Alessio Brugnoli's Blog, page 230
December 9, 2016
Auguri dall’Esquilino 2016
6ome ogni anno, sabato prossimo gli abitanti dell’Esquilino si radunano a Piazza Vittorio per la tradizionale foto di auguri natalizi. L’occasione per celebrare assieme, qualsiasi sia la propria origine, cultura e religione, l’orgoglio di abitare in uno dei luoghi più folli, vivi e belli di Roma.
E di riuscire a mantenerlo tale, nonostante tutti i problemi che si incontrano ogni giorno. Come sempre, non si farà solo una foto, ma le varie realtà culturali della zona, dal Coro di Piazza Vittorio a Le Danze, si impegneranno a portare un poco di brio.
Per cui, mi raccomando, partecipate numerosi !
Auguri dall’Esquilino 2017
Come ogni anno, sabato prossimo gli abitanti dell’Esquilino si radunano a Piazza Vittorio per la tradizionale foto di auguri natalizi. L’occasione per celebrare assieme, qualsiasi sia la propria origine, cultura e religione, l’orgoglio di abitare in uno dei luoghi più folli, vivi e belli di Roma.
E di riuscire a mantenerlo tale, nonostante tutti i problemi che si incontrano ogni giorno. Come sempre, non si farà solo una foto, ma le varie realtà culturali della zona, dal Coro di Piazza Vittorio a Le Danze, si impegneranno a portare un poco di brio.
Per cui, mi raccomando, partecipate numerosi !
December 8, 2016
8 dicembre : festa dell’Immacolata Concezione
8 dicembre ; festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
La Storia:
Fin dai primi tempi della Chiesa si è sempre venerata l’Immacolata Concezione di Maria, ma non era ancora un dogma. Finalmente, il 2 febbraio 1849, il Pontefice Pio IX, ispirato da Dio e dalla Vergine, rispondendo alle insistenze dei vescovi e dei fedeli, inviò ai medesimi una lettera enciclica per domandare il parere di ciascuno riguardo all’Immacolata. La quasi totalità rispose esprimendo il desiderio vivissimo proprio e dei popoli, di veder presto proclamato quel dogma.
A questi voti Pio IX aggiunse la sua parola infallibile e l’8 dicembre 1854, alla presenza di tutta la corte pontificia e gran numero di vescovi e cardinali, definiva come dogma di fede la verità della Concezione Immacolata di Maria.
La chiesa di Santa Maria Immacolata all’Esquilino
La chiesa fu costruita tra il 1896 ed il 1914 per i Frati della Carità…
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December 7, 2016
Voglia di Utopia (e di Antiutopia)
Il problema dell’Utopia è che si tratta di una … utopia, cioè di quel che la parola coniata da Tommaso Moro è venuta a significare una volta entrata nel linguaggio parlato come nome comune: il-posto-che-non-c’è, l’isola-che-non-esiste, la cosa impossibile, il fatto irrealizzabile, il sogno chimerico.
Tommaso Moro (Credits Wikipedia)
C’è da chiedersi, allora, per quale motivo per tutto il Novecento non si sono quasi scritte utopie, mentre invece hanno proliferato le antiutopie o distopie. La domanda è più che legittima correndo nel 2016 i cinquecento anni della pubblicazione dell’opera del cancelliere di Enrico VIII, poi messo a morte da questi, e perciò fatto santo nel 1935 da Pio XI. Ma non sempre i santi scrivono cose sensate e condivisibili. Il suo si potrebbe dire che fosse un conte philosopique che anticipava quelli degli illuministi francesi in cui si immaginava un’isola dove vigeva una società ideale o perfetta in contrapposizione…
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December 4, 2016
Il segreto per narrare una storia con successo spiegato in un video: Every Story is the Same
Every Story is the Same è il titolo di un video YouTube creato da Will Schoder che illustra come tutte le storie divenute dei classici abbiamo alla base la stessa identica struttura narrativa. Prendendo ispirazione dalla teoria del filosofo Joseph Campbell “The Hero’s Journey”, l’autore Dan Harmon ha elaborato infatti i passaggi principali che ogni storia deve avere per funzionare bene. Will Schoder nel video illustra questi passaggi con una grafica essenziale ed efficace che interesserà di sicuro qualsiasi creativo in erba e non. Buona visione!
