Jump to ratings and reviews
Rate this book

Rimas y leyendas

Rate this book
Los lectores tomarán un gran placer en descubrir los clásicos con estas bellas y económicas ediciones de las grandes obras literarias. Esta selección editorial cuenta con títulos que abarcan todos los géneros literarios, desde teatro, narrativa, poesía y el ensayo.

246 pages

First published January 1, 1868

Loading interface...
Loading interface...

About the author

Gustavo Adolfo Bécquer

579 books392 followers
Gustavo Adolfo Domínguez Bastida, better known as Gustavo Adolfo Bécquer, was a Spanish post-romanticist writer of poetry, short stories, and nonfiction now considered one of the most important figures in Spanish literature. He adopted the alias of Bécquer as his brother Valeriano Bécquer, a painter, had done earlier. He was associated with the post-romanticism movement and wrote while realism was enjoying success in Spain. He was moderately well known during his life, but it was after his death that most of his works were published.

He is best known for his intimate, lyrical poems and for his legends; more importantly, he is remembered for the verbal decor with which he impregnated everything he wrote. A Romantic poet above all else, Bécquer infused every single line he wrote with sensorial intensity, and his Legends still serve today as some of the most brilliant examples of prose poetry. Always including elements of the supernatural, Bécquer imbued his legends with a gothic sensibility, depicting gnomes, ghosts, enchanted fortresses and monasteries, and men and women who succumb to vanity or desire.

Other lesser-known, but none less valuable, works include his "Cartas Desde mi Celda" ("Letters from my Cell") and "Cartas Literarias a una Mujer" ("Literary Epistles to a Woman") which adopt an intimate, contemplative style similar to Thoreau in "Walden." Here we find him ruminating at length on the subjects that characterize his poetic works: love, the purpose of art, folklore, the seductive pull of ancient ruins--and, of course, women.


An essential figure in the canon of Hispanic letters, and an obligatory reading in any Spanish-language High School, he is today considered the founder of modern Spanish lyricism. Bécquer's influence on 20th century poets of the Spanish language is felt in the works of poets such as Octavio Paz, Giannina Braschi, Antonio Machado, Juan Ramón Jiménez, Pablo Neruda and many more.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
4,506 (40%)
4 stars
3,949 (35%)
3 stars
2,026 (18%)
2 stars
523 (4%)
1 star
160 (1%)
Displaying 1 - 30 of 410 reviews
Profile Image for Maria Lago.
449 reviews104 followers
December 10, 2019
Escapismo del bueno, chavales. Romanticismo gótico: amadas etéreas, fantasmas, violines, nieblas, pétalos de rosa... ¿Existían acaso estos clichés antes de que Bécquer los pusiera en su sitio? Seguramente, jeje. Pero, mira, anda, deja eso y ponte a leer este libro, que te va a gustar, hazme caso.
Profile Image for Mónica Cordero Thomson.
504 reviews64 followers
November 16, 2018
Clásico de la literatura española al que se debería dar más valor y promoción.
Todo lo que escribió Bécquer está lleno de calidad, de pasión,...
Una lectura para hoy y para siempre.
Profile Image for May.
Author 11 books8,596 followers
January 19, 2015
Bécquer es sin duda uno de los grandes maestros de la literatura. Sus leyendas transmiten un cúmulo de emociones increíble.
Profile Image for Catoblepa (Protomoderno).
64 reviews83 followers
March 26, 2018
(versión en español abajo ↓ )

