More on this book
Community
Kindle Notes & Highlights
«Ho cercato di demolirti, Gideon Nav! La Nona Casa ti ha avvelenata, ti abbiamo calpestata… ti ho trascinata in questo mattatoio per farmi da schiava… e tu ti rifiuti di morire, e mi compatisci! Abbattimi. Hai vinto tu. Ho vissuto la mia intera vita schifosa alla tua mercé, soltanto tua, e solo Dio sa se non merito di morire per mano tua. Sei la mia unica amica. Io, senza di te, non sono niente.»
«Troppe parole» disse Gideon, cospiratoria. «Che ne dici di: “Una carne, una fine”, brutta stronza.» La necromante della Nona Casa arrossì fin quasi a diventare nera. Gideon le inclinò la testa all’insù e la fissò dritto negli occhi. «Dillo, sfigata.» «Una carne… una fine» ripeté Harrow impacciata, e poi non riuscì a dire altro.
Si scordò dei legamenti frantumati nel braccio buono, del ginocchio incasinato, dei secchi di sangue che aveva perso, si scordò di tutto ma non di quel piccolo sorriso vittorioso e fiammeggiante.
«Gideon la Nona, primo fiore della mia Casa» disse roca, «sei la più valorosa paladina che mai siamo riusciti a produrre. Sei il nostro trionfo. La migliore fra tutti noi. È stato un onore essere la tua necromante.»
«Non posso concepire un universo in cui tu non ci sei». «Sì che puoi, è solo un po’ meno grandioso e fico» disse Gideon.

