Cipriano Algor diede un’occhiata all’orologio, se quello che voleva sapere era l’ora, il gesto non gli è servito a nulla, perché, essendo stato fatto nell’immediata sequenza del dibattito fra la probabilità delle menzogne e la possibilità delle verità, era come se fosse in attesa di trovare la conclusione nella disposizione delle lancette, un angolo retto che avrebbe significato sì, un angolo acuto che gli avrebbe anteposto un prudente forse, un angolo ottuso a dire smaccatamente no, un angolo piatto è meglio non pensarci. Quando, subito dopo, tornò a guardare il quadrante, le lancette
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