Csaba Dalla Zorza's Blog, page 1453

July 15, 2021

Free Britney Spears, la prima vittoria della cantante e la richiesta di «incriminare» il padre

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Passano le settimane e il caso di Britney Spears e della controversa conservatorship che la lega al padre Jamie dal lontano 2008 continua ad arricchirsi di nuovi particolari. Dopo aver rotto il silenzio in aula, ma aver comunque incontrato le resistenze del giudice che ha deciso di lasciare al padre il controllo delle finanze e la tutela legale della popstar, stavolta Britney torna alla carica con una nuova testimonianza al tribunale di Los Angeles e una richiesta immediata per riprendere la sua autonomia «il prima possibile». La domanda è stata avanzata da Mathew Rosengart, il nuovo avvocato che Britney, per la prima volta in 13 anni, ha potuto ingaggiare in autonomia, senza affidarsi automaticamente a quello nominato dalla corte.

«Ho pensato che stessero tentando di uccidermi. Mi piacerebbe che mio padre venisse incriminato per abuso di tutela. Voglio denunciarlo oggi, voglio che si indaghi su di lui» ha detto Britney al telefono in aula prima di definire la conservatorship una pratica «fottutamente crudele»: «Se questo non è un abuso, non so cosa possa esserlo». Intanto, il fatto che la corte abbia dato alla Spears la facoltà di scegliere il suo avvocato – Rosengart, oltre a essere un ex procuratore federale, ha difeso stelle di Hollywood come Steven Spielberg e Sean Penn – dimostra che, forse per la prima volta, Britney è considerata una persona autonoma, libera di scegliersi da chi farsi difendere. L’annuncio è stato, naturalmente, accolto dagli applausi di tutti i fan che, fuori dal tribunale, si erano radunati al grido di Free Britney, il movimento nato in Rete per sostenere lo scioglimento della conservatorship della cantante.

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La vicenda della Spears continua a essere molto oscura: nel suo penultimo intervento in tribunale dello scorso giugno, Britney ha spiegato la piega della sua vita negli ultimi anni, dall’impossibilità di uscire da sola o di parlare al telefono al divieto di andare dalla ginecologa per farsi togliere la spirale. «Non sono felice, non riesco a dormire, piango tutti i giorni, rivoglio la mia vita indietro» ha detto durante il suo discorso, portando l’avvocato nominato dalla corte e il manager Larry Rudolph alle dimissioni. Il sostegno alla cantante, però, continua ad arrivare da diversi nomi del mondo dello spettacolo e dell’imprenditoria – da Miley Cyrus a Elon Musk – che sperano che Britney possa riprendere il controllo della sua vita il prima possibile.

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Published on July 15, 2021 00:45

«Segreti reali», Kate Middleton sarà davvero la migliore regina consorte di sempre?

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29 aprile 2011: William e la borghese  Kate Middleton si affacciano dal balcone di Buckingham Palace – davanti a un milione di persone e a quasi due miliardi in diretta tv – e si scambiano il primo bacio da marito e moglie. Lo erano diventati poco prima durante una solenne cerimonia a Westminster Abbey. Cerimonia che la stessa regina non si è trattenuta dal definire «strabiliante». Oggi, 10 anni dopo, non si fa fatica a dire che il matrimonio reale procede a gonfie vele. Kate e William stanno bene. Dopo un paio di scandali sfiorati, tre eredi al trono (George, 7 anni e Charlotte, 5, e Louis, 3), migliaia di impegni ufficiali, e la «fuga» di Harry e Meghan, il duca e la duchessa di Cambridge sono ancora molto innamorati. O almeno così sembra a guardarli ogni volta insieme.

E Kate viene immaginata sempre più spesso dai tabloid e dal popolo britannico come «perfetta regina consorte», quando William diventerà re. Anzi di recente il Times l’ha definita «la vera rivoluzionaria di Buckingham Palace». E addirittura un sondaggio del Daily Express di fine 2020 l’ha definita più popolare della regina Elisabetta, con il 42% delle preferenze. Tutti pazzi per Kate.

