Alessio Brugnoli's Blog, page 236

October 14, 2016

Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me

bob


Per anni, ho ignorato chi fosse Bob Dylan: a casa mia non erano grandi appassionati di musica e il sottoscritto, con massima sincerità, pensava ad altre cose. Finché Deloitte, nelle sue brillanti idee logistiche, decise che il sottoscritto dovesse alloggiare al Ripamonti Residence di Pieve Emanuele.


Ottima struttura, senza dubbio alcuno, benchè, con i suoi immensi corridoi, a volte mi facesse venire in mente Shining. Oppure, mi facesse strano trovarvi dentro una caserma… Il problema è che, per il lavoro di consulente dell’epoca, era tutt’altro che comodo per i miei spostamenti.


La mia vicina di casa, parola grossa, era Malina, una bella ragazza moldava, che lavorava come champagne lady in un locale milanese: i nostri orari erano esattamente complementari, quando io tornavo dal lavoro, lei usciva.


Tramite una comunicazione basata su post-it attaccati alle porte, si era raggiunto una sorta di accordo di collaborazione, con ognuno che supportava, nei suoi momenti liberi, le incombenze quotidiane dell’altro, tipo fare la spesa o portare e ritirare i panni dalla lavanderia.


Un giorno, però, mi beccai un’epica influenza: Malina decise di assistermi e tra una tachipirina e l’altra, per farmi compagnia metteva a palle i cd di Highway 61 Revisited e di Pat Garrett & Billy the Kid.


Data la febbre alta, mi capitò quel periodo di avere assurdi incubi, tipo fuggire con una spider lungo la route 66, inseguito da decine di massi rotolanti o di bussare assieme a Toro Seduto a un enorme portone, tra la nubi tipo pubblicità Lavazza, con un vecchio dalla barba bianca che invece di aprirci, ci faceva il gesto dell’ombrello.


In compenso, cominciai ad amare Robert Allen Zimmerman… E benchè apprezzi da morire Philip Roth,Thomas Pynchon, Cormac McCarthy e Don DeLillo, ritengo, a differenza dei nostri scribaccini di plastica, che il Nobel a Bob sia strameritato.


Perchè, se i grandi scrittori che ho citato hanno narrato e sezionato in maniera superba il sogno americano, mostrandone la sua follia, i suoi lati oscuri e la sua grandezza, Bob ha invece creato un immaginario universale, che parla all’Uomo di ogni tempo e latitudine, raccontandone la solitudine, la fame di libertà e il diperato tentativo, come un profeta dell’Antico Testamento, di trovare un senso compiuto nel caos del Reale.


Il tutto con una poesia esperienziale, di polvere e sangue, che recupera il suo matrimonio primigenio con la musica. Perchè questa è la sua vera natura: come scriveva Edgar Lee Masters, alla fine di tutto


There’s a blind man here with a brow

As big and white as a cloud.

And all we fiddlers, from highest to lowest,

Writers of music and tellers of stories

Sit at his feet,

And hear him sing of the fall of Troy.


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Published on October 14, 2016 08:18

October 13, 2016

Premi Nobel che vanno e che vengono

fo


Non mi esprimo sul Dario Fo uomo, con i suoi pregi e difetti, errori e battaglie giuste: proprio per la sua personalità istrionica e gargantuesca, per il suo desiderio di essere al centro dell’attenzione, come ogni grande attore, sono certo che nei prossimi giorni si scatenerà una guerra di coccodrilli ed elzeviri, tra apologeti e detrattori: le mie due righe non aggiungerebbero nulla, né farebbero cambiare idea agli uni e agli altri.


Ho un piccolo ricordo personale di lui, ma nulla di che: in compagnia di una mia vecchia amica, una ragazza che certo non passava inosservata, lo incrociai in locale milanese, certo non alla moda.


Appena la vide, la salutò con apparente entusiasmo, però dandomi l’impressione che recitasse il ruolo del galante in un vecchio canovaccio, più che volesse cercare di sedurla veramente. Però la mia amica, a disagio, mi strinse il braccio. Fo se ne accorse, ci sorrise, forse pensando che fossimo fidanzati, si scusò e ci salutò con rara educazione.


