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Il pianeta di ghiaccio (Rizor 4 #1) (Fanucci Editore)

Andrea Scavongelli

4.07 · Rating details · 14 ratings · 7 reviews

Sullo sfondo dello scacchiere galattico, dopo una partita durata secoli, gli uomini di potere si apprestano a compiere le mosse decisive. Non hanno calcolato che alcune pedine potrebbero però agire in maniera diversa da come desiderano. E rivoltarglisi contro...

Rickard Hill è un uomo tormentato dal suo passato più di quanto vorrebbe. Disperso in un deserto di ghiaccio sul ...more

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Kindle Edition, 416 pages

Published May 8th 2019 by Fanucci Editore

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Sep 05, 2019 Amarilli Settantatre rated it really liked it

Shelves: sciencefiction, spaceopera

Dormi, bella ragazza, dormi tranquilla.
Dormi è buio, adesso è notte,
ma non temere, in cielo c’è una stella che brilla
e lo farà, finché non vi separi la morte.
Canzone Volmarix

Ho desiderato leggere il primo volume di questa duologia (credo) dopo aver assistito alla presentazione del libro a Torino, al Sal19. Mi aveva infatti colpito il richiamo dell’autore alle saghe di Gemmel e al ciclo di Dune, come fonte di ispirazione, romanzi che rientrano anche nelle mia top ten di predilezioni.
Il cicl Dormi, bella ragazza, dormi tranquilla.
Dormi è buio, adesso è notte,
ma non temere, in cielo c’è una stella che brilla
e lo farà, finché non vi separi la morte.
Canzone Volmarix

Ho desiderato leggere il primo volume di questa duologia (credo) dopo aver assistito alla presentazione del libro a Torino, al Sal19. Mi aveva infatti colpito il richiamo dell’autore alle saghe di Gemmel e al ciclo di Dune, come fonte di ispirazione, romanzi che rientrano anche nelle mia top ten di predilezioni.
Il ciclo di Rizor è in effetti una saga scifi (nello specifico, una space opera), dove però si fondano perfettamente anche tanti elementi del fantasy epico, a cominciare dall’ambientazione di Rizor, con la ricostruzione di usi e costumi dei suoi abitanti, che sfidano i ghiacci combattendo le fiere a cavallo di giganteschi lupi addomesticati.
Più ancora, lo definirei un romanzo corale, dove, almeno all’inizio, il lettore viene posto davanti a tanti singoli tasselli di esistenza (personaggi diversi, in diversi mondi e ruoli) apparentemente slegati, che però vengono a poco a poco unificati dal filo conduttore, che è appunto il mistero che si cela in questo remotissimo pianeta inospitale, Rizor 4, utilizzato per lo più come centro di detenzione forzata per i condannati della società civile dei vari pianeti.

Hai mai messo la mano in un covo di serpenti?
Ti sei mai chiesto perché tra loro non si mordono?

Principalmente il primo libro segue le storie di Hill, uno di questi condannati che riesce (per suoi meriti oppure volutamente?... il dubbio è ancora pendente...) a fuggire dal centro di prigionia e a nascondersi nelle zone più selvagge del pianeta, dove viene accolto e “adottato” dai membri di un’hibernia, una delle comunità locali, imparando a combattere come un loro guerriero e a sviluppare poteri particolari.
Il secondo filone principale segue il soldato Davis, un appartenente all’élite militare dei Volmarix, corpo di soldati leggendario, che ha a sua volta proprie tradizioni, propri riti e un sistema di guida segreta. I Volmarix vengono impiegati al momento nella guerra contro una popolazione aliena, infida, sconosciuta e quasi invincibile, che muove sulle rotte umane, puntando anch’essa a Rizor 4.
Insomma, tutti ambiscono a questo pianetino, tremendo e brutale, ma anche selvaggio e affascinante al contempo, e si arriva alla fine di questo primo romanzo con qualche nozione in più, ma anche con moltissima curiosità per il proseguo (non ultimo il fatto, che gli stessi politici umani hanno innescato una lotta sotterranea a colpi di intrighi, agguati e agenti segreti).