Ma cosa fa funzionare così bene il suo rapporto con William? Com’è riuscita a integrarsi a corte, fin dal primo incontro con Elisabetta? Che mamma è? Quanto pesa ancora su di lei l’influenza di mamma Carole Middleton? E, infine, toccherà davvero a lei fare da paciera tra William e Harry? E Meghan Markle.

Nella quattordicesima puntata di «Segreti Reali», il primo royal podcast italiano dedicato ai Windsor, proviamo a rispondere a tutte queste domande, in compagnia di un ospite speciale: l’appassionato di reali britannici Lorenzo Farina, creatore della pagina social da milioni di follower Baby George ti disprezza e ora tra le voci della seconda edizione di The Royals – Amori a Corte, in onda su Sky e Now.

Il podcast di Vanity Fair «Segreti Reali» è disponibile su iTunes, Spreaker e Spotify.

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Published on July 15, 2021 00:31

5 domande che i fuorisede ricevono quando tornano a casa per le vacanze

Estate significa molte cose, più o meno piacevoli: il caldo torrido, le cene all’aperto, il gelato, le zanzare, le giornate passate sui libri in vista degli esami oppure in ufficio a imprecare davanti al computer, e infine, se si è abbastanza fortunat*, le tanto attese,
agognate vacanze.

Estate, per i fuorisede, significa anche un’altra cosa: tornare a casa dalle persone a cui si vuole bene. Sulla carta, non esiste sensazione più bella che riabbracciare i propri genitori, andare a fare aperitivo con gli amici di una vita, tornare a dormire nella cameretta di quando si era piccoli, quella che ha i poster ancora attaccati alle ante dell’armadio. In realtà, superato un primo momento fatto di entusiasmo, festeggiamenti, baci e abbracci, il rientro di un fuorisede in terra natia non è tutto rose e fiori, ma nasconde delle pericolose insidie: le domande inopportune.

In tutti questi anni a metà tra la Sicilia e il Veneto, ho imparato a riconoscere le domande che i fuorisede ricevono puntualmente quando tornano nella loro regione d’origine. Eccone alcune: 

QUANDO SEI ARRIVAT*?
Ogni volta che torno in Sicilia, chiunque (parenti, amici, conoscenti che non vedevo dal 1996 nei quali mi imbatto per caso al bar) mi chiede quando sono arrivata. Il motivo che si cela dietro questa curiosità non l’ho mai capito, e ormai mi sono rassegnata all’idea che non lo scoprirò mai. Così mi limito a sorridere e rispondere, perfettamente consapevole che la prossima domanda sarà…

QUANDO TE NE VAI?
Ebbene sì: dopo essersi informati sul mio arrivo, tutti vogliono sempre sapere quando mi toglierò nuovamente dal caz… ecco, sì, insomma, quando tornerò a Verona. Generalmente, la loro risposta oscilla tra «Ah, quindi ti fermi solo un weekend? Ormai è diventato impossibile passare del tempo con te» e «Due settimane? Certo che non lavori mai, eh». In entrambi i casi, l’unica reazione possibile è un potente, potentissimo eye-roll.

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MA MANGI?
Questa domanda è un altro grande classico per i tutti i fuorisede che rientrano a casa, soprattutto se si tratta, proprio come nel mio caso, di meridionali trapiantati al nord. Forse i miei familiari non ripongono la minima fiducia in me e credono che io non sia in grado di cucinarmi neanche un uovo in padella; forse pensano che, da Roma in su, non esistano né supermercati né ristoranti; forse sono convinti che, oltrepassato il Po, il piatto tipico sia soufflé di nebbia condito con lacrime e una spolverata di amarezza. Fatto sta che, ogni volta che torno in Sicilia, prima mi chiedono se mangio, poi mi rimpinzano. Non che mi lamenti, eh.

COME VA L’UNIVERSITÀ/IL LAVORO?
Quando mi sono trasferita in un’altra città per studiare, tornare a casa significava rispondere a domande su domande sull’argomento. Come vanno gli esami? Stai scrivendo la tesi? Tra quanto ti laurei? Quando ho finalmente indossato la corona d’alloro, mi sono ingenuamente convinta che il peggio fosse passato. Beh, mi sbagliavo: adesso la vera sfida è far capire alla mia famiglia che lavoro faccio.

