Altieres, l’antica dinastia regnante nel Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi eredi e a portare il nome dell’antica casata sono rimasti solo i vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato: Sophia Blackmore, unica erede della dinastia, creduta morta da anni, è stata ritrovata, e la Vecchia Capitale non sarà più la stessa. Gli oscuri segreti degli Altieres stanno tornando a calare ombre sulla città e spettri senza volto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Mentre Sophia sta invece imparando a conoscere la sua nuova vita e cosa significhi essere una Blackmore, Eloise Weiss, coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precendenti, deve affrontare forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non possono infatti riposare in pace, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dell’erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Black-more nascondono da secoli e ora sono sfuggite al loro controllo.
Io sono Savannah. Adoro il profumo delle pagine dei libri, l'ozio e le assurdità. Trashaholic e truzzaddicted, mi invaghisco di cose improponibili e le contemplo estasiata fino a che non trovo qualcosa di peggio.
Virginia De Winter è l'autrice che mi fa sentire almeno 10 anni in meno. Le nottate di lettura no stop e le alzatacce all'alba per terminare un romanzo mi mancavano dai tempi di Harry Potter. Anche con L'Ordine della Penna le aspettative non rimangono deluse, la lettura scorre liscia come l'olio – come nel prequel non ci sono più quelle descrizioni che rallentavano la lettura – e se non sono cinque stelline piene è solo per una preferenza che ho verso alcuni personaggi (leggasi Axel).
Nuove alleanze e nuovi conflitti appaiono all'orizzonte nel regno dopo che si è scoperto che l'estinta famiglia regnante dei Blackmore ha ancora un'erede in vita. È Sophia Lord, o meglio, Sophia Blackmore quella destinata a prendere nelle mani le sorti del regno. Da semplice trovatella a futura regina di un regno che sente il bisogno di qualcuno che lo guidi, proverà presto sulla sua pelle che non tutti sono contenti di questi nuovi sviluppi. Non tutti sono come gli affascinanti Vandemberg o come i potenti vampiri Blackmore disposti a tutto pur di difendere la futura regina di Altieres. Tra le ombre del Presidio ed esseri umani c'è chi aspetta il momento opportuno per giocare le proprie carte.
Virginia De Winter possiede una bacchetta magica per dare vita ai tanti personaggi che popolano i suoi libri. Nuovi personaggi affiancano quelli dei precedenti romanzi e riesce comunque a delineare un percorso per ognuno di loro, percorsi che inevitabilmente si intrecciano. Il mio volume preferito rimane L’Ordine della Chiave perché sono #TeamAxel fino al midollo e lì c’è tanto Axel, ma questo libro viene subito dopo, anche se il mio beniamino e la sua love story con Eloise si fanno un po' da parte per far spazio a un'altra ship: Sophia e Gabriel. Avendo leggiucchiato qualche commento qua e là (perché recensioni vere e proprie prima di terminare il libro non ne leggo) pensavo che avrei trovato Sophia Blackmore insopportabile. Per fortuna non è stato così perché non sono pronta a dare meno di 4 stelle a questa saga. Sophia è diversa da Eloise, che resta sempre la mia preferita, e riesco a perdonarle molti comportamenti a altre ingenuità date dalla sua giovane età. Non è facile passare da ragazzina che non ha nessuno al mondo, se non il suo migliore amico e i pochi amici fatti al collegio, a principessa dotata di una scorta personale e, cosa ancora più importante, di una famiglia. Da una parte ci sono i vampiri Blackmore, che la accolgono in famiglia con tutto l'affetto possibile (Sophia, posso capire la cotta per Ashton) e dall'altra ci sono le grandi famiglie dei Granville e dei Sinclair, famiglie numerose e chiassose che non vedono l'ora di dare il benvenuto a questo nuovo membro della famiglia. È un bel cambiamento per una abituata a tutt'altre cose dalla vita e ci sta che non senta da subito quell'affetto e senso di appartenenza che un sovrano o futuro sovrano dovrebbe avere per il proprio regno. È sempre stata una ragazza libera, che non doveva rendere conto a nessuno per i suoi spostamenti. Poi vogliamo smetterla di incolpare le donne se si mettono in pericolo solo perché nessuno le mette al corrente che qualcuno vuole attentare alla loro vita? Non che l'avvertenza Non uscire di casa: stanno cercando di ucciderti! sia utile in questi casi, ma non si può farle una ramanzina solo perché fa quello che fanno gli altri ragazzi e cioè uscire.
Comunque Sophia matura e sono tanti quelli che la aiutano in questo, non solo gli affascinanti vampiri della sua famiglia ma anche l’immancabile Bryce Vandemberg che anche in questo libro mostra di essere dotato di un'estrema sensibilità, non solo per bare, urne funerarie o abiti alla moda. Ma a far crescere Sophia e farle provare cose che non aveva mai provato ci pensa la famiglia Sinclair-Stuart. Le signorine Mayfield sono delle preziose alleate e soprattutto amiche, a prova che l'amicizia si nasconde nei posti dove non avresti mai pensato di cercare e la stessa cosa vale per Gabriel Stuart Sinclair, solo che in questo caso si tratta di amore. Stavolta Virginia De Winter fa sbocciare l'amore in maniera diversa. Non si tratta dell'amore che c'è tra Axel ed Eloise - hanno praticamente iniziato ad amarsi quando uno dei due era ancora in fasce - ed è giusto così perché ognuno deve avere la sua storia. Il loro sentimento nasce dall'astio reciproco che provano, ma mai come in questo caso il confine tra odio e amore è stato così labile. Non voglio fare spoiler ma posso dire che ho sempre saputo che non tutto era come Virginia De Winter voleva far credere a noi e ai suoi personaggi . Sì, Gabriel è irritante, scontroso e una gran testa calda e nella prima parte del romanzo non esce certo vincente, ma è uno di quei personaggi alla Axel Vandemberg che con la sua sola presenza attira le attenzioni dei lettori e degli altri personaggi.
L'autrice riesce a intrecciare le loro storie con quelle di Axel e Eloise e tutta l'improbabile combriccola di amici. Le mie parti più attese sono ovviamente quelle di Axel, sempre altruista per quanto riguarda gli amici e la sua amata ma mai quando si tratta di se stesso. Axel è uno di quei personaggi che non possono fare a meno di portare sulle spalle un pesante fardello di sofferenza e chiede aiuto solo quando è veramente a disperato. È perseguitato da un passato che non vuole rimanere tale e che continua a cercare di intaccare il suo rapporto con Eloise ma finalmente Lady Eloise Weiss si è data una svegliata.
Non permetterò a nessuno di toglierti altro, quando so che già ti è stato sottratto così tanto. Soprattutto, non lo permetterò a me stessa.
Virginia De Winter riempie di magia queste pagine, creando le atmosfere fantastiche che popolano gli altri suoi romanzi e inserendo sempre più elementi che sembrano far parte delle superstizioni popolari di quel mondo ma che invece sono di vitale importanza ai fini della storia. La De Winter ha creato un vero e proprio mondo in cui è difficile non immergersi completamente. La mezza stellina in meno è solo perché all'inizio è stato difficile affrontare il fatto che Axel ed Eloise non fossero gli assoluti protagonisti dell'Ordine della Penna, ma la De Winter riuscirebbe a farmi shippare anche degli oggetti inanimati, quindi per Sophia e Gabriel non c'è pericolo. Non penso che aspetterò molto per leggere il volume conclusivo e per sapere se finalmente Gil Morgan riuscirà ad ottenere l'agognato sì da parte dell'Onorabile Lara (altra mia ship del cuore). Virginia De Winter sta riuscendo nell'intento di farmi terminare una saga in tempi più brevi di quelli di George R.R. Martin tra la pubblicazione di un libro e un altro.
Nemmeno l'entrata in gioco di nuovi personaggi e il minor spazio concesso a quelli amati sono riusciti a sminuire l'entusiasmo e l'amore nei confronti di questa saga. Confermo tutte le stelline del mondo.
Si prospetta un volume conclusivo EPICO. *___*
ps Bryce Vandemberg, KING OF EVERYTHING.
"«Abbiamo valutato alcune possibilità perché, prima o poi, un matrimonio per ragion di Stato è ciò che ti verrà in sorte. Il minimo che io possa fare è limitare i danni, anche in quanto fermo oppositore dell’istituzione». «Della ragion di Stato?». «No, del matrimonio».”