Il ritmo narrativo è sempre sostenuto e l’alternarsi degli episodi legati alle varie storie permette di avere un quadro narrativo variegato e sempre in crescendo.
Inoltre l’autore arricchisce il libro sia con momenti di forte introspezione, sia con momenti di battaglia (spaziale e terrestre), aggiungendo citazioni tratte da un bibliografia da lui stesso creata, nonché interessanti appendici a fine libro come ulteriori chiavi per decifrare meglio le società descritte.
Nel complesso, un prodotto italiano che non sfigura per nulla con gli esempi esteri nel suo genere. ...more

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Jun 01, 2020 Iolanda rated it really liked it

La storia parte lentamente con i singoli personaggi in luoghi e ambientazioni diverse. Hill e Davis, rispettivamente fuggiasco dalla prigione ospitata dal pianeta Rizor 4 e soldato del glorioso e tecnologico guppo militare Volmarix. Dopo pochi capitoli i personaggi e il ritmo della narrazione cominciano ad aumentare e il romanzo diventa via via sempre più avvincente. Entrano in gioco abitanti del pianeta molto interessanti, intrighi politici, doppiogiochisti, servizi segreti, lupi magnifici e an ...more

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Apr 21, 2020 Abel Montero rated it really liked it

Un'opera prima molto forte. IL PIANETA DI GHIACCIO racconta una storia ricca di personaggi interessanti (con i loro peculiari punti di vista). Tratteggia un'avventura che sta bene in equilibrio tra l'esplorazione di un mondo lontano e l'approfondimento del vissuto dei protagonisti. C'è molta carne al fuoco, tra combattimenti, misteri e razze aliene che mettono in mostra la fantasia dell'autore.
Ma IL PIANETA DI GHIACCIO è soprattutto un romanzo dal grande ritmo, che si legge tutto d'un fiato.
A qu ...more

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Jun 24, 2019 Alexys_Tenshi rated it really liked it

Shelves: collaborazioni, pdf

4.75/5

In questo mese caldissimo ho potuto trovare appagamento tra il ghiaccio del pianeta Rizor 4.

"Il pianeta di ghiaccio" è il primo romanzo della serie Rizor 4 di Andrea Scavongelli, un libro di fantascienza che mi ha sorpresa non poco.

Ho sempre pensato, fin dai primi capitoli, che ci fosse una sorta di filo sottile ad unire la varietà di personaggi di questo libro. Scrivo "varietà" perché troviamo fuggiaschi, soldati, politici, popolazioni indigene e perfino alieni. Come possono tutti loro, c 4.75/5

In questo mese caldissimo ho potuto trovare appagamento tra il ghiaccio del pianeta Rizor 4.

"Il pianeta di ghiaccio" è il primo romanzo della serie Rizor 4 di Andrea Scavongelli, un libro di fantascienza che mi ha sorpresa non poco.

Ho sempre pensato, fin dai primi capitoli, che ci fosse una sorta di filo sottile ad unire la varietà di personaggi di questo libro. Scrivo "varietà" perché troviamo fuggiaschi, soldati, politici, popolazioni indigene e perfino alieni. Come possono tutti loro, con le loro diversità sia fisiche che di pensiero, coesistere armoniosamente? Andrea ci riesce benissimo creando un dipinto che deve essere visto da lontano. Più ci si allontana, più il quadro prende la sua vera forma, una forma tonda e chiara, fredda, a tratti spaventosa... ecco Rizor 4.

I personaggi non sono statici, danno emozioni anche al lettore che si trova a leggere della loro "sopravvivenza" in un universo dove sempre più il controllo è dato dal "cervello" e non dal "cuore".

Rickard Hill mi ha conquistata. Trovo che la sua psicologia sia la cosa più affascinante che abbia trovato nel libro. Sì, ancora di più della tecnologia avanzata, degli alieni, dei viaggi nello spazio, delle complesse forze dell' Unione, dei Volmarix. Oh, forse sto andando troppo veloce...