Se Gustavo Adolfo Bécquer può essere considerato il simbolo di qualcosa, allora è il simbolo di un ritardo. Considerato il massimo esponente del romanticismo spagnolo, dimostra appunto il ritardo estremo con cui tale movimento è penetrato nella penisola iberica, non solo rispetto a Inghilterra e Germania (come ovvio), ma anche in confronto ad altri romanticismi “tardivi” come il francese, l'italiano e il russo. Quando Bécquer nasce (1836), Victor Hugo ha già pubblicato venti (20!) libri tra opere poetiche, drammi, romanzi e saggi; quando ha un anno muoiono Puškin e Leopardi; quando ha due anni viene pubblicata La Comédie de la Mort di Théophile Gautier, forse la prima opera poetica che il romanticismo cerca di lasciarselo alle spalle (certo essendo ancora intrisa di quella temperie, ma con un tono mortifero e un ritmo voluttuoso che sono un anticipazione di Baudelaire e dei simbolisti).
Si capisce bene che quando il poeta spagnolo arriva in età di scrittura, attorno alla fine degli anni '50 del XIX secolo, più o meno nello stesso periodo in cui si pubblicavano I fiori del male, il romanticismo appare ormai nel resto d'Europa come un momento passato, per quanto ancora influente. Che invece Bécquer scriva ancora in modo totalmente romantico, a volte addirittura preromantico (le prime rime sembrano quasi rifarsi allo Sturm und Drang), non gioca certo a suo favore, e spiega perché egli sia un classico in Spagna e America Latina, ma poco conosciuto fuori dai propri confini linguistici.
Non è però tanto il ritardo che mi ha fatto scarsamente apprezzare queste rime, ma è la loro impostazione (di cui comunque il ritardo è probabilmente scaturigine): tutto appare come un enorme cliché, un'imitazione di quelli che sono i canoni della poesia romantica che arriva a sfiorare la parodia (involontaria, si presume). Il fatto che una delle poesie più conosciute rechi la dicitura «Imitación de Byron», in questo senso, dice molto. Bécquer appare quasi sempre come un artigiano del romanticismo nato troppo tardi per poter usare l'inventiva con i materiali che gli sono dati. C'è da dire che il dato biografico non aiuta (al di là dell'anno di nascita, voglio dire): le poesie di Keats, di Hölderlin, di Shelley, di Leopardi, di Puškin, sono meravigliose non solo per il loro fare poetico, ma anche perché intrise della sofferenza che tutti questi esseri umani avevano, per un motivo o per l'altro, provato sulla propria pelle. In Bécquer questa stessa sofferenza, quando c'è, appare posticcia, una posa che il poeta si dà proprio per caricarsi dell'aura poetica. Il risultato suona al lettore come falso, artificioso, precario.
Se dovessi scegliere la poesia che più caratterizza l'autore, dunque, sceglierei la Rima XXI, non perché la più bella (è comunque tra le più celebrate e riprodotte), ma la più esplicativa di come in poesia si faccia presto a cadere nel cliché. Per me la Rima XXI è puro luogo comune:

¿Qué es poesía?, dices, mientras clavas
en mi pupila tu pupila azul,
¡Qué es poesía! ¿Y tú me lo preguntas?
Poesía... eres tú.

****
Cos'è poesia?, dici, mentre pianti
nella mia pupilla azzurra la tua pupilla azzurra,
Cos'è poesia! E sei tu a chiedermelo?
Poesia... sei tu.

[traduzione mia fatta molto di fretta, chiedo venia, mi interessava trasmettere in questo caso solo il significato, non tanto il ritmo o il suono, che infatti nel secondo verso sono andati a farsi benedire.]

In un libro che raccoglie sia poesie (Rimas) sia prose (Leyendas) mi sono soffermato quasi esclusivamente sulle prime perché più emblematiche dell'artista Bécquer, in genere considerato molto più un poeta che un prosatore; rimane da dire che neanche i “racconti” mi sono piaciuti granché; mi ci dilungherò quando avrò tempo, se mai avrò tempo, per ora basti certificare che almeno qui in qualcosa ci si allontana dal romanticismo: nel bigottismo. Un racconto così potentemente baciapile come La rosa de Pasión dà fastidio non tanto (non solo) perché antisemita, ma soprattutto perché divide in maniera manichea: non c'è dissidio, solo conflitto tra due fazioni, e al lettore non resta altra scelta che tifare i buoni (i cristiani) mentre agli ebrei è destinato il ruolo delle carogne violente. Siamo oltre la metà dell'Ottocento e gli altri romantici si erano già distinti per l'apertura mentale (a volte anche farlocca, allucinata, compiaciuta, esagerata, ma tant'è). Non servirebbe aggiungere altro, ma ci si potrebbe chiedere perché due stelle e non una, allora. La risposta è nella Rima XLII, un fiore nel deserto di elevatissimo splendore.