Le cinque stelle costanti in una serie non sono così scontate. Difficilmente un autore riesce a tenermi avvinto con lo stesso entusiasmo ad ogni singolo libro. Eppure... eppure con Black Friars è così. Alla coppia amatissima di Axel ed Eloise, l'autrice aggiunge una nuova coppia che, per quanto mi riguarda, regge benissimo il confronto. Gabriel e Sophia rappresentano il perfetto cliché di odio/amore, un rapporto alla Romeo e Giulietta: Gabriel dovrebbe odiare Sophia per quello che è, e ci riesce anche piuttosto bene per diverso tempo, ma poi cambia qualcosa. La loro storia mi ha fatto contorcere lo stomaco fino alle ultime pagine, perché sembrava davvero che il lieto fine fosse qualcosa di inafferrabile, per loro. Le vicende romantiche dei nostri quattro protagonisti, però, sono solo una parte di questo secondo (o terzo, dipende da come li contiamo) volume della serie: i misteri della Vecchia Capitale sono ancora tanti e svelarli può essere molto pericoloso. Tra attentati, apparizioni, furti, crolli parziali di antichi palazzi, riti superstiziosi (e non solo), i personaggi non avranno un attimo di tregua, nella lotta contro forze oscure che vogliono rompere il precario equilibrio che mantiene a fatica le creature del Presidio sotto controllo. Un romanzo avvincente, emozionante, romantico come un poema cavalleresco, ironico come solo Virginia può (quanto adoro i dialoghi!), anche questa volta è promosso a pieni voti.
Ebbene, eccomi anche qui. Approdata su Goodreads cercando di combinare meno casini possibili - speranza vana, lo so - posso finalmente recensire questo splendido libro. L'ho finito in due giorni e devo dire che mi ha sorpreso molto, quando leggo saghe dove la protagonista non è la stessa del primo libro sono sempre molto titubante, ma se L'Ordine della Chiave mi era davvero piaciuto questo l'ho adorato! Lei, Sophia, è adorabile. Eloise mi è piaciuta, ma Sophia è stata una piacevole sorpresa. Impulsiva come tutti gli adolescenti, accompagnata da un fratello vampiro che la scarrozza di qua e di là, innamorata di un bel redivivo dagli occhi viola che suscita nel resto del popolo femminile - compresa me - sensazioni piuttosto vive per un morto. Lui, Gabriel, bello e tenebroso è il sogno di ogni ragazza che ancora non è stata quasi uccisa dalle sue magiche manine (E no, per magiche non intendo quello che pensate). Credo che questo sia il mio libro preferito dell'intera saga, anche se dopo ogni uscita cambio idea. Leggere Virginia de Winter è come ricostruire un puzzle di cui, a volte, il pezzo che non trovi nel primo libro, di sicuro lo troverai nel terzo. Per apprezzare a pieno i suoi scritti c'è bisogno dell'intera saga, perché non lascia mai nulla al caso, anche il più piccolo dettaglio che per noi è insignificante. E' anche vero che la prima cosa che pensi dopo la fine di ogni suo libro è 'Se le donne vengono da Venere, perché gli uomini non posso venire da Aldenor?' Già, che tristezza. Adesso ci tocca aspettare il prossimo luglio e già c'è chi scommette sul titolo, io personalmente spero ne 'L'Ordine dello Gnocco' - ogni riferimento a pezzi di carne è puramente casuale. Che altro c'è da dire? L'autrice è migliorata notevolmente e non sono per l'assenza di metafore - di sicuro in viaggio per le Canarie - ma perché i suoi personaggi sono una certezza di originalità e, spesso, di comicità!
Molto soddisfatta, ho fatto le 2 di notte per finirlo e pensare che già alle 22.30 sono già sotto le coperte che dormo da un pezzo. L ambientazione è davvero bella, ben descritto e linguaggio fluente. Certo è un pò adolescenziale, ma è divertente anche, per tante situazioni mi sono anche gasata 🤣🤣🤣
Sono tanti gli elementi di un libro che possiamo amare, l'ambientazione, la trama, i personaggi, le descrizioni. C'è sempre qualcosa che colpisce il lettore e lo rende avido di arrivare all'epilogo. Qui c'è tutto. C'è un intero mondo che Virginia De Winter ha costruito, mattone dopo mattone, edifici e viottoli della Vecchia Capitale, Residenze di antiche famiglie, intrecci politici, costumi e religioni. Nulla è lasciato al caso, immergersi nelle pagine di Black Friars è come respirare in un nuovo mondo, con i suoi colori, le sue usanze, le sue genti. Vecchi déi pagani convertiti in santi a cui rivolgersi con preghiere miste ad antichi rituali, la contaminazione di secoli di storia, stratificata sotto la vecchia città e dimenticata nelle pieghe del tempo. Non è solo questione di aver inventato un mondo, gli ha perfino costruito un passato, che si perde tra leggende, guerre e creature soprannaturali. Quando varchi i cancelli, vorresti non uscirne più, rimanere a soggiornare al Collegio, mangiare alle locande all'imbrunire, indossare mantelli e feluche, sentire il profumo del pane appena sfornato. E, soprattutto, vorresti conoscere loro, i personaggi. Pensavo che difficilmente avrei trovato personaggi da amare più di Ashton o di Bryce ma ormai ho l'imbarazzo della scelta perchè più li conosci più li ami. Impossibile non rimanere colpiti da Gabriel e dalla ribelle e tenace Sophia, catapultata in un ruolo difficile e pericoloso, da trovatella orfana a principessa. Una fiaba gotica, un giallo in costume, un romanzo di cappa e spada, un racconto di fantasmi, due storie d'amore diverse ma a loro modo tormentate che si intrecciano, battute ilari e personaggi eccentrici. Non manca nulla a questo libro, non credevo che potesse superare ancora la bellezza dei precedenti due romanzi ma Milady De Winter non finirà mai di stupirci. Ah, forse una cosa manca: una nuova avventura già pronta da leggere! Sarà un lungo anno di attesa ma ne varrà certamente la pena.
Credevo che dopo Axel Vandemberg non mi sarei mai più innamorata di un personaggio letterario in maniera così imbarazzante. Poi è arrivato Gabriel Stuart Sinclair. Recensione: Da un po’ di tempo a questa parte ho capito che più cerco di allontanarmi dalla carta per osservarla in maniera distaccata, più mi ci ritrovo immersa a tal punto da non riuscire a distinguere dove finisca lei e cominci io, cosa sia vero e cosa frutto soltanto di ciò che chi l’ha scritta ha saputo portare in vita. E ritrovarsi immersi nel mondo di "Black friars" significa sentire quel che i personaggi vivono e comprendere ogni loro atteggiamento, rimanendo intrappolati nella tela di un linguaggio raffinato ma mai pesante che tramite la sua bellezza dipana di fronte agli occhi un intreccio che continua a ingarbugliarsi, aggiunge pezzi al proprio mosaico confondendo ulteriormente le idee sulla notte da cui tutto ha avuto inizio e regala nuovi personaggi da scoprire – e amare – senza dimenticarsi di aggiungere qualche nuova sfumatura a quelli già in gioco. Recensione completa qui.
La Capitale, gli scholares, i vampiri, il Presidio...Sophia, Gabriel, i Blackmore, e l’enorme cast di personaggi...ogni volta che provo malinconia Black Friars è la cura perfetta.
