Key Genius's Blog, page 220

September 28, 2015

#andreaCasini #AndreaMessi #AlexPettyfer #HeartOfFlesh







#andreaCasini #AndreaMessi #AlexPettyfer #HeartOfFlesh

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Published on September 28, 2015 09:30

#versace #key #heartOfFlesh



#versace #key #heartOfFlesh

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Published on September 28, 2015 07:18

Cuore di carne - Disordine controllato (estratto cp27)

Nel giro di un’ora nella stanza A5, Andrea vede entrare
diverse persone, alcune anche più volte.

Gli hanno fatto lo shampoo. Acconciatura, barba e manicure. Trucco, per fortuna solo in
viso. E vestizione, dove la sarta gli fa due rammendi sull’orlo del pantalone a
una velocità impressionante.

Come tocco finale, la maschera sugli occhi. Una
maschera nera di pelle sagomata come se l’avessero fatta su misura per il suo
volto. Copre le sopracciglia e scende lungo gli zigomi fino a sfiorargli le
orecchie. Si sente come un supereroe, ma non ha la stessa aria minacciosa. I
contorni sono morbidi e arrotondati.

“A5 pronto per controllo.”

Lo mettono davanti allo specchio grande.

Con indosso il completo di Versace, Andrea sente il
suo testosterone balzare di colpo. Si osserva e non si riconosce. La giacca
doppio petto è bianca così come i pantaloni, la camicia di seta è fantasia e la
cravatta è nera, come le scarpe.

Il tessuto è irrealmente liscio e gli accarezza la
pelle come solo le mani di Susanna riescono a fare.

I capelli glieli hanno acconciati e fissati con una
sorta di gel che nemmeno un tornado potrebbe scombinare. E con la maschera
nera, Andrea stenta a credere che sia davvero lui il ragazzo nel riflesso.

La sarta gli porge il cappotto bianco e lo fissa soddisfatta.
«Signore, abbiamo finito» gli dice.

«Grazie» le risponde cortese.

«Approvato» sentenzia Ian d’improvviso fermo sulla
porta. «Ottimo lavoro, come sempre.»

«Grazie, Dorian» dice la sarta.

Mentre Andrea si sistema i polsini, lui entra nella
stanza e lo fissa dal riflesso con l’espressione divertita. Anche Ian indossa
un completo bianco e tiene in mano un altro Borsalino con la fascia nera.

«Allora, come ti senti?»

Andrea non sa che dire. «Benissimo è poco.»

Lui ridacchia in modo composto e Andrea fa lo
stesso.

Da quando l’ha rivisto in Milano, è così diverso.
Meno cupo e criptico, Ian sembra aver lasciato l’alone tormentato in favore di
un’aria allegra e gioviale che ne fanno ora una persona davvero affabile.

«Hai l’effetto Versace ancora in corso, vero?» gli
chiede avvicinandosi con un sorrisetto beffardo. «T’invidio. Vorrei dimenticare
per rivivere la tua emozione.»

Ora che sono vicini e così ben vestito, Andrea non
si sente più a disagio come al bar il giorno prima.

Fluttua tra due mondi: quello vero, che sa di
esistere, e quello dell’estraneo che vede davanti a lui nello specchio.

È surreale.

«Andiamo?» dice a voce alta Maicol. Lui è un
estremista e indossa solo i pantaloni bianchi con una pelliccia d’ermellino,
anche se ci sono meno di dieci gradi fuori. Statuario nei suoi oltre due metri,
ha una pelle talmente chiara e liscia che pare averla noleggiata.

Andrea lo vede e ringrazia di avere la maschera. Con
questa, può lasciare “Andrea Casini” e indossare il tipo nel riflesso che mostra anche una sottile arroganza frenata
dal raziocinio.

La maschera suscita nuovamente in lui un insolito
turbamento, cancella il passato e crea aspettative così nuove e affascinanti
che sente di dover solo allungare la mano per farle sue.

Il cuore batte e scandisce il respiro che si sforza
di riportare normale.

«Come devo chiamarti, a proposito, Mini Angel?» lo beffeggia Maicol con un
sorriso che mostra i canini pronunciati. Nell’ora trascorsa hanno parlato; più
che altro è stato lui a fiondarsi nella stanza per conoscerlo visto che l’aveva
sostituito con Nicolle sul palco.

