Alessio Brugnoli's Blog, page 243

December 20, 2015

Il Risveglio della Forza ?

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Venerdì sera, sfidando la stanchezza e il freddo, sono andato a vedere Il Risveglio della Forza, nel cinema dietro casa, lo stesso in cui mio nonno mi portò a vedere Star Wars da bambino, all’epoca ancora non si chiamava una Nuova Speranza.


Mi sono divertito per due ore e un quarto, non lo nego, eppure, all’uscita del fim, c’era un poco di perplessità, che però non riguardava nè la trama, nè i protagonisti. Ci ho riflettuto per un paio di giorni, poi mi sono reso conto.


Una Nuova Speranza era un film visivamente immaginifico, dalla trama semplice, che rispetta in pieno lo Schema di Propp e con molti non detti, che stimolavano la fantasia dello spettatore: di fatto, tutto ciò lo riconduceva a una fiaba archetipa, capace di parlare al fanciullina nascosto dentro di noi.


La tanto bistratta triologia della Minaccia Fantasma, dell’Attacco dei Cloni e della Vendetta dei Sith costituisce invece un dramma elisabettiano e barocco, dove tutto è portato all’eccesso, perfino il povero Jar Jar non è che l’ennesima riproposizione del fool, in cui il dramma nasce dal senso dell’ineluttabilità che tutto pervade.


Invece, Il Risveglio della Forza è un’opera manierista, alessandrina: parte dal presupposto, forse sbagliato, che nulla di nuovo si possa dire, ma che si possa solo citare, ammiccare e problematizzare.


Però, affinchè questa operazione abbia senso, o si segue la strada della parodia, o quella della malinconia crepuscolare, oppure si travolge tutto in un fuoco folle e barbarico, come fa Tarantino in un altro grande film citazionista, Django Unchained.


Il Risveglio della Forza, invece, segue la via più breve: per realizzato con ottimo mestiere, si rifugia nella medietà, ammiccando e privando lo spettatore del piacere di essere spiazzato.


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Published on December 20, 2015 09:33

December 17, 2015

La Biblioteca Guglielmo Marconi punta il Radar su Guerre Stellari!

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Lunedì 21 dicembre si terrà la 3° edizione di Radar – Esploratori dell’immaginario,  evento interdisciplinare ideato da Pier Luigi Manieri per la Biblioteca Marconi che vanta un diffuso riconoscimento sia da parte della stampa che del pubblico. Declinato attraverso mostre espositive, incontri letterari, reading, proiezioni e spettacoli dal vivo, nelle due edizioni precedenti ha portato circa duemila visitatori. In coincidenza con l’uscita del 7° episodio di Guerre Stellari, “Il Risveglio della Forza”, Radar focalizza il tema intorno alla fantascienza con un’attenzione particolare al fenomeno quasi quarantennale della saga di George Lucas, protagonista della mostra “Le Guerre Stellari e altre avventure fantastiche”, esposizione di gadget, memorabilia e pezzi rari a cura di Barbara Martusciello, critica e storica dell’arte. La selezione si combina metaliguisticamente con l’esposizione  di opere di alcuni dei maggiori esponenti della  pop art italiana come Giampaolo Atzeni e Fernando Di Nucci, col lavoro di ricerca dei fotografi Guido Laudani e Michelangelo Arizzi e le sperimentazioni concettuali del fotografo e  scultore Paolo Torella che hanno trasfigurato la saga attraverso linguaggi visivi collaterali a quello cinematografico. Il programma si completa con due incontri letterari che affronteranno temi come la fantascienza cine televisiva e il filone letterario italiano di genere. Molti gli ospiti tra i più rappresentativi del fandom  nazionale, tra i quali: l’editore Armando Corridore, i saggisti Marcello Rossi e Pier Luigi Manieri, il premio Urania Alessandro Battisti, lo scrittore Alessio Brugnoli, il regista Tino Franco. Con Radar, la Biblioteca Guglielmo Marconi si conferma come sede ideale per eventi a forte vocazione divulgativa, sensibile all’eterogeneità e all’evoluzione dei linguaggi e attenta ai fenomeni culturali.


