Champion

by Marie Lu

«Day, io ti amo»

Comincio a piangere. Quei limpidi occhi azzurri. Davanti a me c’è il ragazzo che ha bendato le mie ferite per le strade di Lake, che ha protetto la sua famiglia con ogni osso del suo corpo, che è rimasto al mio fianco nonostante tutto, il ragazzo di luce e risate e vita, di dolore e rabbia e passione, il ragazzo il cui destino si è legato al mio, per sempre. «Ti amo» mi sussurra. «Puoi restare per un po’?» Mormora anche qualcos’altro, ma la sua voce diventa così bassa che non riesco a capire che cosa stia dicendo. No. No. Non puoi. Il suo respiro si fa più lento. Vedo che lotta per restare cosciente, ma ogni secondo che passa i suoi occhi fanno più fatica a concentrarsi su di me. Per un attimo, Day prova a guardare qualcosa dietro di me ma, quando mi volto, non c’è niente a parte il cielo. Lo bacio di nuovo e poi appoggio la mia testa alla sua. «Ti amo» continuo a sussurrare. «Non andartene.» Chiudo gli occhi. Le mie lacrime cadono sulle sue guance. Mentre me ne sto lì, piegata su di lui, sentendo la sua vita che lentamente si spegne, sono consumata dal dolore e dalla rabbia. Non sono mai stata religiosa però, in questo momento, mentre i medici in lontananza corrono verso di noi, invio una preghiera disperata a qualche entità superiore. A chi, non lo so. Ma spero che Qualcuno, Chiunque, mi ascolti. Che ci accolga entrambi e abbia pietà di noi. Alzo la mia preghiera al cielo con ogni granello di forza che mi è rimasta. Lascia che viva. Ti prego, non portarlo via da questo m...

Qualcosa di luminoso che volteggia sulla spalla di June attira la mia attenzione. Giro la testa per vederlo. All’inizio sembra una specie di globo luminoso. Poi mi accorgo che è mia madre. Mamma, mormoro. Mi alzo e faccio un passo verso di lei. I miei piedi sono così leggeri. Mia madre mi sorride. Sembra giovane e in salute e intera, le sue mani non più avvolte nelle bende, i suoi capelli color del grano e della neve. Quando la raggiungo, mi prende il viso tra le mani, i palmi lisci e intatti. Il mio cuore smette di battere, si riempie di calore e luce e io voglio stare qui per sempre, intrappolato in questo momento. Inciampo nei miei piedi. Mamma mi prende prima che io possa cadere e restiamo in ginocchio, di nuovo insieme. «Il mio piccolo bambino perduto» sussurra. La mia voce suona come un rantolo spezzato. «Mi dispiace tanto. Mi dispiace.» «Sssh, bambino mio.» Chino la testa mentre lei mi si avvicina. Mi bacia la fronte e io sono di nuovo bambino, indifeso e pieno di speranze, colmo d’amore. Oltre la linea confusa e dorata del suo braccio posso guardare giù verso il mio pallido corpo devastato che giace a terra. C’è una ragazza chinata su di me, le sue mani sulla mia faccia, i suoi lunghi capelli neri le scendono oltre le spalle. Sta piangendo. «John e papà stanno…?» comincio a chiedere. Mamma si limita a sorridere. I suoi occhi sono così blu, come se potessi vederci dentro il mondo intero, il cielo e le nuvole e tutto quello che c’è oltre. «Non preoccuparti» risponde....

Lascia che viva. Sono disposta a sacrificare qualsiasi cosa purché accada. Il mio cuore affonda. Adesso capisco. So che qualcuno ha risposto alla mia preghiera e ora so quale sacrificio mi è stato chiesto in cambio. Mi è offerta la possibilità di non poter fare più del male a Day.

Se resto nella vita di Day, gli farò del male. Qualsiasi alternativa è impossibile.

C’è una voce che mi dice di alzarmi. Quando guardo dal mio lato, vedo un ragazzo che mi tende la mano. Ha luminosi occhi azzurri, polvere sulla faccia e un vecchio cappello consumato, e in questo momento penso che possa essere il ragazzo più bello che abbia mai visto.

Posso sentire la sua presenza in ogni pietra che ha toccato, in ogni persona che ha incontrato, in ogni strada e vicolo che ha cambiato nei suoi pochi anni di vita, perché lui è la Repubblica, lui è la nostra luce, e io ti amo, ti amo, e fino al giorno in cui ci incontreremo di nuovo ti terrò nel mio cuore e lì ti proteggerò, affliggendomi per quello che non abbiamo mai avuto e gioendo per quello che abbiamo avuto. Vorrei che fossi qui. Ti amo, per sempre.

Al mio diciottesimo, ho invitato Anden, un paio di senatori, Pascao e Tess, e diversi ex compagni di scuola della Drake per una cena tranquilla in un bar su un tetto nel settore Ruby. Il diciannovesimo si fece su una barca a New York, la versione ricostruita delle Colonie di una vecchia città sommersa la cui periferia adesso scivola dolcemente nell’Oceano Atlantico. Ero stata invitata a una festa in onore di diversi delegati internazionali dall’Africa, dal Canada e dal Messico. Ho trascorso il ventesimo compleanno comodamente da sola, infilata a letto con Ollie che mi russava in grembo, guardando un breve notiziario su come Eden, il fratello di Day, si fosse laureato alla sua accademia in Antartide, e cercando di sbirciare come fosse Day da ventenne, mentre apprendevo dal notiziario che era stato reclutato dai servizi segreti in Antartide. Il mio ventunesimo compleanno fu una relazione complicata a Las Vegas, dove Anden mi aveva invitata per un festival estivo e dopo aveva finito per baciarmi nella mia camera d’albergo. Ventiduesimo: il primo festeggiato con Anden come mio ragazzo ufficiale. Ventitreesimo: trascorso a una cerimonia di ammissione come comandante di tutti gli squadroni della California, la più giovane comandante in carica nella storia della Repubblica. Ventiquattresimo: un compleanno senza Ollie. Venticinquesimo: cena e danze con Anden a bordo della nave spaziale Constellation. Ventiseiesimo: con Pascao e Tess, a dirgli che avevo appena rotto con Anden, di a...

«Oggi compio ventisette anni» continuo in un sussurro. La mia voce si inceppa per un momento. «Adesso abbiamo la stessa età.» Per la prima volta nella mia vita, non sono più sua sorella minore. Il prossimo anno andrò avanti mentre lui resterà nello stesso posto. Da adesso in poi, sarò più grande di quanto lui non lo sia mai stato.

Forse esiste una cosa chiamata destino.

Di qualcosa che doveva essere. La sensazione mi fa venire le lacrime agli occhi. Forse possiamo fare un passo avanti insieme. «Ciao» dice. «Sono Daniel.» «Ciao» rispondo. «Io sono June.»