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Il cielo così stellato, così tranquillo, che riguardandolo ci si domandava: «È possibile che esistano uomini cattivi sotto un simile cielo, così bello e festosamente scintillante?»
durante gli otto anni dacchè vivo a Pietroburgo, non sono riuscito a farmi un amico, uno solo. Ma a che mi servirebbero gli amici? Amica mia è Pietroburgo intera.
Questo continuo esodo di gente e di roba che se n’andava in campagna, mi aveva rattristato, offeso. Poichè io non potevo andarci, in campagna. Eppure, io ero pronto a partire.
Mi credevo tutt’a un tratto in Italia, tanto era sorprendente la natura d’intorno. Sorprendente per me, povero cittadino mezz’ammalato, mezzo attossicato dall’atmosfera avvelenata della città.
Un sognatore non è un uomo: è un essere neutro. Egli vive in un’ombra perpetua, s’incrosta nel suo guscio come una lumaca, assomiglia piuttosto a quell’essere che nello stesso tempo è l’animale e la sua casa e che si chiama tartaruga.
Così, quando siamo infelici, sentiamo di più l’altrui infelicità; il dolore non divide ma ci avvicina…