°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*


Si Gustavo Adolfo Bécquer puede considerarse el símbolo de algo, entonces es el símbolo de un retraso. Considerado el máximo exponente del romanticismo español, testimonia precisamente el extremo retraso con que este movimiento penetró a la península ibérica, no solo con respecto a Inglaterra e Alemania (por supuesto), sino también comparado con otros romanticismos “tardíos” come el francés, el italiano, el ruso. Cuando Bécquer nace (1836), Victor Hugo ya ha publicado veinte (20!) libros, entre obras poéticas, dramas, novelas y ensayos; cuando tiene un año, mueren Pushkin y Leopardi; cuando tiene dos años, se publica La Comédie de la Mort de Théophile Gautier, tal vez la primera obra que entente dejar atrás el romanticismo (sí, todavía siendo cargado de aquel clima cultural, pero con un tono mortífero y un ritmo voluptuoso que ya son una anticipación de Baudelaire y de los simbolistas).
Se ve perfectamente que cuando el poeta español llega a la edad de la escritura, a fines de la década de los '50 del siglo XIX, más o menos en el mismo período en que se publicaron Las flores del mal, el romanticismo en el resto de Europa ya resulta un momento pasado, aunque todavía influyente. Que Bécquer en cambio aún escriba de manera totalmente romántica, a veces incluso prerromántica (las primeras rimas casi parecen basarse en el Sturm und Drang), no tiene buena pinta, y explica por qué él es un clásico en España e Hispanoamérica, sin embargo poco conocido fuera de sus fronteras lingüísticas.
Pero no es el retraso que me hizo apreciar escasamente estas rimas, sino su impostación (de todas formas posiblemente procedente del retraso): todo se parece a un enorme cliché, una imitación de los cánones de la poesía romántica que de vez en cuando llega a rozar la parodia (supuestamente involuntaria). El hecho de que uno de los poemas más conocidos vaya marcado con la indicación «Imitación de Byron», dice mucho sobre este tema. Bécquer resulta casi siempre un artesano del romanticismo que nací demasiado tarde para poder usar la inventiva con los materiales que se le dieron. Hay que decir que el dato biográfico no ayuda (es decir, más allá del año de nacimiento): los poemas de Keats, de Hölderlin, de Shelley, de Leopardi, de Pushkin, son maravillosos no solo por su estructura, sino también porque impregnados del sufrimiento que todos esos seres humanos, por una u otra razón, habían experimentado de primera mano. En Bécquer ese mismo sufrimiento, cuando está, parece postizo, una pose que el poeta asume para atribuirse del aura poética. El resultado suena falso, afectado, inseguro.
Por lo tanto, si tuviera que elegir la poesía que más caracteriza al autor, elegiría la Rima XXI, no porqué sea la más hermosa (de todos modos está entre las que más se alaban y reproducen), sino la más explicativa de como es fácil caer en el tópico. Para mí la Rima XXI es puro cliché:

¿Qué es poesía?, dices, mientras clavas
en mi pupila tu pupila azul,
¡Qué es poesía! ¿Y tú me lo preguntas?
Poesía... eres tú.


En un libro que recoge tanto poemas (Rimas) como prosas (Leyendas) me he detenido casi exclusivamente en los versos porqué más emblemáticos del escritor, en general mucho más considerado come un poeta que un prosista; queda decir que tampoco los “cuentos” me han gustado; iré a extender ese tema cuando tenga tiempo, si alguna vez tendré tiempo, por el momento sea suficiente aseverar que al menos en este caso hay algo que se aleja del romanticismo: la mojigatería. Un cuento tan santurrón como La rosa de Pasión molesta no (solo) porque antisemita, sino también porque divide de manera maniquea: no hay altercados internos, solo conflictos entre dos facciones, y el lector no tiene otra alternativa que abogar por los buenos (cristianos) mientras que los judíos están destinados al papel de violentas canallas. Estamos después de la mitad del siglo XIX y los otros románticos ya se habían distinguido por su espíritu abierto (a veces de manera ilusoria, alucinada, complacida, excesiva, pero ahí estaban). Nada más para decir, aparentemente, pero cabe preguntarse por qué dos estrellas y no una. La respuesta está en la Rima XLII, una flor en el desierto de gran magnificencia.
Profile Image for Ale Rivero.
1,221 reviews106 followers
October 31, 2016
Bécquer es uno de los mayores exponentes del romanticismo en español, sus rimas son un ejemplo a seguir en cuanto a la transmisión de sentimientos y a la utilización de recursos y licencias poéticas.
En sus letras se observan todas las temáticas que hacen de su obra un claro ejemplo del movimiento romántico: el amor, la naturaleza, los misterios del mundo/humanidad, las emociones, etc.
Además, sus rimas siguen una línea de tiempo y evolución que se ve muy marcada por momentos dramáticos que vive Gustavo.
Aunque el autor es indiscutiblemente conocido por las rimas, sus leyendas no se quedan atrás, son expresiones bellísimas de narrativa que saben atrapar al instante.
Este libro nos presenta La corza blanca y El beso, ambas leyendas coinciden en tener un toque de fantasía que las hace bastante especiales, y la creación de los personajes y la ambientación es de lo más fascinante.
Bécquer también es conocido por sus cartas y ensayos, aunque en menor medida, y ya tengo ganas de probarlo en ese ámbito.
Obviamente este es un libro y un autor que recomiendo sin ninguna duda, es de mis favoritos.
Profile Image for Luis.
724 reviews157 followers
August 27, 2014
Es para mi una vergüenza absoluta haber ignorado a Bécquer durante tanto tiempo, sombra que he redimido al leer Rimas y Leyendas.

