Donatella Conte

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Ricordo bene quel giorno. I lenti colpi del pettine di mamma che scendevano dalla cima della testa fino alle punte dei miei lunghi capelli neri. L’approvazione sul suo volto quando, prima che desse il segnale d’inizio, le dissi che ci sarebbero serviti più asciugamani. Le piaceva trasmettere competenze e prevenire debolezze. Tutto il resto, gli abbracci e i baci che agognavo, li teneva chiusi tra le mascelle serrate e nella presa delle dita che sfregavano contro il suo palmo destro.
Ogni mattina a Jenin
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