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E IL FIDANZATINO/LA FIDANZATINA?
Se esistesse la competizione delle Domande Peggiori Da Ricevere, quelle relative alla propria situazione sentimentale si aggiudicherebbero sicuramente il primo premio. Unica risposta possibile? Un invito (più o meno gentile) a farsi i fatti propri. Anche se alla fine non funziona mai.

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Published on July 15, 2021 00:30

July 14, 2021

«Tiger King»: annullata la serie di Amazon con Nicolas Cage su Joe Exotic

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Il fenomeno di Tiger King, la docu-serie di Netflix che, grazie al passaparola, è riuscita a diventare, complice la pandemia, uno dei prodotti più visti e chiacchierati del 2020, sembra essersi sgonfiato in fretta. O, almeno, è quello che pensa Amazon che, dopo aver annunciato una serie tv con protagonista Joe Exotic, lo strambo imprenditore con il feticcio dei felini accusato del tentato omicidio dell’attivista Carole Baskin, ha pensato di fare marcia indietro annullando il progetto. A rivelarlo, in un’intervista a Variety, è stato Nicolas Cage, che era stato assoldato per prestare il volto a Exotic.

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«Ho letto due sceneggiature eccellenti, ma forse Amazon ha capito che il materiale è ormai diventato vecchio, perché ci è voluto molto tempo per metterlo insieme. Ormai non è più rilevante» ha raccontato l’attore, anche se sembra che l’idea di una serie tv ispirata a Tiger King sia ancora su piazza: a farsi avanti potrebbero essere nuove emittenti e piattaforme, anche se non è chiaro se Cage continuerà o meno a fare parte del pacchetto.

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Intanto, con buona pace di Amazon, Joe Exotic continua a ispirare la concorrenza: sono attualmente in corso, infatti, le riprese di una miniserie targata Peacock con Kate McKinnon e John Cameron Mitchell e il grande Kyle MacLachlan, il protagonista di quel gioiellino che è Twin Peaks che interpreterà il marito di Carole Baskin.

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Published on July 14, 2021 23:57

Ursula Von der Leyen: «Non è vero che bisogna scegliere tra carriera e famiglia»

Al prossimo vertice del G20 di Roma, Ursula Von der Leyen potrebbe essere «l’unica donna». E «non potrebbe esserci un promemoria migliore di quanto sia ancora lunga la strada verso la parità di genere». Lo ha affermato la presidente della Commissione europea in un videomessaggio in occasione del Summit del Women20.

L’Unione europea ha come obiettivo la riduzione del divario occupazionale di genere del 50% entro il 2030. Von der Leyen è decisa a portare «questo impegno al tavolo dei leader al G20 di ottobre». Ma, per raggiungerlo, c’è bisogno «di pagamenti dei congedi parentali, di consolidare l’assistenza per l’infanzia e per gli anziani. Queste politiche richiedono un cambiamento culturale, ma anche risorse adeguate. In Europa, stiamo finanziando alcune di queste riforme attraverso il nostro piano di ripresa Next Generation Eu e il nostro nuovo bilancio. Ora è il momento di portare questo dibattito al G20».

Si tratta di investimenti necessari per una ripresa sostenibile e concreta. «Con il contributo del W20 riusciremo a gettare la base per rappresentare gli uomini e le donne in maniera equa sia nel lavoro sia nella famiglia».

Secondo la presidente della Commissione europea, «non è vero che dobbiamo scegliere tra la carriera e la famiglia. A troppe di noi è stato detto di farlo. Ma come madre di sette figli e come presidente della Commissione europea, mi permetto di dissentire.  Conosco gli ostacoli, ma dobbiamo pretendere un accesso equo al mondo del lavoro e poter allo stesso tempo crescere i nostri bambini».

