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Sì, bevo. Ma non sono un ubriacone. Questo non significa che neghi di bere. Lo so che sto scherzando col fuoco, lo so che prendere l’alcolismo alla leggera è come fare lo scemo con la figlia minorenne di un gangster. Ma finora il mio flirt con l’alcol non si è ancora concluso con l’accoppiamento, sono abbastanza sveglio per capire che la cosa non potrebbe durare.
le tragedie fanno bene all’anima. Io mi considero una persona resa migliore dalle morti. Certo, se è vero che ogni nuvolone nero è bordato da una linea argentata, in questo caso bisogna riconoscere che è proprio sottilissima. Ma c’è. Il che non significa che l’attivo bilancia il passivo o roba del genere: più semplicemente, so di essere migliore di una volta. Ho una percezione più nitida di ciò che è importante. Capisco meglio il dolore della gente.
Certi cliché vanno sempre bene, e io potrei ripeterveli fino alla nausea: è la gente che conta, la vita è un bene prezioso, il materialismo è sopravvalutato, sono le piccole cose ad avere importanza, vivi alla giornata. Magari voi potreste ascoltarmi, ma senza davvero sentire alcun coinvolgimento. È la tragedia a colpire duro. È la tragedia a incidervi l’anima. Non sarete magari più felici. Ma sarete migliori.
Il dolore può essere involontariamente egoista.
era stata un’amica e la morte di un’amica, per quanto l’amicizia sia stretta, si supera.
Non me la cavo granché bene con i principi assoluti della morale. Per me esistono anche le sfumature, io scelgo di volta in volta.
«Non ne hai abbastanza, Brutus, non sei stanco?» Quello si strinse nelle spalle. «Lo siamo tutti.»