RADAR. Esploratori dell’immaginario – 3° edizione


21 dic. – 9 gen. mostra espositiva

Le Guerre Stellari e altre avventure fantastiche


21 dic. ore 17,00

inaugurazione


Esposizione a tema Guerre Stellari

► gadget, memorabilia, pezzi rari del collezionista e fotografo Guido Laudani

a cura di Barbara Martusciello

► opere sulla saga realizzate per la mostra dai pittori:

Giampaolo Atzeni, Daniele Carnovale, Daniele Contavalli, Fernando Di Nucci

e dai fotografi: Michelangelo Arizzi, Guido Laudani, Viviana Mauriello, Paolo Torella



21 dic. ore 17,30

presentazione del volume

Effetti collaterali. La fantascienza tra letteratura, cinema e TV  edizioni Elara, 2015


A cura di Tino Franco, con saggi di Armando Corridore, Bruno Lo Turco,  Pier Luigi Manieri, Marcello Rossi, Simone Scardecchia 22 dic. ore 17,30


incontro letterario

Percorsi della fantascienza e fantastico italiano

L’Impero restaurato
di Sandro Battisti vincitore del Premio Urania

Lithica  di Alessio Brugnoli vincitore  Premio Kipple


  coordina gli incontri Pier Luigi Manieri (Biblioteca Guglielmo Marconi)


 Bibliotu    http://www.bibliotu.it/news/11360


 Biblioteca Guglielmo Marconi – Via Gerolamo Cardano, 135


Pier Luigi Manieri p.manieri@zetema.it

Alessia Pompei
a.pompei@bibliotechediroma.it

tel. 0645460301


 


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Published on December 17, 2015 06:46

December 8, 2015

Transumanesimo e cambiamento climatico

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Spesso, nelle discussioni sul clima, si sente tirare in ballo la frase


“Il tempo atmosferico non è il clima”


che tradotto in termini scientifici è riducibile a un


non rompete le balle con le equazioni di Lorenz, perchè valgono per le previsioni metereologiche e non per quelle climatiche“.


Affermazione che, al netto di una certa malafede, perché i modelli di Lorenz nacquero proprio come climatici,apre una serie di interessanti considerazioni: se le orbite del sistema caotico, il tempo atmosferico, dipendendo dall’effetto farfalla, risultano imprevedibili e condizionate da un’infinità di fattori, compreso il riscaldamento provocato dall’effetto serra, però queste si posizionano sempre all’interno del relativo attrattore strano; per cui se si conoscesse questo, a medio periodo, sarebbe possibile capire l’evoluzione del clima terrestre.


Il problema è che la realtà è ben più complicata del mdello semplificato ipotizzato da Lorenz; determinare l’inviluppo dell’attrattore strano del clima terrestre, i limiti entro cui si sviluppa la sua evoluzione, e la sua resilienza, la capacità di ristabilire il suo equilibrio dinamico a valle di eventi traumatici, sono ricondubili a problemi NP-Completi, ossia in cui manca un algoritmo efficiente per venirne a capo.


Per cui, per averne una stima, siamo costretti ad utilizzare modelli euristici e probabilistici; modelli che per la loro stessa natura sono parziali e perfettibili. Per cui non è corretto, come spesso fa la politica, forzarli come detentori di verità assolute.


Dal punto di vista transumanista, cosa si può fare ? Oltre a perfezionare i modelli, tenendo sempre conto dei limiti e della fallibilità dell’approccio proattivo, conviene concentrarsi anche nelle soluzioni reattive, culturali, architettoniche e tecnologiche, per contrastare al meglio gli effetti del cambiamento climatico.


Cosa che, come ben descritto nel libro La Lunga Estate, è il motore stesso della civiltà umana.