Quando ho finito L'Ordine della Chiave ero fermamente convinta che qualsiasi cosa avrebbe scritto Virginia nel suo terzo libro non avrebbe comunque potuto conquistarmi tanto quanto aveva fatto con il secondo. Mi sbagliavo. Se c'è una cosa che avrei dovuto imparare dopo aver letto i suoi primi due romanzi e le sue fan fiction è che, in un modo o nell'altro, ti sorprende sempre. Il terzo libro della serie Black Friars è l'ennesimo capovolavoro che esce dalle mani di questa formidabile autrice che non solo sa reinventare la propria scrittura costantemente, dando prova di quanto in ogni cosa si possa sempre migliorare, anche quando si rasenta la perfezione, ma è in grado di farti innamorare di tutti i suoi personaggi, anche quelli per i quali all'inizio si prova odio a prima vista. Nell'Ordine della Penna ci si ritrova perfettamente in Sophia tanto da percorrere con lei il cammino che la porterà dall'infatuazione per un vampiro ultracentenario all'amore per il suo peggior nemico, dall'essere un'orfana al diventare l'ultima principessa Blackmore; e se ne nel primo capitolo di questa saga non ero riuscita ad apprezzare completamente questa ragazze e tanto meno il suo innamorato, qui, mi sono ritrovata a sfogliare le pagine con bramosia di leggere al più presto di loro, ancora e ancora. L'altro mio grande amore, che in questo libro ho potuto apprezare ancora meglio, è Bryce Vandemberg che, pur mantenendo la sua inguaribile ipocondria e il suo terrore per matrimonio e lacrime femminili, da prova di una maturità e di un'arguzia che fino a questo momento era stata ben nascosta sotto i suoi abiti sempre perfettamente curati. E se non bastassero i suoi personaggi, per altro particolarissimi, Virginia de Winter ha comunque trovato un altro modo per tenermi attaccata notte e giorno al suo libro: l'ambientazione. Ogni elemento del mondo che ha costruito non è lasciato mai al caso e, mentre ti trascina per le vie della Vecchia Capitala alla disperata ricerca della soluzione al puzzle che ti ha posto davanti, riesce a dispiegarti la storia di un intero continente, tra leggende e verità, e a fartela sembrare la più bella lezione di storia che tu abbia mai sentito, tanto da comprendere perfettamente Stephen Eldridge e la sua sete di conoscenza. C'è amore, mistero, ironia. Un mondo completo abitato da personaggi che riescono a stupirti costantemente, senza mai annoiarti, che sanno rubarti una risata o, come spesso succede in presenza del principe Axel, lanciare qualche insulto. Come arriverò all'estate prossima senza leggerne ancora è un mistero.
Cosa ho amato di questo libro? Tutto, tutto, tutto. Si può iniziare una recensione in questo modo? Si se il libro in questione ti ha fatto battere il cuore come un'adolescente alla prima cotta. Cara Virginia, tornare tra le strade della Vecchia Capitale è stato magico, ritrovare le tue creature meravigliose è stato confortante e sorprendente, perchè sei riuscita a farmi amare anche un personaggio che trovavo odioso sopra ogni cosa, scoprire i particolari celati dietro un mazzo di carte, una parete antica e in un cimitero è stato stupefacente.
Con una scrittura a dir poco ammaliante la De Winter, ci accompagna in un luogo fatto di mistero, avventura e amore. Axel Vandemberg ed Eloise Weiss protagonisti dei volumi precedenti hanno un ruolo di primo piano anche stavolta, ma l'autrice ha regalato a noi lettori una nuova storia, una nuova principessa, un nuovo amore complicato e affascinante. Sophia l'ultima dei Blackmore inizia la sua nuova vita, fatta di attentati, amori e amicizia. Lei che devo ammettere non mi piace, ha tenuto banco e soprattutto a saputo tener testa a molti uomini carismatici che popolano il romanzo. L'ordine della penna a differenza dei precedenti volumi ha una carica ironica davvero notevole, ho riso moltissimo e ho amato l'interazione tra i vari personaggi del romanzo. Ho adorato l'intreccio, che l'autrice con mano esperta ha intessuto sapientemente ed ho amato profondamente Bryce Vendemberg, personaggio all'apparenza superficiale ma dotato di un intelletto fine, ho adorato il modo in cui si è evoluto nuovamente il rapporto tra Axel e Eloise, e ancor di più ho apprezzato il clima di amicizia pura che pervade tutta la storia.
Non mancano l'azione e il mistero che sono parte fondamentale della narrazione, ci sono i buoni e ci sono i cattivi, ma c'è anche il tempo per rivedere giudizi che credevo radicati. Personaggi che nei volumi precedenti li avrei cacciati via a calci si sono trasformati nei miei nuovi eroi e sono davvero triste al pensiero che mi manca solo un volume alla fine di questa saga meravigliosa che mi ha fatta innamorare di principi, principesse cavalieri mascherati.
“L’Ordine della Penna” è il secondo volume della saga fantasy “Black Friars” della straordinaria Virginia De Winter, che ho consumato negli ultimi giorni del 2014 e ho finito proprio ieri sera. Sono assolutamente sconvolta dalla bravura della scrittrice, sia per la coerenza di trama, sia per la caratterizzazione dei personaggi, sia per la magnificenza del worldbuilding. Da appartenente al Team Axel mi sono mancate più parti dedicate a lui, ma lo splendore di questa saga non fa che aumentare di intensità.
Mentre si legge Virginia De Winter si brama, continuamente, incessantemente, irrimediabilmente. Si legge, velocemente, come un flusso inarrestabile che non si riesce a fermare. Ci si chiede “Come? Dove? Perché?” e non si smette mai di desiderare di sapere tutto, ma allo stesso tempo di non finire mai le pagine scritte. Sono arrivata alla fine incredula, non pensavo minimamente che non mi fosse rimasta neanche una pagina da leggere. In un gioco impressionante di colpi di scena e rivelazioni improvvise, la saga della De Winter è come una seta di San Leucio, riccamente ricamata, piena di ghirigori… ma nonostante tutto non è mai stucchevole, non si ha mai la sensazione di avere troppo. Incredibilmente lineare, con uno stile descrittivo pieno e armonico, ancora una volta è un centro assoluto. La multifocalizzazione, tanto cara alla scrittrice, ci concede l’opportunità di studiare i passi di ogni gruppo di personaggi, senza perdere di unità. Allora abbiamo la nostra Eloise, trascinata irrimediabilmente dalla sua natura e dai suoi sentimenti, che sembrano concedere un po’ di pace al mio preferito, Axel. Eloise, anzi Lady Eloise Weiss è il punto di riferimento del gruppo, perché nelle sue mani tiene il Principe Vandemberg, che nonostante i suoi segreti è di una lealtà luminosa e forte, un leader di eccezionali capacità motivazionali, nonché un vero cavaliere di altri tempi. Terrore dei non morti, è generoso e passionale, e non si lascia scappare nessuna occasione. Testarda e impulsiva Eloise gli tiene testa, ma allo stesso momento non riesce ad esserne immune. Il loro rapporto è croce e delizia, ma sono tutti concordi nell’affermare che sono fatti l’uno per l’altra. La riappacificazione, ancora incerta, è definitiva, e la loro unione più forte. A loro sostegno, inevitabilmente Ashton Blackmore, il mio secondo, un vampiro antichissimo, che continua a credere nei sentimenti, nonostante il tempo e le sue esperienze. Dai poteri fortissimi, uno dei baluardi che tiene ancora insieme la tregua, Ashton è quanto di più straordinario ci sia. Bryce Vandemberg esce nuovamente vincente, con la sua passione per la flora, il suo impeccabile buon gusto, la sua fissazione per i riti funebri e la morte, è lo spirito che tiene unito il gruppo, insieme alla generosità di Ross Granville, la spericolatezza di Morgan, la sbadataggine di Garreth e il genio di Stephan, un personaggio che emerge in maniera sempre più forte dalle pagine. Il gruppo coeso e meraviglioso, offre molti spunti di ironia e forza e di certo non si può negare quanto sia assolutamente inarrivabile. Dall’altro lato abbiamo Sophia, l’ultima discendente vivente dei Blackmore, che deve fare i conti con il suo nuovo status. La “Principessa Trovatella”, una ragazzina inesperta dei costumi e delle tradizioni del suo popolo e la sua irrequietezza impulsiva e pericolosa. Incapace di sottostare alle regole imposte da chi la vuole proteggere, non esita a gettarsi nel mezzo della mischia, anche quando ne va della sua stessa vita. Ripicca e dolore la spingono ad agire, salvo poi incastrata nella sua stessa ragnatela. Allo stesso tempo incuriositi e infastiditi, lo stuolo di cugini e parenti Sinclair la acclamano e circondano, per mostrarle la bellezza di Altieres, lo stato di cui è la degna erede. A discapito di tutto si erge, di fronte a lei, ammaliante antagonista, Gabriel Stuart. Fino a questo momento le sue entrate in scena non sono state molto lusinghiere, ma Gabriel nasconde il fuoco sacro del guerriero, l’arroganza di un principe disposto a tutto, e la protezione dell’Ordine della Croce. Gabriel dimostrerà sul campo il suo valore e naturalmente cambiare idea su di lui sarà interessante e inaspettato. Molte le domande che trovano risposta, tantissime quelle su cui non si riesce ancora a vedere la luce, in un impressionante intreccio di trame e situazioni, apparentemente senza nessuno scopo, in sostanza fondamentali per la comprensione. Ogni tassello è un punto fermo, e gli sconvolgimenti all’ordine del giorno di ogni capitolo. La serie è pensata per stupire il lettore e lo fa a meraviglia. La parte fantasy è sempre meglio descritta e caratterizzata e si resta sempre con la sensazione di incredulità. L’ambientazione è ancora una volta e sempre quella della Vecchia Capitale, con il fiume, il Presidio, la cittadella, il Borgo di Altieres, con le bellissime ambientazione novembrine degli Alterienses, il palazzo della famiglia reggente di Aldenor, il Coppellius e tutto il Borgo che nasconde segreti e clamori, per rivelazioni sconvolgenti. Tutto è curatissimo, con le tradizioni, le armi e i vestiti, i fregi e i dipinti. Le pergamene e i libri, e i misteri che i nostri protagonisti vengono lentamente a scoprire.