Partiamo da Rickard: evaso dalla prigione di Rizor 4, in lotta per la sopravvivenza nel deserto di ghiaccio e contro gli animali che lo popolano. Rickard non è solo, è in perenne compagnia (nel bene e nel male) di una voce nella sua testa... o due? Uomo caratterizzato da un forte contrasto tra bene e male, tra la compassione e la furia omicida.
Rickard è molto più di questo, lui è una "chiave", l' eccezione ad un morbo temuto dagli abitanti di Rizor 4, che cercheranno di scoprire come questo sia possibile. Merito anche della sua reclusione?

I Volmarix invece sono soldati dotati di un'armatura dalle grandi proprietà tecnologiche, in grado di raffozzarli fisicamente ed anche autocurarsi. Il "problema" dei Volmarix è che quando combattono sono delle vere e proprie macchine da guerra. Non hanno sentimenti, il loro pensiero fisso è la missione che devono portare a termine anche a costo della propria vita. Tra di loro spicca Davis Romeo. Lui è un Volmari al 95%, il resto è ancora umano. E' proprio la sua lucidità che lo porta a migliorare sempre più e a diventare un tassello importante per il futuro di guesta "battaglia" che la galassia sta portando avanti da troppo tempo.

Ho apprezzato moltissimo il world building che Andrea ha creato, non solo per le descrizioni e le spiegazioni durante la lettura - per esempio come i Volmarix diventano un tutt'uno con la loro armatura - ma anche le citazioni iniziali ad ogni capitolo. Ammetto che all'inizio credevo fossero citazioni "reali" ed ecco che comprendo la loro reale bellezza ed il loro uso. Sono passi, brevi o lunghi, presi comunque dal mondo della serie "Rizor 4". Passaggi di diari personali, canzoni popolari, discorsi pubblici. Tutti con un preciso collegamento con il capitolo di cui fanno parte.

Alla fine del romanzo si possono trovare ben sei appendici: elenco dei personaggi, bibliografia essenziale (delle citazioni di cui si è parlato sopra), ed estratti che fanno meglio comprendere il tutto con spiegazioni storiche, scoperte e idee tenute nascoste ed anche un'appendice sul Jamball (sport molto praticato).

Trovo che Andrea Scavongelli abbia uno stile di scrittura diretto e pungente. Riesce a far scaturire riflessioni anche nelle scene più semplici e quotidiane. Ha gestito benissimo l'intreccio tra i protagonisti e i collegamenti che questi hanno tra di loro e tra le varie "fazioni" che si vengono a creare nel romanzo.

Non vedo davvero l'ora di poter leggere il seguito di questa serie perché il finale di questo primo libro mi ha lasciata in sospeso - in modo positivo - ed ha accresciuto l'hype che portavo dietro da qualche capitolo. ...more

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Jan 26, 2021 Barbara Poscolieri rated it it was amazing