Questo incontro, banale, però mi diede l’impressione che fosse artista di strada e attore sino alle ossa. Su questo ha costruito la sua fortuna letteraria, che lo ha portato al Nobel.


Fo non era certo un autore d’avanguardia, il che è anche una fortuna, perchè tali teatranti tendono a essere particolarmente soporiferi: persino il suo gramelot ha numerosi e autorevoli precedenti.


Lui era un autore postmoderno o meglio l’erede di un’antica e nobile tradizione di istrioni, con i loro trucci e lazzi: un’arte popolare, da fiera di paese, che lui ha depurato come un alchimista dalle scorie, sintetizzandola e cesellandola, per renderla gradevole per palati più snob.


Ha preso così il teatro più basso e meno considerato, a volte innalzandolo a vette sublimi, facendolo riecehggiare di eterno, a volte creando confusi pasticci, ma in ogni caso mostrando abile e sopraffino mestiere.


Una cosa simile e quanto fatto dal nuovo Nobel della letteratura, Bob Dylan, con il suo trasmutare in oro il piombo della tradizione dei cantastorie della Grande Frontiera. E confesso, ma sono gusti personali, di amare di più il menestrello americano che il giullare , italiano…  Giullare non in senso di buffone, ma in quello medievale di mimo e cantore…


E detto fra noi, Fo, pieno di malinconia sotto i suoi sberleffi, forse mi avrebbe capito


Sia lui, sia Dylan, però,  assai più meritevoli del premio di tanti e tanti seriosi imbrattacarte, che nonostante la vittoria, sono caduti nell’oblio..


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Published on October 13, 2016 07:39

Le grandi sorprese dei vecchi progetti (1883) all’#Esquilino e non solo

Esquilino's Weblog


Non è un mistero che dopo la breccia di Porta Pia, l’arrivo dei piemontesi e la proclamazione di Roma capitale d’Italia ci fu un fervore  enorme per cambiare il volto urbanistico ed architettonico alla città eterna per non farla sfigurare al confronto delle altre grandi capitali europee dell’epoca, più moderne e al passo con i tempi. Interi quartieri furono rasi al suolo o quantomeno profondamente ristrutturati secondo i canoni e gli schemi dell’urbanistica tardo ottocentesca. Abbiamo ritrovato la tavola del piano regolatore di Roma del 1883, redatto dall’ingegner Viviani, in cui si vede chiaramente che gli interventi più rilevanti erano iniziati o stavano per iniziare nelle zone dell’Esquilino, Prati, Aventino e Flaminio. Ci soffermeremo, ovviamente, all’Esquilino dal momento che non poche sorprese sono venute fuori dall’ esame del progetto urbanistico originario con la certezza che anche a quei tempi, purtroppo, si progettava una cosa e se ne realizzava un’altra. Innanzitutto…


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Published on October 13, 2016 04:24

13-23 ottobre 2016 “Festa del Cinema di Roma”: gli eventi nel Rione Esquilino

Esquilino's Weblog


In occasione della Festa del Cinema di Roma anche nel nostro rione avranno luogo degli eventi alla Scuola Di Donato e alla Casa dell’Architettura, in particolare:



cinema-senza-frontiere



Per la rassegna “Migrarti. Cinema senza frontiere” presso la Scuola Di Donato dal 17 al 22 ottobre

“MigrArti. Cinema senza frontiere” è l’evento organizzato da Festa del Cinema di Roma, MiBACT/ progetto MigrArti, Scuola Di Donato, Associazione Genitori Scuola Di Donato e Apollo 11: sei notti di cinema e incontri nel quartiere multietnico per eccellenza, l’Esquilino. Dal 17 al 22 ottobre, ogni sera, alle 21, la Scuola Di Donato, vicino a piazza Vittorio si apre al territorio, trasformando la palestra in una sala cinematografica da 200 posti, dove verranno proiettati sei film che raccontano, con linguaggi e sensibilità differenti, la condizione dei migranti, le difficoltà e i sogni di chi lascia il proprio paese, la scommessa dell’integrazione in nuove realtà. Il programma della rassegna…


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Published on October 13, 2016 04:23

October 11, 2016

Singolarità quotidiana

trend


In ambito fantascientifico e futurologico, si parla spesso di singolarità, un punto, congetturato nello sviluppo di una civiltà, in cui il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani.