Dopo il primo impatto glaciale, Maicol si è
rivelato un tipo a posto anche se il narcisismo e l’egocentrismo sono ai massimi
livelli e parla di sé in terza persona; un po’ urticante, ma sopportabile.

«Mini?» Andrea sorride. Visto che l’Angelo
ufficiale di Nicolle è Maicol e che lui sembra piccolo in confronto, in effetti
il nomignolo ci sta. «Fate voi.» Fa spallucce.

«No. Tu sei Key» dice Ian.

Andrea si blocca. Si scambiano un’occhiata
attraverso lo specchio e per un solo attimo è sfiorato da un dubbio, ma è
talmente flebile che gli scivola via come la luce negli occhi di Ian, che perde
di vista appena si gira.

Perché vuole
che usi lo pseudonimo di Susanna?
Vorrebbe proprio saperlo.

Maicol annuisce. «Il grande Maicol può mostrarsi
col piccolo Key?» Si abbassa e mette il viso vicino al suo con un sorriso da
leone e batte forte i denti nel suo orecchio. «Direi di sì.»

Eccentrico
fin nel midollo.

«È ora, dobbiamo andare» dice Ian sulla porta. «Voi
due siete in auto con me. Gli altri, come da programma.»

Andrea e Maicol lo seguono, e così tutto il gruppo
che lascia il corridoio per attendere l’ascensore. L’agenzia diventa sempre più
silenziosa, rallentano tutti ma nessuno va via.

Finita la festa, si torna qui per la svestizione. Tutti questi professionisti
attenderanno il loro ritorno per il recupero dei capi che indossano e, nel suo
caso, per togliergli la maschera che è stata appiccicata al suo viso con uno
speciale collante usato nel cinema.

Ritornerà nella realtà, un po’ come un Cenerentolo 2.0.

Scendono a turni e si radunano nell’ingresso.

Esce dal palazzo di vetro che l’ha visto entrare in
jeans, felpa e scarpe da ginnastica e lo vede uscire come se fosse la stessa
immagine riflessa a fuggire e non davvero lui. Non è Andrea Casini che sta
camminando con scarpe da seicento euro ai piedi.

E tutto il gruppo di nove donne e undici uomini,
tutti superbamente magnifici nella loro grazia e eleganza, non sono fatti di
carne, ma di rilucente cristallo.

Ian cammina davanti e fa cenno di salire su delle
Mercedes nere che riflettono il bianco dei vestiti. Ogni auto ha un conducente
e i vetri indossano la notte chiudendoli nell’anonimato.

Quando Andrea sale, Ian lo vuole al suo fianco,
così Maicol si siede davanti.

Partono lenti e si avviano in colonna.

Per un po’ riconosce le vie, ma d’un tratto perde
l’orientamento. Tocca il vetro smarrito e la gamba prende a ondeggiare
frenetica. La sua gamba che ora indossa un vestito che non può permettersi.

«Non essere così teso» gli dice Ian.

Andrea sussulta, s’era abituato al rombo sordo del
motore.

«È solo una festa» continua senza guardarlo. Lui
fissa fuori dal finestrino e si sfiora il mento con l’indice.

«Già, ma non ho mai indossato settemila euro di vestiti.»
Sospira. «Non miei, oltretutto.»

Ian sorride appena. «Non ti preoccupare. Se ti
versi una bibita addosso, non ti chiederò di rimborsarmeli. Sono assicurato per
questo.» Lo guarda solo un attimo per poi tornare sulla strada. «Controlla il
tuo disordine interiore e usa la maschera come barriera per le tue paure.»

Disordine
interiore? Come fa sempre a sapere come mi sento? Possibile? Sono così
trasparente per lui?

«Facile a dirsi.»

«La prima volta che ti ho conosciuto, ti sei
presentato come Key» gli dice lanciandogli un’occhiata rapida. «Stavi
interpretando un ruolo. Fallo ancora, se ti fa stare più calmo. È per quello
che ho pensato di chiamarti così, stasera.» Suggerisce muovendo le spalle.

«Ci provo…» Vorrebbe chiedergli come farà poi con
Susanna, visto che è lo stesso nome, ma Maicol lo sentirebbe. Così annuisce e
basta.

«Ricorda anche di non rispondere alle domande che
ti faranno. Il mistero è la chiave
del successo» gli fa un leggero sorriso accentuando la parola per il doppio
senso.