Lo primero sobre lo que uno se abalanza son las Rimas, ejemplos de poesía que por su brevedad reflejan el cuidadoso pulido y acabado de las imágenes que sugieren. Hay poesías que recorren el amor desde su nacimiento hasta su cruel caída y retirada, pasando por su exaltado clímax. No es sólo el amor el tema protagonista, aunque sí es el más patente, pero también hay sitio para el desarrollo de una interioridad o la admiración por la arquitectura o la naturaleza. En todo momento se cuida la métrica y el uso de un lenguaje sencillo pero bellamente adornado que causa una impresión honda en el que la disfruta. Varias han sido mis Rimas favoritas, tantas, que por extensión diré que la práctica totalidad de compendio han cubierto mis expectativas más allá de lo que podía haber previsto. Deliciosas Rimas...

Y las Leyendas suponen un revés inesperado que consiguen empalagarme sin queja aún más de Bécquer. Siempre han ejercido en mí un potente efecto de atracción hacia el misterio que encierran. Recuerdo que la primera Leyenda que leí fue la brillante 'El monte de las ánimas',y el temblor que me dejó en el cuerpo cuando estudiaba en Primaria no ha desaparecido en mí. Aquí se reúnen (al enigmático criterio de los editores) unas cuantas Leyendas que reúnen un abanico de sensaciones medievales y espectrales que están estupendamente narradas y que son equilibradas en cuanto a duración y sencillez, a la vez que cubiertas de bellas superestructuras descriptivas que recuerdan a las Rimas.

Mi favorita, de las que aquí se reúne, es 'La Cruz del Diablo'. También me causaron grata impresión 'El gnomo', '¡Es raro!' y 'El beso', y descripciones de personajes tan completas como la de 'El rayo de Luna'. No obstante, he adquirido un volumen distinto de Leyendas donde aún puedo seguir con la lectura de otros ejemplos no seleccionados para esta edición.

En resumen: admiración absoluta y un sinfín de vibraciones que recojo en no poca cantidad de citas para seguir inspirándome de por vida.
Profile Image for adrian ;) .
162 reviews
November 2, 2018
Rimas y Leyendas, de Gustavo Adolfo Bécquer ha sido un libro que me ha sorprendido positivamente.
No sabía que esperar de este libro, además lo cogí un poco sin ganas; pero a medida que iba avanzando en la lectura me fue gustando más y más.
Es un poco difícil de valorar, puesto que cada rima y cada leyenda es totalmente diferente. Pero en conjunto, me ha gustado mucho.
Hay algunas rimas que consiguen transmitir mucho y te meten de lleno en los sentimientos del autor; y leyendas, que te mantienen en vilo con ese aura de misterio, intriga, fantasía...
Por tanto, os recomiendo mucho este libro tan completo.
Profile Image for Carmen .
227 reviews21 followers
February 28, 2019
Las rimas son preciosas y las leyendas tienen ese aire gótico que tanto me gusta, mis favoritas son: el monte de las ánimas, los ojos verdes, el rayo de luna, la corza blanca y el beso. Son excelentes
Profile Image for P.E..
777 reviews558 followers
February 16, 2022
Claroscuro

Esta vez, prefiero el novelista al poeta: tiene indudable talento para diseñar cuentos fantásticos, pero su poesía me parecía bastante tenue y convencional si no cursí, mientras la leía. ¿Tal vez porque su poesía era una inspiración mayor para las generaciones de poetas futuras?