Alessandra Carloni e lo Steampunk
Tre anni fa, a margine di una discussione sulla via italiana allo steampunk, una scrittrice, che possiamo definire almost famous, predisse che, passata la moda dei cosplay, l’interesse per questo il genere sarebbe crollato miseramente.
Dopo qualche tempo, comincio a pensare che, come profetessa, possa reggere il confronto con il povero Fassino. Lo steampunk, pur essendo un fenomeno di nicchia, continua a prosperare ed essere sempre più pervasivo.
Perché, per usare un parolone tedesco, che fa sempre figo, sintetizza lo Zeitgeist, lo spirito del tempo contemporaneo. Come a fine Ottocento, siamo alla vigilia di una fase di transizione, la Singolarità, dove la tecnologia sta per ridefinire le nostre strutture economiche e sociali: all’epoca di Verne, erano le innovazioni della seconda rivoluzione industriale, ora forse, gli impatti dirompenti dell’IA e delle nuove tecnologie informatiche.
Mutamento che come rischia, come direbbe Severino, di evidenziare la dimensione nichilista della Teknè: lo steampunk, riappropriandosi in chiave postmoderna del passato, esaltando la figura dell’artefice, del Prometeo inventore, riporta al centro di tutto l’Umano.
A differenza del cyberpunk l’uomo non è più propaggine della macchina, escrescenza parassitaria di cui se ne può fare a meno, ma demiurgo, colui da forma e senso alla materia bruta.
Questa consapevolezza, oltre a pervadere il costume e la letteratura, sta diffondendosi nel mondo dell’Arte.
Alessandra Carloni, importante esponente della street art romana, che mi piacerebbe prima o poi coinvolgere nel progetto di riqualificazione del Mercato Esquilino, ne è testimonianza. La cosa buffa è che, Alessandra, non sapeva dello steampunk, pur dipingendolo, finché non ne gliene ho parlato…
Perché lei, per citare una sua intervista
racconta di un mondo alternativo a quello reale. Non lo definirei semplicemente una realtà visionaria o legata al sogno, perché in molti casi nelle mie opere si può leggere tanta realtà traslata attraverso simbologie che possono fare riferimento alla dimensione surreale dei sogni; cerco attraverso la concretezza pittorica e la composizione del quadro che struttura quasi sempre un racconto, di costruire “un’altra realtà”, dove tutto può essere naturale e possibile. Ecco quindi le navi sospese, le case su alberi vertiginosi, i fari su montagne e palafitte lignee improbabili, che diventano reali, tra la compostezza del disegno e il gioco del colore
Un modo onirico e poetico, in cui l’Uomo recupera il suo equilibrio primigenio con la Natura e la Cultura, senza che l’una cannibalizzi l’altra… Un’utopia forse, ma soprattutto un segno di speranza per il futuro.
L’Esquilino come era ai tempi dell’antica Roma
Da sempre l’Esquilino essendo uno dei colli su cui venne edificata in origine la città di Roma, ha solleticato la curiosità di archeologi ed aritisti per avere un’idea di come fosse in epoca romana, dato che, nei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, ha subito una devastazione pressochè totale e solo pochissimi monumenti sono rimasti in piedi a testimoniare un passato di eccezionale importanza e splendore.
Un anomino nel XVIII secolo immaginò il cd. Tempio di Minerva Medica con accanto l’Arco di Costantino ed altri templi. Ricostruzione non solo fantasiosa ma sicuramente impossibile visto che il celeberrimo arco è da sempre posizionato accanto al Colosseo distante diverse centinaia di metri in linea d’area dal luogo dove si trova il tempio all’Esquilino.