Il particolare da non dimenticare? Un cofanetto…
La De Winter non soffre minimamente della “sindrome da secondo volume” e anzi acquista una nuova sicurezza, che assicura la grandiosità del suo progetto narrativo e continua ad affascinare il suo lettore. Una saga senza tempo, con giochi di potere e di passione, che si scontrano con spade e baci appassionati, per un’esperienza narrativa unica. Il mio unico appunto riguarda le poche scene con protagonista Axel… ma sono vistosamente di parte. Immergetevi nelle ombre della Cattedrale di Black Friars… non ve ne pentirete! Buona lettura guys!
Non so proprio da dove partire a parlare di questo libro. La trama è strettamente collegata a quella della Spada, per cui è inevitabile trovare spoiler del primo libro e probabilmente anche del secondo essendoci narrati fatti che qui sono noti e fondamentali.
Una delle protagoniste principali di questo libro è Sophia, già incontrata nella Spada, lei è l’ultima (e ritrovata) erede vivente della famiglia Blackmore motivo per cui qui la troviamo alle prese con la sua nuova vita da principessa. Non sarà facile per lei, da sempre vissuta senza legami e senza sapere la sua vera identità, ritrovarsi parte integrante di una famiglia così importante; dovrà imparare a vivere nella nobilità che conviene al suo titolo, e dovrà fare i conti con quello che vuole dire effettivamente essere una Blackmore districandosi tra milioni di cugini non del tutto bendisposti nei suoi confronti. In più ultimamente nella Vecchia Capitale i morti e i fantasmi non riposano più tranquilli, c’è qualcosa di oscuro che sembra sempre essere dietro l’angolo, può essere che il ritorno dell’erede di Altiares sia il motivo che scatena tutta questa agitazione? Di sicuro Eloise, Axel ed Ashton dovranno darsi da fare per cercare di capire cosa sta succedendo, e magari, cercare di evitare il peggio.
Come in ogni libro della serie i personaggi coinvolti sono tanti, oramai li conosco bene e li adoro tutti (chi più chi meno) così come in ogni nuovo romanzo è sempre presente un mistero da risolvere, cosa che ti invoglia a continuare subito la lettura per capire cosa sta succedendo nel presente ma soprattutto cosa è successo nel passato. La trama riporta tantissimo agli eventi già narrati nei precedenti romanzi, tutti i fatti sono strettamente collegati tra loro e più si va avanti più diventa interessante, si ha come l'impressione di essere davanti a un puzzle che sarà completo solo alla fine del quarto libro (lo spero almeno, per ora mi metto subito a leggerlo per non dimenticarmi le cose che so fino ad ora con certezza).. Ovviamente io ricordavo poco della Spada ma per fortuna le cose essenziali sono state riprese e spiegate quel tanto che basta per non perdermi nella storia.
Stranamente ho apprezzato Sophia, di solito io non ho un buon rapporto con le protagoniste femminili, ma lei mi affascina, forse anche per il retaggio della sua famiglia, mi è piaciuta proprio. Ho amato il suo rapporto con Cain, così come quello con Julian, per non parlare di Gabriel. Sì, credo di invidiarla perchè ha attorno a lei ragazzi davvero interessantissimi...
Indubbiamente però quando trovavo Bryce o Stephen andavo letteralmente in estasi, credo che siano i miei personaggi preferiti. Mi ha fatto molto piacere anche ritrovare Ashton, e poi ovviamente ci sono sempre Axel ed Eloise con il loro amore folle ma controverso, sempre con l'inquietante e silenziosa presenza di Belladore che li divide e li allontana, ma il loro amore è tanto forte da legarli comunque, anche se ti fanno sempre penare tanto le loro scene.
Posso dire di conoscerli bene oramai, mi piace tantissimo leggere di tutti questi personaggi, mi trovo a casa in questa serie, sono tutti talmente ben fatti che mi sembra di conoscerli sul serio, mi scopro a sorridere per le battute di uno o dell’altro (i dialoghi mi prendono talmente tanto che mi sento davvero trasportata all'interno del libro).
Lo stile qui risulta molto semplificato rispetto ai precedenti, di sicuro è uno stile che ho amato molto, è affascinante, coinvolgente e scorrevole. Non è mai troppo pesante nonostante ogni cosa venga descritta molto bene tanto da averne le immagini davanti agli occhi, il tutto con quell’atmosfera dark che personalmente io amo (quando leggo di certe ambientazioni la mia parte da metallara gothic emerge come non mai, Nightwish in sottofondo mentre scrivo la recensione).
È un libro dove c’è tutto, un’ambientazione dark fantasy con atmosfere cupe ed oscure, residenze in decadenza e una città pericolosa con pratagonisti vampiri, demoni e fantasmi; al centro di tutto un mistero da risolvere che ha origini dal passato e che collega tutti questi personaggi fantastici. E infine non manca l’amore, in tante forme diverse. È un libro completo in cui non posso trovare difetti, un libro che mi ha fatto provare tantissime emozioni e mi ha fatto letteralmente sognare, mi ha trasportato in un mondo e un'epoca che trovo favolosi.
E ora mi butto subito sulla Croce anche se non voglio abbandonare questo mondo!
Questa serie è diventata, da quando ho letto il prequel, una droga. Mi arriva il libro, mi impongo di gustarmelo piano e tempo due giorni l'ho finito. E adesso, anche se ho appena finito questo volume, appena cinque minuti fa, sono già in astinenza. Sono in fase "mi serve L'ordine della croce e mi serve ora. Anzi ieri." anche se so che se lo ordinassi ora lo divorerei appena arrivato. Non che questo mi fermerà dall'ordinarlo, non so...domani. Sono arrivata a questo punto.
Sophia ha incrinato in poco tempo i fragili equilibri del regno. Perché lei è l'ultima erede del regno di Altieres, creduta morta per molto tempo, e finalmente ritrovata. Ma se i vampiri Blackmore e i Vandemberg l'hanno accolta e sono intenzionati a proteggerla e a impartirle l'educazione necessaria per divenire regina, Sophia presto si accorge che non tutti sono disposti a accettare con gioia la sua presenza. Infatti gli Stuart sono pronti a tentare di tutto pur ci salire al trono e in apparenza primo tra tutti Gabriel Stuart che sembra odiarla e non si farà troppi scrupoli pur di impadronirsi di quel trono che ormai sembrava essere saldamente tra le sue mani. Nel frattempo Eloise Weiss deve preoccuparsi di ben altro, perché ultimamente i morti sembrano essere decisi a non rimanere nelle loro tombe...
Prima di dire qualsiasi altra cosa devo riconoscere che per me questo è stato il volume più "debole" della serie. E il fatto che gli abbia dato lo stesso quattro stelle abbondanti spiega il mio amore incondizionato per la serie. Per me l'unica piccola macchia del romanzo è stato il personaggio di Sophia, che per la prima metà mi è sembrata troppo insicura, desiderosa di attenzione e gelosa. Un po' troppo infantile, per me che avevo adorato la testarda, orgogliosa, fifona e coraggiosissima Eloise. Detto questo, se vi piace il fantasy gotico con dei personaggi irresistibili...che state aspettando? Correte. A. Leggere. Il. Primo.