«Va bene.»

«Devi pensare che la gente che conoscerai stasera
vuole vivere una fantasia» dice fissandolo serio. «Andrea lo possono conoscere
perché è un ragazzo comune.» Si ferma per affondare nel sedile e appoggiare le
spalle. «Key, invece, no. Mi spiego?» domanda con un veloce sguardo. «È solo un
gioco e per stasera. Gioca a interpretare Key. Se ti diverti, risulterai anche
più spontaneo. Hai capito?»

«Sì.»

Ian inclina la testa all’indietro e chiude gli
occhi. «Non manca molto, rilassati.»

«Anche tu interpreti un ruolo?»

Ian sorride restando nella stessa posizione. «Tutti
interpretano un ruolo, Andrea. Io però preferisco restare me stesso, solo che
pongo delle barriere.» Sospira. «Per tutti sono il Conte. Per i miei
collaboratori, sono Dorian. Per alcuni sono Ian e per pochi…» Si ferma e lo
fissa intensamente. «Tu non sei tra quei pochi, quindi, accontentati di Ian.» E
sfodera quell’ambiguo volto che sperava di non vedere più. Gli occhi vanno
nell’ombra dei capelli e lo scrutano dall’abisso.

«Mi considero già molto fortunato.»

«Fidati se ti dico che è così.» Ian distoglie lo
sguardo.

Che fosse una persona complessa, lo aveva capito.
Che fosse un po’ lunatico, anche, ma che Ian fosse stratificato, non lo avrebbe
mai detto. Un dubbio gli viene però quando ripensa a Nicolle, anche lei lo
chiama Ian. Quindi, forse solo i parenti conoscono l’ultimo strato. O forse è
il suo lato più oscuro che mostra ai pochi.

L’auto rallenta interrompendo le sue riflessioni.

«Eccoci» dice Ian mettendosi seduto dritto, indossa
il cappello e fa un profondo respiro. «Che lo show abbia inizio.» Apre la portiera e i lampi delle macchine
fotografiche lo abbagliano.

Voci adoranti lo chiamano e una folla lo circonda.

«Vieni, piccolo Key.» Maicol si gira e sorride.
«Dai che le ragazzine allupate non vedono l’ora di sbranarti.» E imita il
ruggito di un leone. Poi, esce e altri lampi irrompono nell’auto.

Andrea afferra la maniglia della portiera cercando
di controllare il suo disordine interiore. La pelle sfrigola come se fosse
sulla piastra. Il cuore gli sta spaccando la cassa toracica. E la mano trema
troppo e non riesce ad abbassare quella semplice levetta.

C’è solo una porta che lo separa da un nuovo mondo
in cui sta per accedere e si domanda perché lo stia facendo.

Per i soldi?

Perché Susanna è entusiasta?

Per glorificare se stesso e il suo orgoglio?

Per curiosità?

Teme di cambiare e forse Ian ha ragione. L’unica è
restare se stessi, ma porre delle barriere. Lui quel pomeriggio a Clusone era
sempre Andrea, ma aveva posto Key davanti come uno strato che proteggeva la sua
vera Essenza. Il suo vero Io.

Andrea ripensa all’immagine del riflesso. Si
concentra, la pone tutt’intorno a lui e sente di controllare il disordine. Il
respiro si disciplina.

Ora è calmo e abbassa la maniglia.

Poggia un piede in terra, poi esce rilassato come
se fosse tra amici.

È bombardato dai flash e dalle domande che arrivano
mitragliandolo come schegge impazzite, ma appena Ian e Maicol si mettono al suo
fianco lui sorride.

«Buonasera a tutti. Io sono Key» dice con voce
sicura.



E il momento si ferma in
un bagliore di salomonica certezza: ora sa chi era sul palco con Nicolle



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Published on September 28, 2015 06:25

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Published on September 28, 2015 06:09

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Published on September 28, 2015 06:08

September 27, 2015

#fashion #fedora #hat #cool





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Published on September 27, 2015 09:30

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Published on September 27, 2015 05:15

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Published on September 27, 2015 05:15

September 26, 2015

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Published on September 26, 2015 06:39

Blue is amazing color…
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Blue is amazing color…

#art #blue #architectureporn #Expo2015

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Published on September 26, 2015 06:34