Punto di rottura, che viene visto come qualcosa di improvviso e drammatico, come l’irrompere dell’inaspettato nel quotidiano. Sospetto invece che a causa dei tempi di diffusione delle tecnologie, simili a quelli descritti dalla curva di Volterra e per la resilienza della mente umana nei confronti dell’Ignoto, il processo sia molto più graduale.


E, a mio avviso, questo sia cominciato da quasi 13 anni; se dovessi usare una data simbolica, prenderei come riferimento il 19 ottobre 2003, quando Sanjay Ghemawat, Howard Gobioff e Shun-Tak Leung pubblicarono l’articolo The Google File System, in cui si mostrò come tutte le analisi teoriche sull’analisi di grandi mole di dati, strutturati e non strutturati, potevano avere un impatto concreto.


Tredici anni in cui la crescita esponenziale della potenza computazione, prevista dalle legge di Moore, è diventata percepibile nel quotidiano, permettendo l’implementazione di soluzioni industriali e user consumer dell’IA, magari non così spettacolari come Hal 9000, ma di sicuro più pervasive.


In cui i big data hanno cominciato ad avere un utilizzo commerciale e produttivo, in cui sta per diventare sempre più importante la diffusione dell’IoT e in cui, anche se in forme diverse da quelle ipotizzate da Gibson, il mondo virtuale ha cominciato a impattare su quello reale.


Trend che se quanto annunciato dalla Rigetti Computing sulla commercializzazione entro 12/18 mesi di computer quantistici general pourpose, rendendo così superato di colpo lo scenario descritto dal Premio Urania L’uomo a un grado kelvin di Schiavo Campo, potrà subire un’accellerazione notevole.


In ogni, anche se questo annuncio fosse un bluff, date le esperienze in cloud di IBM e della soluzione ibrida di D-Wave è probabile che tale diffusione sul mercato, possa avvenire entro il prossimo lustro.


Con che impatti ? Nonostante le narrazioni di noi scrittori di fantascienza, i computer quantistici non sono la panacea per tutti i problemi computazionali: ad esempio, nell’ambito dei banali calcoli aritmetici, questi non danno vantaggi.


Funzionano invece a meraviglia per classi di problemi particolari, legati alla probabilità e al calcolo combinatorio: per esempio quelli legati alla crittografia, con l’utilizzo dell’algoritmo di fattorizzazione di Shor, costringendo all’adozione pervasiva della crittografia quantistica, riconoscimento vocale e di immagini, come lo sta usando Google e nell’Intelligenza Artificiale applicata all’analisi predittiva.


Come ciò impatti nella vita di ogni giorno, è difficile a dirsi… Certo è, che i prossimi anni saranno tempi interessanti…


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Published on October 11, 2016 08:20

October 10, 2016

Le “incompiute” del Rione Esquilino

Esquilino's Weblog


A viale Manzoni,  nei pressi dell’incrocio con via Emanuele Filiberto c’è  in bella mostra questo cartello presso un’entrata secondaria dell’Istituto  Tecnico Galileo Galilei-Palazzzina E (cliccare per ingrandire).



office-lens-20160921-172224Si riferisce a dei lavori regolarmente assegnati dopo un bando di gara per “il consolidamento, messa in sicurezza e riqualificazione funzionale”  e  finanziati (almeno si spera) dalla “Città Metropolitana di Roma Capitale” in pratica la ex Provincia di Roma. Ma leggendo le date i conti non tornano : a fronte di un lavoro non certo misero (€ 1.823.383,87) notiamo queste specifiche “Data consegna lavori – 25/11/2014”, “Data ultimazione lavori – 22/03/2016”, “sospensione dei lavori – dal15/12/2014 al 04/05/2015″ ” Data ultimazione lavori – 09/08/2016″



La situazione a ottobre  2016 è questa:



i lavori ci sembrano ben lungi dall’essere terminati, anzi per dirla tutta il cantiere sembra abbandonato . Non vorremmo che andasse a finire come l’emblema dei progetti incompiuti, anzi mai iniziati, all’Esquilino…


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Published on October 10, 2016 02:34

October 8, 2016

Fimmine Fimmine


 


Questa settimana, con Le Danze di Piazza Vittorio, ho incominciato il corso di canto popolare… Una sfida ai miei limiti, perché sono famoso per essere stonato come un campanaccio da mucca.


