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Adesso è ottobre, e alla Rocca ce lo teniamo buono, l’ottobre, che resti pure quanto vuole. Per me è il momento più bello dell’anno. In primavera si sta bene qui, ma io dico che ottobre si mangia maggio in insalata.
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Credo che ci sia in vista qualche guaio, qualche guaio serio. Ne sento l’odore, appena oltre l’orizzonte, come un temporale fuori stagione, pieno di fulmini e lampi.
Ma il vero motivo per cui era andato era quello che hanno in comune quasi tutte le decisioni sbagliate: lì per lì gli era sembrata una buona idea.
Hugh allungò lentamente la mano e accarezzò la coda. Era fredda e vaporosa. Crepitò di serica energia statica. Accarezzarla era come accarezzare una limpida notte d’autunno.
Il mondo è popolato di persone bisognose che non capiscono che tutto, ma proprio tutto, è in vendita… basta volerne pagare il prezzo.
Mah, forse. Ma forse no. Gli adulti non pensano come le persone normali.
in cuor suo (quel ricettacolo segreto dove bisogni e paure si sgomitavano in continuazione come passeggeri scomodi in una carrozza sovraffollata della metropolitana)
Almeno non aveva tenuto il bambino per ripicca o per un falso senso di sfida. Nessuno avrebbe potuto imputarglielo. Era stata molto più semplicemente colta alla sprovvista dall’amore, quel sentimento che era il più semplice e il più forte fra tutti e quello che soprattutto non perdona.
Sai che cosa sono, Trisha?» Lei aveva scosso lentamente la testa. «Uomini e donne che non sanno lasciarsi il passato alle spalle», aveva dichiarato zia Evvie. «Ecco che cosa sono i fantasmi. Non loro.» Aveva disteso il braccio in direzione della bara posata sulle cinghie vicino alla tomba ancora imprevedibilmente fresca di piccone e vanga. «I morti sono morti. Noi li seppelliamo e restano sepolti.»
Ebbene, la fortuna è per gli stolti. Non hanno altro in cui sperare, poveri diavoli.
Rifletté che il piacere, per quanto intenso, era un fenomeno spettrale, effimero. Forse l’amore faceva girare il mondo, ma era convinta che fossero le grida dei feriti gravi e degli afflitti a far ruotare l’universo sulla smisurata asta di vetro del suo asse.
Il sole compariva e scompariva in una corsa di nuvole; le loro ombre andavano e venivano come visitatori incostanti.
So che sembra stupido e probabilmente lo è, ma succedono in cielo e in terra cose più strane di quanto alcuni di noi sappiano immaginare, persino nei più arditi slanci della fantasia.»
Un corvo gracchiò solenne in un brullo campo autunnale. Non udì altro suono. Il giorno palpitava come un essere vivente e i campi erano storditi dal lento battito del suo cuore fuori stagione.
«Sei disgustoso, Asso», disse il signor Gaunt. «È una qualità che so sempre apprezzare nelle persone.»
Anzi, questo è il posto di tutta la gente del mondo, perché a tutti piace un buon affare. A tutti piace avere qualcosa per niente… anche quando costa tutto.
«Ma tornerò…» «No! Non tornerai!» strepitò lei. A un tratto era infuriata, con lui e con tutti loro, tutti gli abitanti avidi, spaventati, iracondi, possessivi di quella città, inclusa se stessa.
Qual è l’unica cosa al mondo, quell’unica cosa inutile e senza valore, che diventa immensamente preziosa solo per il desiderio incontenibile che hai di possederla?
Strana cosa è la sanità mentale. Quando ti viene meno, non te ne accorgi, non senti che se ne va. Lo sai solo quando ti è restituita, come un uccello raro che viveva e cantava dentro di te non per legge ma per scelta.
«Non lo saprai mai», mormorò Polly con tenerezza. «Quello che è realmente accaduto ad Annie e Todd quel giorno… non lo saprai mai.» «E non vorrò mai più saperlo», ribatté Alan Pangborn. Le baciò con delicatezza la guancia. «È una storia che appartiene alle tenebre. Che le tenebre se la portino via.»

