Arson Cole

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July 2021

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Questo autore è un mistero:

nessuno sa dove viva, non esistono sue
immagini ed è impossibile trovare informazioni
sulla sua biografia. Sappiamo solo che utilizza
uno pseudonimo diverso per ogni suo romanzo
e che Arson Cole è il nome che ha scelto per
firmare El Urracaõ.

Average rating: 5.0 · 1 rating · 1 review · 5 distinct works
El Urracaõ. Lo chiamavano p...

it was amazing 5.00 avg rating — 1 rating — published 2021 — 8 editions
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El Urracaõ: Lo chiamavano p...

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message 5: by Arson (last edited Jul 14, 2021 07:31PM)

Arson Cole El Urracaõ, Lo chiamavano paradiso di Arson Cole (2021)

Il Diavolo

Cosa significa il titolo "El Urracaõ" di questo libro?

Urracaõ veniva dalla parola spagnola Urraca, cioè “gazza ladra”, adeguata in portoghese, mentre El in spagnolo significava “il grande” e veniva usato per i personaggi importanti. El Urracaõ quindi significava più o meno “Il grande ladro volante” indica l’astuzia di quel bambino (protagonista), paragonabile solo a quella della gazza.


Esempi specifici nel manoscritto sul diavolo e soprannome di El Urracaõ.


.... I soldi che aveva nascosto in una scatola di sigari sotto l’albero della gazza ladra, nel “nascondiglio del diavolo” ...… Jorge conosceva quel posto, lo chiamavano il “nascondiglio del diavolo”. Una piccola isola verde al centro della favela Moro do Fubá, un territorio strappato alla foresta negli ultimi anni che si era velocemente riempito di case abusive e baracche. ....

.... Per via di certe strane credenze, nessuno aveva toccato quel brandello di foresta. Gli abitanti delle case lì intorno, infatti, erano spaventati da alcuni strani fatti che erano accaduti, tanto da convincersi che lì dentro vivesse il diavolo in persona. Più di una volta, era capitato che amuleti e crocifissi, messi alle finestre di vecchi e malati per proteggerli degli spiriti maligni, scomparissero misteriosamente. Poi magari, per puro caso, quei poveracci erano morti la notte seguente, e così la gente aveva iniziato a ricordarsi di aver notato un uccello nero che volava dentro e fuori da quella boscaglia. Lo avevano visto vicino alle case degli ammalati proprio prima che sparissero gli amuleti. Non sapevano che si trattava semplicemente di una gazza ladra, che durante il periodo dell’accoppiamento 7era irresistibilmente attratta da quegli oggetti illuminati dal sole. Di sicuro, però, le sue piume nere scatenarono la loro superstizione. Così iniziarono a dire che doveva trattarsi del diavolo che, durante il giorno, prendeva le sembianze di quell’uccello per volare a cercarsi una vittima a cui venire a rubare l’anima nella notte. In poco tempo l’isola verde diventò così il “nascondiglio del diavolo”. In molti portavano vecchi e ammalati in altri sobborghi lontani, al sicuro a casa di famigliari o amici. E chi non poteva andarsene si proteggeva come riusciva, magari semplicemente fissando con un chiodo gli amuleti e i crocifissi sui davanzali delle finestre. ....

.... Fu lui a dargli quel soprannome che porta ancora oggi, El Urracaõ, o più semplicemente Urra. Infatti a Rodriguez piaceva raccontare storielle ai clienti e iniziò spesso a ripetere quella del piccolo Urra e della gazza. La raccontò per tanto tempo e i clienti, che pensavano fosse una specie di fiaba, gli chiedevano cosa significasse quello strano nome, Urra. Il barbiere allora spiegava che veniva dalla parola spagnola Urraca, cioè “gazza ladra”, adeguata in portoghese, mentre El in spagnolo significava “il grande” e veniva usato per i personaggi importanti. El Urracaõ quindi significava più o meno “Il grande ladro volante” e voleva indicare l’astuzia di quel bambino, paragonabile solo a quella della gazza. ....


