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213 pages, ebook
First published April 15, 2013
3 stelle e mezzo
Da http://labellaeilcavaliere.blogspot.i... e http://italiansdoitbetter-bookseditio...
Ho terminato la lettura quasi due settimane fa, ma ancora stento a mettere in ordine le idee.
Quando ho iniziato questo romanzo avevo bisogno di qualcosa che fosse originale e stimolante. Fortunatamente le mie esigenze sono state in gran parte soddisfatte.
Prima di addentrarmi nei suoi contenuti, desidero fare alcune premesse che ritengo importanti. Ilaria Pasqua è un'autrice esordiente che ha scelto di autopubblicarsi per poter far conoscere al pubblico le sue opere. Il giardino degli aranci- Il mondo di nebbia è il primo romanzo di una trilogia distopica, alla quale si affianca la trilogia de Le tre lune di Panopticon.
Non mi sono preoccupata troppo quando, aprendo il libro sull'e-reader, mi sono resa conto di ricordare ben poco della trama; ho preferito abbandonarmi alla storia e scoprire pagina dopo pagina il mondo di Aria.
Dopo un breve prologo, nel quale appaiono per la prima volta i misteriosi Cinque Sacerdoti, la narrazione si apre sul frammento di un incubo che assilla Aria da molto tempo, impossibile ricordarsi da quanto. Al suo risveglio l'incubo, come tutte le mattine, ha preso consistenza trasformandosi in una nuvola a forma di procione.
Nel mondo di Aria è normale che gli incubi si condensino assumendo aspetti diversi per ciascun abitante, rispecchiando forse il loro subconscio. Attraverso gli incubi si rielaborano le esperienze angoscianti e, di conseguenza, appartengono intimamente al "sognatore". Per questo motivo non si limitano a scomparire, ma seguono il loro proprietario sotto forma di nuvole nere dense di inquietudini fino al momento in cui verranno "sacrificati".
Forse la parola sacrificio è un po' forte, ma di fatto si tratta di rinunciare a una parte di sé.
Era un prolungamento, certo, ma di se stessa, non solo un pensiero, ma un altro braccio, una gamba, una parte della sua carne.
Ogni giorno tutti i cittadini si recano presso i diversi punti di raccolta per depositare i propri incubi. D'altra parte per gli esseri umani gli incubi sono un fardello insopportabile e la legge dei Cinque Sacerdoti impedisce di trattenerli.
Incubi a parte, Aria ha una vita normale. Vive da sola con la madre (il padre è scomparso da così tanto tempo da essere solo un vago ricordo), frequenta il liceo e ogni suo atteggiamento è quello di un'ordinaria adolescente. Ho apprezzato molto la cura dei dettagli caratteriali e comportamentali, provando una vaga familiarità con la camera disordinata, i richiami materni e persino con il latte bevuto direttamente dalla bottiglia perché "se avesse preso un bicchiere, avrebbe dovuto lavarlo".
D'accordo. Non arrivo ancora a tanto (No, mamma! Davvero non lo faccio!), ma riconosco che poco ci manca. In ogni caso non siamo qui per parlare delle mie tecniche salva-tempo; quindi torniamo ad Aria e ai suoi amici.
Henry è il miglior amico della ragazza; i due sono così uniti da passare quasi tutto il giorno assieme. Pur non trovandosi nella stessa classe, ogni pausa è un'occasione per ritrovarsi e soddisfare il prodigioso appetito di Aria.
Intendiamoci: Henry mi è molto simpatico e ho anche tifato affinché tra lui e Aria scattasse la scintilla. Almeno finché non ho visto il collo di Will, un compagno di classe di Aria.
Aria osservò il suo collo bianco e provò una fitta. Adorava quel collo e non sapeva il perché. Le piaceva e basta.