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Published on December 08, 2015 09:55

December 4, 2015

Bayes, clima ed effetto antropico

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In questi giorni, a Parigi, si discute del clima; come sempre accade, ci si scontra tra catastrofisti e negazionisti, sul tema del surriscaldamento globale. Uno dei temi di scontro, abbastanza arcano per i non addetti ai lavori è legato alle applicazioni del teorema di Bayes, che per semplificare al massimo il discorso, viene usato in statistica per calcolare la probabilità di una causa che ha scatenato l’efetto verificato: nel caso specifico, di quanto sia probabile l’effetto antropico come causa del surriscaldamento globale.


Teorema il cui enunciato è il seguente:


P(A/E) = (P(E/A) P(A))/P(E)


dove


P(A|E) è la probabilità condizionata di A, noto E. Viene anche chiamata probabilità a posteriori, visto che è derivata o dipende dallo specifico valore di E; nel caso specifico, verificato l’effetto antropico, quale è la probabilità che avvenga il riscaldamento climatico


P(A) è la probabilità a priori o probabilità marginale di A. “A priori” significa che non tiene conto di nessuna informazione riguardo E; nel caso specifico, la probabilità che avvenga il riscaldamento


P(E|A) è la probabilità condizionata di E, noto A, ossia la probabilità che sia presente l’effetto antropico, in caso di surriscaldamento


P(E) è la probabilità a priori di E, e funge da costante di normalizzazione, ossia che si verifichi l’effetto antropico.


Il motivo del contendere è relativo ai valori da assegnare alle singole probabilità. Valori che dipendono dall’intervallo di osservazione considerato. I catastrofisti utilizzano cone intervallo di osservazione, gli ultimi 30 anni, il che porterebbe valori di probabilità condizionata intorno al 75%.


I negazionisti utilizzano come intervallo d’osservazione l’intera storia geologica della Terra, il che porta valori di P(A/E) trascurabili. Tenendo un approccio moderato, ossia considerando un intervallo di osservazione dal 1750, dall’inizio della rivoluzione industriale, la probabilità condizionata si attesta intorno al 15%.


Tradotto in parole povere: in generale il ciclo di riscaldamento e raffreddamento, con tutte le sue stranezze e imprevedibilità è un fenomeno naturale, però, nell’ultimo ciclo postglaciale, cominciato prima della Rivoluzione Industriale, è possibile che vi sia una componente dipendente dall’effetto antropico.


Il problema vero è stimare l’impatto reale di tale componente: il sistema climatico terreste è un sistema caotico, caratterizzata dalla forte dipendenza puntuale dalle condizioni iniziali (il cosiddetto effetto farfalla) e dall’indipendenza complessiva dalle stesse condizioni iniziali (l’evoluzione del sistema sarà sempre vincolata nell0 spazio delle fasi dai suoi attrattori strani).


In termini pratici, non è prevedibile quanto un qualsiasi evento, a medio periodo, cambierà il clima terrestre, ma è certo che questo, a meno di avvenimenti catastrofici come impatto di planetoidi grandi quanto un terzo della Luna, ma si sa che la variazione sarà limitata in una certa fascia di valori.


Come conseguenza, di ciò non solo i modelli climatici a medio periodo non risultano essere attendibili, parlare di come sarà il clima italiano tra cinquanta anni non è scienza, ma aruspicina, ma lo stesso vale per le soluzioni proposte nei vertici, che non sono nulla di più di sceneggiate di propaganda.


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Published on December 04, 2015 05:14

December 2, 2015

November 25, 2015

Nando, Il Sangue e l’Impero

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Il fatto che sia Sandro Battisti, sia Francesco Verso sono stati editor dei miei romanzi, non mi rende certo tra i recensori più attendibili del loro premio Urania; per cui, come nel caso del buon Dario Tonani, lascio la parola al buon Nando, che ho avuto la fortuna di incrociare stamattina alla fermata del 3, mentre smadonnava infreddolito contro l’Atac.