ArsonCole.com / ElUrracaõ.com
COPYRIGHTS ARSON COLE 2021 ©



message 4: by Arson (last edited Jul 14, 2021 07:08PM)

Arson Cole Campioni di lettura "El Urracaõ"


Libro
La magia di due semplici parole

Sharon cammina verso di lui, verso un cuore
completamente cambiato. Jorge la abbraccia forte e lei
piange in silenzio. Si baciano in modo tenero e lui sente che
adesso tutto è diverso. Gli sembra di essere diventato un
altro. Stringe Sharon intorno alla vita e si incamminano
insieme verso la Buick, in silenzio, di nuovo uniti dai loro
sentimenti. Quando arrivano al parcheggio, Sharon non
resiste più: “Che cosa è successo? Dimmi cosa è successo,
cosa ha fatto Boris?”
“Sharon, credo che non ti dovrai mai più preoccupare di
Boris.”
Lei si ferma immediatamente, senza lasciare la sua mano. I
suoi occhi chiedono una spiegazione.
“Mai più? Ma cosa… cosa hai combinato?” gli chiede
liberandosi da lui, spaventata. Intorno a loro il buio, ognuno
vede solo l’ombra del viso dell’altro. Sharon tace, sa già
cosa significano quelle parole. Un vento fresco e leggero li
raggiunge. Adesso si sente impaurita da quell’uomo, le
sembra diverso, non sa più se lo ama o lo odia.
“Non preoccuparti, è andata come doveva.”
“Cosa è andato come doveva? Cosa hai fatto, Jorge?
Dimmelo.”
“Sharon, non avevo altra scelta.”
“Ma cosa hai fatto? Mi fai paura.”
“Mi ha costretto, Sharon. Non sarei più qui se non lo avessi
fermato.”
“Lo hai ammazzato.”
Lui abbassa lo sguardo e mormora: “Sì, purtroppo ho
dovuto farlo”.
Lei scoppia a piangere e continua a camminare da sola, in
silenzio, verso la macchina. Jorge capisce di non essere più
sicuro di sé come ai tempi di Rio. Là, nelle favelas, dopo
aver rubato un’anima non provava mai sentimenti, quelle
morti non avevano valore per lui, non scalfivano la sua
coscienza. Mentre adesso si sente un mostro, un vigliacco,
colpevole di tutte le sue azioni.
Vede l’ombra di Sharon che gli cammina davanti e si ferma
a pochi passi dal precipizio che si apre oltre la Buick, rivolta
verso il vuoto, quello stesso che lui fissa dentro di sé, in
cerca di una risposta. La vede dondolare leggermente,
capisce che sta quasi per cadere a terra e corre di scatto
verso di lei. La abbraccia forte e la stringe a sé.
“Perché lo hai fatto, Jorge… perché?”
“Non avevo altra scelta, Sharon, credimi…” Odia questi
sentimenti che non ha mai provato prima. Si sente
vulnerabile, fragile come una lacrima cristallizzata dal
freddo delle accuse di Sharon.
“Non ti credo, Jorge, sei anche tu un mostro come tutti gli
altri. Lasciami!”
Jorge resiste e non la lascia andare. Il sole si annuncia, i suoi
raggi iniziano a tagliare il buio. Un momento incredibile,
pieno di emozioni e sensi di colpa.
Quella parola, mostro, lo ha ferito come una freccia.
“Sì, hai ragione, sono un mostro ma…”
Lei si libera improvvisamente, fa un passo indietro per
allontanarsi. Sente di amare quell’uomo come non ha mai
amato nessuno, eppure adesso lo disprezza.
“Sharon, ascoltami, ti giuro che non avevo altra scelta!”
“No, Jorge, hai sempre un’altra scelta” gli grida con uno
sguardo cattivo. “Tu dici solo bugie.”
“Boris non mi ha lasciato un’altra via d’uscita.”
“Non ti credo, sei un bugiardo!”
“Per favore, Sharon” la prega e sente che quelle parole dure
gli fanno male. Lei le ha alzate come un muro intorno a sé e
lo guarda in silenzio, come se non vedesse niente.
“Sono qui, Sharon, sono vivo. Mi odi per essere
sopravvissuto?”
Lei respira l’aria fresca e cerca di vedere meglio quel volto
illuminato dall’alba. Cerca di capire le sue emozioni.
“Sharon, ho bisogno di te. Non lasciarmi cadere, non farlo.”
Jorge le si avvicina, troppo presto. Con un passo indietro, lei
si difende dalle sue stesse emozioni, consapevole del caos
che si sente dentro. Jorge insiste, fa altri due passi veloci e
riesce a prenderla.
“No, lasciami, lasciami, ti prego” dice colpendogli il petto
con i suoi piccoli pugni, senza forza, piangendo a dirotto.
Jorge la lascia sfogare.
“Sei un mostro, lasciami, non ti amo più, hai ammazzato
Boris, sei…”
Ma lui non la lascia, lei è la sua salvezza, la sua coscienza.
Sente che Sharon si sta calmando e si lascia andare contro il
suo corpo, appoggiandogli la testa sul petto. Rimangono
così, in silenzio, mentre lei piange per ogni pensiero, per
ogni fantasma di cui si è liberata.
“Non piangere Sharon, tu sei forte e io adesso ho bisogno
di una donna forte vicino a me. Lo sai che ti amo.”
Sorpresa, lei alza il volto e lo guarda. Lui sorride, timido, e
le dà un bacio sulla fronte. Sharon ha sentito quelle parole,
ti amo, ma il suo cervello non ne ha ancora realizzato il
senso. Appoggia di nuovo la testa sul petto e lui la
accarezza dolcemente. Non crede più a niente, ma i suoi
sentimenti, risvegliati da quelle due brevi parole, le dicono
forte che quella è la verità. Nasconde il volto contro di lui,