Per raggiungere la parità di genere, è fondamentale investire nell’istruzione. «La pandemia sta portando alla peggiore crisi educativa della storia moderna. Circa undici milioni di ragazze potrebbero essere costrette a lasciare la scuola. Questa sarebbe una massiccia battuta d’arresto sulla strada verso l’uguaglianza. Quindi la domanda è: possiamo evitarlo, e come?». Al G7 Ursula Von der Leyen ha annunciato che la Commissione aumenterà di un terzo i fondi stabiliti per l’istruzione, raggiungendo i 100 milioni. «Dobbiamo sforzarci di creare le condizioni giuste affinché tutte le donne possano godere di un accesso paritario al mercato del lavoro».

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Published on July 14, 2021 03:54

San Marino, referendum per aborto legale: quale la situazione in Europa?

A fine anno andrà in pensione l’ultimo medico non obiettore di coscienza in Molise, simbolo di un problema che esiste in tutta Italia. Quasi il 70% dei medici italiani è obiettore di coscienza e questo rende ogni giorno più difficile l’attuazione di una legge che pure esiste nel nostro paese, quella che permette, nella legalità, di interrompere una gravidanza. C’è un pezzo di penisola dove però l’aborto non è ancora legale. È San Marino. La Repubblica del Titano è ora pronta a un referendum per la legalizzazione. Si terrà il 26 settembre.

Il Comitato promotore parla di un appuntamento con la storia dei diritti delle donne. In Europa a negare il diritto all’aborto legale, oltre allo stato fra Emilia-Romagna e Marche, sono Malta, Andorra e Città del Vaticano. Negli ultimi mesi è stata inasprita e resa più restrittiva anche la legge della Polonia dove, da gennaio, è illegale anche in caso di malformazione del feto. Il parlamento di Strasburgo ha parlato di una norma che mette a rischio la salute e la vita delle donne.

A San Marino il codice penale prevede una pena dai tre ai sei anni di reclusione per chi pratica l’aborto e per la donna che interrompe la gravidanza. Non ha peso la motivazione dell’aborto. Non si può fare in caso di stupro e nemmeno per malformazioni del feto.

La richiesta del quesito referendario è la legalizzazione dell’aborto entro le 12 settimane e anche oltre questo periodo in caso di pericolo di vita per la donna o per gravi malformazioni al feto. Già nel 2003 San Marino aveva tentato la via della legalizzazione attraverso una proposta di legge che però non è stata accolta.

Nell’Unione Europea lo stato in cui il divieto è più forte è Malta. Nell’isola l’interruzione di gravidanza non è ammessa mai. Chi ricorre all’aborto rischia dai 18 mesi a tre anni di prigione e il medico può perdere la licenza a vita e rischia 4 anni di carcere. A Cipro è concesso l’aborto solo nel caso in cui la donna sia in pericolo di vita o in caso di stupro. Solo in caso di rischio per la salute della donna nel Liechtenstein e ad Andorra.

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Published on July 14, 2021 03:03

Halle Bailey come «La Sirenetta»: la prima foto dalla Sardegna per festeggiare la fine delle riprese

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È con una foto in mezzo all’acqua cristallina della Sardegna e il tramonto sulle spalle che l’attrice e cantante Halle Bailey ha pensato di comunicare ai suoi follower la fine delle riprese de La Sirenetta, il nuovo live-action di casa Disney diretto da Rob Marshall che, salvo imprevisti, dovrebbe vedere la luce nel 2022. Dopo una lavorazione molto travagliata, travolta dalle polemiche per la scelta di un’attrice nera nel ruolo di Ariel, bloccata per via della pandemia e costretta a uno stop forzato per lo scoppio di un piccolo focolaio in Sardegna, l’ultima location che la produzione ha sfruttato per ultimare il film, Bailey ha condiviso l’emozione di far parte di un progetto così ambizioso che l’ha tenuta in ballo per quasi due anni e mezzo.

