Di Renato Mite vi avevo già parlato nella recensione di Aporia - in questo click -. Ci sono autori che hanno certi generi nel sangue, ci provano, cercano di mescolarsi tra storie diverse, eppure con Apoptosis capiamo che il genere di Renato Mite è il fantascientifico, è quel genere che corre veloce tra il futuro e la realtà odierna, quel genere che ti fa dire un giorno forse potrà succedere.
In queste pagine ci troviamo in una realtà dove ogni essere umano ha con sè un piccolo dispositivo, un PNS che permette di aver sempre sotto controllo la propria salute , inviando il tutto ad una rete digitale sanitaria. Questa tecnologia permette quindi ad ogni individuo, di poter avere sempre a portata di mano la conoscenza sul proprio corpo e su ciò che ne succede all'interno.
Se per alcuni questa conoscenza permette di poter andare avanti e trovare subito la cura giusta, per altri questo dispositivo è il male più assoluto, molti infatti non si fidano del PNS, ne' dei suoi creatori, la HOB medicines. Quanta individualità può esserci con questa conoscenza? Quanto in realtà il sistema sia reale e non faccia ammalare i suoi portatori?
I primi ammalati ad utilizzare questa sperimentazione furono gli antesignani, aggravandosi poi fino forse all'autodistruzione.
Dalle prime pagine incontriamo Matthew che, dopo un lutto familiare, decide di andare più affondo nella conoscenza di Hob e del suo dispositivo. Il nostro protagonista è un hacker esperto, quasi senza scrupoli, con il bisogno di trovare quello che sta cercando. Non ha più nulla da perdere e non ha paura di crollare.
Non è una scrittura facile quella da interpretare in questo romanzo; con Renato Mite camminiamo sul filo del rasoio, un po' a rilento, tuttavia quando l'adrenalina comincerà a salire, il ritmo tornerà scorrevole e pronto a sorprenderci.
La società che l'autore crea, il modo di pensare dell'individuo e il bisogno di capire cosa in realtà contiene quel dispositivo, ci fa venir voglia di continuare a leggere, di credere che forse quel tipo di realtà stia veramente arrivando.
L'ambientazione creata, la minuziosità quasi maniacale del raccontare la storia, ci lascia storcere il naso diverse volte, in quanto la lettura per chi non mastica frequentemente informatica e medicina non è poi così facile, ma la storia , il suo parallelismo con la nostra realtà, mette tutto ciò in secondo piano.
E se anche noi avessimo un dispositivo del genere? Se ogni individuo fosse dotato di uno strumento per guardarsi letteralmente dentro? Capitolo dopo capitolo la storia prosegue fino a ritrovarci mano nella mano con il nostro protagonista, non più l'Hacker pronto a far collare la rete HOB, ma con un uomo che ci lavora all'interno per capirne meglio i segreti e i complotti. Matthew ai nostri occhi sembra aver due facce e l'autore sembra aver quel pizzico di saper giostrare con noi come fossimo marionette.
Seguire spesso le tracce di Matthew non è facile, in quanto ci ritroveremo a punti luce di diversi personaggi che seppur secondari, appaiono veloci nella scena, facendoci rallentare un po' tornando indietro a prender appunti.
Apoptosis non è un romanzo che si può definire thriller, l'autore non mescola le carte in tavola, non lascia indizi o tranelli da fuorviare il lettore, è più un romanzo di pura fantascienza, che se pur con indizi e misteri sin dalla prima pagina, ci accompagna in una storia via via sempre più fitta e articolata.
Apoptosis è un libro forte, complesso a volte un po' troppo, eppure a fine lettura ti lascia quell'amaro in bocca al pensiero che forse il nostro autore non sia tanto di questo mondo, ma di un altro. Che forse Renato Mite sia un Nostradamus di questo tempo?