogh: c'è l'introduzione della nuova coppia, un po' di riscaldamento, gli immancabili tre o quattro capitoli in cui riappare di prepotenza l'intero parentado, e poi - toh - giri pagina e i due vanno già a nozze.
Riconosco che a volte il gioco riesce, altre no. Soprattutto qui assistiamo a una storia forzata a livello di "tempo", per usare un eufemismo, con un passaggio da freddezza reciproca e primo appuntamento di conoscenza a matrimonio e passione in poco più di un paio di settimane. Mi viene quasi da dire che i fidanzamenti nei matrimoni combinati a tavolino riescono ad essere addirittura più lunghi. Di conseguenza, Jessica, che è la sorella del duca di Netherby, inizialmente algida e rassegnata al suo rango, e Gabriel, inizialmente entusiasta del suo destino "americano" e ugualmente rassegnato a farsi carico degli obblighi del titolo, mi hanno coinvolta sino a un certo punto, in quanto è stato difficile percepire un vero sentimento. I due sono bravi ragazzi, ma sembrava sempre che stesse per scadere qualcosa... quindi è stato tutto fatto di corsa.
Un libro rasserenante, ma non stimolante. Oserei aggiungere in puro stile camomilla-Balogh (talvolta lo gradisco, come detto, ma talvolta vorrei una scossetta in più)....more