“Come te dicevo, io Battisti nun lo conoscevo… O mejo, nun avevo letto niente, perchè de persona l’ho ‘ncrociato a la presentazione del libro tuo… A proposito, mi nipote me l’ha ordinato su quer sito americano… Speramo se dijano ‘na mossa e se fa schifo te lo tiro ‘n fronte.


Tornando a noi, Battisti m’ha fatto pure ‘na bella ‘mpressione: così distinto, che parla pure bene, seconno me c’ha pure un sacco de suscesso co’ le donne.


Così me ce so messo de buzzo bono, cor l’Impero restaurato: e te dirò, all’inizio m’ha pure intrigato, co li bizantini, me pareva uno de quei peplum che vedevo ar cinema da ragazzo.


Poi me so’ ‘n poco perso, co’ tutti quei paroloni e co’ Toppeca seconno… Te confesso che ogni tanto me venuto er dubbio che me stesse a cojonà… Poi c’ho avuto l’illuminazione: Sandro Battisti è er Nichi Vendola de la Fantascienza Italiana !!!


Nun importa quello che dice, ma come lo dice: te ‘ntorta così tanto co’ le parole, quasi te culla e te lusinga, che alla fin un me cojoni de approvazione te lo strappa.


Verso…. Te dirò, nun me mai piaciuto… A leggelo me veniva ‘na cecagna. Però, stavolta, me ha stupito in positivo. Er romanzo suo nun sarà ‘na svolta epocale, però è divertente, me piace come idea, come trama e come è scritto…. Forse perchè sto in lite co’ Equitalia..


In ogni modo, me lo so letto ‘na volata e nun me l’aspettavo…”


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Published on November 25, 2015 03:08

November 24, 2015

Erasmo

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Come forse sapere, il buon Davide del Popolo Riolo ha appena pubblicato con Delos il romanzo breve Erasmo, ben diverso dal peplumpunk di De Bello Alieno: coniuga infatti riflessioni sulla natura dell’IA con il suo quotidiano d’avvocato.


Un suo lettore ha così commentato la sua opera


La storia è molto bella, il finale è fantastico ma… hai sbagliato ad ambientarla in Italia. Ambientato in un posto esotico, più suggestivo, sarebbe stato un capolavoro assoluto. San Sebastiano e Torino non mi hanno fatto sognare, ed io quando leggo fantascienza voglio sognare


Vexata quaestio, per fare il latinista… Da lettore, essendo di bocca buona, sono alquanto laico sull’argomento: una storia può essere con tranquillità ambientata sotto casa, nel bar di Li, o al largo dei bastioni di Orione, l’importante è che scuota la mia visione del mondo.


Da scrittore, però ritengo che ambientare le storie in luoghi esotici, oltre al rischio di cadere nel banale, è una facile scorciatoia:: se la scrittura è mostrare la Realtà con altri occhi, evidenziando il mistero oltre l’apparenza delle cose, ritengo che sia complicato farlo con il nostro quotidiano, che con ciò che sfugge alla nostra esperienza.


E’ una sfida, certo, ma non ci si può chiamare scrittori se non la si accetta…


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Published on November 24, 2015 06:06

November 23, 2015

Riflettendo su Esquilindo

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Ieri, dopo una settimana intensa e piena di eventi, si è concluso Esquilindo, iniziativa nata anche come reazione al profondo disagio del rione nei confronti delle istituzioni, alla sensazione di essere stati traditi e abbandonati.


E i motivi di questo disagio ve ne sono a bizzeffe: dalla storia della riqualificazione del giardino di Piazza Vittorio, mesi di discussioni e progettazione partecipata, con cui il il Campidoglio si è riempito la bocca e si è fatto bello, su cui molte persone ci hanno messo fatica, impegno e faccia, gettati nel cesso con tratto di penna, senza che nessuno dei politicastri del comune abbia avuto il coraggio di prendersi la responsabilità della decisione.