A parte il personaggio di Sophia che comunque è maturato nella seconda metà, devo ammettere di essere un pochino capitolata di fronte al, ehm, fascino di Gabriel. Ero stata avvisata ma non è servito a molto, il suo essere diffidente, arrogante e beffardo nasconde molto di più e spero proprio di poter vedere di più di quel lato molto umano rimasto ancora appena accennato. Anche Ashton è stato molto presente, per la mia felicità e il modo in cui tratta Eloise è dolcissimo senza essere smielato. Ashton rimane sempre un vampiro di quattrocento anni, letale, con un passato difficile alle spalle e la dolcezza che dimostra nei confronti di Eloise e l'amicizia che li lega è fantastica. Ma i miei preferiti rimangono i fratelli Vandemberg e la loro banda di affascinanti e divertentissimi delinquenti. Axel in questo volume non si è visto molto (purtroppo) ma quanto ho visto mi è bastato. Posso solo dire: FINALMENTE. Degli altri non si possono non menzionare almeno una volta Ross, che è quello paziente e scrupoloso, quel tonto irrimediabile di Gil Morgan e Stephen Eldrige. Stephen, l'irriverente, sfacciato, improbabile ragazzo totalmente privo di tatto con un cervello sopraffino: non si può non adorarlo. Naturalmente mi sono tenuta per ultimo il migliore. Vogliamo parlare di Bryce? Potrei andare avanti su di lui per ore credo. Ore. Credo che basti dire: Suor Brayssa e se avete letto il libro potete capire. Stavo praticamente rotolando dal ridere.
Ecco Bryce in tutto il suo splendore:
“«Adesso parliamo di Justin Sinclair», continuò Bryce. «Abbiamo valutato alcune possibilità perché, prima o poi, un matrimonio per ragion di Stato è ciò che ti verrà in sorte. Il minimo che io possa fare è limitare i danni, anche in quanto fermo oppositore dell’istituzione». «Della ragion di Stato?». «No, del matrimonio».”
"Donne", commentò, sinceramente incredulo e del tutto incurante di averne una davanti. "Campassi cent'anni non le capirei mai e, nel caso dovesse succedere, andrei immediatamente a farmi esorcizzare".”
"Quelli non sono vasi di fiori", precisò Bryce in tono di sussiego. "Sono urne funerarie." [...] "Non riesco a trovare una bara che mi cada come si deve all'altezza delle spalle, quindi sto considerando delle alternative..."
Nessuno può battere Bryce. Nessuno. Per rendergli giustizia dovrei citare tutte le sue battute.
Quale sarebbe il modo migliore per vendicarsi di qualcuno che ti odia? Semplice....fare in modo che si innamori di te... sempre che il legamento funzioni........ L'amore è un sentimento forte ma quando scaturisce dall'odio? Diventa una miscela esplosiva se combinata da entrambe. Un Sortileggio,un dispetto,rivalsa o un gioco,,,,,e di mezzo la ragion di stato,nulla però potrebbe scalfire questo sentimento fragile e letale, nato inaspettatamente e in maniera tanto dolce e appassionato da essere unico,, come l'ultima erede dei Blackmore! Non solo amore ma umorismo cameratesco che mi fa letteralmente sbellicare dalle risate,perché le vicende del famigerato gruppo delle v lune sono piu che esilaranti e rocambolesche! Bryce adorato e ostinato ipocondriaco, divertente e brillante tanto da attirare occhiate strane, da chi mi sta intorno,mentre leggo le sue gesta ,,,,suor Brayssa Poi l'eterna e mai banale storia tra Axel ed Eloise che anche solo fatta di sguardi fendono l'aria e la saturano d passione ,,,ad un passo dall'altare ma non ancora avendo riposto le armi,, il loro legame ha radici profonde ciò nonostante giocano le loro mosse su una scacchiera,attenti re e regina, a misurare azioni e sentimenti uccidendosi quasi pur d salvarsi a vicenda!! L'amicizia fatta di fiducia tra il Meraviglioso Ashton e lady Eloise un legame intenso,prottettivo che mi fa sospirare di tenerezza e sorridere per il loro buffo modo di punzecchiarsi reciproco. Poi fantasmi che ritornano,nebbie che imperversano e segreti centenari da svelare,,,, sullo sfondo d luoghi che,tramite la fervida immaginazione di Virginia,posso credere siamo reali! Il mistero e la maturità di penna sono diversi dai precedenti capitoli, ma non per questo meno travolgenti . Virginia benda gli occhi di chi legge e narra, con la su scrittura curata, dettagliata e intrigante, il perché delle azioni di questi personaggi attraverso il suo punto di vista; come in un film a 360• Percepisco tutto anche il semplice frusciare del vento sulla pelle o il palpito di un emozione ed è magnifico! Rimarrò per molti,moltissimi giorni cristallizzata tra le pagine di Black Friars perché anche questa volta sono stata felicemente smentita, Devo ammettere che non pensavo di leggere penna è ritenerlo ancora piu bello dei primi due...ma Virginia ogni volta supera se stessa!
4 stelline e mezzo. Altro splendido romanzo della saga di Black Friars denso di eventi, di personaggi, di relazioni umane. Lascia con il fiato sospeso e lo ami follemente per la ricchezza di emozioni che ti regala. Questa volta al centro della storia abbiamo una nuova coppia, quella composta da Gabriel e Sophia. Che dire se non magnifici? Li ho amati tantissimo e ammetto avrei voluto più scene con loro due, una storia d'amore così sofferta, così contrastata che mi ha rapita. Ma proprio per questo ho tolto mezza stellina al romanzo, perché avrei voluto di più di loro. Sono stati in parte sacrificati all'altare della potente trama e ai tanti personaggi coinvolti. Avrei voluto sapere di più di quello che provava Gabriel, dei suoi tormenti, dei suoi sentimenti per Sophia, vedere più scene tra loro, che sono centellinate purtroppo. Axel ed Eloise, pur coprimari, come sempre regalano la passione e la magia. Continuo ad amare questa coppia talmente tanto da annoverarla tra le mie preferite in assoluto. Ho amato ogni altro personaggio di questo libro, Bryce su tutti. Chi ancora non ha letto Black Friars, deve farlo!!! Lo stile dell'autrice si è fatto quanto mai scorrevole e la sua capacità di costruire un universo coerente fatto di misteri e soprannaturale ha del portentoso.
Avete idea di quei libri di cui non vorreste mai arrivare alla fine perchè troppo belli e coinvolgenti? Black Friars#3 per me è stato uno di questi libri. Personaggi nuovi e vecchie conoscenze si muovono nella Vecchia Capitale permettendoci di imparare ad amare i primi e scoprendo nuove caratteristiche negli altri (se pensavate di conoscere bene Bryce vi toccherà ricredervi!).
Aspettando l'uscita del'Ordine della Penna avevo cercato di immaginare come sarebbe andata avanti la storia ma non ci sono andata neanche vicina. La storia è stata ben al di sopra delle mie già alte aspettative! Preparatevi a momenti di suspense, di ironia e a momenti che danno i brividi sia di paura (in fondo questa volta avremo a che fare con fantasmi) che di altro genere... alla coppia Axel/Eloise se ne affianca un'altra che vi assicuro non sfigura affatto :D
La trama, come ci ha ormai abituato la cara Virginia de Winter, non è di certo semplice o scontata. Altri tasselli si incastrano a quanto eravamo venuti a conoscenza nei libri precedenti spianando la strada al gran finale del quarto libro, che sinceramente vorrei già avere tra le mani.
Questo libro è un concentrato di angst per una fangirl media! E continuo a ripetere che la de Winter fa progressi su progressi, nello strutturare la storia che diventa sempre più intrigante con il passare dei capitoli e mi sono anche ritrovata a leggere in piena notte come non facevo da tempo e sospirare ad ogni pagina e rigo letto! Adoro follemente Sophia (e Gabriel ovviamente, che ha spodestato nella mia classifica gli uomini di Virginia de Winter al secondo posto). A differenza di Eloise, la trovo più conforme al mio modo di pensare, riesco ad immedesimarmi di più in lei e questo gioca a mio vantaggio nella lettura. Sophia è un personaggio apparentemente semplice, sebbene la sua natura non lo sia affatto, e permette dunque al lettore di sentirsi più vicino a lei. Rispetto ad Eloise, per me è stato così. Come al solito, personaggi decisamente ben strutturati e ricchi di sfaccettature.
Ancora meglio del primo: questa volta non ho trovato punti morti, ma, anzi, solo pagine e pagine di libro da cui era impossibile staccarsi.