Citas

RIMAS

'Saeta que voladora
cruza, arrojada al azar,
y que no se sabe dónde
temblando se clavará;

hoja que del árbol seca
arrebata el vendaval,
sin que nadie acierte el surco
donde al polvo volverá;

gigante ola que el viento
riza y empuja en el mar,
y rueda y pasa, y se ignora
qué playa buscando va;

luz que en cercos temblorosos
brilla, próxima a expirar,
y que no se sabe de ellos
cuál el último será

[...]'

-------------

'Los suspiros son aire y van al aire.
Las lágrimas son agua y van al mar.
Dime, mujer, cuando el amor se olvida,
¿sabes tú adónde va?'

-------------

'Lo que el salvaje que con torpe mano
hace de un tronco a su capricho un dios,
y luego ante su obra, se arrodilla,
eso hicimos tú y yo.

Dimos formas reales a un fantasma,
de la mente ridícula invención,
y hecho el ídolo ya, sacrificamos
en su altar nuestro amor.'

-------------

'Como guarda el avaro su tesoro,
guardaba mi dolor;
yo quería probar que hay algo eterno
a la que eterno me juró su amor.

Mas hoy le llamo en vano, y oiga al tiempo
que le agotó, decir:
-¡ah, barro miserable, eternamente
no podrás ni aun sufrir!'

-------------

'Un mundo deforme, raquítico, oscuro, aplastado por los polos, que volteaba de medio ganchete, con montañas de nieve y arenales encendidos, con fuego en las entrañas y océanos en la superficie, con una humanidad frágil y presuntuosa, con aspiraciones de Dios y flaquezas de barro. [...] ; un mundo disparatado, absurdo, inconcebible; nuestro mundo, en fin.'

*************

LEYENDAS

'Santos, monjes, ángeles, demonios, guerreros, damas, pajes, cenobitas y villanos se rodeaban y confundían en las naves y en el altar [...] mientras que, arrastrándose por las losas, trepando por los machones, acurrucados en los doseles, suspendidos en las bóvedas ululaba, como los gusanos de un inmenso cadáver, todo un mundo de reptiles y alimañas de granito, quiméricos, deformes, horrorosos.'

-------------

'[La plebe] que se agitaba en el fondo de las naves, con un rumor parecido al del mar cuando se alborota, prorrumpió en una aclamación de júbilo, acompañada del discordante sonido de las sonajas y los panderos, al mirar aparecer al arzobispo, el cual, después de sentarse junto al altar mayor bajo un solio de grana que rodearon sus familiares, echó por tres veces la bendición al pueblo.'
Profile Image for Florencia.
649 reviews1,940 followers
January 27, 2018
Sí, bueno... yo sabía en lo que me estaba metiendo. Ya había leído Rimas y no fue una lectura que me agradara demasiado. Los versos emanan un rosa que me dejaron ciega; pero bueno, nunca me gustaron los poemas extremadamente azucarados. No es responsabilidad de Bécquer ni de nadie. Seré una cínica de piedra, pero "mi" poesía no pasa solo por los suspiros del amor no correspondido, o correspondido, líquido, gaseoso, sólido, adsadaddf.
Ahora que incluí la parte de las Leyendas en mi lectura, considero que, realmente, no volveré a leer a este gran escritor, por mucho tiempo.

Feb 14, 14
* Also on my blog.
Profile Image for Eliana Rivero.
729 reviews68 followers
May 23, 2016
Reading Challenge 2016
34. Un libro de la biblioteca


Es tan bonito este libro. Tanto la poética como la prosa de Bécquer son deliciosas de leer. Un refinamiento, una emoción, un gran uso del lenguaje. Todos los hispanohablantes deberían leer a Bécquer.
Profile Image for Laura ♡ Pelayo Padilla.
61 reviews6 followers
March 25, 2023
Ha sido una relectura y solo puedo decir que aunque se habla mucho sobre las Rimas y las Leyendas creo que lo más especial que escribió Bécquer fueron las Cartas literarias a una mujer.
Profile Image for Natasha Books.
1,242 reviews98 followers
July 24, 2013
Para mi, Gustavo Adolfo Bécquer es el poeta más sensacional y grandioso que no has podido dar el mundo. También es un gran prosista, como confirman sus Leyendas pero es en sus Rimas en donde nos hace temblar de emoción.