Debole personale per le nuche a parte, non è difficile sentire "aria di cotta". Detto questo, ho la bocca cucita, non aggiungo altro anche se mi accorgo di non avervi raccontato molto su ciò che rende interessante la storia. Mi scuso, ma preferisco che siate voi a scoprire il resto.
Quando mi sono imbattuta nel procione di Aria, a dispetto di tutto quello che sarebbe stato logico, ho provato molta simpatia: l'ho immaginato in versione manga, avvinghiato alla gamba di Aria e non ho potuto resistergli. Molto insano dal momento che la sua descrizione avrebbe dovuto suscitarmi tutt'altro.
Aria non riusciva neanche a guardarlo, gli occhi del procione erano due fessure buie e inconsistenti, due caverne in cui temeva di scorgere ogni sua bruttura.
Rileggendolo mi sono resa conto di quando inquietante sia in realtà. Resistendo alla tentazione di auto-psicoanalizzarmi, passo a un'altra delle mie impressioni iniziali. A differenza di altre ambientazioni distopiche, ho percepito nella prima parte del romanzo qualcosa di molto più forte dell'accettazione o della rassegnazione da parte della popolazione. Mi sento, e spero di non provocare risentimento in nessuno, di paragonare l'atmosfera a quella di Matched, romanzo che ho letto più o meno simultaneamente a questo. I cittadini appaiono inconsapevoli della realtà in cui vivono.
Il giardino degli aranci – Il mondo di nebbia aggiunge un senso di inquietudine forse maggiore perché non solo per i suoi personaggi, ma persino per il lettore è difficile individuare quale natura abbia la minaccia. Certo, puntare il dito sui Cinque Sacerdoti è quasi scontato, ma per dire chi siano e cosa vogliano occorre leggere tutto il libro e, mi sbilancio, forse l'intera trilogia.
La narrazione, in terza persona, adotta perlopiù il punto di vista di Aria contribuendo, con uno stile schietto e scorrevole, a completare la caratterizzazione del personaggio. Proprio questa scelta, mi ha portata a desiderare di non essere separata da lei ogni volta in cui avveniva uno spostamento narrativo sui Sacerdoti. I passaggi, fortunatamente corti, che li riguardano hanno un tono molto più austero tanto da risultare eccessivamente lenti e rasentando la noia, sebbene siano funzionali al racconto.
Nonostante questa, che è probabilmente un'impressione soggettiva, e qualche piccola incertezza nello stile, forse non sempre controllato, la mia lettura è proseguita tranquilla fino al finale nel quale non sono mancate le rivelazioni e i colpi di scena che hanno fatto precipitare gli eventi.
Tra le sbavature ho notato qualche problema con la punteggiatura, difetto che non pregiudica la lettura, ma che può essere facilmente eliminato.
Il giardino degli aranci – Il mondo di nebbia si è rivelato una piacevole sorpresa: un fantasy originale verso il cui sviluppo nutro ora molte aspettative.
Non avrebbero mai potuto immaginare, né ci avrebbero creduto se qualcuno glielo avesse rivelato, che i loro sogni notturni, oltre a tenerli prigionieri in quella città, alimentavano il dominio e permettevano la sopravvivenza dei Cinque. Le persone non potevano sapere neanche che fossero al centro di un inquietante progetto che i Sacerdoti tenevano nascosto.
[...]
L'energia veniva assimilata dai Cinque e automaticamente quel mondo veniva ricaricato, confermando un altro giorno.
Gli incubi erano qualcosa di inconsistente e allo stesso tempo di materiale, ogni mattina le sembrava di partorire una nuova inquietante verità, di tagliare a fette la sua mente, le sue ansie, e servirle su un piatto ben visibile a tutti, per poi gettare ogni cosa via. Si sentiva divorata da quelle assenze, un giorno dopo l’altro, ma ancora non l’aveva compreso a fondo.
Era un prolungamento, certo, ma di se stessa, non solo un pensiero, ma un altro braccio, una gamba, una parte della sua carne.