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192 pages, Paperback
First published January 1, 1948
I had a reason for coming back to this town, here instead of to Canelli, Barbaresco or Alba. I’m almost sure I wasn’t born here. I don’t know where I was born…
If I grew up in this town, I owe it to Virgilia and Padrino, both of them gone now, even if they took me in and raised me only because the foundling hospital at Alessandria paid them for it by the month.
I couldn’t believe I’d run around and played so much between here and the road, had gone down the bank looking for nuts and fallen apples, had spent whole afternoons on the grass with the goat and the girls, had waited on winter days for a little good weather so I could go back there – I couldn’t believe it, even if this had been an entire country, the world itself.
It must be that way. Boys, women, the world are certainly no different. They don’t carry parasols any longer, Sundays they go to the movies instead of to the fair, they send their grain to the grain pool, the girls smoke – yet life is the same, and they don’t know that one day they will look around and for them, too, everything will have passed.
"Così questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l’ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. Uno gira per mare e per terra, come i giovanotti dei miei tempi andavano sulle feste dei paesi intorno, e ballavano, bevevano, si picchiavano, portavano a casa la bandiera e i pugni rotti. Si fa l’uva e la si vende a Canelli; si raccolgono i tartufi e si portano in Alba. C’è Nuto, il mio amico del Salto, che provvede di bigonce e di torchi tutta la valle fino a Camo. Che cosa vuol dire? Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo. Da un anno che lo tengo d’occhio e quando posso ci scappo da Genova, mi sfugge di mano. Queste cose si capiscono col tempo e l’esperienza. Possibile che a quarantanni, e con tutto il mondo che ho visto, non sappia ancora che cos'è il mio paese?"
"Se mi mettevo a pensare a queste cose non la finivo più, perché mi tornavano in mente tanti fatti, tante voglie, tanti smacchi passati, e le volte che avevo creduto di essermi fatta una sponda, di avere degli amici e una casa, di potere addirittura metter su nome e piantare un giardino. L’avevo creduto, e mi ero anche detto «Se riesco a fare questi quattro soldi, mi sposo una donna e la spedisco col figlio in paese. Voglio che crescano laggiù come me». Invece il figlio non l’avevo, la moglie non parliamone - che cos'è questa valle per una famiglia che venga dal mare, che non sappia niente della luna e dei falò? Bisogna averci fatto le ossa, averla nelle ossa come il vino e la polenta, allora la conosci senza bisogno di parlarne, e tutto quello che per tanti anni ti sei portato dentro senza saperlo si sveglia adesso al tintinnio di una martinicca, al colpo di coda di un bue, al gusto di una minestra, a una voce che senti sulla piazza di notte."
"Ero tornato, ero sbucato, avevo fatto fortuna [...], ma le facce, le voci e le mani che dovevano toccarmi e riconoscermi, non c’erano più. Da un pezzo non c’erano più. Quel che restava era come una piazza l’indomani della fiera, una vigna dopo la vendemmia, il tornar solo in trattoria quando qualcuno ti ha piantato. Nuto, l’unico che restava, era cambiato, era un uomo come me. Per dire tutto in una volta, ero un uomo anch’io, ero un altro - se anche avessi ritrovato la Mora come l’avevo conosciuta il primo inverno, e poi l’estate, e poi di nuovo estate e inverno, giorno e notte, per tutti quegli anni, magari non avrei saputo che farmene. Venivo da troppo lontano - non ero più di quella casa, non ero più come Cinto, il mondo mi aveva cambiato."
"A quei tempi non mi capacitavo che cosa fosse questo crescere, credevo fosse solamente fare delle cose difficili - come comprare una coppia di buoi, fare il prezzo dell’uva, manovrare la trebbiatrice. Non sapevo che crescere vuol dire andarsene, invecchiare, veder morire, ritrovare la Mora com’era adesso."
"Di tutto quanto, della Mora, di quella vita di noialtri, che cosa resta? Per tanti anni mi era bastata una ventata di tiglio la sera, e mi sentivo un altro, mi sentivo davvero io, non sapevo nemmeno bene perché. Una cosa che penso sempre è quanta gente deve viverci in questa valle e nel mondo che le succede proprio adesso quello che a noi toccava allora, e non lo sanno, non ci pensano. Magari c’è una casa, delle ragazze, dei vecchi, una bambina - e un Nuto, un Canelli, una stazione, c’è uno come me che vuole andarsene via e far fortuna - e nell'estate battono il grano, vendemmiano, nell'inverno vanno a caccia, c’è un terrazzo - tutto succede come a noi. Dev'essere per forza cosi. I ragazzi, le donne, il mondo, non sono mica cambiati. Non portano più il parasole, la domenica vanno al cinema invece che in festa, danno il grano all'ammasso, le ragazze fumano - eppure la vita è la stessa, e non sanno che un giorno si guarderanno in giro e anche per loro sarà tutto passato."
“Sono libri, – disse lui, – leggici dentro fin che puoi. Sarai sempre un tapino se non leggi nei libri.”
“Fu così che cominciai a capire che non si parla solamente per parlare, per dire «ho fatto questo» «ho fatto quello» «ho mangiato e bevuto», ma si parla per farsi un'idea, per capire come va questo mondo.”
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.L'ho iniziato colpito dall'incipit, e l'ho finito chiedendomi se mi sono perso qualcosa: non c'è trama, e i capitoli sono blocchi unici, attraverso cui è difficile muoversi. Mi sono distratto più volte, ma non mi sono preso la briga di rileggere le frasi lette in "standby".
“One needs a town, if only for the pleasure of leaving it.”
“What use is this valley to a family that comes from across the sea and knows nothing about the moon and the bonfires? You must have grown up there and have in in your bones, like wine and polenta, and then you know it without needing to speak about it.”