per non mostrare le emozioni che prova.
“Sharon, so che è duro da accettare” riprende Jorge per
spiegarle tutto “ma Boris mi ha venduto ai mercenari. Se
non lo fermavo, anche tu avresti perso la vita.”
Lei lo guarda come se non capisse.
“Sì, è la verità. Boris ci ha ingannati, ci ha venduti per
quattro soldi.”
“Venduti? A chi?” chiede lei triste, ancora incerta se
credere alle sue parole. Non sa più quale emozione è più
forte in lei, paura o fiducia, odio o amore.
“A Tony e agli altri, Max e Harold.”
“Tony? Non ti credo, me lo dici per salvarti?”
“No Sharon, sono già perduto. Tony e i suoi amici hanno un
piano. Sarebbe arrivato molto presto il mio ultimo giorno…
e anche il tuo.”
“Ma quei vecchi cosa c’entrano con Boris?”
“C’entrano eccome, e proprio per questo devo parlarti.”
Lei si libera delicatamente e lo fissa: “Cosa sta
succedendo?” Si appoggia al cofano della Buick e gli fa
segno di mettersi accanto a lei. “Voglio che adesso mi
spieghi tutto” dice asciugandosi le ultime lacrime.
Jorge si appoggia alla macchina, al suo fianco, cerca il
pacchetto delle sigarette e ne accende una anche per
Sharon. Poi inizia a raccontarle le trame oscure di quella
rete in cui sono finiti entrambi.
Per un’ora intera le descrive i fatti nei minimi dettagli, dal
momento in cui Boris gli ha parlato del nuovo progetto
all’incontro con Tony, fino alla sparatoria nel club e
all’interrogatorio di quella notte.
Al termine di quel lungo racconto, rimangono in silenzio e
pensano alla loro situazione. Con il sorgere del sole, anche
la mente di Sharon si illumina. Capisce che questo uomo,
pieno di sentimenti nascosti, non si è trasformato in un
mostro ma è stato costretto a difendersi e a proteggere
251quello che ama. Non ha ucciso per il gusto di farlo, non è un
assassino spietato, lo ha fatto solo per salvare se stesso e
lei.
“Jorge, andiamo via da qui” gli dice abbracciandolo. “Ti
prego, lasciamo tutto, questo posto e quei mostri…”
“No, non possiamo scappare” la interrompe. “Non più.”
Lei si gira e lo fissa: “Perché no?”.
“Se scappiamo, loro capiscono subito che io c’entro con la
morte di Boris e che ho rovinato i loro piani. Pagherebbero
dei killer e quelli ci troverebbero ovunque andiamo. Ormai
sappiamo troppo, siamo un pericolo per il loro progetto.
Tony è legato alla mafia italiana, quelli non scherzano mai.”
I suoi occhi ritornano a fissare il niente che ha davanti, vede
le immagini di quel futuro angosciante che si
sovrappongono nella sua mente.
“Ma non possiamo andare in un posto dove non ci
trovano?”
“No Sharon, non ci sono nascondigli sicuri quando hai a che
fare con quei professionisti.”
Rimangono in silenzio per un tempo che sembra
lunghissimo. Poi Sharon ritrova la voce per chiedergli: “Cosa
pensi di fare adesso?”
“Non lo so ancora, ma devo trovare una soluzione al più
presto. E deve essere quella giusta, perché abbiamo solo
una possibilità per salvarci.”
“La soluzione giusta...” ripete lei, mentre sente i brividi che
le scendono lungo la schiena. “Vuoi ammazzarli tutti,
vero?”
Lui cerca i suoi occhi, vede che lei lo guarda di nuovo con
disprezzo e paura.
“È questo che stai pensando, giusto? Perché?” chiede
guardando il suo profilo illuminato dal primo sole dell'alba.
“È questa la tua soluzione?” Continua a guardare il suo
volto immobile. “Sei pazzo, Jorge? Quanto ancora vuoi
vendere la tua anima per denaro? E cosa fai con la mafia
italiana, vai da loro e li ammazzi tutti?”
“No Sharon, la mia anima l’ho persa molto tempo fa nelle
favelas di Rio.” Sharon sa cosa intende, lei stessa aveva
quasi perso la sua anima in quel labirinto che sembra senza
via di uscita.
“Ho perso la mia anima, però non voglio perdere la tua.”
“Però anche tu ti sei approfittato della mia anima, l’hai
picchiata, venduta, lasciata violentare dai tuoi clienti, quei
vecchi schifosi… E per cosa? Per il tuo sogno di diventare
ricco, non perché mi amavi. O sono io, forse, che non
capisco cos’è l’amore...”
“Sì, lo so.”
“Cosa sai?”
“Hai ragione, all’inizio era così, ma adesso è tutto diverso.”
“Ah sì? E come posso essere sicura che non mi userai di
nuovo, vendendomi al primo che ti offre un bel mazzo di
soldi?” Lo fissa, cercando di leggere la verità nel suo viso.
“Parla, Jorge, dimmelo, come posso essere sicura di
questo?”
“Sharon, non...” si ferma e torna subito a fissare il vuoto.
Lei gli si avvicina e lui resta fermo, pensando se davvero
vuole fare quello che ha in mente. Si sente combattuto dai
suoi sentimenti, ma non è ancora vinto.
Sharon gli stringe i fianchi in un abbraccio e rimane così,
con un senso di insicurezza che ha un sapore aspro. Anche
lui è incerto, non capisce i sentimenti che lo agitano in quel
momento. Restano lì, uniti dai battiti di loro cuori silenziosi.
Ognuno in lite con troppi pensieri ed emozioni, in cerca di
spiegazioni e soluzioni.