O la cialtronata di villa Altieri: inaugurazione tre anni fa in pompa magna, del cosiddetto “Palazzo delle Culture e della Memoria Storica della Provincia di Roma” che secondo lo Zingaretti politico, avrebbe dovuto essere un luogo di aggregazione culturale in un Rione strategico della città: vicino alla Stazione Termini, percorso da notevoli pressioni multirazziali, ad oggi giace ancora chiuso, al massimo utilizzato per convegni ad uso e consumo della Casta.


O il continuo degrado del decoro e della pulizia di piazza Vittorio, sempre più abbandonata a se stessa.


Per reagire a tutto ciò, per affermare l’orgoglio di vivere all’Esquilino, è nato Esquilindo: non solo una festa, utile a costruire un’identità e rafforzare la rete sociale o uno strumento per riqualificare il rione con il verde pubblico e la street art, ma anche la proposizione di un nuovo modello bottom-up per vivere e costruire lo spazio urbano, basato su una rete di piccoli progetti partecipati, diffusi nel territorio, promossi e portati avanti dai cittadini.


Un modello, non alternativo, ma complementare a quello dei grandi interventi di riqualificazione, di cui cui deve costituire non una supplenza, ma un volano e un pungolo.


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Published on November 23, 2015 05:23

November 18, 2015

Sognando il Futuro

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Nell’ambito di Esquilindo, ho aiutato la Casa dei Diritti Sociali, mettendola in contatto con Mauro Sgarbi, affinché la loro sede fosse decorata da un murales, che riqualificasse l’area e che diventasse un simbolo per il rione.


Mauro ha realizzato una splendida opera, che ha riscosso applausi e consensi… Le pochissime obiezioni sono legate all’idea che la street art non sia adatta a un rione ottocentesco come l’Esquilino.


Al di là del fatto che chi afferma questo, si dimentica di come le ville barocche della zona, come ad esempio Villa Conti o Villa Palombara, avessero facciate e mura di cinta decorate con affreschi e graffiti, quindi l’opera di Mauro rispetta pienamente la tradizione locale, costituendo un ponte tra il Passato dimenticato e il Futuro, anche io ritengo che, per rispettare il contesto locale, siano necessari interventi non invasivi.


Il mio modello, anche se è difficile imitarlo, è il MAU di Torino. Per chi non lo conoscesse, il Museo d’Arte Urbana di Torino primo progetto in fase di concreta realizzazione, in Italia, avente come scopo il dar vita ad un insediamento artistico permanente all’aperto collocato all’interno di un grande centro metropolitano, con in più il valore aggiunto di essere iniziativa partita non dall’alto ma dalla base, complice il consenso ed il contributo fondamentale degli abitanti.


Il nucleo originario del MAU è sito nel Borgo Vecchio Campidoglio, un quartiere operaio di fine ’800, collocato tra i corsi Svizzera, Appio Claudio e Tassoni, e le vie Fabrizi e Cibrario, non distante dal centro cittadino; di fatto risale allo stesso periodo dell’Esquilino, anche se  architettonicamente più simile a via Luzzatti che a Piazza Vittorio.


Poichè il suo spazio urbano, che si salvò dagli dagli sventramenti operati dal Piano Regolatore del 1959, ha mantenuto la sua struttura a reticolo costituita da case basse con ampi cortili interni dotati di aree verdi, suddivise da vie strette.


Nel 1991, partì il progetto di riqualificazione urbana, che nel 1995 si allargò anche alla sfera artistica: da quell’anno in poi sono stari realizzati murales, installazioni, statue, trasformando il quartiere in un’incubatrice dell’arte in tutte le sue forme.