Se devo definire l’esperienza, è faticosa e intensa, non solo perché lavoro sulla mia respirazione e sulla mia voce, ma soprattutto su me stesso: ogni lezione è un viaggio nel proprio inconscio, per ritrovare le proprie radici.


La nostra insegnante, Serena, ci ha invitato a raccontare le nostre emozioni, legate a quanto stiamo elaborando assieme…


Io lo faccio a modo mio con haiku


Donne cantano

nel campo di tabacco


L’estate sfuma


Se siete interessati all’esperienza, vi aspettiamo ogni venerdì, dalle 21 alle 22 presso la Scuola Di Donato, Via Nino Bixio, 83, nel fantastico mondo del Rione Esquilino


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Published on October 08, 2016 13:18

October 7, 2016

A difesa dell’Ottobrata Monticiana

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Ho appena saputo che la tradizionale Ottobrata Monticiana, la festa del rione Monti, che negli ultimi trent’anni è stato vittima di una gentrificazione selvaggia, è stata annullata per una serie di arzigoli burocratici, saltati fuori negli ultimi istanti.


Non mi pronuncio su motivazione e responsabilità, che non conosco… Però, prendo atto come questa decisione faccia scopa con quella della Fondazione Empam, che, ignorando la questione della servitù di passaggio, ha vietato l’uso del suo portico per la manifestazione benefica a favore della ricostruzione della scuola di Amatrice, equiparando gli artisti, anche famosi, che faranno volontariato a una fonte di degrado analoga ai bancarellari abusivi.


Ciò che accumuna le due decisioni è il perverso cortocircuito tra due fenomeni culturali che stanno impoverendo intellettualmente la borghesia romana. Il primo è la cosiddetta “ideologia del decoro”, cosa è ben diversa dal volere strade pulite con regolarità e un basso livello di microcriminalità.


L’ideologia del decoro è una visione del mondo distopica, ben descritta da tanti romanzi di fantascienza, centrata su tre assunti: il primo è l’omologazione a un modello comportamentale che in fondo, è quello dei piccoli borghesi di fine Ottocento. Chi non lo segue, viene disumanizzato, ridotto a oggetto ingombrante, da escludere dal consorzio sociale.


Questa idea escludente, ad esempio, porta per me al concetto folle, ma sembra tanto diffuso tra gli abitanti dell’Esquilino, che un barbone non è una persona con difficoltà e problema, bisognosa dell’assistenza del Welfare, ma una sorta di cumulo d’immondizia, da buttare in discarica.


Il secondo assunto è quello della fossilizzazione dello spazio urbano. La città non può mutare, a seconda delle necessità e delle esigenze dei suoi abitanti, ma deve essere imbalsamata, in un’entità fuori del tempo. Idea che è tutto, tranne che conservatrice.


Come diceva Burke, il conservatore non è un idiota che vuole bloccare la storia, ma un guerriero che combatte per difendere ciò che merita di essere conservato e mutare ciò che merita di essere cambiato.


Il terzo assunto, è quello del rifiuto dei beni comuni: lo spazio urbano è visto come un bene da predare o una proiezione dei propri bisogno egoistici.


Il secondo fenomeno è quello del rifiuto della festa. Come diceva Bachtin, questa ha una forza anarchica e dissacrante, poichè da una parte mostra la vacuità delle sovrastrutture tramite cui le classi dominanti si impongono su quelle dominate. Dall’altra, rovesciando le gerarchie sociali e le culture alte, afferma il potere dissacrante e rigenerativo del riso


Come combattere questo cortocircuito culturale ? Riappropriandosi dello spazio urbano, con feste e iniziative creative e combattendo affinché questo venga gestito in una modalità partecipata e condivisa dai sui principali fruitori, non i burocrati o i politici ambiziosi e in cerca di visibilità, ma i cittadini.