Un messaggio arriva forte e chiaro da Rizor 4, il pianeta di ghiaccio che dà il titolo al romanzo di Andrea Scavongelli: c’è vita nell’universo della fantascienza italiana. È una vita che subisce l’influenza delle grande opere del passato, ma che sa anche adattarsi alle esigenze della narrativa moderna mescolando generi e sottogeneri del fantastico, proponendo una visione diversa dell’eroe e rinfrescando vecchi stereotipi. Partiamo proprio da questi ultimi e da quello che, tra tutti, può conside Un messaggio arriva forte e chiaro da Rizor 4, il pianeta di ghiaccio che dà il titolo al romanzo di Andrea Scavongelli: c’è vita nell’universo della fantascienza italiana. È una vita che subisce l’influenza delle grande opere del passato, ma che sa anche adattarsi alle esigenze della narrativa moderna mescolando generi e sottogeneri del fantastico, proponendo una visione diversa dell’eroe e rinfrescando vecchi stereotipi. Partiamo proprio da questi ultimi e da quello che, tra tutti, può considerarsi il vero protagonista di questo romanzo: il pianeta. Rizor 4 è un pianeta ostico, dove la terraformazione non è riuscita benissimo a causa dei ghiacci perenni da cui è avvolto e dove vive una popolazione locale di uomini a metà tra il selvaggio e il tecnologico, allo stesso tempo arretrati ed evoluti. Il primo grande titolo che si affaccia alla mente nominando un pianeta inospitale e una popolazione con queste caratteristiche è indubbiamente Dune, il capolavoro di Herbert, con i suoi deserti popolati da vermi giganti e i Fremen, adattati al meglio per vivere in quel luogo. Allo stesso modo, gli uomini di Rizor 4 si sono adattati alla vita tra i ghiacci: la loro è una società apparentemente tribale, semplice, con sciamani e uomini-medicina, guerrieri che cavalcano lupi e saggi capotribù. Le pagine a loro dedicate danno al romanzo un’impronta fantasy niente affatto fuori luogo, che ben si sposa con la space opera e ancor di più con la parte più planetary della storia. Ma non immaginiamoci dei selvaggi mezzi lupi paragonabili ai nostri Neanderthal, perché su essi dispongono di una tecnologia all’avanguardia, un metallo vivente che li cura, li potenzia, li aiuta a sopravvivere e ci ricorda che, anche su Rizor 4, siamo in un romanzo di fantascienza. Un concetto che somiglia a quello della protomolecola della saga The Expanse di Corey: un materiale vivente, sconosciuto ai terrestri, che fa fare il balzo in avanti agli “alieni”. A sperimentarlo sulla propria pelle è uno dei personaggi principali del romanzo: Rickard Hill, un evaso che trova proprio sul pianeta di ghiaccio la sua via di fuga. Un personaggio che si potrebbe definire ombroso o in chiaroscuro, ma che sarebbe più onesto dire: fuori di testa. Fin dal momento dell’evasione si capisce che è molto disturbato, che ha probabilmente fatto cose orribili in passato e che ha uno sdoppiamento di personalità piuttosto inquietante (con tanto di voci nella testa e conversazioni “a due che in realtà sono uno” in stile Psycho).
Quanto appena descritto è ciò che mi è piaciuto del romanzo, che in realtà si compone di almeno altri due filoni, anch’essi importanti per la piena comprensione della situazione, ma che mi hanno appassionato decisamente meno nonostante alcune buone idee, come ad esempio i Volmarix, e qualche bella scena, tra tutte la discesa nella coscienza altrui. In entrambi i casi citati non siamo davanti a picchi di originalità: i Volmarix sono soldati potenziati da armature dotate di intelligenza artificiale che ricordano molto da vicino la Marina Marziana in The Expanse e la scena dell’incontro/scontro tra coscienze si può trovare sia in romanzi cyberpunk sia in romanzi in cui questo contatto avviene non tanto attraverso la tecnologia quanto con elementi più trascendentali. Ma, a mio avviso, non è importante avere per primi un’idea, è importante sfruttarla al meglio delle sue potenzialità per la funzione che deve svolgere nella storia. E qui questo viene fatto molto bene. ...more

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Oct 12, 2019 Serena Brancatello rated it really liked it

Non è la prima Space Opera che leggo, ma devo dire che Il pianeta di ghiaccio è la migliore che io abbia letto fino a ora.

All’inizio ho avuto qualche difficoltà a farmi coinvolgere dalla storia, non riuscivo a seguire i personaggi e l’ambientazione, ma dopo i primi capitoli la lettura è proseguita in maniera spedita e con un ritmo serrato.

Ho avuto modo di conoscere i personaggi e affezionarmi a loro. Grazie alla loro curata caratterizzazione mi è stato possibile capire le loro motivazioni ed ent ...more

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Apr 21, 2020 Cristiano Amebagalattica rated it it was amazing

Avvincente, dinamico, frizzante.
Una vera storia che ti incalza dalla prima all'ultima pagina. Consigliatissimo agli appassionati di fantascienza militare o a tutti i lettori fantasy che vogliono iniziare il genere. Perché il romanzo di Scavongelli ha gli archetipi, le emozioni di un fantasy eroico e non ha niente da invidiare alle firme americane.
Ripeto, date fiducia agli italiani perché in questo caso è una vera bomba. ...more

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