Un altro autore ha immaginato un ambiente simile ma se possibile ancor più fantasioso con statue , obelischi e colonne commemorative.
Ma una cosa era sicuramente conosciuta fin…
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December 3, 2016
Nel tuo cuore c’è la pioggia
Qualche giorno fa, ho parlato dell’evento “Nel tuo cuore c’è la pioggia” al DRUGSTORE GALLERY, che è risultato molto coinvolgente,dato che consisteva in un percorso performativo in cui il pubblico veniva introdotto in un dialogo tra il museo, le opere della pittrice Maria Rosaria Stigliano, che nelle sue opera canta la malinconia e la solitudine degli spazi urbani e i testi recitati di Marisa Fasanella e Bruno Parretti.
Il tutto con un complesso di suoni studiati per ciascun momento scenico e la magnifica colonna sonora composta da Paolo Pavan.
Un’esperienza che si potrebbe replicare anche all’Esquilino, per mostrare le potenzialità espressive di tante realtà del rione, come a esempio il Mercato o il Galilei, a torto considerati come non luoghi, da chi nega la memoria e la complessità in cui viviamo ogni giorno… Di seguito alcune foto dell’evento
Castro e Franco
Il fatto che il Fidel reale fosse un politico pragmatico e opportunista, ben diverso dall’icona pop che è diventata componente del nostro immaginario, è testimoniato dai suoi ottimi rapporti con la Spagna Franchista.
Di fatto, se a L’Avana si raggiunse il paradosso di celebrare pubblicamente Dolores Ibarruri, la Pasionaria e al contempo, di proclamare tre giorni di lutto per la morte del dittatore iberico.
Il motivo di tale simpatia era basato, come sempre, sugli interessi economici: Madrid, nonostante l’embargo economico imposto da Ike per compiacere i bananari e che fu la principale causa dell’avvicinamento con Mosca, continuava a commerciare senza problemi con Cuba.
Di fatto, il boom economico iberico, che stava trasformando la sua economia da agricola a industriale, rischiava di creare una sovrapproduzione, che aveva difficoltà a essere indirizzata verso il mercato europeo, essendo la Spagna fuori dal MEC.
Per cui, questa sovrapproduzione doveva essere diretta verso il Sud America e i Caraibi. Al contempo, Cuba che si era trovata all’improvviso privata del suo principale mercato, gli USA, doveva trovare una soluzione alternativa.
Fu facile quindi venirsi in contro: tanto che l’Iberia non interruppe i voli diretti all’isola durante la crisi dei missili e Franco utilizzò l’occasione anche del Natale del 1962 per motivi propagandistici, regalando torrone e giocattoli ai bimbi cubani.
In parallelo, vi era anche un motivo politico: Fidel, nel caso Mosca avesse tagliato i fondi, non aveva mai escluso di poter fare il salto della quaglia e ritornare filo americano. Era però necessario continuare ad avere un canale diplomatico aperto con Washington, nel caso che si dovesse presentare tale necessità… E Franco costituiva proprio questo canale…
A caccia di malware con la genetica
Per sviluppare antivirus efficiaci è importante capire il modo in cui i malware si modificano per eludere i meccanismi di controllo. Crediti immagine: Public Domain
TECNOLOGIA – Per studiare l’origine e la diffusione di virus informatici è possibile applicare strategie mutuate dalla genetica per il riconoscimento dei codici e della loro evoluzione. Parliamo in particolare dei malware, ossia i cosiddetti malicious software (software dannosi), programmi utilizzati per trafugare informazioni sensibili, penetrare banche dati private, o semplicemente infastidire chi visita un sito web con raffiche di pubblicità indesiderate.
La parola chiave nell’identificazione del codice di un malware è provenance, intesa come l’insieme delle tecniche e delle metodologie per attribuire specifici elementi di un oggetto ad un altro oggetto. In altri termini, a partire da una base di dati in cui sono contenute le caratteristiche dei codici precedentemente identificati come pericolosi, i comuni programmi di antivirus effettuano confronti con il…
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