Dopo questo libro, il mio amore per Axel Vandemberg non è diminuito, anzi. In più mi sono innamorata anche dei suoi fratelli: Bryce, coi suoi vestiti e le sue finte malattie, ma soprattutto Jordan. Regalatemi un Vandemberg qualsiasi e mi farete felice.
Sophia, invece non l'ho sopportata: tutti a dirle di fare qualcosa e lei subito a fare il contrario. Da strangolare
Cinque stelle! Ancora una volta Virginia mi ha stupito, appassionato, commosso come solo lei può fare! Ora al via la maratona di rilettura dei tre libri!
PS: A che santo di Altieres mi devo votare per far scrivere a questa donna altri cento libri?
Il libro mi è piaciuto molto.. sono in quarantena da Coronavirus e l’ho trovato in libreria. Me lo avevano regala e non avevo i precedenti (ma dico, ti ti regala il secondo volume di una saga?!?) La cosa più umiliante e che me ne sono accorta dopo 30 pagine, quando si faceva riferimento al passato di Axel ed Eloise, ma ormai mi ero interessata troppo a Gabriel e lo shippavo con Sophiae quindi.. ho fatto quello che avrebbe fatto chiunque. Sono andata a vedermi videorecensioni e a leggere tutto quello che riguardasse almeno l’ordine della spada. Per quanto mi riguarda penso di ave capito abbastanza quello che è successo prima, ma comunque penso che questo libro possa tranquillamente essere uno stand alone. Il passato di Axel, Ashston ed Eloise non è molto approfondito ma capiscono i rapporti che li legano. Anche la fine ha una sua conclusione anche se ovviamente non può essere paragonata alla conclusione di una saga, si vede che potrà succedere altro ma non ti lascia con nessun gliffenger. Detto ciò non so se continuerò la saga, anche se ci sono moltissimi pareri positivi. Se volete potete consigliarmi che fare. Ammetto che lo stile dell’autrice all’inizio era un po’ ampolloso, ma Gabriel mi intrigava troppo e quindi dopo poco non me ne sono più accorta. Ci sono tantissimi personaggi, mi ricorda un po’ il trono di spade, molte descrizioni, molti troppi personaggi, 3000 famiglie e 8000 ordini di scholares. Però alcuni personaggi sono la vita, tipo Bryce! E altri sono insopportabili tipo Eloise, non me ne vogliate. La storia è intrigante e ti coinvolge, anche la storia d’amore è dolce e ti permette di assaporare lo sbocciare di un sentimento romantico.
"Black Friars L'Ordine della Penna" è il terzo capitolo dell'appassionante saga gothic fantasy scritta dalla ormai nota e acclamata Virginia de Winters e pubblicato lo scorso luglio dalla Casa Editrice Fazi. Se volete leggere le mie precedenti recensioni le trovate QUI e QUI.
Cinquecento pagine ricche di intrighi, tradimenti, duelli, lotte di potere e amori contrastati e si arriva alla fine con un'unica esclamazione: già finito? Non vi nascondo che non ne avrò mai abbastanza.
Come sempre lo stile di quest'autrice, con la sua ricercatezza e dovizia di particolari ammalia e affascina.
Anche in questo terzo volume ritroviamo i personaggi a cui ormai ci siamo affezionati nei precedenti "L'ordine della Chiave" e "L'Ordine della Spada". Diciamo forse che l'attenzione del lettore, questa volta, si focalizza maggiormente su altre figure, a discapito della dolce ma risoluta Eloise Weiss e dell'affascinante Duca della Chiave, Axel Vandemberg. Tra questi ultimi scoccano ancora scintille per piccoli contrasti ma ben presto domate da dolci baci e carezze. Prosegue invece come un fuoco indomabile la silenziosa gara per le attenzioni di Eloise tra il centenario redivivo Ashton Blackmore, "quel dannato vampiro dalla faccia di bronzo" ed il Principe Vandemberg.
Potrei nominare invece regina indiscussa di questo tomo: Sophia Blackmore. Ultima erede della dinastia più ammirata e temuta, nonché garante della pace tra le creature del Presidio e gli umani, ci delizierà con le sue numerose scappatelle, la sua propensione a cacciarsi nei pericoli e la nascita di un nuovo e improbabile amore per un ragazzo che "ha l'aspetto di un angelo, ma è cattivo come il diavolo". Ah l'amore! Quando cupido scocca le sue frecce non guarda in faccia a nessuno...
Il linguaggio è come sempre poetico e le descrizioni dei luoghi e dei personaggi fatte a regola d'arte per sorprendere il lettore con la loro magia...
«Il Borgo di Altieres durante la notte aveva la magia sospesa dei luoghi che esistono solo fuori dal tempo. La vegetazione rigogliosa che invadeva i giardini, i tabernacoli di strani santi agli angoli delle vie e le colonne opulente delle dimore possedevano una bellezza decadente che cristallizzava le immagini in un sogno strano e affascinante».
Più spazio all'affascinante Bryce Vandemberg. Grazie Virginia per aver esaudito le mie preghiere! Bryce resta come sempre uno dei personaggi che amo di più. In queste pagine avrete modo di vederlo nelle vesti di tutore. Sarcasmo ed irriverenza celata dalle sue maniere eleganti ed attraenti. Forse il suo fascino sta proprio nella sua ritrosia nei confronti delle relazioni stabili... Chissà cosa gli riserverà il futuro?
«Ecco, Bryce Vandemberg e l'innocenza erano due concetti che non potevano assolutamente coesistere»
Come poi non restare affascinati dai componenti della Confraternita segreta delle Cinque Lune. Magnifici, valorosi e sempre pronti a difendere le giovani fanciulle... e... a profanare tombe e distruggere palazzi... (ma questi ultimi sono solo piccoli dettagli).
Grande assente, ma ancora portatrice di scompiglio con il ricordo del suo potere e la sua aurea, è la rediviva più temuta Belladore de Lanchale, che Axel ha sconfitto nel precedente capitolo. Qualcuno sta raccogliendo tutti gli oggetti a lei appartenuti per uno scopo ben preciso.
Mausolei, catacombe, antiche ville, palazzi patrizi, mantelli, crinoline e pizzi di cui non mi stancherò mai. Tra atmosfere gotiche, teschi, fantasmi, fiori, ossa e croci le creature del Presidio stanno sconfinando... I morti non riescono a riposare in pace ed il confine tra il loro mondo e quello dei vivi si sta assottigliando.
È un tomo ricco di genealogie e storie delle vecchie Nationes. Tanti i personaggi che popolano queste pagine, come nei precedenti volumi, e che possono scoraggiare il lettore per l'impegno che richiedono alla memoria, ma voglio ricordare che, come sempre, al termine del romanzo è proposta una chiarissima classificazione dei personaggi con le relative appartenenze alle Societas per aiutare il lettore ad orientarsi (oltre che ad una bella cartografia delle Nationes che arricchisce di fascino misterioso lo scritto). Personalmente io ho trovato solo un po' di difficoltà soltanto nel primo tomo, anche perché successivamente mi sono talmente affezionata a loro che non ho avuto più nessun problema. Forza, non fatevi scoraggiare. Non ve ne troverete pentiti.
Dimenticavo: quale sarebbe il modo migliore per vendicarsi di qualcuno che ti odia? Semplice. Far in modo che si innamori di te... sempre che il legamento funzioni... Riflettete gente, e troverete più che vere queste parole.
In conclusione consiglio vivamente questo terzo capitolo a chi ha già letto i primi (tra i tre è quello che ho amato di più) e voglio consigliare ancora, a chi non l'avesse ancora letta, di leggere tutta la trilogia per regalarvi ore piacevolissime in sua compagnia. Virginia de Winter resterà sempre una delle autrici che più amo.