Il sogno è di replicare la stessa esperienza all’Esquilino, operando sugli assi di Via Giolitti per la street art e Mercato Esquilino, Piazza Vittorio, Piazza Dante con il giardino dei poeti per le installazioni, in modo che il lavoro di Mauro non sia la fine di un progetto, ma l’inizio di un lungo cammino


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Published on November 18, 2015 03:05

November 17, 2015

SIDERA opere di Pietro Zucca e collezione di oggetti di NUMERI PRIMI fatti@arte

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Martedì 17 novembre 2015 dalle ore 18.00 alle 20.00


nell’abitazione di Maria Silvia Bazzoli

in via Principe Aimone 2 – Roma


Vivere l’Arte non come evento eccezionale, ma come esperienza quotidiana è l’obiettivo con cui PARTY – l’arte da ricevere di Francesca Bertuglia e Maria Silvia Bazzoli propone da alcuni anni un modo diverso di fruire l’arte attraverso l’allestimento di mostre in spazi privati, domestici e professionali, contaminati dalla presenza di chi li usa, in dialogo con gli oggetti, gli elementi d’arredo, gli odori e i profumi del vivere e dell’operare quotidiano.


SIDERA segna un ulteriore passo avanti in questa direzione. L’esposizione comprende infatti oltre alle sculture in ferro di Pietro Zucca, una collezione di oggetti realizzati dall’artista per NUMERI PRIMI fatti@arte, il marchio con il quale Francesca Bertuglia e Maria Silvia Bazzoli intendono coinvolgere gli artisti nella progettazione e realizzazione di oggetti e complementi d’arredo che si ispirano al loro universo creativo.


SIDERA è la prima collezione di NUMERI PRIMI fatti@arte ed è risultato di una collaborazione artistico-progettuale tra lo scultore Pietro Zucca e lo Studio di architettura Bertuglia.


Termine latino con cui gli antichi romani designavano le stelle, SIDERA secondo un’etimologia un po’ fantasiosa si collega al greco sidēros, ferro, metallo che nell’antichità veniva recuperato dalle meteoriti. Elemento di congiunzione tra cielo e terra, associato in alchimia a Marte, all’elemento fuoco e al colore rosso, il ferro, nell’opera di Pietro Zucca, è materiale per costruire lo spazio del sogno, del progetto e del volo, strumento di una pratica artistica legata all’osservazione dei paesaggi urbani e naturali, volta a indagare i contenuti estetici del rapporto tra paesaggio e gesto dell’uomo, tra spazio e progettazione scultorea.


Allestita in un villino degli anni ’20 del quartiere Esquilino dove le opere dello scultore dialogano con gli spazi liberty, gli arredi antichi e gli oggetti africani che lo adornano, SIDERA sarà visitabile su appuntamento dal 13 novembre all’11 dicembre.


Per l’occasione Wine Art offrirà una degustazione dei propri vini.


Pietro Zucca si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha preso parte a numerosi workshop ed eventi espositivi tra cui: X° Biennale di Architettura di Venezia nel 2006; Macro nel 2011; Premio Internazionale di Scultura “Umberto Mastroianni” nel 2012; Biennale di Venezia – Biennale session – Accademia di Brera nel 2013; Giovani scultori alla Permanente Milano nel 2014. Varie le sue personali a Roma, dove vive e lavora.


Spazio architettonico, azione teatrale, performance e fotografia sono i retroterra della sua ricerca plastica volta ad indagare i contenuti estetici del rapporto tra paesaggio e gesto dell’uomo, tra spazio e progettazione scultorea.


“Partendo dai concetti di trasparenza e sovrapposizione come elementi spaziali dell’opera tridimensionale, nella mia ricerca relaziono questi elementi agli aspetti di transitorietà e mutazione del contesto urbano per riflettere sul senso del vuoto come possibile spazio di nuove combinazioni della forma. Il vuoto diventa così un materiale compreso nella progettazione. Elemento pieno e totale in cui inscrivere la geografia di segni che compongono l’opera.”


Pietro Zucca.


Per informazioni: 06 64851122


Francesca Bertuglia: 348 3223031

M. Silvia Bazzoli: 339 5795566


Facebook: Party – l’arte da ricevere


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Published on November 17, 2015 02:43

Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
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