«E così le riprese si sono concluse. Ho fatto l’audizione per questo film quando avevo 18 anni, quasi 19, per poi terminare la riprese durate una pandemia e a 21 anni. Ce l’abbiamo fatta, finalmente» ha scritto Bailey sul suo profilo Instagram. «La parte più dura è stata vivere lontana da tutti e da tutto quello che conoscevo, sentendomi a volte in dubbio e sola, ma provando anche un senso di libertà e perseveranza ora che sono arrivata alla fine. Quest’esperienza mi ha reso molto più forte di quanto pensavo di poter essere. Sono molto grata ai generosi e talentuosi membri del cast come Jonah Hauer-King (il principe Eric, ndr) che sarà mio amico fino alla fine dei tempi, Jacob Tremblay (Flounder, ndr), vado troppo fiera di lui, e leggende come Javier Bardem (Re Tritone, ndr), Melissa McCarthy (Ursula, ndr), Awkwafina (Scuttle, ndr) e Daveed Diggs (Sebastian, ndr), che sono maestri in quello che fanno ma sanno anche come essere accoglienti e aperti davanti a una come me. E grazie Sardegna per il gran finale!».

[image error]N°10: Alice attraverso lo specchio (2016)[image error]Alice attraverso lo specchio (2016)[image error]N°9: La carica dei 101 (1996) [image error]La carica dei 101 (1996) [image error]N°8: Mowgli - Il libro della giungla (1994)[image error]Mowgli - Il libro della giungla (1994)[image error]N°7: Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018)[image error]Ritorno al Bosco dei 100 Acri (2018)[image error]N°6: Maleficent (2014)[image error]Maleficent (2014)[image error]N°5: Alice in Wonderland (2010)[image error]Alice in Wonderland (2010)[image error]N°4: Dumbo (2019)[image error]Dumbo (2019)[image error]N°3: Il libro della giungla (2016)[image error] Il libro della giungla (2016)[image error]N°2: La Bella e la Bestia (2017)[image error]La Bella e la Bestia (2017)[image error]N°1: Cenerentola (2015)[image error]Cenerentola (2015)

Il live-action della Sirenetta, nei piani originali della Disney, sarebbe dovuto uscire in sala entro la fine del 2021 ma, a causa dei ritardi dettati dalla pandemia, è molto probabile che lo vedremo l’anno prossimo, anche se la data non è stata ancora annunciata, probabilmente per permettere alla troupe di dedicarsi alla post-produzione in maniera serena. Il film, che dovrebbe essere abbastanza fedele all’originale sulla falsa riga dei rifacimenti di Aladdin di Guy Ritchie e de Il Re Leone di Jon Favreau, conterà anche sulle musiche originali di Alan Menken e Howard Ashman che, per l’occasione, si aggiungerà di una nuova canzone originale scritta da Menken insieme a Lin-Manuel Miranda.

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Published on July 14, 2021 02:41

Kanye West e Irina Shayk, il mistero della coppia che forse non c’è (per scelta di lei?)

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La chiacchieratissima relazione tra Kayne West, 44 anni, e Irina Shayk, 35, dati per coppia dallo scorso giugno, forse non è mai iniziata. Per volontà della la supermodella russa, pare. Un insider ha rivelato a Page Six, informatissimo sito di gossip del New York Post, che il rapper ha invitato la Shayk a seguirlo a Parigi per assistere a una sfilata di moda. Ma lei non ci è voluta andare. Il motivo? «Evitare che la stampa continui a sostenere che tra loro è sbocciato l’amore. Se si fosse presentata con lui a Parigi, avrebbe dato la stura ad altri titoli di giornale, ad altri pettegolezzi». Infondati, a quanto pare: «Per Irina Kanye è semplicemente un amico, niente di più». La supermodella, dopo la rottura con Bradley Cooper da cui ha avuto la piccola Lea de Seine, «è single. E sta bene così. Al momento non cerca relazioni».

Diversi, sempre a detta di «Page Six», sarebbero i sentimenti del rapper che con la supermodella aveva avuto un breve flirt già anni fa, prima di mettere su famiglia con Kim Kardashian. E «non l’aveva mai dimenticata». Tanto che lo scorso febbraio, quando il suo matrimonio è andato in frantumi, «ha pensato a Irina e ha iniziato a darle la caccia. Gli è andata bene. E ora è felicissimo», aveva detto un altro insider giusto un paio di settimane fa.