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Published on October 07, 2016 08:07

October 5, 2016

Lunga vita al Coro di Piazza Vittorio


 


Una delle eccellenze dell’Esquilino è il Coro di Piazza Vittorio, diretto dal buon maestro Giuseppe Puopolo.


Giuseppe, che probabimente la prossima volta che mi incontrerà mi tirerà le orecchie, ho l’mpressione che sia una persona molto riservata, oltre a essere un ottimo professionista, è una gran persona, sempre disponibile a partecipare agli eventi culturali e sociali del rione.


E con il suo impegno è riuscito, nei locali della scuola di Donato, a mettere su una realtà musicale che coinvolge decine e decine di persone, con un repertorio vasto e mai noioso: negli anni, ho visto eseguire da coro, con immutata bravura, brani di musica classica, pop e swing.


Un coro, quello di Piazza Vittorio, che non è solo un’occasione di educazione musicale, ma anche l’occasione per rafforzare il tessuto sociale di un rione strampalato e ricco di contraddizioni, uno spazio di dialogo tra culture ed esperienze differenti.


E’ una palestra di volontariato, non solo, perché, ogni volta che c’è bisogno di un poco di musica , Giuseppe e i suoi cantori non si tirano mai in dietro, ma soprattutto per la collaborazione che hanno costruito negli anni con il il Coro King Bible di Rebibbia (con i detenuti della Casa Circondariale di Rebibbia NC).


E dato che qualche amico d’infanzia è stato a bottega, mi rendo conto quanto questa collaborazione sia importante, per dare speranza e vincere la solitudine di chi è ito ar gabbio.


Purtroppo, essendo stonato come una campana, mi limito a fare solo il tifoso del Coro, arrivando, persino, nonostante le proteste del mio stomaco, ad accettare di mangiare in ritardo i giorni delle prove, il martedì e il giovedì….


Per cui, lunga vita al Coro di Piazza Vittorio !!!


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Published on October 05, 2016 11:49

October 4, 2016

Buskers for Amatrice

busker


26 Agosto 2016, ore  03:36:32. Una data che è rimasta nella mente e nel cuore di tutti noi, per la paura nel vedere le pareti della propria casa tremare e per lo sgomento, il dolore e la preoccupazione che si sono provati nel vedere le rovine di Amatrice.


Passata l’emergenza dei primi soccorsi, sono cominciati il lungo cammino per la ricostruzione.  Il Rione Esquilino, per impedire che il ricordo di quei giorni sfumi nell’indifferenza, si è impegnato in prima persona in evento di solidarietà, Buskers For Amatrice, in una festa popolare, con musicisti, artisti di strada, scrittori, che domenica 9 ottobre, presso i portici Empam e Rattazzi di Piazza Vittorio, si esibiranno  gratuitamente accompagnando una raccolta fondi finalizzata a supportare il progetto «Scuola solidale per Amatrice» promosso da Anp Lazio e il Progetto bambini dell’UNITALSI.


Le donazioni raccolte saranno depositate presso il conto corrente bancario Progetto Bambini – Monte dei Paschi di Siena, ABI 01030 CAB 03298 numero conto 000001152663 IBAN IT08F0103003298 000001152663 oppure al conto corrente postale 48019863 intestato a Unitalsi Progetto Bambini, via della Pigna,13/a.


I donatori  potranno degustare ottimi piatti di Amatriciana, proposti da due eccellenze culinarie del rione Esquilino: Club Machiavelli e Le Caveau


Tra gli artisti partecipanti, Le Danze di Piazza Vittorio, Giacomo Giuliani, Emanuela Cinà, Marco Abbondanzieri, Clara Cerri, One Man Band Spookyman, al secolo Giulio Allegretti e tanti altri…


Mi raccomando vi aspettiamo tutti domenica sera !


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Published on October 04, 2016 02:54

Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
Alessio Brugnoli isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
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