"Hoy la tierra y los cielos me sonríen;
hoy llega al fondo de mi alma el sol;
hoy la he visto..., la he visto y me ha mirado...
¡Hoy creo en Dios!"

Cómo no suspirar ante semejantes palabras, el poeta endulza a la amada a la altura de los dioses. Todo en ella es divino, todo en ella es perfección. Es la pasión y el amor una esencia que logra traspasar de su vida, altamente movida, a su poesía. Es también temática constante la propia poesía, su significado y su existencia.
En sus Leyendas, mi preferida es La promesa, que contiene mucho del amor de sus poemas. En la prosa podemos encontrar tópicos como la naturaleza, la muerte y la existencia más allá de ella, la magia y la religión.

"Altos juicios de Dios han permitido que al enterrarla quedase siempre fuera de la sepultura la mano en que su amante le puso un anillo al hacerle una promesa. Vos sabréis, quizás a quién toca cumplirla."

Icono del romanticismo español, Bécquer lo es todo en esta obra. Si aún no has leído nada de él, corre a hacerlo. ¡No te lo puedes perder!

http://nannybooks.blogspot.com.ar/201...
Profile Image for Daniel Cuerno.
3 reviews
October 25, 2014
Este libro es un libro clásico, demasiado clásico. Está escrito de una forma de manera que cuando la lees por la noche estás deseando que se acabe el capítulo para poder irte a dormir. NO es un libro adictivo ni entretenido. Solamente cuenta leyendas urbanas de hace un par de siglos. No se lo recomendaría a nadie de mi edad.
Profile Image for irene.
1,178 reviews32 followers
July 8, 2012
Muchos de mis poemas favoritos son justamente de este libro :3
Profile Image for Loly.
41 reviews
February 22, 2023
Ensoñación, misterio, lirismo, atmósfera de irrealidad y magia,.. He leído poco, he sentido bastante y he pensado mucho.
October 29, 2017
La verdad es que no estuvo mal. Al contrario, estuvo bastante bien.

A pesar de estar escrito hace siglos, tiene un lenguaje sencillo, fácil de entender. Aunque algunas de las palabras y adjetivos utilizados me sorprendieron, era interesante.

Con estas leyendas podemos ver lo que era la vida antaño, el canon de belleza, las costumbres y los prejuicios que había. Se aprende mucho con historias del pasado.

Las rimas eran muy poéticas, como no, y trataban de tenis que todos vivimos, la soledad, la curiosidad... Todavía hoy en día tienen relevancia muchos de estos tópicos y temas tratados.

Además de todo esto, también está la cultura. Las leyendas son leyendas de España, Soria, Sevilla, Toledo... Aunque no incluya ninguna de mi provincia, sigo apareciando lo que es la cultura española, como buena española que soy. Y espero que cualquiera que lea estas leyendas y rimas también lo aprecie.
Profile Image for Daniel Díez.
84 reviews2 followers
January 3, 2023
Nunca había leído las Rimas y son preciosas. Se entienden muy bien y puedes encontrar desde poemas de puro amor hasta de desolación y muerte, todo muy intenso con gran expresividad.
De las leyendas sí que leí hace años un par. Ahora habiendo leído todas es que ni sé con cuál quedarme, todas me han atrapado. Qué capacidad para hacerte sentir siempre esa atmósfera lúgubre, de misterio y miedo. Un libro de 10
Profile Image for Rafa González.
42 reviews2 followers
May 31, 2023
volveré, volveré y seguramente compre el libro físico en alguna librería donde lo encuentre barato y reviva los momentos de las clases de secundaria y piense en las cruzadas y en todo este entramado extraño que he tejido sobre este libro. me ha proporcionado los momentos más placenteros en las noches largas de estos meses en que he leído tan poco. y el puto cuadro de bécquer en el museo de Sevilla esque boof luce bien puto le daba pero sin contemplaciones
Profile Image for cande ♡。˚.
162 reviews75 followers
Read
May 23, 2020
Rimas 5/5⭐
Que alguien me dedique una rima de Bécquer por favor estoy desesperada
Leyendas (𝑝𝑜𝑟 𝑙𝑒𝑒𝑟)
Profile Image for Galena Sanz.
Author 0 books114 followers
December 1, 2020
Diría que las Rimas de Bécquer fueron el primer poemario que leí completo, tenía alrededor de dieciséis años y lo encontré en la pequeña biblioteca de mi abuelo. Obviamente era un autor que conocía pero a mí nunca me había interesado la poesía, solo las novelas. Sin embargo, quise probar porque como digo, era un autor que me sonaba y del que sabía algo y eso me ayudó a interesarme por su obra.