La versione con happy end è ora contraddetta dalla nuova fonte di Page Six. Irina non solo non sarebbe interessata a una storia d’amore con Kanye, ma starebbe anche facendo il possibile per mettere a tacere i chiacchiericci su una coppia che non c’è. Rumors nati a inizio giugno quando i due erano stati avvistati insieme in teneri atteggiamenti in Provenza, dove avevano festeggiato il quarantaquattresimo compleanno di lui: «Irina era al party come amica di Kanye. Insieme ad altre cinquanta persone», sostiene l’ultimo insider interpellato da Page Six. Chi dice il vero? Per saperlo, non ci resta che aspettare le prossime rivelazioni da Oltreoceano.

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Published on July 14, 2021 02:11

Ecco come sta cambiando Kim Kardashian dal divorzio da Kanye West

Vi ricordate la puntata di Keeping up with the Kardashian in cui Kanye West raggiunge Kim per 24 ore a Parigi solo per revisionare tutti i suoi look in vista della settimana della moda? A spingerlo a prendere un volo intercontinentale, nel bel mezzo di un tour mondiale, furono alcune foto della moglie nelle quali aveva dei look che proprio non gli piacevano. Un piccolo (o grande, dipende dai punti di vista) esempio di come il rapper abbia avuto sempre una grande influenza sullo stile di Kim, stravolgendolo durante tutti gli anni di matrimonio: colori neutri, abiti fascianti e mix & match di capi sportivi ed eleganti sono diventati il suo riconoscibile marchio fabbrica.

Però, con il divorzio dal rapper le cose sembrano essere un po’ cambiate. Come hanno notato in molti, la fondatrice di Skims sembra aver apportato qualche modifica al suo look. Per alcuni si tratta della vecchia Kim pre Kanye – quella che adorava gli abiti corti e anche un po’ appariscenti – con un pizzico di stile in più.

https://twitter.com/Shugraa/status/14...

Esempio principe? Gli outfit sfoggiati nel suo recente viaggio a Roma. Dal tubino tartarugato vintage di Dolce & Gabbana fino alla minigonna in pelle combinata con un crop top o l’abito con tagli optical laterali scelto per visitare i musei vaticani.

Qualcosa ci dice che Kanye non apprezzerebbe. In più puntate del reality show della famiglia Kardashian, abbiamo visto come spesso si sia lamentato degli abiti troppo audaci della ex moglie e quelli sfoggiati sul red carpet o altre occasioni erano frutto di estenuanti compromessi tra i due.

Ma il modo di vestire di Kim Kardashian non sembra l’unica cosa a essere cambiata. Da regina dei social, ogni post non è mica pubblicato a caso e, infatti, si nota come, da qualche mese, siano aumentate le foto in costume, anche molto amatoriali, e quelle in compagnia dei figli. Il rapper, molto geloso della sua privacy, ha sempre cercato di limitare al minimo le immagini della famiglia.

In questa opera di rinnovazione, rientrerebbe anche il marchio KKW Beauty che, dal primo agosto, chiuderà battenti per un po’ per ritornare in una veste completamente nuova. Secondo molti, il brand cambierà innanzitutto nome, eliminando la w di West e lasciando solo le due k di Kim Kardashian.

Insomma, sembra che la nostra Kim voglia dare un definitivo taglio con il passato: chissà cos’altro dobbiamo ancora aspettarci!

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Published on July 14, 2021 02:11

Ciao sono Vale: «Ho smesso di scappare da me stessa»

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È tutta la vita che Valeria Fusarri, meglio conosciuta come Ciao sono Vale, rincorre la libertà e, ora che sente di averla finalmente conquistata, non ha alcuna intenzione di lasciarla andare: «Sto facendo quello che mi piace fare e sto portando avanti il mio essere me stessa al 100%, senza filtri. Il fatto di aver fatto da qualche anno coming out, poi, mi ha permesso di mettere la mia sessualità nella musica in maniera naturale, come dovrebbe essere» racconta al telefono Ciao sono Vale, che torna alla musica con un album, Alt, scritto nell’ultimo anno e mezzo e anticipato da un singolo, Uragano, che Valeria descrive come una canzone che parla di libertà sotto tanti punti di vista, «anche sul piano delle relazioni che dovremmo vivere con più leggerezza anche quando vanno male e non funzionano».

https://www.youtube.com/watch?v=pYXMv...Che cosa rappresenta la libertà per lei?
«Un obiettivo realizzato. Anche il coming out è stato qualcosa che ho vissuto di più sulla mia pelle: prima aveva paura di essere me stessa».

