Sotto cieli rossi è il romanzo d'esordio dell'autrice cinese Karoline Kan, pseudonimo di Chaoqun Kan, uscito in lingua inglese. Il romanzo si presenta come la storia di una vita, accanto alla storia di un popolo, quello cinese. Chaoqun nasce nel marzo 1989, ma viene registrata anagraficamente un mese dopo. Chaoqun è una secondogenita, una figlia nata nell'illegalità.
La politica del figlio unico infatti, propugnata dal Partito Comunista Cinese, a capo della Repubblica, esercitava uno strettissimo controllo sulle nascite. Nei tantissimi villaggi presenti in Cina c'era qualcuno adibito a effettuare controlli sulle donne fertili, sulle mogli, sulle donne che avevano già avuto un figlio. Shumin è una donna molto forte e coraggiosa, vive a casa del suocero con la suocera e il marito. Ha già adempiuto al suo ruolo di brava moglie e madre cinese mettendo al mondo un figlio maschio, destinato a tramandare il cognome e le tradizioni. Shumin inoltre insegna come supplente nel villaggio dei suoi genitori, lavora doppiamente quindi, dal momento che non si risparmia nell'aiutare i suoceri nella risaia.
Sorella Lin, l'incaricata dal governo per controllare le nascite nel villaggio di Shumin è molto potente: diventa difficile ingannarla. Sì, perchè Shumin e il marito stanno aspettando un secondo figlio. I controlli periodici vengono evitati o ingannati. Il governo ha deciso di inserire un anello vaginale come metodo contraccettivo all'interno della vagina per evitare gravidanze indesiderate. Solamente nelle famiglie contadine è possibile un secondo tentativo di gravidanza ed è permesso dal governo stesso il concepimento: se sfortunatamente la primogenita è una femmina. Questo non è il caso di Shumin.
Ma la donna riesce, non senza difficoltà, a portare avanti la gravidanza, a partorire, a pagare la multa, anche se in ritardo, per poter registrare la sua bambina e permetterle di avere tutto ciò che un documento le permetterebbe: dall'assistenza sanitaria, alla scuola, al lavoro futuro. I disaccordi poi con i suoceri porteranno Shumin a partire con marito e prole al seguito per il paese dei suoi genitori, Caiyuan. Qui Chaoqun stringerà amicizia con Chungun, sua cugina più piccola, comincerà la scuola.
Crescendo Chaoqun si accorgerà di come la politica del partito permei tutta la sua vita e quella dei propri cari: dalla politica repressiva contro il Falun Gong, una pratica religiosa vicina al confucianesimo, all'inizio accettata, ma poi osteggiata dal momento che attirava troppi proseliti; al silenzio e alla censura sulle notizie che potevano in qualche modo mettere in cattiva luce il Partito. Chaoqun sogna in grande, vuole diventare una giornalista. Studierà e verrà ammessa in un liceo importante nella città di Lutai, dove la famiglia si trasferisce durante la sua infanzia per avere una casa tutta sua. Qui si sentirà sempre un'immigrata dalle campagne, il suo hukou, il documento che contiene il suo paese di nascita, è una condanna. Da Lutai finirà a Pechino a studiare all'università, una laurea in economia, perché secondo i suoi genitori è la scelta giusta per trovare presto un lavoro, sposarsi e diventare anche lei una brava moglie e donna cinese.
Ma Chaoqun studia dopo il 2000, ha contatti con altri universitari, si fa domande, capisce che il Partito comunista non è del tutto buono; grazie a metodi illegali accede ad internet e scopre tante cose che in madrepatria vengono censurate. Si informa sulla Rivoluzione culturale, sulla storia della Cina di quando era piccola, su quello che sua madre e la sua famiglia, come tanti altri cinesi, hanno subito. Scopre della manifestazione di piazza Tienanmen, del massacro compiuto il 4 giugno 1989 dalle truppe Rosse del partito. Un giorno decide di scrivere un libro che racconti tutto, che sia un diario suo e non solo, per permettere di dare voce alla storia della Cina, alla storia di tante persone.
Sotto cieli rossi è un memoir di grande potenza, che attraverso la vita di Shumin prima e di Chaoqun, diventata Karoline per lavoro dopo, ci regala uno spaccato di storia cinese dalla seconda metà del secolo scorso ai giorni nostri. La Cina diventa un Paese in cui il suo popolo resiste silenziosamente, si adegua alle leggi e al massimo cerca di girarci attorno. Di grande impatto è la prima parte del romanzo, in cui Karoline Kan evidenzia la portata della politica del figlio unico, con tutte le sue conseguenze: la sterilizzazione forzata, l'impianto obbligatorio di anelli vaginali, gli aborti forzati anche a gravidanze inoltrate, le multe, le ripercussioni anche sui padri che decidevano di non rispettare la legge. Ma ancora colpisce la conseguenza sui bambini nati e non accettati dal governo, che non li registrava: i bambini in nero, il cui numero nel 2010 è stato stimato a tredici milioni, bambini per cui era impossibile andare a scuola, sposarsi, avere un lavoro legalmente, prendere i mezzi pubblici.
Non manca poi la discriminazione nei confronti delle femmine, l'idea che siano meglio i figli maschi, perché loro ereditano il cognome, mentre le femmine entreranno poi in una nuova famiglia, non potranno rispettare la tradizione e occuparsi delle tombe di famiglia. Le femmine, una volta morte, vengono cremate e aspettano la sepoltura fino a che anche i loro mariti muoiono. Karoline ci racconta delle vecchie generazioni, della nonna che per un soffio non ha dovuto subire la fasciatura dei piedi, pratica dolorosissima ma tanto in voga ancora a inizio Novecento tra le famiglie più importanti; ci racconta dell'essere donne nel ventunesimo secolo, del sentirsi ancora sotto l'influsso delle tradizioni, del femminismo necessario.
Sotto cieli rossi è una lettura ricchissima, pregna di famiglia, storia che, accanto alla critica di una politica e di un Paese che non garantisce libertà e che sembra spingere alla fuga i suoi cittadini, trasuda amore per la Cina, per il proprio retaggio. Karoline Kan ha deciso di lasciarne testimonianza, per chiunque avrà la fortuna di leggere queste pagine.
SCHEDA DEL LIBRO
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 300
Prezzo: 16,50€
Voto: 10/10