Allora. Cominciamo col dire che non si frigge mica con l'acqua.... voglio dire: ormai quest'autrice sta diventando una delle mie preferite penne in assoluto.. per cui.... non si frigge mica con l'acqua.... Diversamente a quello che potreste percepire da queste prime frasi, non ero molto convinta di questo secondo libro, principalmente perché avevo notato la differenza di pagine, la differenza dei titoli, non più in latino e perché avevo notato questa introduzione del punto di vista di un nuovo personaggio, che distraeva la mia attenzione da Axel e Eloise. Ma con lo scorrere delle pagine invece, non solo mi sono affezionata alla Principessa Trovatella, alle sue amiche di Altiers, a quel gran pezzo di personaggio che è Gabriel Stuart-Sinclair, ma ho anche ritrovato la gioia di leggere delle scorribande della Confraternita delle Cinque Lune, della follia di Bryce e della passione tra Axel e Eloise.. E così sono arrivata a pensare che oltre a non essere da meno, l'Ordine della Penna è quasi migliore della Spada: mi hanno particolarmente affascinato i capitoli in cui i misteri sono stati rivelati, e Dio solo sa quanto mi hanno emozionato le scene d'amore. Ultimo complimento, ma non per importanza, la grandissima capacità di Virginia nell'intrecciare i fili di questa serie mi sta sbalordendo: tutto sembra accuratamente messo nel suo posticino esatto, nulla è casuale, ogni evento, ogni personaggio, ogni oggetto alla fine trova un significato.. è vero, c'è ancora molto da scoprire, ma io devo leggere ancora l'ultimo libro, no? Non per nulla ancora mi assilla una domanda: come ho fatto a non leggere prima questa serie?!
Due anni fa Virginia de Winter ci faceva entrare nel mondo di Black Friars, un mondo popolato da demoni, fantasmi e vampiri, un mondo dove gli studenti popolavano la Vecchia Capitale, dove la magia regnava sovrana e dove lo spettro di una guerra passata tra il bene e il male vi aleggiava custodendone i segreti; la Vecchia Capitale, dove il riposo di Ashton Blackmore, un potente redivivo, venne interrotto dal richiamo ammaliante di una semplice mortale, Eloise Weiss. Eloise… il grande amore dell’erede al trono di Aldenor, Axel Vandemberg. Un anno fa invece ci portò a qualche tempo prima: dove un giovane Axel Vandemberg era alle prese con una potente rediviva, Belladore, che minava la sua tranquillità mentale e il suo infinito amore per Eloise.
Adesso, siamo ritornati al “presente” – be’ o quello che è -, qualche mese dopo gli eventi narrati ne “L’Ordine della Spada”. Finalmente Altiers ha il suo legittimo erede al trono, Sophia Blackmore, creduta morta negli ultimi diciassette anni. Ma non tutti vogliono Sophia sul trono di Altiers, e tra i più forti oppositori c’è Gabriel Stuart, bellissimo quanto arrogante ragazzo a capo delle guardie (?) della Vecchia Capitale, nonché pretendente al trono. Ma in passato Sophia ha avuto già modo di scontrarsi con Gabriel, quando ancora lei credeva di essere una semplice ragazza, orfana, senza nessuno al mondo se non il fratello adottivo Julian Lord. E adesso, Gabriel, come a vendicarsi dell’affronto che subì all’ora da parte di Sophia – aver sfiorato la morte a causa della sola voce della ragazza… una voce che può dare la morte come guarire da ferite mortali – e a vendicarsi del torto subito di recente – soffiarli da sotto il naso il trono di Altiers – è deciso più che mai a rendere difficile la vita della giovane Blackmore. Ma altre potenze entreranno in gioco… un sortilegio potente a cui nessuno può far fronte… l’amore. E in tutto questo, direte voi, dove cavolo si colloca la coppia più tormentata e litigiosa di tutto il regno, vale a dire Eloise e Axel? In questo terzo e non più ultimo libro della serie, Eloise e Axel lasciano ampio spazio a Sophia Blackmore, impegnata ad apprendere le linee guida della sua nuova vita, a sottostare agli insegnamenti di Ashton Blackmore, a vedersela con gli strani modi del suo nuovo vanesio tutore Brayce Vandemberg consigliandolo nella scelta migliore tra un urna funeraria o una bara, a imparare a conoscere il fratello Cain divenuto redivivo il giorno funesto della sua nascita e a destreggiarsi tra le fughe dal collegio con i vecchi amici Jordan Vandemberg e Julian Lord e gli attacchi omicidi - e non solo - del giovane Gabriel. Quindi ad Axel ed Eloise viene dato poco spazio, poiché non più coppia cardine della storia, ma quel poco che ci viene narrato di quei due dà alla storia quella perfezione che se no verrebbe a mancare. E quando si incontrano fanno faville, regalandoci momenti che vanno dalla passione più profonda, ad un’ironia quasi scandalosa, per toccare momenti di vero sconforto – soprattutto quando lo spettro della ormai più che morta Belladore torna a minare la tranquillità mentale e sentimentale della coppia… tranquillità raggiunta con gran fatica alla fine del primo libro della serie… insomma Eloise e Axel in tutta la loro splendida normalità. L’epilogo di questo terzo capitolo fa ben sperare a un quarto libro – così come anticipato da Virginia stessa. Infatti, “sembrerebbe” – il condizionale è d’obbligo quando si tratta di Eloise e Axel – che i due presto convoleranno finalmente a giuste nozze.
Anche questa volta Virginia de Winter ha dato mostra di sé, creando una storia perfetta, ben scritta che ci cattura nel mondo che ha creato, facendoci vivere in prima persona l’atmosfera che si respira nei luoghi dei suoi personaggi… Inutile dire che loro sono tutti ben caratterizzati, ognuno con i suoi pregi e difetti, ognuno con le qualità che li contraddistingue maggiormente, ognuno a raccontarci a modo loro la loro storia.
Al ché qualcuno potrebbe notare che ho dato quattro stelle e mezzo al romanzo. Vi chiederete perché questo giudizio se il romanzo mi è piaciuto al pari degli altri due? Se non ve lo state chiedendo poco importa, perché ve lo dirò comunque. È vero sì, è bello, ben scritto, piacevole, ecc… ecc… … MA IO VOLEVO PIÙ ELOISE WEISS E AXEL VANDEMBERG!!! Scusate per questa piccolo sfogo puerile…
Ogni volta dico che l’ultimo libro di Virginia de Winter è il migliore di tutti quelli che ha scritto, quindi forse dovrei desistere e capire che il prossimo probabilmente scalerà di nuovo la vetta delle mie preferenze. Eppure è un dato innegabile: in questo terzo volume della saga c’è davvero tantissimo, di tutto: ingarbugliamento della trama, approfondimento dei personaggi, perfezionamento dello stile. Ogni volta che ci pare infatti di avvicinarci al bandolo della matassa, a cosa sia accaduto la famosa notte della strage, Virginia ci porta oltre la meta che ci eravamo prefissati, apre nuove strade, ci fa scandagliare sconosciute possibilità. Così apprendiamo che le forze in gioco sono maggiori di quelle che avevamo preventivato e non ci dispiace affatto immetterci sempre di più nei labirinti della sua mente (malata). Ogni volta che crediamo di aver imparato a conoscere i personaggi in campo, ecco che da una parte ci fornisce nuove informazioni sulle caratteristiche di quelli che già abbiamo frequentato (anche solo il lato di Bryce che emerge da questo libro e che, pur mantenendosi spassoso come i precedenti, ha una tenerezza insolita in lui) e dall’altra ce ne introduce di mai calcolati portandoli senza indugio a divenire protagonisti: e nella classifica dei maschi senza dubbio interessanti per quanto arroganti e irritanti dei suoi libri Gabriel secondo me si posiziona al primo posto, scalzando abilmente Axel e guadagnandosi da una parte il mio interesse assoluto e dall’altro il mio invito sempre molto cortese a ‘pisciare sangue’. Senza parlare (ma ovviamente invece ne parlo) di Sophia, che di vantaggio su Eloise ha la natura demoniaca e l’et�� adolescenziale, due cose che tendono frequentemente a confondersi nei suoi comportamenti tutt’altro che irreprensibili ma non per questo meno affascinanti, al punto che viene da ripetere il mio augurio affinché Gabriel si prenda cura del suo scroto. Ogni volta che riteniamo di poter distinguere le peculiarità stilistiche dell’autrice ovunque, fosse pure in una lista della spesa, lei ne sperimenta di nuove, completando il suo percorso verso lo snellimento del testo senza per questo rinunciare alla poesia che è propria del suo modo di scrivere. Le metafore ci sono, i periodi complessi abbondano, eppure di libro in libro Virginia guadagna in chiarezza e scorrevolezza senza perdere i suoi preziosismi, lessicali e sintattici. E considerando che la scansione degli eventi è così complessa e dinamica in questo volume, in cui le avventure si susseguono ad un ritmo estenuante, è una prova di grande abilità da parte sua non smarrire il gusto per la frase a sé stante e per il gioiello dialogato o descritto o narrato, che ci conduce da un capitolo all’altro, da un luogo all’altro, da un personaggio all’altro ricordandoci sempre che è tutto collegato e che, se non troviamo il bandolo della matassa, possiamo rallegrarci perché significa che ci saranno ancora altri volumi ad attenderci. E ogni volta che Belladore. Maledetta Belladore. E non dico altro. Insomma, Axel ed Eloise e i nostri cavalieri mascherati e i cattivoni non se ne sono andati, ma ad essi si sovrappongono due nuovi protagonisti assoluti; non per questo gli altri attori di questa recita diretta da Virginia con un certo sadismo si limitano ad essere comprimari, perché portano avanti le loro scorribande o le loro relazioni o ancora la loro assenza di relazioni raccontandoci molte storie in una, in un romanzo che diventa sempre più corale e sempre meno individuale. Un ultimo appunto sul carattere stesso del libro, che presenta ovviamente un lato romantico comune agli altri, in quanto prima di tutto si occupa di sentimenti, di ogni genere, ma che assume tratti sempre più foschi nei momenti giusti. Le atmosfere care a Virginia, i toni cupi e il gusto per l’horror di antica memoria hanno in questo volume un peso maggiore e ci ricordano che questo libro non è una storia d’amore, non è un horror, non è facilmente definibile: è una summa di molte cose, tutte trattate con grande scaltrezza e capacità e armonizzate come se in fondo non potesse essere che in questo modo. Come a dire che tra l’amore e la morte, e sono certa che l’autrice apprezzerebbe la riflessione, il passo è sempre breve e la differenza impercettibile.