Qual era la paura più grande?
«Avendo vissuto per tanto tempo in un paese molto piccolo in provincia di Bergamo, avevo paura di affrontarmi, non riuscivo ad accettare questo lato di me. Quando cresci in un posto dove non si fa altro che ripetere che una cosa è sbagliata, ti fai condizionare: nella mia testa queste cose sono diventate talmente grandi da portarmi a respingere quello che ero. Mi facevo vedere con più ragazzi possibili, facevo di tutto per non far capire che mi piacevano le ragazze».

C’è stato un momento in cui ha detto basta?
«Quando ho iniziato a fare musica. A 17 anni, sono riuscita a capire il valore della vita, e da lì in poi è iniziato il mio percorso di crescita. A 18 anni mi sono trasferita a Modena, ho iniziato la mia carriera: da quando ho scoperto la musica è andato tutto molto meglio, sono riuscita a fare pace con tante cose».

Come ha scoperto la musica?
«L’ho sempre ascoltata, ma è quando mi sono avvicinata alla scrittura che è cambiato tutto: ho cominciato a guardare dei tutorial per imparare a suonare la chitarra e da lì tutto è venuto naturale. Da piccola non ero appassionata di musica ma, a un certo punto, ho sentito la necessità di dovermi liberare e trovare uno sfogo personale».

Com’era da piccola?
«Molto confusa. Vivevo tanto di solitudine, stavo quasi sempre in casa, non riuscivo a portare a termine gli studi: ero completamente spaesata. Mi sono ritrovata solo quando sono cresciuta».

In Xanax, una delle canzoni più belle dell’album, canta: «Un’artista ha bisogno di urlare».
«È una canzone che ho scritto durante un attacco di panico, nel momento più importante di un’emozione. Ho voluto scrivere senza pensare, buttando giù tutto quello che stavo provando in quel momento e lasciando andare la mia arte a ruota libera, senza pensare di voler comunicare qualcosa. Stavo scrivendo perché ne avevo bisogno. Tutti i brani che faccio hanno questo concetto di vita, ma Xanax l’ho scritto più per me stessa che per gli altri».

Oggi con gli attacchi di panico come va oggi?
«Ne soffro da quando ho 9 anni, col tempo ho imparato a gestirli. All’inizio tendi a sparire, ma ho capito che è più importante provare a gestire le tue emozioni: ho vissuto una vita a scappare, e ora non voglio più farlo».

Il titolo dell’album, Alt, ha a che fare con questo bisogno di riformularsi?
«Vuol dire: fermati, respira, ragiona su quello che stai facendo, cerca di capire dove stai andando. Sono 7 brani di generi diversi che spero che la gente possa capire perché tutti parlano di situazioni che voglio raccontare per quelle che sono state. È stato difficile in quest’ultimo anno e mezzo fare un disco, ma con l’aiuto del mio produttore Diego Calvetti sono riuscita ad arrivare fino in fondo, e sono molto orgogliosa del risultato».

Prima parlava di leggerezza: pensa di averla trovata?
«Sì. Sto con la mia ragazza da tre anni e mezzo, lei mi ha insegnato ad apprezzare la vita, una cosa che prima non facevo. Sto vivendo la relazione in maniera molto leggera e molto bella».

Sul Ddl Zan attualmente in discussione al Senato, invece, si sente ottimista?
«Bisogna essere ottimisti. Ho sempre paura di tante cose, che tanta gente che non riesca a capire e a provare empatia, ma voglio essere ottimista. Speriamo bene».

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Published on July 14, 2021 02:08

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Csaba Dalla Zorza
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