COPYRIGHTS ARSON COLE 2021 ©


message 3: by Arson (last edited Jul 14, 2021 07:06PM)

Arson Cole Cosa significa El Urracaõ ?


Il Diavolo


Urracaõ veniva dalla parola spagnola Urraca, cioè “gazza ladra”, adeguata in portoghese, mentre El in spagnolo significava “il grande” e veniva usato per i personaggi importanti. El Urracaõ quindi significava più o meno “Il grande ladro volante” indica l’astuzia di quel bambino (protagonista), paragonabile solo a quella della gazza.


Esempi specifici nel manoscritto sul diavolo e soprannome di El Urracaõ.
.... I soldi che aveva nascosto in una scatola di sigari sotto l’albero della gazza ladra, nel “nascondiglio del diavolo” ...… Jorge conosceva quel posto, lo chiamavano il “nascondiglio del diavolo”. Una piccola isola verde al centro della favela Moro do Fubá, un territorio strappato alla foresta negli ultimi anni che si era velocemente riempito di case abusive e baracche. ....

.... Per via di certe strane credenze, nessuno aveva toccato quel brandello di foresta. Gli abitanti delle case lì intorno, infatti, erano spaventati da alcuni strani fatti che erano accaduti, tanto da convincersi che lì dentro vivesse il diavolo in persona. Più di una volta, era capitato che amuleti e crocifissi, messi alle finestre di vecchi e malati per proteggerli degli spiriti maligni, scomparissero misteriosamente. Poi magari, per puro caso, quei poveracci erano morti la notte seguente, e così la gente aveva iniziato a ricordarsi di aver notato un uccello nero che volava dentro e fuori da quella boscaglia. Lo avevano visto vicino alle case degli ammalati proprio prima che sparissero gli amuleti. Non sapevano che si trattava semplicemente di una gazza ladra, che durante il periodo dell’accoppiamento 7era irresistibilmente attratta da quegli oggetti illuminati dal sole. Di sicuro, però, le sue piume nere scatenarono la loro superstizione. Così iniziarono a dire che doveva trattarsi del diavolo che, durante il giorno, prendeva le sembianze di quell’uccello per volare a cercarsi una vittima a cui venire a rubare l’anima nella notte. In poco tempo l’isola verde diventò così il “nascondiglio del diavolo”. In molti portavano vecchi e ammalati in altri sobborghi lontani, al sicuro a casa di famigliari o amici. E chi non poteva andarsene si proteggeva come riusciva, magari semplicemente fissando con un chiodo gli amuleti e i crocifissi sui davanzali delle finestre. ....