Mettiamo le cose in chiaro fin da subito: se sono arrivato a leggere anche l’ultimo libro è stato solo perché ormai avevo iniziato la trilogia e detesto lasciare qualcosa di incompiuto. C’è ben poco da dire rispetto alle due recensioni precedenti, perché mi ripeterei un’altra volta, così sono andato a leggere un po’ di commenti in giro per il web giusto per farmi un’idea: sono io a essere sempre il solito bastian contrario o è il pubblico di lettori medi a essersi rincitrullito? Mi sono risposto vedendo fioccare valutazioni a cinque stelle che esaltavano quanto l’autrice fosse stata abile nel tratteggiare dinamicamente la psicologia dei suoi personaggi all’interno di una trama spedita e vivace. Inquietante se si pensa che cinque stelle sono state date anche a obbrobri letterari del calibro di Cinquanta Sfumature, e meno male che anche con quell’impresa ho finito. La perplessità qui nasce proprio dai punti più apprezzati di questi tre romanzi: dinamismo psicologico e vivacità narrativa. Come?! Basta prendere in mano il libro e sfogliarlo in fretta per notare come si presenta graficamente: wall of text. Una muraglia da scalare di testo, narrazioni eterne, immensi paragrafi su cui tanto per cambiare mi sono addormentato. E lo dico da studente, quindi ben avvezzo ad affrontare anche qualche mattone. Leggendolo, poi, ho cercato di trovare qualcosa che potesse in qualche modo essere ricondotto a un’attiva dimensione psicologica dei protagonisti: tempo sprecato. I personaggi sono troppo numerosi, si affastellano in un caos di situazioni confuse e in improbabili alberi genealogici che fanno perdere il filo. Gli unici momenti che hanno forse un baluginio vitale sono i brevissimi sketch comici che ogni tanto interrompono la storia, talmente strani incastonati in tanta noia da fare l’effetto di un gesso sulla lavagna in una sonnacchiosa lezione scolastica di inizio giugno. Un momento: tanti personaggi, alberi genealogici contorti e scenette tra compagni di scuola? Ecco, appunto, ancora una volta riappaiono le radici dell’autrice, le fanfiction sul mondo di Harry Potter. Solo che la Rowling ha creato un intero mondo a sé stante, con sfaccettature infinite e interi capitoli in cui non si può non ridere. È dura confrontarsi con un modello geniale, ma trovo strano che pochi si siano accorti dell’abisso che sta tra Harry Potter e Black Friars.
Ho superato me stessa, letto e finito ieri sera, un vero record, ma non riuscivo a staccarmi dalla pagine. In questo momento vorrei fare una statua all'autrice, mi sono innamorata di ogni parte, di ogni personaggio, di questi tre meravigliosi libri. Se nei primi due, i protagonisti indiscussi erano Eloise e Axel, nelL'Ordine della Penna, cambiamo registro. Vediamo un alternanza di pensieri, che ci fanno capire meglio la storia, e la rendono molto più intrigante. Possiamo dire, che la maggior parte della storia è incentrata su Sophia Blackmore, un orfana, e ora erede al trono di Altieres. E' una ragazza ribelle, abituata alla libertà, non ad avere una scorta. Spesso si mette nei guai, ma i suoi amici, riescono sempre a proteggerla. Il bel Bryce, diviene il suo tutore, un compito non molto facile dato che la principessa tende a scappare e combinare disastri. Sophia passa dall'invisibilità, ad avere molte attenzioni, ma non tutte sono amichevoli. Gabriel Stuart, affascinante capitano, e secondo in linea di successione, per conquistare Altieres. Sembra che non voglia Sophia, infatti più di una volta attraverso i suoi "poteri" riesce a spaventarla. Ma sotto l'ostilità che entrambi provano, si trova un attrazione, che nessuno dei due è capace di controllare. Nonostante i Blackmore, mettano in guardia Sophia dai pericoli, e dai tentativi di ucciderla, lei non riesce a capire la situazione fino a che non è in pericolo. Però mi piace, questo suo lato impavido. Veniamo alla mia coppia preferita. Eloise è alle prese con gli studi, e e il suo lavoro all'ospedale, grazie ad Ashton Blackmore e ad Axel, riesce a capire qualcosa in più del suo potere di Evocatore. I battibecchi con Axel, sono davvero fantastici, tra loro non mancano scene infuocate, piene di desiderio. Axel riserva ad Eloise un corteggiamento veramente serrato, infatti più di una volta le chiede di sposarlo. Azioni, colpi di scena, intrighi per il potere, e verità nascoste, si mischieranno con la storia, rendendola più interessante. Sono 500 pagine, che non annoiano mai. Anzi hanno il potere di tenerti incollato alla pagine, finchè non arrivi all'ultima. Virginia ha la capacità di stregare, con il suo stile di scrittura, con quell'ambientazione gotica, che ho amato fin da subito, con i suoi personaggi, che fatichi a non adorare, ed infine con la sua originalità. Non vedo l'ora di leggere, i prossimi capitoli, sono davvero curiosa di cosa succederà ai nostri personaggi.
Rilettura E FINALMENTE HO RIMESSO LE MANI ANCHE SUL MIO VOLUME PREFERITO. Deliziata come la prima volta. (E cotta come una pera di Gabriel Gideon Stuart Sinclair. Di nuovo ops)
***
Dopo un anno di attesa, L’Ordine della Penna è finalmente arrivato sulla mia scrivania. Divorato in quarantotto ore circa, il terzo libro della saga è una grande riconferma di quanto l’autrice sia capace di stregare tra descrizioni esaurienti ed emozioni profonde. Il terzo volume è quello che mi ha preso di più, emotivamente parlando. Forse perché Sofia, a differenza di Eloise, non è cresciuta nella realtà che le si è presentata di fronte in seguito, quindi, attraverso il suo punto di vista, il lettore vi viene introdotto come succede ad un bambino che inizia le elementari. Oppure perché c’è Gabriel che, al contrario di Axel, rispecchia il mio concetto di uomo e non mi ha fatto sbuffare mentre leggevo. Non so quale ragione prevalga, ma questo libro mi ha convinto a rileggere gli altri due e il quarto quanto prima.
Altro entusiasmante capitolo di una saga fantastica...personaggi come Axel, Eloise e Bryce - ognuno a modo suo - non si scordano tanto facilmente...In questo episodio, centrale e intrigante l'amore sorto dall'odio tra Sophia (pronuncia di Altieres: Sofia!!!) e Gabriel, figlio del morente Nassar Stuart che come ultima volontà ha cercato in ogni modo di richiamare la "sua " Clarisse Granville dal regno dei morti generando non pochi problemi in città.....
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