Los poemas de Bécquer suelen despertar fascinación en los adolescentes (en aquellos inclinados a ello) y una de sus ventajas es que son poemas que podemos entender con bastante facilidad, al menos en parte. Quiero decir que no necesitamos conocer mitología o historia, como por ejemplo con Garcilaso, y no son poemas tan complejos como los de Góngora.

Además, Bécquer habla de amor, despecho, la muerte… estos temas, junto a su estilo directo, son una buena combinación para atraer a un público más general. El Romanticismo también es una corriente literaria que despierta bastante interés y yo diría que es la “época” de los adolescentes, donde todo se exalta hasta los límites. Bécquer representa un Romanticismo tardío pero aún así fue tan popular que muchos de sus versos pueden sonarnos a día de hoy aunque no hayamos tenido su poemario en las manos.

Retomando lo que contaba de mi experiencia adolescente diré que me gustó lo cercanos y accesibles que me parecieron los poemas, pero que encontré algunos un poco cursis, aunque otros me gustaron bastante. Realmente no sabía casi nada de su obra y también recuerdo que las leyendas me interesaron mucho más.

Con los años volví a encontrarme con los poemas del autor y en esta ocasión he aprovechado para reencontrarme con ellos y releer las leyendas, de las que apenas recordaba nada.


A diferencia de mi yo adolescente he disfrutado más la parte poética aunque las leyendas son muy interesantes y muestran una prosa descriptiva, rica y muy visual. Bécquer había trabajado en un proyecto periodístico en el que trataban los monumentos de España y cuando describe edificios o pasajes se nota su experiencia. Me ha gustado mucho su prosa aunque las leyendas son relatos bastante breves y yo no me he llevado bien con los relatos nunca.


No consigo interesarme por los relatos, prefiero las narraciones más extensas pero el punto de partida de las leyendas es interesante. Creo que el hecho de que una de mis anteriores lecturas fuese una biografía del autor solo ha hecho que pueda disfrutarlas mejor. Esa es una de las razones que me llevaron a releer las Rimas y leyendas ahora, tras leer la biografía Bécquer Vida y época siento que tengo otra visión del escritor, una mucho más completa y fue el momento justo para reencontrarme con su obra.

En esta edición Alianza nos presenta una pequeñita colección sencilla pero bonita. Son libros en tapa dura, lo cual a mí siempre me gusta porque la mayoría de ediciones de clásicos son en tapa blanda con solapas y esto hace que los ejemplares no se conserven en buenas condiciones. La tapa dura, aunque sea sencilla, ayuda a mantener mejor los libros. Cuando vi el libro en físico me sorprendió los detalles que incluían, el diseño tiene reflejos brillantes y es realmente bonito cuando le da la luz. Creo que cualquiera de los títulos de esta colección sería un buen regalo de Navidad para una persona lectora y están muy bien de precio.


Por mi parte, os recomiendo leer a Bécquer, especialmente si os da un poco de respeto la poesía o nunca os atrevisteis con su obra porque es un clásico y no soléis leerlos. Es de lo más accesible y si os gustan los relatos basados en leyendas o cuentos populares lo pasaréis bien con las leyendas, tienen un toque de misterio y emoción que las hace muy amenas.