.... Fu lui a dargli quel soprannome che porta ancora oggi, El Urracaõ, o più semplicemente Urra. Infatti a Rodriguez piaceva raccontare storielle ai clienti e iniziò spesso a ripetere quella del piccolo Urra e della gazza. La raccontò per tanto tempo e i clienti, che pensavano fosse una specie di fiaba, gli chiedevano cosa significasse quello strano nome, Urra. Il barbiere allora spiegava che veniva dalla parola spagnola Urraca, cioè “gazza ladra”, adeguata in portoghese, mentre El in spagnolo significava “il grande” e veniva usato per i personaggi importanti. El Urracaõ quindi significava più o meno “Il grande ladro volante” e voleva indicare l’astuzia di quel bambino, paragonabile solo a quella della gazza. ....

COPYRIGHTS ARSON COLE 2021 ©


message 2: by Arson (last edited Jul 14, 2021 07:32PM)

Arson Cole El Urracaõ, Lo chiamavano paradiso di Arson Cole (2021)
El Urracaõ

Campione di lettura


Cosa significa "El Urracaõ" ?



Jorge, il protagonista di questa storia, nasce in una poverissima favela di Rio ed è costretto a usare mille espedienti per sopravvivere. Ma è un bambino sveglio e un giorno, grazie all'incontro con un'astuta gazza ladra, trova un vero tesoro. Jorge però non si accontenta, fa carriera nel narcotraffico e in pochi anni diventa un temuto trafficante internazionale, conosciuto dalla gente e dalla polizia come El Urracaõ. Ma i gruppi rivali lo vogliono morto e Jorge trova rifugio in Svizzera. A Locarno fa affari nel mondo dei night club e della prostituzione, trova l'amore, per la bellissima Sharon, e si lascia sedurre dalla ricchezza di un Paradiso dorato e suadente, dove si intrecciano le trame di banchieri avidi, finanzieri spregiudicati, nuovi e vecchi boss della mafia che gli offrono un affare lucroso e facile, come un gioco da ragazzi, un gioco ingannevole in cui tutti i protagonisti sembrano però perseguire un oscuro obiettivo personale.
 
Con questo romanzo Arson Cole ci trascina in una trama vertiginosa che è anche un lungo viaggio alla ricerca di un paradiso personale sempre sognato eppure dolorosamente difficile da trovare.

 
ArsonCole.com / ElUrracaõ.com
COPYRIGHTS ARSON COLE 2021 ©


message 1: by Arson

Arson Cole El Urracaõ, Lo chiamavano paradiso di Arson Cole (2021)

Il romanzo sarà presto in libreria, vi informeremo presto..

Jorge, il protagonista di questa storia, nasce in una poverissima favela di Rio ed è costretto a usare mille espedienti per sopravvivere. Ma è un bambino sveglio e un giorno, grazie all’incontro con un’astuta gazza ladra, trova un vero tesoro. Jorge però non si accontenta, fa carriera nel narcotraffico e in pochi anni diventa un temuto trafficante internazionale, conosciuto dalla gente e dalla polizia come El Urracaõ. Ma i gruppi rivali lo vogliono morto e Jorge trova rifugio in Svizzera. A Locarno fa affari nel mondo dei night club e della prostituzione, trova l’amore, per la bellissima Sharon, e si lascia sedurre dalla ricchezza di un Paradiso dorato e suadente, dove si intrecciano le trame di banchieri avidi, finanzieri spregiudicati, nuovi e vecchi boss della mafia che gli offrono un affare lucroso e facile, come un gioco da ragazzi, un gioco ingannevole in cui tutti i protagonisti sembrano però perseguire un oscuro obiettivo personale.


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