Solo lamento que la novela que había escrito el autor no llegara a nosotros porque con esta muestra de su escritura estoy segura de que habría sido un novelista genial y además, muy popular. Es reconocida por su obra poética pero debemos recordar también su narrativa.
Profile Image for Dafne.
173 reviews30 followers
March 7, 2021
2'5/5

Este libro recopila casi todo texto escrito por Gustavo Adolfo Bécquer, un señor con muchos recursos literarios; un enamorado de la escritura y de las mujeres, demasiado enamorado de las últimas para mi gusto.
Las rimas ocupan casi un tercio del libro, unas 80 páginas y en ellas encontramos 91 rimas de lo más repetitivas, cansadas y frívolas. Casi todas giran en torno al amor pasajero hacia una bella mujer que nada conoce salvo su belleza deslumbrante. Una forma de amar bastante conveniente para un poeta, pero nada agradable para mí. En la misma páginas leemos un poema que hace referencia a una bella mujer de ojos verdes de la que se halla enamorado locamente y otro que habla de una mujer con ojos castaños que le ha hecho perder el sentido.
Quizá estaría bien leer un puñado de poemas de esta temática, pero no 91. De hecho, no los pude leer todos pues debía tener demasiada paciencia y comprensión hacia un tema que me desagrada; una pasión que ni entiendo ni comparto. Los poemas hablan por sí solos y reflejan a un Bécquer totalmente superficial, pasional y obsesionado.
Con todo esto no digo que sean basura, ni mucho menos. Hay poemas bellos como el número XXI que dice así:

¿Qué es poesía? - dices mientras clavas
En mi pupila tu pupila azul -
¿Qué es poesía? ¿Y tú me lo preguntas?
Poesía... eres tú.


Este es un bello poema porque refleja un sentimiento puro, un amor incondicional y el reflejo de su alma. Además, es un sentimiento que todos hemos experimentado alguna vez; todos hemos mirado a alguien y hemos sentido un nudo en el estómago, una emoción de difícil descripción. Pero los poetas son capaces de expresarla y es lo que hace bella una poesía.

Con respecto a las Leyendas... Hay de todo: desde encuentros fantasmales hasta meras descripciones de la arquitectura árabe, principalmente, de Toledo. Al ser la temática tan variada, hay que hablar de cada una por separado.
Cuatro leyendas han sido las más destacadas por su calidad en muchos sentidos y por la atracción que han despertado en mí: "Los ojos verdes", "La corza blanca", "El monte de las Ánimas" y "Las hojas secas". Este último realmente corto, pero con unas bellísimas descripciones y un paralelismo total con los ciclos de la Naturaleza.
Para mí, la mejor leyenda es "La corza blanca", pues juega con el alma, con el amor y con la brujería; no con una brujería convencional con intenciones malvadas y vengativas, sino como un acto de unión con la Naturaleza, de alegría y de celebración. Algo que el protagonista no pudo entender, llevando a los personajes al más trágico de los finales.
Podría hablar sobre aspectos que me han desagradado sobremanera de alguna leyenda, pero me resulta muy pesado hacerlo. Este libro ha sido muy agradable de leer y muy desagradable al mismo tiempo.
Profile Image for Eu.
49 reviews6 followers
January 24, 2021
Esta es la segunda vez que leo Rimas y Leyendas. He de decir que sí he leído alguna de las rimas y quizá alguna de las leyendas de forma suelta desde que las leí por primera vez. Sin embargo, sólo es la segunda vez que lo hago en conjunto y en orden.
Guardaba el recuerdo de que las rimas me habían encantado, especialmente las de la primera parte, que hacen referencia a la poesía/literatura en sí y a la creación artística. Si bien es cierto que estas rimas (sobre todo I, III y IV) me han parecido geniales, el resto (quizá quitando algunas de las de la última parte) me han decepcionado un poco, me han parecido ñoñas hasta decir basta e incluso alguna, vacía. Quizá no estaba yo en el estado emocional adecuado para apreciarlas, pero así es como me ha sobrevenido en esta ocasión.
Por otro lado, de las rimas tenía una opinión moderada y en su relectura han superado las expectativas que tenía. Las leyendas que aparecen en mi edición son Los ojos verdes, El Monte de las Ánimas, Maese Pérez el organista y La cueva de la mora.
No dudo de que en el algún momento del futuro volveré a Rimas y Leyendas, quizá en esa ocasión pueda apreciarlas todas de una forma distinta, pero hasta entonces, estos son mis pensamientos.
Displaying 1 - 30 of 410 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.